lunedì 9 giugno 2014

Pensando a Bruno (Giordano)

Stavo ripensando alla vicenda di Giordano Bruno, magistralmente raccontata da Augias nel suo libro "I segreti di Roma", e pensavo che tra la chiesa cattolica di allora (1600) e quella odierna è cambiata la forma, ma la sostanza grossomodo è rimasta quella. Giordano Bruno era un filosofo, e la sua lunga prigionia, seguita dalla morte sul rogo in Campo de' Fiori, era motivata esclusivamente dal suo rifiuto di accettare dogmi assurdi, come ad esempio la verginità di Maria, e di difendere le teorie eliocentriche copernicane. Bruno è uno dei casi storicamente più noti, ma di gente come lui la chiesa ne ha uccisi a milioni nel corso dei secoli. Prendete Galileo, ad esempio; nel 1609 prende un cannocchiale e comincia a scrutare il cielo, scoprendo che la luna ha monti e valli, che il sole ruota su se stesso e che nella via lattea ci sono miliardi di stelle simili al sole. La chiesa cosa fa? Lo prende, lo rinchiude a vita ed emana una sentenza con cui stabilisce che la terra è al centro dell'universo e il sole gli gira attorno - pensate: una sentenza! Galileo verrà incarcerato a vita e avrà salva la vita solo perché accetterà di disconoscere quanto scoperto.
Oggi la chiesa non manda più a morte gli eretici, ma la matrice, potremmo dire il "marchio di fabbrica", rimane quello. Una volta era la guerra all'eliocentrismo, adesso è verso la ricerca con cellule embrionali, oppure il testamento biologico, o quello che volete voi. Ogni volta che qualcuno cerca di proporre qualcosa di nuovo, di diverso, che in qualche modo avalli il primato dell'uomo e della ragione rispetto agli assurdi e ridicoli dogmi della chiesa, si becca gli strali e le condanne (oggi solo verbali, fortunatamente) delle gerarchie ecclesiastiche. È vero che, in tempi più recenti, più volte la chiesa si è scusata per gli "errori" del passato - lo fece Wojtyla, ad esempio - ma sono scuse che lasciano più o meno il tempo che trovano. Riguardo alla vicenda di Giordano Bruno, ad esempio, l'ex segretario di stato vaticano, Angelo Sodano, qualche anno fa disse: "alcuni aspetti delle procedure del tribunale del sant'Uffizio, sono per noi, oggi, motivo di rammarico."
Nemmeno se avesse detto "vergogna" al posto di "rammarico" gli crederei.

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