domenica 17 gennaio 2021

Curiosità e tempo

Ieri pomeriggio, camminando, pensavo che mi piacerebbe comprare un manuale di anatomia. Non per diventare un medico, figuriamoci, ma perché sono curioso di sapere un po' dettagliatamente com'è fatto il corpo umano. 

Poi mi piacerebbe comprare un manuale di chimica, perché anche se alle superiori in chimica avevo due, oggi penso che la chimica sia interessantissima, dal momento che le reazioni chimiche stanno alla base di tutta la nostra vita, compreso ogni gesto che facciamo.

Poi vorrei un manuale di astrofisica. Un paio d'anni fa ho letto Dal big bang ai buchi neri, di Stephen Hawking, e mi ha affascinato. Poi ho letto libri della Hack, di Guido Tonelli, tutti interessantissimi.

Poi vorrei manuali di storia, perché anche la storia è affascinante. Ho letto libri di Yual Noah Harari, di Franco Cardini, di Mieli. Ma anche la psicologia è interessante. Ho letto libri di Crepet, Galimberti, Andreoli, Benasayag.

Ma c'è un problema: il tempo. Tempo e curiosità non vanno d'accordo. Essere curioso di tutto e non avere tempo materiale sufficiente per soddisfare la curiosità come si deve (perché nella vita devo fare anche altre cose, come ad esempio lavorare) è una maledizione.

Ecco, noi curiosi abbiamo una maledizione sul capo: la mancanza di tempo.

15 commenti:

Claudia Turchiarulo ha detto...

Anch'io odiavo la chimica al liceo. E no, non l'ho ancora rivalutata.
Hai ragione, il tempo non è mai abbastanza per i curiosi, ma in compenso la curiosità è vita.

Orlando Furioso ha detto...

Andrea: se commento troppo, ti prego di dirmelo.
E' che gli ultimi tuoi post stanno pungolando e stimolando parti di me estremamente, estremamente sensibili. Però sul serio, non voglio diventare invadente. Quindi se è il caso, stoppami c he io di mio sono "un pochino" logorroico...
Mi sono rispecchiato molto su quanto hai scritto, tranne che nel finale. O meglio: certo, il finale tuo non solo ha perfettamente senso, ci mancherebbe, anzi è la chiusa più logica.
Io da tempo, troppo, penso che tutta questa mia curiosità - e parlo esclusivamente da un punto di vista personale, s'intende - sia infruttuosa. Già da ben prima dell'internet ero "appassionato" (così dicevo io: oggi più concretamente dico "curioso") di "troppe cose". La Rete ha amplificato questa mia caratteristica aumentando a dismisura la mia curiosità e le fonti dalle quali abbeverarmi. Ma, appunto, il tempo non solo non è infinito, ma quando hai una certa età sai perfettamente che non ne hai poi ancora moltissimo. [A questo proposito: quel che dicono i vecchi, ossia che più si invecchia a più il tempo "corre", è perfettamente vero. "Venti anni fa" mi sembra ieri l'altro e non è un modo di dire]
Mi chiedo quindi se non sarebbe meglio circoscrivere questa curiosità a uno/due argomenti, perché il risultato è che leggo questo, leggo quello, studio quell'altro, ma poi alla fine - posso dirlo in francese? - non sono "specializzato" in un cazzo di niente. E questo mi frustra. Se avessi dedicato il mio tempo a una o due cose oggi saprei tantissimo di queste una/due cose (magari avrei anche imparato il giapponese, accidenti) metre così c'è questa curiosità, curiosità, ma alla fine dove mi porta?
Se e quando avessi voglia, mi farebbe piacere sapere, al di là della questione "tempo", come vivi tu questa cosa.
Grazie e scusa la lungaggine.

kermitilrospo ha detto...

dato che leggi molto, hai mai provato a leggere uno di quei manuali che insegnano la lettura veloce ? magari se la tecnica è efficace potresti guadagnare tempo.

Il sistema periodico, di primo Levi è un libro di racconti che mi è venuto in mente quando hai fatto il post su Buzzati. La chimica è solo lo spunto per questi racconti, magari a piccole dosi è più digeribile.

Andrea Sacchini ha detto...

Senza alcun dubbio. Se non si è curiosi, tanto vale non alzarsi al mattino.

Andrea Sacchini ha detto...

Ma ti pare che io dica a qualcuno che sta commentando troppo? Non scherziamo, su!
Per quanto riguarda la tua domanda, non è che abbia granché da dire. Ho un grosso rammarico: aver "buttato via" gli anni della giovinezza in cose futili. O comunque cose che, viste con l'età di oggi, mi sembrano futili ma magari allora non le ritenevo tali. La passione per i libri e la coltivazione della curiosità mi sono nate relativamente tardi, poco prima dei trent'anni. Certo, leggevo anche prima, da ragazzo, ma erano quasi esclusivamente letture di intrattenimento.
Oggi cerco di recuperare il tempo perduto dedicandomi alla saggistica, oltre che alla narrativa, ma ormai il tempo "stringe", diciamo così, e quindi cerco di arrivare dove posso.
C'è poi un altro fattore che spesso contribuisce a frenare gli entusiasmi, ed è il fatto che la memoria a cinquant'anni non è più come quella di quando se ne hanno venti. Molte cose che leggo, poi le dimentico. Mi capita sovente, ad esempio, di dimenticare i dettagli su un dato episodio storico e di pensare: Eppure su questo argomento avevo letto un libro giusto l'anno scorso! È abbastanza frustrante, questa cosa.
Sai cosa penso, a volte? Che chi non sa niente e non gli frega di sapere niente, campa molto meglio di noi curiosi di tutto. Uno si sveglia la mattina, va al lavoro, poi torna a casa, va al bar a giocare a carte, poi magari la sera si piazza davanti alla TV a vedere stupidaggini e poi se ne va a letto e il giorno dopo ricomincia. Non sta meglio uno che campa così rispetto a uno che ha il problema di non aver tempo per soddisfare le sue curiosità?
Vabbe', è una provocazione, dai, ma forse neanche tanto :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Interessante il libro di racconti di Primo Levi. Ci farò un pensierino. Per quanto riguarda i metodi per aumentare la velocità di lettura, uhm, non mi ispira molto l'idea. Vedo il tutto come se fosse una specie di gara di velocità, e la lettura ha bisogno di riflessione.

carlo49calati ha detto...

è sempre un bene avere più curiosità (e desideri) che tempo per soddisfarle tutte.
massimolegnani

Andrea Sacchini ha detto...

Probabilmente sì.

giorgio giorgi ha detto...

Invecchiando, io ho 68 anni, si impara a diventare amici del tempo che rimane, proprio perchè va ad esaurimento e quindi diventa più prezioso e tendiamo a sentire che corre. Per questo è bene farne conto, goderne. E' un contenitore limitato che va accettato perchè quello è e non si cambia. Quindi è bene pensare che cosa si preferisce metterci dentro perchè fuori da esso non esiste nulla. Quindi metterci delle maledizioni perchè non ci sta tutto quello che vorresti è riempire male quella fetta di tempo che ti rimane. Mi rendo conto che ciò che scrivo è molto razionale, ma per me lo trovo molto salvifico.

Franco Battaglia ha detto...

Lo so che mi invidi perché con la fresca pensione il tempo mi si è di botto moltiplicato ma, come sottolinea Giorgio qui sopra, giustamente va ad esaurimento, quindi non bisogna neanche farsi prendere dalla frenesia, ma ponderare, programmare e realizzare quello che vogliamo, o perlomeno dedicarci con passione ed entusiasmo. E continuare a sorprenderci sempre, perché la vita è meraviglia.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, è razionale, ma tu sai che con la razionalità io ho sempre avuto ottimi rapporti, per cui...
Comunque sia, grazie del suggerimento.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, effettivamente un po' ti invidio, anzi un be po', a pensarci bene :-)

siu ha detto...

Io di anni ne ho qualcuno più di Giorgio, e più passano più ho la sensazione che il tempo scorra veloce, sempre più veloce: è già di nuovo primavera, di nuovo autunno, il momento di accendere il riscaldamento, di accendere il condizionatore, di ritirare fuori le scarpe invernali, poi già di nuovo quelle estive... sempre mi stupisco perchè tutto arriva sempre incredibilmente presto. Mentre quand'ero giovane il pensiero ricorrente era sempre e solo "non vedo l'ora!", il momento desiderato sempre troppo lontano... non arrivava mai.
Però se da un lato il tempo che mi resta va assottigliandosi, dall'altro nella mia testa c'è anche sempre meno spazio. Conosco molto meno di un miliardesimo di miliardesimo delle cose che potrei conoscere, ma di nuove vedo che ce ne stanno sempre meno... E così seguo con piacere la voglia del momento, ma senza impormi niente, del resto perchè dovrei..? Non so quanto questa mia accettazione assomigli a quella di Giorgio, ma so che sto bene così, non sentendola assolutamente come una rassegnazione, ma come il vivermi serenamente per quella che sono.

Andrea Sacchini ha detto...

Bellissimo commento, dalla prima all'ultima parola.

Orlando Furioso ha detto...

Sarà anche una provocazione, ma l'ho sempre pensato anch'io... Però, invece, c'è chi pensa che chi vive senza che gli freghi niente in realtà vive solo a metà, o a "un quarto". Chi lo sa chi ha ragione?
Ti capisco perfettamente sul "tempo sprecato": tutte le serate passate a fumare in birreria, da giovane, tra l'altro annoiandomi come una bestia, mi pesano molto: in tutto quel tempo avrei davvero imparato una lingua straniera!

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