domenica 3 maggio 2020

Fase due, la fase della responsabilità

Da ciò che si evince dai dati degli ultimi giorni, l'epidemia è in calo, un calo lento ma costante, e domani si aprirà questa famosa Fase due, in cui molte attività economiche riapriranno, quattro milioni e mezzo di lavoratori torneranno in servizio e si allenteranno un po' le maglie della reclusione forzata.

Fino ad ora il compito di circoscrivere il più possibile l'espansione del contagio è stata appannaggio quasi esclusivo del governo con le restrizioni, certamente non facili da osservare, imposte alla popolazione. Da domani la responsabilità del suddetto governo si depotenzierà mentre aumenterà la nostra. Cioè, da domani saremo principalmente noi, col nostro comportamento, a determinare l'augurabile prosieguo calante dell'andamento dell'epidemia oppure, al contrario, determinare un rialzamento della curva dei contagi con conseguenti forti probabilità di un secondo, drammatico, lockdown.

Da una parte l'idea di tornare a una maggiore libertà, nel mio caso ad esempio quella di ricominciare a fare le mie amate passeggiate, è motivo di contentezza; dall'altra, in eguale misura, è motivo di apprensione e timore. In generale, tendo a immaginare che la quota dei felici e di quelli che se la faranno sotto potrebbe essere equivalente, ma chissà...

Ciò che si può affermare con una certa sicurezza è che un secondo lockdown tra qualche mese rappresenterebbe un colpo difficilmente recuperabile per la nostra economia. Sono praticamente unanimi gli economisti che affermano che la vera crisi economica generata da questi due mesi di chiusura forzata, che ha visto per il nostro paese un calo del PIL del 4,7%, una percentuale che non si vedeva dai primi anni '90, si vedrà in tutta la sua tragicità solo nell'ultimo trimestre dell'anno. E se a questa dovesse aggiungersi una seconda chiusura generale, il disastro sarebbe garantito e risollevarci impossibile.

Quindi, alla fine, tutto dipenderà da noi e da come ci comporteremo, tenendo bene a mente che con questo maledetto virus dovremo convivere ancora a lungo, e allora meglio conviverci nel modo migliore possibile. Un vecchio detto recita: Se non puoi combattere qualcuno, fattelo amico. Ecco, finché non sconfiggeremo questo nemico, l'unica soluzione non dico sia quella di farselo amico - difficile considerare amico chi è responsabile di quasi trentamila decessi in due mesi - ma almeno cercare di conviverci nel modo più intelligente e responsabile possibile.

A partire da domani.  

13 commenti:

  1. Speriamo bene, per una volta voglio confidare negli italiani.

    Moz-

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  2. Mi è passata la voglia di fare passeggiate. Per me, massima prudenza anche nei prossimi mesi.

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    1. Passeggiate e prudenza non sono necessariamente incompatibili.

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  3. Stamani sono andata in farmacia a piedi, ho visto molta gente in giro, mi ha colpito un gruppo di ragazzotti, 15,16 anni senza mascherina. Il messaggio non è arrivato a tutti.

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  4. Alla fine hanno fatto la cosa giusta, pensandoci bene.
    Una fase 1.5: se tutto andasse per il meglio, dal 18 maggio si potrebbe passare alla fase 2. In caso contrario, si tornerebbe alla fase 1.
    Con altre due settimane di lockdown, sicuramente il 18 maggio ci sarebbe stata una riapertura quasi totale, ma a quel punto a inizio giugno rischieremmo un nuovo lockdown. Rispetto alla peggiore opzione del caso precedente, avremmo perso due settimane.
    D'altro canto bisogna convivere con il virus. Anche se purtroppo, leggendo anche le vostre testimonianze, c'è chi non si comporta in modo responsabile.

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    1. Sono appena rientrato dal lavoro (in bicicletta) e devo dire che, rispetto a prima, non ho notato grosse differenze. Forse giusto qualche macchina in più sulla via Emilia, ma Santarcangelo è quasi deserta come prima. Stiamo a vedere.

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  5. oggi ho fatto una settantina di chilometri in bici, ho notato più traffico commerciale e automobilistico per le strade, e un po' di gente a piedi e in bici nelle ciclabili, tutta gente rispettosa delle norme, mascherine e distanze ovunque. E questo fa bene sperare.
    massimolegnani

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    1. Sì, anche io ho avuto questa impressione.
      (70 km in bicicletta? Io ne faccio 11, tra andare e tornare, per andare a lavorare e a volte ho il fiatone :-)

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