Una coppia di genitori toglie la loro figlia da una scuola primaria di Massa Carrara. Motivo? La presenza, a loro dire, del terribile gender, una bufala ormai conclamata ma ancora capace di terrorizzare schiere di genitori (non tutti, ovviamente, solo quelli maggiormente refrattari all'uso del normale raziocinio e capacità di discernimento propri di ogni persona, come ad esempio molti cattolici). La bimba è stata quindi tolta da quella scuola primaria e affidata a una scuola paritaria cattolica. Ma come si manifestava in quella scuola il terribile gender? Sotto quali sembianze si celava il terribile mostro? Era nascosto niente di meno che tra le pieghe del famoso progetto Liber* Tutt*, patrocinato dal Ministero delle Pari Opportunità con lo scopo di inculcare nei bambini i primi anticorpi contro le discriminazioni. In particolare, sotto accusa sono finite due fiabe, una in cui si racconta di una principessa che salva un principe rinchiuso in una torre e l'altra in cui si racconta di un bambino che gioca con le bambole. È una cosa terribile, non trovate anche voi? Bene, allora vi racconto una storia.
Quando ero bambino, età delle elementari o giù di lì, i miei genitori gestivano durante il periodo estivo una piccola pensione a conduzione familiare a Viserbella, sul mare. Questa pensione confinava con un'altra e il confine era delimitato da una rete. Ebbene, io passavo gran parte delle mie giornate a giocare con la figlia dei titolari della pensione vicina. Spesso i miei non volevano che andassi di là da lei e allora ci mettevamo a giocare attaccati alla rete. Sapete qual era il nostro gioco preferito? Le torte! Immaginavamo di essere due massaie in cucina che preparavano delle torte. E le preparavamo davvero, utilizzando i sottovasi in plastica dei vasi dei fiori come padelle e riempiendoli con la sabbia bagnata. Per decorare queste torte usavamo i rametti strappati a una siepe lì vicino. Poi immaginavamo di metterle in forno a cuocere e, ultimata la cottura, ce le passavamo sollevando la rete quel tanto necessario a consentirne il passaggio. Era un gioco da maschi? Era un gioco da femmine? Sapete la verità? Non ce n'è mai fregato assolutamente niente, né a noi né ai nostri genitori. Noi pensavamo a divertirci e a inventare nuovi giochi e quel problema non ce lo siamo mai posto.
Per quanto riguarda la questione delle bambole, io non ci ho mai giocato da piccolo, ma non per chissà quale motivo, semplicemente perché ho un fratello. Se invece che un fratello avessi avuto una sorella, i miei genitori le avrebbero comprato delle bambole e io sicuramente ci avrei giocato, così come mia sorella avrebbe giocato coi miei camioncini e le mie macchinine, come del resto capita in tutte le famiglie con due o più figli dal sesso differente. È la cosa più normale del mondo, ed è solo nella mente bacata di genitori poveri di intelletto (sì, Adinolfi, dico anche a te!) che può nascere l'idea che tutto ciò possa rappresentare un pericolo per i bambini, tanto da toglierli da una scuola.
Sapete qual è il vero pericolo a cui vanno incontro i bambini, oggi? L'ottusità e l'ignoranza dei grandi spacciate da senso di protezione dei figli da pericoli immaginari; e lì, purtroppo, c'è ben poco da fare.
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io da bambino ho giocato con qualche bambola con una bambina vicina di casa
RispondiEliminaio con la bambola maschile e lei quella femminile e facevamo baciare le bambole
poi però con lei giocavo anche ai soldatini e indiani e guardavamo i cartoni animati sia quelli dei robottoni che l'ape maya o remi
però non ho mai fatto finta di fare le torte, adinolfi invece le torte se le è mangiate e anche parecchie :-)
E secondo me si è pure fumato qualcosa. :)
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