domenica 13 luglio 2025

I giovani stiano zitti

I tre maturandi che in tre licei diversi (uno di Padova, uno di Belluno, uno di Treviso) hanno fatto scena muta all'orale della maturità credo non siano stati capiti. La stragrande maggioranza dei commentatori si è infatti focalizzata sul mero giudizio relativo al gesto in sé, pochi sono andati oltre cercando di capirne i motivi, motivi che sostanzialmente si possono riassumere nella frustrazione generata dal sentirsi "numeri" e nel fatto di essere valutati esclusivamente in base alla prestazione e non alla crescita personale. Col loro gesto questi studenti hanno in sostanza voluto denunciare un sistema scolastico fortemente orientato verso i voti e la competitività, privo di ascolto e di empatia. 

Giusto? Sbagliato? Non so, ma quello che più mi ha fatto irritare è stata la reazione del ministro Valditara, il quale ha prontamente annunciato che alla prossima riforma dell'esame di maturità chi farà scena muta all'orale sarà automaticamente bocciato. Ammesso che sia possibile farlo (se uno studente raggiunge coi crediti del triennio e con le prove scritte il punteggio minimo per essere promosso su quali basi lo di boccia?), io vedo in questa reazione una forma di intimidazione. Una intimazione a stare zitti.

Non so chi ci abbia fatto caso, ma nel nostro paese i giovani vengono regolarmente zittiti. Nelle piazze e nelle strade a suon di manganellate, a scuola a suon di intimazioni. Quale che sia il motivo della protesta: una scuola che non educa e non si occupa della persona, il genocidio a Gaza, l'ambiente, o qualsiasi altra forma di rivendicazione, i giovani vengono sempre zittiti. Ricordo una vecchia canzone dei Nomadi, Sempre di corsa. Un suo verso recita: "Sei solo uno studente, non ti agitare ché non serve a niente".

Forse è una questione socio-antropologica. L'Italia, dopo il Giappone, è il paese più vecchio del mondo (48,5 anni di età media). I paesi vecchi probabilmente mal sopportano i giovani, li vedono come dei piantagrane e dei rompicoglioni (una delle condizioni per essere veramente giovani è essere rompicoglioni), non vogliono ragazzi inquieti che mettano in discussione il sistema. Un paese di vecchi vuole morire vecchio, i pochi giovani rimasti stiano zitti e non disturbino lo status quo.

14 commenti:

  1. Concordo con te Andrea.Buona domenica.

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  2. Intanto questi si sono zittiti da soli, a conti ben fatti però, e promozione assicurata. Io più che bocciare i prossimi che sceglieranno il silenzio, varierei questa idiota formula di crediti che rende irrilevante una prova di maturità fondamentale come l'orale.

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  3. Molto velocemente: mi ha fatto girare vorticosamente le palle il fatto che come rilevi tu quasi nessuno si è soffermato a considerare e magari anche ad analizzare i seri e importanti contenuti espressi da questi studenti, che hanno avuto comunque il coraggio di scuotere una volta tanto le acque stagnanti e isterilite della scuola italiana, muovendo ben motivate critiche avvalorate da una personale sofferenza già da tempo attestata da chi si occupa in modo qualificato d'istruzione e istituzioni scolastiche.
    E cosa fa il ministro, un attimo dopo? Anziché farsi carico di ciò che competerebbe proprio a lui dover affrontare risponde con la forza, come un bullo qualsiasi. Trump docet. Del resto perchè stupirsi... la sua reazione è perfettamente in linea con il resto di un governo a cui dobbiamo le recenti norme grazie alle quali ogni possibile manifestazione di dissenso, anche in forma del tutto passiva e indolore, è stata trasformata in grave reato.
    Avanti così, verso una compiuta democratura.

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    1. Potevano saltare lo scritto, o qualche giorno fa non erano ancora consapevoli dell'inadeguatezza del sistema? ;)

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    2. Cornuti e pure mazziati, dovevano essere?
      Comunque una certa avvedutezza, chiamala pure paraculaggine se vuoi, fa parte delle generazioni attuali che non vanno messe in parallelo con la nostra, tanto vecchia quanto ex dura e pura come, che lo si voglia o no, non usa più.

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    3. Concordo con entrambi i tuoi commenti, Siu, dalla prima all'ultima parola.

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    4. Stamattina la fretta mi ha fatto rispondere con una certa irruenza, ora a mente più fresca direi che in certe posizioni sulla questione mi pare di veder affiorare qualcosa dell'immarcescibile retaggio cattolico per cui bisogna sempre pagare, espiare.
      Insomma mi sembrerebbe davvero assurdo oltre che ingiusto che questi ragazzi, dopo aver frequentato una scuola che non è stata all'altezza del suo compito, e solo per averlo manifestato (in una modalità che è stata comunque penalizzante sull'esito finale del loro esame) debbano pure rimetterci l'anno. Tra l'altro il ragazzo che per primo ha assunto l'iniziativa non credo avesse messo in conto tutto il can can che ne è seguito; comunque bene che se ne sia parlato ma, appunto, delle gravi carenze denunciate bisognava soprattutto parlare, non -o comunque assai meno- di altro.

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  4. A me è molto piaciuta questa protesta, non tanto per le motivazioni che dal ‘68 in avanti sono sempre più o meno le stesse, quanto per l’originalità e intelligenza con cui è stata realizzata. Una protesta non violenta ne’ prevaricatrice (nessuna richiesta di 6 politico come un tempo, nessun dipinto imbrattato), una protesta che per essere attuata abbisogna che prima si sia studiato molto per accumulare crediti e per affrontare con preparazione gli scritti, una protesta quindi che sa di cultura, sono i primi della classe non gli asini a portarla avanti.
    massimolegnani

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    1. Mi permetto di concordare con massimolegnani.

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    2. Concordo, Massimo. Spesso si fa finta di ignorare che se questi ragazzi hanno accumulato crediti sufficienti per essere promossi significa che non sono fancazzisti che durante il loro percorso di studi non hanno fatto niente. Poi, per carità, la loro forma di protesta si può condividere o meno, ci sta, ma discutere di questo omettendo di dibattere sulle questioni che hanno voluto portare all'attenzione generale col loro gesto, denota superficialità. D'altra parte è noto che, in generale, siamo da sempre bravissimi a guardare il dito e a ignorare la luna.

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  5. Aggiungo che mi ritengo fortunata ad avere due figli che hanno scelto per i loro figli scuole parentali. Ciao Andrea, buona domenica

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    1. Ciao Anna Maria, buona (fine di) domenica anche a te.

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