La cittadinanza italiana concessa dal governo a Javier Milei, balzato agli onori delle cronache tra le altre cose per la campagna elettorale con la motosega (per dire il tipo), dal punto di vista formale è ineccepibile, visto che il presidente argentino ha i nonni di origine calabrese e quindi è rispettato il principio cardine dello ius sanguinis. Sulla valenza mediatica e di opportunità di tale operazione, invece, qualcosa da dire ci sarebbe, specie se si considera che tante altre persone nate e residenti all'estero con avi italiani non ottengono la cittadinanza con la stessa velocità e solerzia con cui il governo l'ha concessa a Milei.
Magari qualcosa si può anche dire sul corto circuito che si crea pensando che Milei con la cultura italiana non c'entra niente (probabile che non sappia neppure trovare l'Italia su una cartina) mentre centinaia di migliaia di ragazzi nati e cresciuti qui, che parlano e conoscono l'italiano meglio di lui, per ottenere la cittadinanza devono attraversare un'odissea. Ma figurarsi se a Meloni e soci di questo importa qualcosa.
Stamattina nella rassegna stampa di Rai News 24 il giornalista Marco Silenzi si chiedeva ironicamente se faranno pagare anche a Milei i 600€ del nuovo balzello previsto in manovra per la concessione della cittadinanza italiana secondo ius sanguinis... Si ride per non piangere, davvero.
RispondiEliminaIl fatto è che Meloni & C (e forse un po' tutti i politici in generale) si riempiono la bocca di paroloni - gli Italiani, il Paese - ma risultano abbastanza scollegati dalle realtà che quelle parole sottendono.
Alla Meloni non interessa che Milei parli o meno l'italiano, o che conosca la nostra storia: ha fatto un bel gesto che fa parlare ed ha consolidato l'amicizia con un tizio che andrebbe considerato impresentabile, e tanto le basta.
Concordo su tutto, LadyJack.
EliminaVorrei sentire l'opinione di chi parla di "PD-oti", "zecche rosse" e via dicendo, relativamente alla vicenda Ilaria Salis... Non per forza qui sul blog, eh?
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