Ha detto ieri Bergoglio che la chiesa e i cristiani dovrebbero chiedere scusa ai gay per averli sempre fatti oggetto di discriminazione. Bello, solo non capisco perché dovrebbero farlo. È vero che il catechismo ufficiale della chiesa cattolica è, almeno formalmente, abbastanza tollerante (anche se in realtà si tratta di una tolleranza di facciata, dal momento che per larghe fette del mondo cattolico i gay sono ancora inquadrati come persone da curare e/o destinate alle fiamme dell'inferno), ma è altrettanto vero che nella Bibbia l'omosessualità è vista come un abominio, e chi la pratica - c'è scritto lì - deve essere messo a morte.
Mi si dirà - ormai il ritornello è noto - che non tutto ciò che prescrivono le sacre scritture va preso alla lettera, e mi pare abbastanza ovvio considerando il tenore di certi passi, ma sarebbe utile che ci dicessero una volta per tutte quali sono da prendere alla lettera e quali no, altrimenti rimaniamo fermi al Medioevo. I teologi medievali, infatti, usavano approcciarsi alla Bibbia in quattro maniere, e due di queste erano la letteralità e l'allegoria, il problema è che mai nessuno ha spiegato chiaramente in quali casi usavano l'una e in quali l'altra, e oggi siamo ancora qui. E finché questa faccenda non sarà chiarita, avremo sempre il chiacchierone di turno a cospargersi il apo di cenere e a fare mea culpa mentre molti sottoposti continueranno come se niente fosse con i loro ridicoli anatemi e patetiche discriminazioni.
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è semplice
RispondiEliminaquello che ti garba letteralità
quello che non ti garba allegoria
ovviamente procapite così ognuno può sentirsi un buon cattolico che tanto una estrema unzione non si nega a nessuno e poi a smistare l'anima ci penserà qualcuno
din don i sodomiti sono pregati di mettersi in fila al cancello 21, bestemmiatori e miscredenti al cancello 666 e così via
:-)
Mmh... messa così, io dovrei andare verso il 666... :)
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