La reazione più divertente all'intervista rilasciata al Corriere dal teologo vaticano Krzysztof Charamsa, intervista con la quale annuncia pubblicamente la propria omosessualità e definisce "disumano" l'obbligo di rinunciare all'amore imposto dalla chiesa agli omosessuali, poteva essere solo di Adinolfi, uno degli ultimi, patetici omofobi di rilievo ancora in circolazione, il quale, sulla sua pagina fb, bolla il Corriere come portavoce della "battaglia dei media laicisti" per "aprire crepe nella dottrina cattolica".
Ora, una volta stemperate le inevitabili risate, la prima questione che viene alla mente è molto semplice: che c'entra il Corriere? Il teologo ha rilasciato l'intervista in esclusiva al Corriere chiedendo espressamente che venisse pubblicata, e il Corriere l'ha pubblicata. Se l'avesse rilasciata a Repubblica, Repubblica l'avrebbe pubblicata allo stesso modo, così come avrebbe fatto qualunque altro media. Non avrebbero dovuto farlo? Perché no? Ma Adinolfi non è anche giornalista? O lo è a targhe alterne? Il vecchio stilema di scaricare la colpa (colpa di cosa, poi?) su chi veicola una notizia invece che sull'autore del fatto da cui ne è scaturita, ha origini piuttosto antiche e fu ampiamente utilizzato anche da B. ai tempi in cui i media rendevano conto delle sue porcate all'opinione pubblica. In questo modo B. cercava di colpevolizzare i media trasferendo la responsabilità delle porcate da chi le commetteva (lui) a chi le annunciava (i media). Adinolfi fa la stessa cosa, pur in altro ambito.
In realtà, e il barbuto scribacchino lo sa benissimo, se c'è qualcuno che vuole aprire crepe nella anacronistica dottrina cattolica non è il Corriere, ma lo stesso teologo, e tutti quelli, laici e cattolici, che ormai da decenni chiedono alla chiesa di rivedere la sua granitica dottrina su certe questioni, ed è sufficiente leggere ciò che il teologo dice per capirlo. Capisco che per Adinolfi sia un rospo grosso da mandare giù e che sia più comodo per lui fare finta che la dottrina cattolica sia sotto attacco dall'esterno, invece che da ampi settori al suo interno, ma non siamo tutti fessi come crede lui, si rassegni, e continui pure la sua ridicola battaglia contro la civiltà, i diritti e l'umanità: noi guardiamo da fuori.
Sorridendo.
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