venerdì 24 giugno 2011

Intercettazioni: ci risiamo

Sono sincero: non pensavo, dopo tutto quello che è successo (casini, proteste di piazza, guerre in aula, richiami di Napolitano), che l'avrebbero tirato fuori un'altra volta. Mi sbagliavo - come analista politico non sono mai stato granché.

Sull'onda dell'enorme quantità di materiale color marrone (non cioccolata) che sta infatti uscendo con la pubblicazione delle intercettazioni relative all'inchiesta P4, che vedono principalmente coinvolti componenti di questo governo, Berlusconi e soci stanno rimettendo in pista, ovviamente in "corsia preferenziale", il caro, vecchio ddl sulle intercettazioni. Frattini pronostica la sua approvazione addirittura entro agosto.

Il disegno di legge sulle intercettazioni ha una strana, e per certi versi divertente, storia. E' nato nella precedente legislatura, 2006, governo Prodi (molti del centrosinistra tendono spesso a dimenticarlo), per cercare di arginare il porcaio che usciva dallo scandalo Calciopoli. Non è mai diventato legge definitiva dello stato, ma è stato più volte tirato fuori "all'occorrenza", quasi come una minaccia, ogni volta che sono nate inchieste scomode per lorsignori. L'ultima delle quali, forse ricorderete, lo scandalo P3 (quello partito dalle intercettazioni a Lombardi e Carboni).

Oggi ci risiamo con la P4, e puntualmente si riparla di silenziare tutto. Ci riusciranno, questa volta? Oppure no? Non lo so. La furbata, comunque, c'è tutta, visto che hanno ripreso pari pari un pezzo del vecchio ddl Mastella, all'epoca votato anche da tutto il centrosinistra. Infatti il tipo di Arcore pare abbia già detto: "Adesso voglio proprio vedere come farà il centrosinistra a bocciare quello che aveva proposto e votato appena quattro anni fa".

Quello che però, forse, i berluscones non hanno capito, indipendentemente dal fatto che la legge passi o no, è che ormai i buoi sono scappati. Mettiamo che, nella migliore delle ipotesi, il ddl diventi legge in agosto: da qui ad allora quanta roba fa ancora in tempo a uscire? Probabilmente tutto. Altra cosa che non hanno capito, è che fare una legge di questo genere proprio in questo momento è la conferma migliore e definitiva, davanti all'opinione pubblica (compresi gli elettori pidiellini), che il governo non legifera sulle necessità reali del paese, ma sulle necessità contingenti di lorsignori.

Sarà interessante, a tal proposito, vedere come si comporterà la Lega quando sarà ora di votare in Parlamento la legge, visto ad esempio che all'interno della stragrande maggioranza di quelli che hanno votato contro il legittimo impedimento ai referendum c'erano molti leghisti (e molti di centrodestra in generale). Insomma, il segnale arrivato a Berlusconi dagli elettori è stato chiaro: le leggi ad personam non le vogliamo. Evidentemente Alfano e soci da quell'orecchio non ci sentono.

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