"Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione."
Premessa: non nutro alcuna stima per John Elkann, né per ciò che rappresenta. Lasciamo poi perdere l'eccessiva generalizzazione di questa dichiarazione. Detto questo, non mi sento però di sfancularlo con la stessa leggerezza e acriticità che leggo in giro, perché mi sembra che un fondo (piccolo) di verità in ciò che dice ci sia.
Oggi ovviamente non capita più, ma nell'azienda in cui lavoro io, ad esempio, nel corso degli anni se ne sono visti a frotte di giovani che venivano a chiedere di lavorare, ma quando gli si spiegava che il lavoro comprendeva anche festivi e notturni, in genere scappavano a gambe levate. Questo, ripeto, capitava molti anni fa (io ci lavoro da 24 anni), ma, seppure in misura molto minore e con modalità diverse, la stessa cosa succede anche oggi.
Non lo dico io, è sufficiente documentarsi. Andate ad esempio a cercare in rete un po' degli studi e delle analisi pubblicate dalla Confartigianato o altre associazioni: installatori di infissi, panettieri, pasticceri, sarti, gelatai, muratori. Certo, lavori scomodi, che non permettono di starsene belli belli seduti dietro a una scrivania. Ma comunque professioni che consentono di portare a casa un reddito, spesso più che dignitoso.
sabato 15 febbraio 2014
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