domenica 16 aprile 2017

Tra la De Filippi e Saviano

Istintivamente sono sempre stato sostenitore di una totale incompatibilità tra il mondo della televisione, in particolar modo di quello rappresentato dalla De Filippi, e quello dei libri. Poi, pensandoci bene, realizzo - non era difficile, in realtà - che si tratta di una generalizzazione poco sensata, come del resto è poco sensata ogni generalizzazione. Sia in ambito televisivo che editoriale, infatti, c'è del buono e del meno buono. Ci sono trasmissioni come Amici, è vero, ma è vero che anche Giobbe Covatta ha pubblicato libri, quindi... 
Saviano ha fatto degli ottimi ascolti dalla De Filippi, sabato sera, ma ci andrei cauto con quell'euforico "si sbaglia chi pensa che non si possa parlare di libri in tv". In primo luogo perché l'autore di Gomorra ha fatto una comparsata di breve durata, predisposta in modo da risultare digeribile con una certa facilità, in secondo luogo perché Saviano ha sì a che fare col mondo dei libri, ma almeno altrettanto col mondo dei social, come ha ammesso lui stesso citando i milioni di followers sia su faccialibro che su Twitter, e sono i giovani social dipendenti quelli che costituiscono la stragrande maggioranza di chi guarda quella roba lì. È quindi abbastanza facile ipotizzare che sia stata più la curiosità di sentire che voce avesse lo scrittore dei social, piuttosto che l'interesse per i libri, a far lievitare gli ascolti. Quindi l'associazione fatta da Saviano tra libri e tv è eufemisticamente un tantino forzata. Si provi a mettere lì, che ne so?, un José Saramago (lo so, non c'è più, è solo per fare un esempio) per due ore di fila e si guardino i riscontri televisivi il giorno dopo, poi ne riparliamo.
Comunque, prendiamo su.

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