Leggo che Rick Perry abbandona la corsa alla Casa Bianca. Conoscendo il tipo (antiabortista, omofobo e fanatico del creazionismo), la cosa non mi dispiace affatto.
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luce dietro gli alberi scomparve" e mi pare di notare che qualcosa stoni, non sia grammaticalmente corretto. Io, ad esempio, avrei scritto: "Qualche minuto più tardi la luce dietro agli alberi scomparve." Insomma, il mio dubbio è: il termine "dietro" deve essere seguito da "gli" o da "agli"? Ci penso. Provo a riesumare qualche reminescenza di grammatica dei tempi della scuola ma niente da fare. Apro Google e trovo la risposta su dizionario-italiano.it, nel quale leggo che "dietro" è una preposizione impropria e come tale si unisce direttamente al nome che segue: "dietro la casa", "dietro la piazza" ecc. "Alcuni - leggo ancora - preferiscono accompagnarlo con la preposizione (semplice o articolata) a: dietro alla facciata; dietro al mobile ecc. Riteniamo, questo, un uso non
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nell'oro e si vive all'insegna del tanti presi, tanti spesi. L'utilitaria in questione andava a sostituire la mia macchina precedente, stesso segmento, che aveva sul groppone una quindicina d'anni e 250.000 chilometri. Il nuovo acquisto era una versione molto recente di quel modello di auto, sul mercato forse da un paio d'anni, non di più. Poco prima di Natale mi sono accorto che è cominciata a girare la pubblicità di una nuova versione del modello di auto da me acquistato. La cosa mi ha lasciato un po' perplesso, e mi sono chiesto quale grandi innovazioni tecnologiche abbiano giustificato l'immissione di un nuovo modello di auto a nemmeno due anni dall'uscita di quello precedente. Risposta: nessuna innovazione tecnologica, solo la necessità di far girare un mercato (non solo auto, tutte le cose) che se si ferma provoca
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalpita per partire. Il treno, una volta partito, corre imperioso tra campi, monti, case, paesi, finché giunge alla prima stazione. Il viaggiatore scende perché qui ha appuntamento con un ingegnere per concludere un progetto. Al tavolo di un bar l'ingegnere comincia a tirare fuori da una cartellina i documenti del progetto, ma nota nel viaggiatore una certa fretta, una certa ansia. Un po' contrariato, chiede al viaggiatore se per caso abbia fretta. Questi risponde di non avere fretta, però... insomma, il treno sta per ripartire e teme di perderlo. L'ingegnere invita allora il viaggiatore ad andarsene, il progetto lo concluderanno un'altra volta. Il viaggiatore corre e riesce a risalire sul treno un attimo prima che parta. Il convoglio arriva alla seconda stazione con mezzora di ritardo. Qui il viaggiatore ha appuntamento con Rosanna, il
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