Una volta lo facevo regolarmente, ma da tempo raramente scrivo impressioni e commenti sui libri che leggo, per lo più per mancanza di voglia. Faccio un'eccezione per questo romanzo perché mi è piaciuto tantissimo e anche perché mi ha consentito di scoprire Richard Ford, uno scrittore che, colpevolmente, non conoscevo.
Il libro narra la storia di Frank Bascombe e Paul Bascombe, rispettivamente padre e figlio. A 47 anni Paul scopre di essere malato di una forma piuttosto aggressiva di SLA che lo porterà velocemente alla fine. Ciò investirà suo padre del compito più ingrato e straziante che un genitore può trovarsi obbligato ad adempiere: assistere e accompagnare il proprio figlio alla morte.
La descrizione del rapporto strettissimo che si instaura tra i due, col padre costretto a seguire il figlio nell'esecuzione dei più banali compiti della vita quotidiana, è caratterizzato da tentativi più o meno riusciti di comprendersi a vicenda (i due sono di indole e carattere diversissimi), ma anche da scambi e riflessioni sulla fragilità della vita, sulla morte, sulla natura dei rapporti umani, il tutto reso con la prosa vivace, a tratti spiazzante per intuizioni ed espedienti narrativi, dell'autore.
Uno dei romanzi più belli letti finora quest'anno.
Sei riuscito a incuriosirmi, benché si tratti di un tema soffertissimo. Molti anni fa mi imbattei in questa malattia indirettamente, perché bazzicavo attorno a una parrocchia facendo volontariato e supportando attività a sostegno di un vasto progetto per la ricerca sulla Sla. Fu così che conobbi un malato di questa terribile malattia degenerativa. Fu un impatto molto duro e un'esperienza indimenticabile. Un corpo immobile, una mente lucidissima, due occhi che parlavano. Non so se leggerei questo libro, temo di vedervi tutta la sofferenza di quel giorno...
RispondiEliminaPurtroppo la SLA è così, porta a un rapido deperimento dell'organismo lasciando intatte le facoltà cognitive. Vista la tua esperienza, non so se effettivamente sia il caso che tu lo legga.
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