venerdì 28 febbraio 2025
Truppe in avanscoperta
Verso la fine della fase di accumulo
giovedì 27 febbraio 2025
Il Trump che è in me
domenica 23 febbraio 2025
L'inverno di Bird
Finito. Interessante e profondo. Non gli davo granché quando sono partito - le spystory non sono mai state il mio genere preferito -. Invece Louise Doughty è riuscita a imbastire una storia molto interessante, a tratti velata di malinconia, costruendo personaggi credibili e dotati di una loro profondità, umanità e complessità.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso e le pagine sono praticamente volate. Una bella scoperta, questa autrice.
sabato 22 febbraio 2025
La terribile minaccia (inesistente)
Diceva ieri Macron che per difenderci dalla futura minaccia russa una volta raggiunto un cessate il fuoco l'Ue dovrà investire nell'imminente futuro 250 miliardi di euro l'anno per i prossimi 5-10 anni e organizzarsi per dispiegare 300mila soldati in più. Tutto questo per garantirsi l'autosufficienza difensiva dopo la fine del supporto americano annunciata da Trump. La storia della terribile minaccia russa che incomberebbe alle nostre porte ci viene somministrata con una certa regolarità fin dall'inizio della guerra, quando qualcuno evidentemente in preda ai fumi dell'alcol ipotizzava che le mire espansionistiche di Putin sarebbero potute arrivare fino a Lisbona.
Tutto questo nonostante lo stesso presidente russo abbia più volte ammesso di non avere il potenziale militare per poter fare una cosa simile e nonostante lo stesso ex segretario generale della Nato Stoltenberg abbia più volte dichiarato di non vedere "alcun pericolo di un attacco imminente contro qualsiasi alleato Nato [...] Questa idea che ci sia una sorta di conto alla rovescia verso la prossima guerra è sbagliata."
Si può ipotizzare che la bufala della minaccia russa sia effettivamente una bufala anche da alcuni dati oggettivi: in tre anni di guerra la temibile Russia che dovrebbe nel prossimo futuro arrivare a Lisbona non è riuscita neppure a prendersi l'intero Donbass, mentre il territorio ucraino conquistato non arriva al 20% del totale. In più, la Russia è un paese che ha un Pil equivalente a quello della Corea del sud, che investe in armamenti un decimo di quanto investe la Nato e che ha una popolazione totale che è poco più del doppio di quella italiana e meno di un quarto della popolazione europea, mentre l'intero Paese versa attualmente in una crisi demografica spaventosa. Tutto ciò su un territorio che è per estensione il più grande del pianeta e che possiede infinite quantità di materie prime.
Ecco, secondo Macron (e altri) un Paese del genere avrebbe qualche interesse nel prossimo futuro a occupare l'Europa, quando invece mi sembra molto più plausibile che quella della Russia sia una guerra esistenziale combattuta in chiave di difesa dall'espansionismo della Nato.
Quindi, ricapitolando, nei prossimi anni l'Europa (Italia compresa) dovrà investire un fiume di miliardi di euro nella difesa da una minaccia che definire irrealistica è già stare larghi. Soldi che, ovviamente, verranno tolti al sociale (sanità, istruzione, lavoro ecc.), come documentava già il Rapporto Arming Europe di un anno fa, in cui si legge:
L’aumento della spesa militare da parte dei Paesi europei non è in alcun modo “coperto” dalla crescita economica, ma, avvertono gli autori, è in netto contrasto con l’economia europea caratterizzata da stagnazione e spinte inflattive. In poche parole, il rapporto Arming Europe evidenzia che la corsa agli armamenti dell’Europa non è giustificata sulla base di esigenze di sicurezza, ma potrebbe destabilizzare ulteriormente l’ordine internazionale. L’aumento della spesa militare è avvenuto, infatti, tagliando voci di spesa pubblica necessarie non solo allo sviluppo della società e del benessere, ma fondamentali anche per la sicurezza. Più precisamente nell’ultimo decennio nei Paesi europei che aderiscono alla NATO la spesa pubblica è aumentata del 20%, a fronte di un aumento della spesa militare del 46%: più del doppio. E questo a scapito dell’istruzione, i cui fondi sono aumentati solo del 12%; della protezione ambientale, il cui aumento si arresta al 10%, e della sanità, per la quale in dieci anni ci si aspetterebbe un aumento maggiore del 34%.
A questo punto, forse è un po' più chiaro da dove potrebbe arrivare la vera minaccia per l'Europa.
venerdì 21 febbraio 2025
Dopo 30 anni
giovedì 20 febbraio 2025
Bird of sorrow
Meccanismi che si ripetono
mercoledì 19 febbraio 2025
Le guerre per la lingua
Terminato ora. Un saggio interessantissimo sul linguaggio, la sua struttura, la sua morfologia, le valenze semantiche e il modo in cui si modifica continuamente nel tempo. Il libro apre con una breve ma densa panoramica sull'origine della nostra lingua e anche di altre per poi avventurarsi su alcuni aspetti di cui molto si dibatte negli ultimi tempi.
Uno riguardo il progressivo aumento di termini inglesi all'interno della lingua italiana, fenomeno che nel corso degli ultimi tempi ha dato il via a numerose crociate ideologiche a supporto della purezza dell'italiano, dimenticando o ignorando che il concetto di purezza applicato a una lingua fa ridere. Contrariamente a quanto mi aspettavo, l'autore non ha alcuna pregiudiziale riguardo a questo tema, e con argomentazioni solide e di buon senso ne difende la presenza e l'utilizzo, adducendo tra le tante la motivazione che la lingua non è qualcosa di statico, di granitico, ma cambia e si evolve anche grazie all'acquisizione di lemmi stranieri, alcuni dei quali vengono poi "italianizzati" e inseriti nei nostri vocabolari. In generale, tutte le lingue, inglese compreso, acquisiscono continuamente termini stranieri che poi vengono fatti propri e ne diventano parte.
Un altro tema interessantissimo riguarda l'idea che la lingua italiana sia maschilista/sessista, in particolare per la presenza di alcune forme strutturali come il famoso/famigerato maschile sovraesteso. Qui l'autore si lancia in una convincente serie di argomentazioni con cui dimostra che dire "Giovanni e Laura sono andati a mangiare un gelato" non si può definire maschile sovraesteso, ma è semplicemente una formula per non marcare il genere. Ciò che comunemente viene indicato come maschile sovraesteso è in realtà una struttura grammaticale che si è originata in tempi antichi per ragioni economico-strutturali che niente avevano a che fare con l'ideologia. Accusare la lingua di essere sessista è un non senso perché non è essa in sé a esserlo, ma semmai il sessismo sta nelle intenzioni e nei modi in cui viene usata.
Vabbe', non mi dilungo oltre. Queste poche righe solo per invogliare chi è interessato a questi temi a provare a leggerlo. Tra l'altro si tratta di un saggio piuttosto agile (poco più di 120 pagine) che può essere letto anche da chi ha poca dimestichezza coi libri.
lunedì 17 febbraio 2025
Aggressività
Uno dei capitoli più interessanti di La scimmia nuda, dell'etologo britannico Desmond Morris, riguarda la conflittualità, ossia la principale forma di interazione tra gli essere umani e tra gli animali (anche noi siamo animali, ma per non irritare i tanti convinti che noi siamo qualcosa di diverso e più "elevato" mantengo la distinzione).
È inutile che stiamo a raccontarci illusoriamente che l'essere umano in fondo è buono e bendisposto verso i suoi simili. L'uomo è per istinto, un istinto nato per ragioni evolutive, principalmente aggressivo e conflittuale, aggressività che poi si trasforma anche negli orrori delle guerre. Per una sorta di ironico paradosso i massacri delle guerre sono generati dall'impulso ad aiutare i nostri simili, dove per simili si intendono gli appartenenti al medesimo gruppo.
In realtà, quindi, l'uomo per natura non è né buono né cattivo, ma può essere l'una o l'altra cosa a seconda dell'ambiente in cui si trova.
Per il 99% della nostra storia evolutiva siamo vissuti in contesti sociali dove gli esseri umani formavano gruppi di 50-100 individui. Le grandi aggregazioni umane sono cominciate a esistere a partire più o meno dal neolitico, tra i 10 e i 12.000 anni fa, quando nacquero l'agricoltura e l'allevamento. Ma 10.000 anni sono un battito di ciglia rispetto ai milioni di anni in cui i nostri antenati hanno vissuto in gruppi di poche decine di persone che combattevano altri gruppi per il territorio e la caccia, e l'istinto maturato in milioni di anni non si cancella in 10.000.
Ricordo una bellissima lezione di Dario Fabbri in cui si spiegava che gli istinti da cui nascono i grandi genocidi della storia e le risse tra genitori in tribuna a una partita di calcetto sono i medesimi e vengono tutti da lì.
sabato 15 febbraio 2025
Svarioni
L'equiparazione fatta da Mattarella tra la Russia e il Terzo Reich mi lascia parecchio perplesso, nel senso che mi pare improponibile proprio dal punto di vista storico. In primo luogo perché noi italiani dal '39 al '43 siamo stati alleati della Germania nazista. In secondo luogo perché il contributo dell'Unione Sovietica alla sconfitta di Hitler e del Nazismo in Europa è stato decisivo e determinante. In terzo luogo perché se è vero, come è vero, che la Russia ha invaso l'Ucraina, è altrettanto vero che diversi paesi europei hanno ripetutamente invaso la Russia negli ultimi 200 anni: tre volte l'abbiamo invasa noi italiani (guerra di Crimea, intervento nella guerra civile durante la Rivoluzione d'ottobre, invasione della Federazione russa al fianco di Hitler durante la Seconda guerra mondiale); due volte gli inglesi; una volta gli americani; svariate volte i tedeschi.
Senza dimenticare il tributo pagato dall'Unione Sovietica, 25 milioni di morti, per liberare l'Europa dal Nazismo.
Mattarella queste cose non le sa? Certo che le sa, ci mancherebbe. Così come è certo che Mattarella non improvvisa mai i suoi discorsi e le sue lezioni e ogni volta che dice qualcosa sa perfettamente l'impatto e le reazioni che ciò che dice provocherà. Ecco perché questa uscita mi lascia perplesso e mi impedisce, questa volta, di aggregarmi al coro di solidarietà nei suoi confronti dopo gli attacchi del Cremlino.
martedì 11 febbraio 2025
Ammissioni
lunedì 10 febbraio 2025
domenica 9 febbraio 2025
Per sempre
Una volta lo facevo regolarmente, ma da tempo raramente scrivo impressioni e commenti sui libri che leggo, per lo più per mancanza di voglia. Faccio un'eccezione per questo romanzo perché mi è piaciuto tantissimo e anche perché mi ha consentito di scoprire Richard Ford, uno scrittore che, colpevolmente, non conoscevo.
Il libro narra la storia di Frank Bascombe e Paul Bascombe, rispettivamente padre e figlio. A 47 anni Paul scopre di essere malato di una forma piuttosto aggressiva di SLA che lo porterà velocemente alla fine. Ciò investirà suo padre del compito più ingrato e straziante che un genitore può trovarsi obbligato ad adempiere: assistere e accompagnare il proprio figlio alla morte.
La descrizione del rapporto strettissimo che si instaura tra i due, col padre costretto a seguire il figlio nell'esecuzione dei più banali compiti della vita quotidiana, è caratterizzato da tentativi più o meno riusciti di comprendersi a vicenda (i due sono di indole e carattere diversissimi), ma anche da scambi e riflessioni sulla fragilità della vita, sulla morte, sulla natura dei rapporti umani, il tutto reso con la prosa vivace, a tratti spiazzante per intuizioni ed espedienti narrativi, dell'autore.
Uno dei romanzi più belli letti finora quest'anno.
giovedì 6 febbraio 2025
Trattare con l'orco
martedì 4 febbraio 2025
Guantanamo
sabato 1 febbraio 2025
Tra Fedez, Chiara Ferragni, Dino Campana e Sibilla Aleramo
Pizzul
Bruno Pizzul lo ricordo perché è stato un compagno della mia infanzia. Non ho mai seguito il calcio, né quand'ero bambino né ora, non mi...
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Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
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