Ogni consultazione elettorale porta con sé, almeno in chi scrive, cioè uno che di certezze ne ha poche, la solita, angosciosa, domanda: come voto? Domanda che non rappresenta un'incognita riguardo alle idee che ho, quanto semmai in quale partito o candidato queste idee abbiano possibilità di essere rappresentate. Il buon Gilioli ha scritto: "Non si votano i fasciotrash, quelli che ci si sono alleati e quelli che ci si vogliono alleare. Per il resto, a piacere e vicinanza ideale." Bello, ma tradotto in termini pratici? Non so. Stamattina mi sono preso un'oretta di tempo e ho dato un'occhiata in giro per vedere partiti, programmi e personaggi della circoscrizione nord-est.
Non so se ci avete fatto caso, ma generalmente i programmi sono abbastanza simili, tutti rigorosamente riassunti in punti, e, almeno macroscopicamente, le cose che vogliono tutti i partiti sono le stesse: più crescita, più democrazia, più lavoro, più centralità della persona, più leggerezza burocratica, più attenzione per l'ambiente, più tutto, insomma le solite cose. Alcune di queste, come ad esempio l'eterno mito della crescita, sono pura utopia per il semplice fatto che noi non possiamo più crescere, ma l'impatto psicologico positivo insito nella parola crescita è un cosa che ancora fa breccia, quindi perché no?
Personalmente, voterò un partito che miri a rafforzare l'Europa, non a indebolirla. Sorrido sempre quando leggo le scemenze che scrivono Salvini o la Meloni sul sovranismo, l'identità italiana e corbellerie simili, in primo luogo perché storicamente l'identità italiana è un non senso, ma quand'anche l'avesse, sarebbe più tutelata da una Europa forte e coesa che faccia da scudo a queste peculiarità o da un Europa frammentata in cui i singoli stati se la devono vedere con russi, cinesi, indiani, musulmani, americani? L'Europa ha un sacco di guai, di difetti, tutto quello che volete, ma poter andare da Trapani a Helsinki senza passaporto, senza dover cambiare moneta, circolare liberamente dove si vuole è una conquista che non si può correre il rischio di perdere.
Mia figlia più grande in questi anni ha girato tutta l'Europa: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Portogallo, e a settembre farà l'esperienza dell'Erasmus, e ha girato tutti questi posti sentendosi a casa. Se a un giovane di oggi racconti le barzellette dei confini e dei sovranismi, lui li prende per quello che sono: anacronistiche barzellette. Questo non significa, naturalmente, che ciò che ogni cultura ha di peculiare, a ogni livello, non debba essere valorizzato e conservato, ma oggi persone e cose viaggiano da un capo all'altro del pianeta senza soluzione di continuità e le contaminazioni sono inevitabili, e non necessariamente un male, come qualcuno vorrebbe farci credere. Anzi, spesso sono l'opposto.
Quindi, alla fine, come voterò? Credo che la mia scelta cadrà o su +Europa o sui Verdi, le due formazioni che mi sembra in Europa possano rappresentare meglio le istanze di chi vuole più diritti civili, più attenzione all'ambiente e alla gestione seria, responsabile e lungimirante del fenomeno delle migrazioni, il cui contrario è oggi rappresentato dalla Lega e i suoi accoliti europei. Naturalmente sono consapevole del fatto che si tratta di formazioni che rischiano di non arrivare al fatidico 4% con relativa preclusione della possibilità di accedere al Parlamento europeo, e infatti mi punzecchia pure la tentazione di abbandonarmi al cosiddetto voto utile, cioè di turarmi il naso e votare Pd (così almeno Calenda la smetterà di inondarmi di mail), consapevole che ciò che c'è dall'altra parte è infinitamente peggio.
Buon voto a tutti.
sabato 25 maggio 2019
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