domenica 19 luglio 2020

Ferragni e Primavera

Milioni di persone si saranno fatte la foto davanti alla Primavera di Botticelli, agli Uffizi. La stragrande maggioranza di queste, probabilmente, senza neppure sapere chi era, Botticelli. Però se lo fa la Ferragni è un problema. Non per difendere la Ferragni, di cui non m'importa assolutamente nulla; solo per cercare di capire dove sia il problema se, grazie a lei, molte persone vedranno per la prima volta un capolavoro di cui magari prima ignoravano pure l'esistenza.

6 commenti:

  1. Il problema c'è, mio caro Andrea: oggi milioni di persone sanno chi è la Ferragni, ma non sanno chi era Botticelli. E ti sembra una cosa da niente? E milioni di persone correranno agli Uffizi per farsi la foto davanti alla "Primavera", solo perchè davanti a quel dipinto si è fatta fotografare l'unica venere che loro conoscono: la Ferragni. Accreditare l’idea che un museo sia un luogo commerciali anziché un luogo dello spirito, oppure che una diva della rete possa avere a sua completa disposizione per promuovere se stessa uno spazio patrimonio dell'umanità, sono errori che andrebbero evitati. Ma i tempi sono questi...e andiamo sempre peggio.

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    1. Concordo parzialmente. Milioni di persone sanno chi è la Ferragni e non Botticelli, è verissimo. Ma può darsi che, dopo questa iniziativa, qualcuno che prima non conosceva Botticelli si incuriosisca e gli venga la voglia di conoscerlo.
      Per quanto riguarda i musei, sono per definizione luoghi commerciali, dal momento che per accedervi è necessario pagare un biglietto. L'arte, in generale, è oggi commercio, perché il metro principale con cui viene valutata è il denaro. Il valore di un Picasso è determinato dalla sua quotazione sul mercato dell'arte, non da altro. L'idea che il valore di un'opera d'arte si misuri dalle sue proprietà intrinseche o dalle emozioni che suscita è romantica ma obsoleta e anacronistica, specie in un epoca in cui il denaro, per dirla alla Galimberti, è diventato "il generatore simbolico di tutti i valori".
      Triste ma è così.

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  2. Io pensavo fosse un'idea di marketing degli Uffizi, dopo il lockdown e la cronica assenza dei turisti stranieri nelle nostre città d'arte che si provi ad attirare anche il pubblico italiano che solitamente sta lontano dai musei?

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  3. Insomma, per milioni di persone, la Ferragni è come la bellissima Simonetta Vespucci, la nobildonna che ispirò Botticelli nel dipingere quel quadro. "L'idea che il valore di un'opera d'arte si misuri dalle sue proprietà intrinseche o dalle emozioni che suscita è romantica ma obsoleta e anacronistica"...ma vogliamo scherzare? Spero proprio che non sia, questo, il tuo pensiero! Se stiamo andando verso questa scellerata direzione, non è colpa solamente dei soldi, ma anche di un uso fuorviante dell'arte da parte di una divinità dei social (la ferragni, in questa occasione) autorizzata da chi dovrebbe, invece, difendere la bellezza in tutte le sue declinazioni, quale unico nutrimento dell'anima. Devi sapere che la normativa dei Beni Culturali prescrive tassativamente che il patrimonio artistico del nostro paese non può essere destinato ad usi impropri e incompatibili, che è quello di educare la coscienza civile e culturale di ognuno di noi. La Ferragni, in tutto questo, che c'azzecca!!

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    1. Non è il mio pensiero, Pino, è la descrizione della realtà. È chiaro che per me e per te l'arte non è questo, ma fuori è così, ed è inutile cercare di fare finta che non lo sia.

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Teniamocela stretta, questa festa, e facciamo tesoro del suo significato, oggi più che mai, visto i tempi che corrono. Buon 25 aprile.