Alcune delle perle contenute nell'articolo (articolo, vabbé...):
"Ora che i funerali si sono conclusi si può dire che è impressionante il trattamento che i grandi giornali hanno riservato all'ex arcivescovo di Milano: da uomo della gerarchia ecclesiastica, qual è sempre stato, nel bene e nel male, l'hanno trasformato in una specie di santino dei radical chic, un Papa perfetto per coloro che non credono al Papa, guru di una religione cattolica che piace molto a coloro che si professano non cattolici. Ma vi pare? Credo che torto più grande non si possa fare al cardinale Martini che eleggerlo Pontefice Massimo Alternativo, mentre è nella bara e non può rispondere".
Ora, io non so chi abbia eletto papa alternativo il card. Martini, e penso che se qualcuno l'ha fatto ha sonoramente sbagliato. Resta indubbio, comunque, e questo Giordano lo sa bene, che su molti temi, etici, spirituali, sociali, le posizioni del defunto cardinale sono sempre state un pelino divergenti da quelle ufficiali della chiesa cattolica - basta leggere alcune sue interviste per rendersene conto. L'esasperazione forzata da parte di Giordano di questa contrapposizione, che è in realtà molto minore di quella che vuole fare credere lui, sembra quasi celare più un fastidio suo che altro.
Ma c'è un altro punto su cui il povero Giordano prende (volutamente?) una grossa cantonata, ed è quando afferma che la santificazione di Martini e della chiesa secondo la sua visione è opera di chi in chiesa non ci va. Balla sesquipedale! Alcune delle "aperture" del card. Martini nel campo dei diritti civili sono da sempre nel cuore di chi in chiesa ci va. E soprattutto di chi ci va sempre più malvolentieri a causa della protervia fastidiosa con cui la chiesa cattolica rimane ancorata alle sue granitiche e anacronistiche certezze. Una chiesa impermeabile a qualsiasi invito al rinnovamento, che spesso proviene addirittura da ambienti interni alla stessa chiesa. Una chiesa cattolica che ha fatto dell'oscurantismo, con Wojtyla prima e Ratzinger adesso, uno dei suoi punti tristemente e saldamente fermi.
Alla luce di tutto questo, il povero Mario Giordano riesce a stupirsi che qualcuno, credente o meno non importa, si riconosca nelle posizioni di Martini. Bello, no?
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