Vi ricordate, tra le tante promesse di Renzi, i famosi 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica che sarebbero dovuti arrivare, diceva, da tagli mirati a ministeri, poltrone inutili, partecipate sanguisughe, sprechi annidati qua e là nei meandri della pubblica amministrazione? "Se salteranno poltrone inutili nelle partecipate sarà solo un beneficio per i cittadini", diceva spavaldo in aprile, in una delle sue leggendarie e un po' megalomani conferenze stampa.
Com'è andata a finire? Come tante altre sue promesse: in niente. Le partecipate sono ancora lì, le poltrone pure, i 10 miliardi di tagli agli sprechi si sono ridotti a 5, forse 6, gli interventi chirurgici mirati agli sprechi erano solo una bella favoletta utile a incantare i poveri di spirito, e tutto alla fine si è ridotto a tagli lineari del 3% ai ministeri, esattamente uguali a quelli di Letta, Monti, Berlusconi e predecessori vari.
Con tanti saluti dal tipo che nei primi 100 giorni di governo doveva rivoltare il paese come un calzino.
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RispondiEliminaSarebbe il caso, quando ti riferisci al Presidente del Consiglio, utilizzare le parole giuste.
Si deve dire: il Presidente Cavaliere Senatore Matteo Renzi. Per gli altri ministri si può omettere cavaliere ma non si deve omettere Senatore.
Stesso discorso per i parenti del Presidente del Consiglio fino al quinto grado.
Per i figli devi usare il termine "milord" o "vossignoria".
Per la moglie "senatrice emerita".
Magari la prossima volta, eh?
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