lunedì 30 aprile 2018

Ancora con 'sto benedetto referendum

Dice il redivivo di Rignano, tornato più pimpante che mai, che lo stallo in cui ci troviamo adesso è colpa della vittoria dei No al suo benedetto referendum costituzionale, sconfitta che a sentire lui sembra all'origine di tutti i mali che attanagliano attualmente il paese.

Ora, io magari di politica ci capisco poco, ma non mi pare di ricordare che il suo referendum riguardasse proposte di modifica delle meccaniche elettorali, che sono semmai regolate da leggi ordinarie e non certo da revisioni costituzionali, per cui mi pare di poter dire con una certa sicurezza che lo stallo attuale col suo referendum non c'entra assolutamente niente, ed è per gran parte generato dal fatto che siamo ormai in un sistema tripolare e non più bipolare, regolato dalla legge elettorale vigente, il famoso Rosatellum, tra l'altro scritta e fatta passare con l'ennesimo voto di fiducia proprio dal Pd e concordata col centrodestra in chiave antigrillina - il Rosatellum è concepito infatti per agevolare le coalizioni e ostacolare i partiti che corrono da soli.

Quindi, non si capisce proprio cosa c'entri il suo referendum. E non si capisce neppure cosa abbia indotto il cazzaro a uscire da quel bel silenzio in cui si era chiuso da qualche tempo.

domenica 29 aprile 2018

La sinistra immaginaria



Dal che si deduce che egli considera il Pd guidato da lui, ma anche da Letta prima di lui, un partito di sinistra, o comunque riferibile in qualche modo ai valori della sinistra, magari guardando alla politica sociale, economica e del lavoro del suo governo, ed è pure possibile ne sia veramente convinto, conoscendolo.

sabato 28 aprile 2018

Tolkien era pazzo?

La domanda è ironica, ovviamente, anche perché Tolkien è stato semmai un genio, non un pazzo, anche se spesso queste due caratteristiche in molti artisti sono andate a braccetto, ma la domanda mi è sorta spontanea perché in questi giorni sto leggendo Il Silmarillion, una monumentale opera mitopoietica di colui che è da molti considerato il più grande scrittore fantastico di tutti i tempi. 

Ho trovato questo libro per caso su una bancarella di libri usati, l'ho pagato un euro e l'ho iniziato con qualche titubanza, dal momento che questo genere non è tra i miei preferiti. Ricordo che da ragazzo lessi Il signore degli anelli e ci misi quasi un mese, e neppure mi entusiasmò troppo. 

Il Silmarillion è antecedente a Il signore degli anelli, è stato anzi il suo primo romanzo, a cui Tolkien dedicò tutta la vita riscrivendone più volte molte parti, rivedendolo, ricorreggendolo, facendo aggiunte, eliminazioni, e morì senza averlo mai pubblicato - sarà pubblicato postumo, nel 1977, dal figlio Christopher. È in pratica una sorta di gigantesco contenitore, da alcuni elementi del quale sono poi nate altre sue opere come appunto la leggendaria saga di Frodo, Gandalf, Gollum e soci.

È un libro complesso, ricco di personaggi, luoghi, trame che si intrecciano, intrighi - chi ha letto Il signore degli anelli una idea se la fa facilmente - complessità che Tolkien figlio cerca di sminuire con l'inserimento in appendice di un dizionario, che si snoda su una cinquantina di pagine e che contempla le oltre duecento voci riguardanti personaggi e luoghi menzionati nell'opera e loro collegamenti e posizionamenti nella storia. Però mi piace, e adesso che ho letto più di metà delle pagine mi ha preso davvero. 

Tornando alla domanda del titolo, no, non credo che Tolkien fosse pazzo, spero di non diventarlo io una volta arrivato in fondo.

giovedì 26 aprile 2018

Siamo davvero così?

Stamattina. Sala d'attesa del pronto soccorso gremita. Un'infermiera viene a sincerarsi delle condizioni di un ragazzo di colore, vistosamente dolorante e piegato sulla sedia. Una signora in attesa: "Ecco, noi italiani sempre dopo!"

Come abbiamo fatto a ridurci così? A diventate così cinici, stronzi, cattivi?

mercoledì 25 aprile 2018

I grillini liquidi

I grillini sono liquidi, caratteristica questa che contraddistingue in verità anche altre formazioni politiche - per rendersene conto basta guardare l'andazzo politico degli ultimi anni. Una mattina si svegliano e vogliono andare con la Lega, la mattina dopo si svegliano e vogliono andare col Pd; domattina chissà...

Mi piacerebbe sapere cosa dice a tal proposito un mio vecchio contatto, grillino fondamentalista, da tempo perso di vista, col quale ai tempi in cui ancora bazzicavo su faccialibro discutevo spesso. Lui era uno dei teorici del purismo, del sempre da soli, del "mai con la destra e mai con la sinistra", perché loro erano diversi, non c'entravano niente col sistema e menate varie assortite, menate, com'è sotto gli occhi di tutti, oggi sacrificate miseramente sull'altare della cosiddetta politica reale.

Vabbe', buon 25 aprile a tutti.

martedì 24 aprile 2018

Alfie e il pensiero unico

Se Salvini non fosse quell'ignorante che è, naturalmente in buona compagnia della Meloni, capirebbe che quel povero bambino non sarà condannato a morte dal "pensiero unico", come dice - che poi mi piacerebbe sapere cosa sia e dove sia questo famoso pensiero unico. Mah! - ma sarà condannato a morte dalla malattia da cui è affetto, una patologia talmente sconosciuta che qualcuno ha già proposto di chiamarla Alfies's disease, che lo costringe a essere vittima di continui e gravissimi attacchi di epilessia, a vivere attaccato a un respiratore e che gli ha già provocato la quasi totale devastazione del cervello (dettagli qui).

Però sono tutti - Prolife, Vaticano, sciacalli vari assortiti - compatti e irremovibili: lo vogliono portare in Italia. Perché c'è ancora speranza, dice la Raggi, nota luminare nel campo delle malattie neuro-degenerative; perché "Alfie è ancora vivo. Noi non ci arrendiamo e continuiamo a fare di tutto per salvarlo", dice un'altra luminare, la Meloni, quando invece le massime autorità medico-scientifiche (quelle vere) in materia hanno dichiarato che si tratta di una patologia irreversibile, progressiva e fatale.

Niente, non ce la fanno, l'istinto dello sciacallo prevale sempre, anche di fronte a tragedie che richiederebbero solo silenzio e pietà.

L'attentatore di Toronto e i lettori del Giornale





Qualcuno spieghi ai lettori del Giornale che (1) l'autore della strage di Toronto era cittadino canadese che con l'Armenia aveva a che spartire solo le origini; (2) in Armenia il 95% (percentuali ancora maggiori, secondo alcune fonti) della popolazione professa il cristianesimo. Se non sapete un cazzo, come è ormai ampiamente assodato, almeno state zitti, fate più bella figura.

sabato 21 aprile 2018

Pulire i cessi



Da ragazzo ho pulito i cessi anch'io. Nelle estati del 1987 e 1988 (17 e 18 anni) ho fatto la stagione estiva come inserviente in una colonia di Igea Marina, e tra i miei compiti c'era anche quello di pulire i cessi del piano che era di mia competenza. Mi trovò questo lavoro mio padre, e io lo feci volentieri, per non gravare economicamente troppo sui miei e per mettere da parte qualche soldino per le mie spese.

Chissà se tu l'hai mai pulito, un cesso. No, non credo, leggo infatti che a casa tua la pulizia dei servizi era appannaggio degli amici del tuo stalliere, quel famoso Mangano condannato per mafia. E poi, ai tuoi occhi, pulire i cessi è un mestiere indegno, da sfigati, privo di dignità, al quale al massimo concedi la valenza di veicolo di insulto per gli avversari. E mentre io pulivo i cessi, cercando di portare a casa onestamente qualche soldo, tu eri probabilmente già impegnato a trasferire all'estero, in qualche paradiso fiscale, i miliardi che sottraevi al fisco con le tue società offshore.

D'altra parte, ognuno cerca di portare a casa i soldi come può, inemendabile testa di cazzo.

mercoledì 18 aprile 2018

Le canzoni e Jovanotti

Dice Jovanotti, in una canzone che circola in questo periodo in radio, che "le canzoni non devono essere belle", e poi fornisce una specie si spiegazione a questa affermazione sempre nel medesimo pezzo. Ora, sarebbe fin troppo facile, specie dopo un assist così - sicuramente molti l'avranno già fatto - ironizzare dicendo che con le sue canzoni il pericolo non c'è, ma il punto è un altro.

In linea generale non ha molto senso etichettare le canzoni con gli aggettivi belle o brutte, semmai andrebbero etichettate con piacciono o non piacciono, e qui si entra nel campo della soggettività. Chi è cresciuto ad esempio ascoltando gli Iron Maiden fin dalla tenera età, difficilmente troverà bella una canzone, che ne so?, della Pausini. E viceversa, naturalmente - gli esempi che si potrebbero fare sono infiniti.

Rimane il mistero sul tipo di background musicale con cui occorre essere cresciuti per apprezzare le canzoni del Jova.
(Sto scherzando, su, alcune piacciono anche a me.)

venerdì 13 aprile 2018

Le respiriane

Non so se questo articolo (articolo, vabbe') sia apparso solo nella versione online o se anche in quella cartacea. Fatto sta che se anche la stampa cosiddetta seria (seria, vabbe') comincia a infilare qua e là 'sta robaccia, la fine dei giornali sarà solo questione di tempo, giornali che già da anni non se la passano bene per niente, tra l'altro.

In fin dei conti della faccenda non mi fregherebbe neppure granché, non fosse altro che nei giornali ci lavoro e da qui alla pensione mi mancano ancora grosso modo tre lustri.

Piazza san Carlo e la Appendino

Alla luce delle novità riguardanti i fattacci di piazza san Carlo dell'anno scorso, e cioè il fermo di otto cretini accusati di aver provocato il panico tramite l'utilizzo di spray urticante, non vedo cosa c'entri la Appendino, coinvolta pure lei nell'inchiesta. Non che voglia prendere le sue difese, intendiamoci, solo così, come curiosità mia.

giovedì 12 aprile 2018

Goldrake

Quando arrivò Goldrake in tv, quel Goldrake di cui ricorre in questi giorni il quarantennale della trasmissione della prima puntata, io avevo sette anni, mio fratello sei, i miei genitori erano poco più di due ragazzi. Il cartone animato in sé lo ricordo abbastanza. C'era Actarus, che era quello che "guidava" il robot, poi c'era il suo amico Falcor (o era suo fratello? Boh, vatti a ricordare!), poi c'era Venusia, il robot femmina che aveva le tette-missile (o lei era in Mazinga? Mi sa che sto facendo un po' di confusione). Poi c'erano le lame rotanti, la mitica alabarda spaziale, il raggio termico e altro - abbiate pazienza, non me le ricordo tutte. E tutto questo po' po' di arsenale veniva dispiegato contro i vegani, i cattivoni abitanti della stella Vega che volevano impadronirsi della Terra. Poi va' a capire cosa ci trovassero in questo pianeta ormai in malora, ma forse quarant'anni fa era ancora abbastanza presentabile, sicuramente più di oggi, dal momento che Berlusconi era ancora di là da venire, giusto per fare un esempio.

I vegani, quelli che inspiegabilmente erano innamorati del nostro pianeta, non li ricordo invece granché bene. Mi è rimasto impresso un tipo che mi pare avesse la faccia metà bianca e metà scura e che, vado sempre a memoria, credo si chiamasse barone Ashura o qualcosa del genere. Comunque sia, il buon Goldrake ai vegani gliele suonava di santa ragione, ma questi non mollavano, erano tosti, anche testoni direi, un po' come i vegani di oggi, che non sarebbe mica male se arrivasse un altro Goldrake a fare piazza pulita anche di questi e del loro fanatismo.

Più che il cartone animato, però, ricordo il periodo. Avevo sette anni, quindi credo fossi in seconda o terza elementare, afflitto da una timidezza che sfiorava il patologico e che mi impediva di socializzare normalmente come facevano tutti gli altri. Era il periodo in cui in parrocchia c'era don Natale, un prete alla mano, intransigente ma alla mano, che mi stava simpatico anche se, lo scoprii più tardi, detestava Battiato, che a me invece piaceva tantissimo, e lo detestava perché diceva che i suoi testi erano un misto di eretico e pericoloso. In quei testi non c'era ovviamente nulla di pericoloso, men che meno di eretico, figuriamoci, erano semmai ammantati di un neanche tanto sottile velo di provocazione - penso ad esempio a pezzi come Magic shop o Bandiera bianca o altri - ed è forse possibile che il mio parroco li considerasse eretici perché la distinzione tra eresia e provocazione non gli era ben chiara, essendo un po' vecchio stampo.

Di Goldrake, comunque, ricordo e so poco altro. Tra questo poco altro c'è la scoperta, lo scoprii molto più avanti, con una certa sorpresa, che l'autore della celeberrima sigla, quella che fa: "Si trasforma in un razzo missile ecc." fu Vince Tempera, colui che è stato per un buon quarant'anni il tastierista di Francesco Guccini. Vedi, a volte, le sorprese della vita?

martedì 10 aprile 2018

Vita lunga

Se 'sta cosa è vera dovrei avere una vita lunghissima, dal momento che almeno un'ora di movimento cerco di farla tutti i giorni. Poi magari io sono l'eccezione e mi viene un colpo domattina, e in quel caso non posso neppure mandare a quel paese quelli di Repubblica.

domenica 8 aprile 2018

Tiro a segno

Domenica pomeriggio. Poco fa. Passeggio sulle colline dietro a casa mia. Dalla cima della collina su cui, maestoso, se ne sta da qualcosa come settecento anni il palazzo Marcosanti, nelle giornate terse come oggi si vede anche la provinciale Uso fino a Santarcangelo.

Lungo la provinciale Uso c'è un poligono di tiro e il vento che spira nella mia direzione trasporta distintamente fino a me i colpi di chi spara. Quindi c'è qualcuno che la domenica pomeriggio inganna il tempo sparando. Per carità, non giudico, ognuno è libero di impiegare il suo tempo libero come crede, ma non posso fare a meno di pensare come non ci sia maniera più inutile e anche un po' stupida di trascorrere una domenica pomeriggio.

Poi, certo, quello che spara potrebbe parimenti considerare inutile e un po' stupido passeggiare tra prati e castelli la domenica pomeriggio, nella solitudine e nel silenzio. Perfettamente legittimo, naturale, d'altra parte ognuno è fatto a modo suo.

Mortalmente noioso



Mai letto un libro più noioso di questo, e dire che ero andato sul sicuro, comprandolo (due euro in una bancarella di libri usati sulla piazza di Santarcangelo), perché in passato avevo letto altre cose di De Luca che mi erano piaciute - penso ad esempio a libri come La parola contraria o Il giorno prima della felicità, i primi due che mi vengono in mente.

Questo, invece, che è sostanzialmente una lettura esegetica delle correlazioni tra l'altezza di Dio e l'altezza delle montagne su cui si svolgono molte vicende bibliche e del nuovo testamento, l'ho trovato altamente soporifero e noioso, di quelle cose che dopo la terza riga di un periodo la mente se n'è già andata altrove, e quando ritorni sul periodo in questione ti viene da chiederti cosa stessi leggendo.

Lo darò al moroso di Michela, va', conoscendolo credo che lui lo possa apprezzare.

sabato 7 aprile 2018

butac.it

Se ricevessi una querela per diffamazione in seguito a quanto scritto in un mio vecchio post e un giudice decidesse di oscurarmi tutto il blog, invece del solo post in questione, a me girerebbero assai.

Per quel che vale, la mia solidarietà a Michelangelo.

Il papa rosso

Il papa è comunista, o comunque è rosso, opinione diffusissima tra i destri - parlavo con uno di questi, un mio collega di lavoro, giusto qualche giorno fa - e pure un po' di mancini lo pensano ma almeno loro non lo dicono. È comunista perché con 'sta storia dei poveri migranti che bisogna accogliere non può essere che comunista.

Anche Ratzinger, il predecessore di papa Ciccio, ogni tanto la menava con i migranti ma rispetto a Bergoglio era meno insistente, aveva altre priorità, tipo dimostrare il suo innato fondamentalismo dicendo che la religione cattolica è l'unica vera e le altre sono barzellette, oppure facendo incazzare un miliardo di musulmani dopo il discorso di Ratisbona e altre cose, e su questo argomento, i migranti appunto, era più sfumato e con una maggiore propensione ad accompagnare il tutto con qualche se e qualche ma.

Ma 'sto povero Bergoglio cosa dovrebbe fare, secondo i destri? Fare finta che la pagina di Luca (ma anche di Matteo e altre) dove il tipo di Nazareth dice a quelli alla sua sinistra: "Via da ma, maledetti, perché ero forestiero e non mi avete accolto" non esista? Mica può. Questo dice la buona novella e questo lui deve ribadire: è o no il rappresentante in terra di chi lanciò quella maledizione?

Tanto vale, allora, che i destri apostrofino come comunista quello che trasformava l'acqua in vino, non sarebbero neppure i primi a definirlo il primo comunista della storia. E il bello è che se fai notare questa cosa ai destri, questi rimangono un po' perplessi, perché rompono le appendici pendule ogni anno col presepe, le tradizioni e blablabla ma del Vangelo non hanno mai aperto una pagina, e quindi rimangono un po' così, dubbiosi, spaesati, frastornati, e magari appena tornano a casa si precipitano subito su Google a vedere se davvero il loro idolo (solo quando è Natale) aveva detto queste eresie.

Sì, le aveva dette, mi spiace.

giovedì 5 aprile 2018

Serve tempo

Dice Mattarella che al momento non si intravedono soluzioni riguardo alla possibilità che si formi un governo, aggiungendo che serve più tempo, e quindi ha già pronto un altro giro di consultazioni che si terranno la prossima settimana.

Sto leggendo nel libro Dal big bang ai buchi neri, di Hawking, che l'universo è in costante espansione da più di una decina di miliardi di anni, e stando ai dati attuali è estremamente improbabile che in un qualche futuro possa iniziare a contrarsi. Quand'anche dovesse succedere, però, non lo farà per almeno altri dieci miliardi di anni.

Insomma, Mattarella faccia pure con calma.

mercoledì 4 aprile 2018

La app del meteo

La app del meteo è quella cosa che non ci azzecca mai. E non è che si dice che non ci azzecca mai attribuendo alla frase il significato tipico di una cosa che non funziona e allora, per estensione, tutte le cose non funzionano, no, non funziona mai per davvero, laddove per "non funziona" si intende che le previsioni del tempo le faceva più precise il colonnello Bernacca di quando ero giovane io, il colonnello Bernacca - forse qualcuno dei miei lettori più attempati se lo ricorda - inventore della celebre locuzione "Nebbia in Val Padana!"

La famigerata app meteo di cui sopra, che consulto sul mio smartphone verso sera, è quella su cui mi baso per decidere se la mattina dopo andrò a lavorare in bici o in macchina. Ora, io capisco che prevedere in maniera precisa il meteo, operazione basata su lunghe e complesse serie di calcoli con incognite e variabili sempre in agguato, non è semplice per niente, quindi ci sta che una mattina inizi a piovere alle undici invece che alle dieci. Ma se tu, app meteo di 'sta ceppa, mi dici la sera prima che il giorno dopo pioverà, e me lo dici corredando il tutto con tanto di iconcine (sempre di 'sta ceppa) a forma di gocce e fulmini, io il giorno dopo vado a lavorare in macchina e lascio la bici a casa. E lo faccio anche se alle sei, quando esco di casa, ancora non piove, perché penso che comunque inizierà presto, del resto l'ha detto la app.

Se però, in quella giornata lì, c'è da mattina a sera un sole che manco nel Sahara, allora un po' mi girano. In primo luogo perché andare a lavorare in bici a me piace, in secondo luogo perché mi è utile a buttare giù qualche chilo, in terzo luogo perché porto via una macchina da casa che a qualcuno potrebbe servire. Se poi 'sta cosa, invece di essere un errore una tantum si ripete con una certa frequenza, allora non ci siamo, eh.

Conclusione: la app del meteo la vado a disinstallare dallo smartphone e la decisione se andare a lavorare in macchina o in bici la prendo la mattina alle sei, aprendo la finestra.

martedì 3 aprile 2018

(...)

È inutile che nei commenti mi chiedi "cazzo cancelli?" Sei (o lo fai) un cretino? Ti cancello. Già commenti sotto anonimato e solo per quello me li fai girare - non ti costerebbe niente mettere almeno un nick - se poi scrivi cretinate col solo scopo di provocare è matematico che ti cancelli.

Fino a un po' di anni fa ero più tollerante coi troll, a dire la verità ero molto più tollerante su moltissime altre cose - si vede che invecchiando sono diventato più stronzo pure io - adesso non lo sono più. Provochi? Ti accompagno alla porta. Nessuna remora.

Mi voglio suicidare. Posso?

Vedremo cosa deciderà la Consulta. Nell'attesa mi chiedo come prima cosa perché ci debba essere una legge che vieti il suicidio assistito, ma sopratutto mi chiedo perché il governo si sia apertamente schierato per la sua difesa. Per come la vedo io sarebbe sacrosanto che il suicidio assistito fosse previsto dalla legge, se non altro per far finire quel viavai verso la Svizzera indecente e discriminatorio, dal momento che solo chi se lo può permettere vi ricorre.

Mi voglio suicidare perché ritengo che quella che sto vivendo non possa più essere considerata vita. Ma a parte questo. Mi voglio suicidare semplicemente perché sono stanco di vivere, per diecimila motivi: perché non posso farla finita in maniera dignitosa senza per forza essere costretto a gettarmi da una rupe o sotto un treno?

Se la legge che lo permette ci fosse, che danno procurerebbe ai suoi detrattori? Nessuno. Prendiamo ad esempio un cattolico e un ateo (o agnostico, ché è lo stesso). Entrambi, per una serie di sfortune, sono immobilizzati su un letto come lo è stato Welby o Dj Fabo. Se la legge ci fosse, il cattolico potrebbe continuare a scegliere di soffrire, come gli intima la sua religione, l'ateo potrebbe chiedere di farla finita. Entrambi avrebbero la possibilità di fare ciò che credono tranquillamente, e tutti felici e contenti (si fa per dire, ovviamente).

Chissà, forse è tutto troppo semplice e viviamo in un paese in cui la semplicità e la libertà di fare ciò che si vuole è mal vista, anche quando la suddetta libertà di agire riguarda esclusivamente sé stessi. Altre spiegazioni non ne vedo.

domenica 1 aprile 2018

Stazione spaziale

La faccenda della stazione spaziale cinese che stanotte si disintegrerà al contatto con l'atmosfera è l'emblema, uno dei tanti, di come è fatto il giornalismo italiano, e cioè un concentrato di sciocchezze scientifiche, pressappochismo, paranoia e sensazionalismo gratuito.

E se qualcuno - molti? Pochi? Chissà... - si è fatto abbindolare credendo che ci fosse davvero una qualche probabilità di beccarsi un rottame spaziale cinese sul cucuzzolo, beh, vuol dire che l'esistenza di questo tipo di giornalismo è più che giustificata.

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...