sabato 23 agosto 2025

Il culto dell'ignoranza

"C'è un culto dell'ignoranza negli Stati Uniti, e c'è sempre stato. Lo sforzo dell'anti-intellettualismo è stato una traccia costante che si è spinta nella nostra vita politica e culturale, alimentata dalla falsa nozione che la democrazia significhi che la mia ignoranza è tanto giusta quanto la tua conoscenza."

Queste cose le scriveva Isaac Asimov alcuni decenni fa. Si riferiva agli Stati Uniti e ciò che succede oggi là dimostra quanto il grande scrittore fosse profetico. Qua da noi, stesso scenario. La recente proposta della lega di togliere l'obbligatorietà dei vaccini si muove nel medesimo solco di delegittimazione dei cosiddetti corpi intermedi unita all'esaltazione dell'ignoranza. I corpi intermedi, all'interno di una società, sono i letterati, i filosofi, i medici, gli scienziati, i divulgatori: chiunque abbia una competenza. Sono gli intermediari tra la massa delle persone comuni e un sapere. Sono coloro a cui ci si rivolge per capire, avere informazioni, chiarimenti, approfondimenti.

Quando un politico afferma che i sei vaccini contenuti nell'esavalente sono troppi e possono provocare danni; quando un altro politico intima di non ascoltare gli ammonimenti dei climatologi sul climate-change; quando un altro politico ancora chiede i "pieni poteri" e un giorno sì e l'altro pure delegittima in maniera più o meno esplicita il sistema di pesi e contrappesi di una democrazia (parlamento, magistratura, informazione ecc.), vuol dire che siamo nei prodromi dell'autoritarismo.

Autoritarismo e liberismo economico sfrenato, il sistema sociale in cui siamo più o meno consapevolmente immersi, vanno a braccetto e per mantenere la loro egemonia hanno bisogno della delegittimazione della cultura, in modo che le persone abbiano meno strumenti per poter capire questi meccanismi. Da qui lo svilimento degli intellettuali, dell'informazione, della scienza, del sistema scolastico. 

La proposta della lega di abolire l'obbligo vaccinale, anche se evidentemente velleitaria, si muove all'interno di queste dinamiche. Esattamente come Trump, negli USA, si batte contro la cultura scientifica con la sottrazione di fondi agli istituti di ricerca e alle università. Bisogna che presto o tardi cominciamo a renderci conto di queste dinamiche. La proposta di eliminare l'obbligo vaccinale ha implicazioni che vanno ben al di là del semplice annuncio in sé.

24 commenti:

  1. Confesso che questi scenari, che vanno delineandosi sempre più chiaramente, mi stanno facendo sviluppare una visione "egoistica" della realtà. Mi ritrovo cioè sempre più contenta di non avere figli né tantomeno nipoti, sempre più contenta di avere davanti a me un futuro limitato. Sempre più contenta di pensare che gli enormi problemi in divenire non mi riguarderanno personalmente.
    È brutto, lo so, perché la solidarietà umana non dovrebbe venir meno. Ma tant'è.

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    1. Non sai quanto io comprenda questa tua visione "egoistica" della realtà. E non sai quanto questi scenari mi preoccupino, considerando che ho figli e presto, presumibilmente, avrò anche nipoti.

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  2. Per questo post considerati baciato, anzi strabaciato in fronte, caro Andrea.
    Quanto al discorso sui figli e nipoti (io ho un figlio e nessun nipote), ma porca zozza: vorrei io, per me, poterli passare in uno scenario del tutto opposto all'attuale, i giorni che mi restano da vivere (pochi o tanti che siano). Chiaramente, ormai, mission impossible, che il diavolo se li porti tutti quanti.

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    1. Boh, non so. Si dice sempre che è possibile scendere nel baratro fino a un certo punto poi si risale. Evidentemente quel certo punto non è stato ancora raggiunto.
      Ciao Siu ;-*

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  3. Ci muoviamo come se il futuro fosse già scritto, blindato, un “mission impossible” a cui non resta che assistere dalla tribuna. Chi non ha figli si sente sollevato dal non doverli consegnare a questo disastro annunciato, chi li ha si tormenta all’idea di ciò che troveranno. È comprensibile, ma è anche la gabbia che ci hanno insegnato ad abitare: pensare il futuro solo come somma delle paure che ci trasmettono. Eppure, anche la più minuscola scelta quotidiana, un pensiero non allineato, una parola che rompe il coro, un gesto che non si piega è già futuro che prende forma. Forse non basterà a “salvare il mondo”, ma intanto scardina l’idea che tutto sia perduto. Perché se davvero fosse tutto già deciso, non staremmo nemmeno qui a discutere, a preoccuparci, a maledire. Il semplice fatto che lo facciamo dimostra che il futuro non è scritto fino in fondo. Poi, certo, capisco la voglia di spedire “il diavolo a portarsi via tutti quanti”. Ma occhio: spesso quello con le corna si veste di normalità e parla di “non c’è alternativa”.

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  4. Io sto dalla parte del colibrì che di fronte all'immane incendio non smette di portare la sua minuscola goccia d'acqua.
    Nel mio piccolo cerco di fare anch'io quel poco o tanto che posso, per almeno non alimentare il tragico andazzo ormai parecchio generalizzato.
    Ma c'è, e resta pur sempre dominante e impossibile da ignorare, una macroscopica questione di grandezza, nelle responsabilità, nella potenza di chi è in grado d'imporre ciò che vuole ormai al mondo intero.

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    1. Forse il colibrì non spegnerà mai l’incendio, ma ha almeno la consolazione di non essere una scintilla che lo alimenta. È poco? Può darsi. Ma il paradosso è che, nel grande teatro della Storia, i colibrì spesso lasciano più tracce delle fiamme stesse. Non perché salvino il bosco, ma perché dimostrano che non tutto è rassegnazione. E questo, a ben vedere, fa più paura ai piromani del fuoco che hanno acceso.

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  5. In generale credo che farsi prendere dallo sconforto davanti alla presa di coscienza di come è organizzata la società oggi sia normale. Solo chi non sa, chi non si interessa di questi temi oppure li conosce ma gli sono indifferenti rimanga impassibile. Poi è ovvio che nel nostro piccolo cerchiamo di adoperarci per tentare di arginare questa deriva, come dice giustamente siu, ma io rimango comunque pessimista sul fatto che si potrà mai invertire la rotta. Il pessimismo non è una gabbia in cui ci hanno insegnato ad abitare, è semplice realismo.

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    1. Certo, Andrea, ma se fosse davvero solo “realismo”, allora la storia sarebbe finita da un pezzo. Ogni volta che si è parlato di “deriva inevitabile” c’era sempre qualcuno pronto a dimostrare il contrario. Il colibrì non spegne l’incendio, lo sappiamo: ma intanto non si brucia dentro. Il pessimismo che diventa postura definitiva rischia di somigliare più a una resa elegante che a lucidità. Eppure, proprio il fatto che oggi discutiamo qui, scambiandoci dubbi e minuscole gocce d’acqua, dimostra che il gioco non è chiuso.

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  6. E pensare che esiste un metodo infallibile per risolvere il tutto: dire no!
    I miei nipoti vanno alle parentali, costose vero ma hanno no! Semplicemente... Buona domenica Andrea

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    1. Dire no non è difficile, più difficile è identificare e prende coscienza di ciò a cui poi si dice no.
      Ciao Anna Maria.

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    2. Ma io penso, anzi ne sono convinta, che chi dice no, sia cosciente a ciò a cui dice no. E soprattutto a quello a cui va incontro.
      Altrimenti ci sarebbe da chiedersi il perché lo dice...
      Vedi vacs, green pass, multe, discriminazioni varie ecc ecc
      È a mio pare siamo solo all'inizio. Il 2020 in poi non è stato altro che una prova, un'esercitazione per vedere come reagiva il popolo italiano.

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    3. La pandemia, a mio parere, non è stata un'esercitazione, è stata una tragedia per grandissima parte provocata dall'incoscienza e dalla stupidità di noi umani. Poi sulla sua gestione si possono legittimamente avere opinioni diverse, ma il termine "esercitazione" non mi piace, ha una valenza complottista in cui non mi riconosco e che non appartiene al mio modo di pensare

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    4. Ma io sono una complottista 😉🤣

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    5. A proposito di complottismo. Informati sul Nitag, ma sulla controinformazione. Mi raccomando, altrimenti non vale. Poi mi dirai se non ti ci riconosci. Ti aspetto sul mio blog, dove si può parlare liberamente anche con complottisti. Bye

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    6. Ma anche qui si può parlare liberamente con i complottisti. Anzi, sono i benvenuti: ho sempre provato simpatia per chi si scava la fossa del ridicolo da solo :-)

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    7. Io no per chi li deride... Buona vita

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  7. Ciao Andrea, leggo di sconquassi meteorologici in Romagna... tutto bene dove stai tu?

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    1. Ne so quanto te, sono a Canazei per il weekend (rientro stasera). A Santarcangelo, dove abito io, solo qualche allagamento, ma ho letto che sulla costa ha fatto parecchi danni.
      Ciao siu, grazie ;)

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  8. A me piace pensare e di No o Si secondo coscienza e valutazione, no come si è destinato al non guardare le due facce della medaglia e prendere poi la decisione.
    Un saluto spero tutto a posto da te🤗

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    1. Grazie, me ne renderò conto quando sarò rientrato :-)

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  9. Anche mi sento come il colibrì che qualcuno ha citato

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