Era il periodo in cui si dava in pasto all'opinione pubblica la tragicomica farsa dello spostamento al nord di alcuni ministeri, operazione fortemente voluto da Bossi e Calderoli per calmare la pancia dell'elettorato celtico-padano portando a Monza alcuni pezzi di quella Roma ladrona con cui ci hanno rotto le appendici pendule maschili per decenni.
Bene. In quel contesto si facevano i primi annunci della manovra, ancora in versione "light", che ci stava per piovere tra capo e collo. In una memorabile conferenza stampa, il teleimbonitore rassicurava tutti sull'entità della suddetta manovra. E a quelli che già ipotizzavano una finanziaria da oltre 30 miliardi di euro, rispondeva:
«inutile dire cose non vere ai cittadini». Ci sarà invece, spiega il premier, «un'opera di manutenzione di qualche miliardo, tre miliardi. Faremo nei prossimi anni quello che abbiamo già fatto negli anni precedenti». Per l'obiettivo del pareggio, aggiunge, «sappiamo già dove andare a trovare i risparmi necessari».
Dove poi li abbiano trovati quei famosi risparmi è oggi noto a tutti, basta leggere un po' i giornali: dal solito Pantalone. La famosa finanziaria di "manutenzione", invece, è nel frattempo leggermente lievitata, ma in maniera appena appena percettibile. All'ora in cui scrivo questo post si parla di 45 miliardi nel prossimo biennio: meno della metà, quindi, di quei 115 (altroché 70) previsti nei prossimi 4 anni.
Com'era? "Inutile dire cose non vere ai cittadini".
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