mercoledì 20 dicembre 2017

Il sindaco di Como

I signori in ghingheri e le signore impellicciate e ingioiellate possono da un paio di giorni girare per il centro di Como tranquillamente, senza correre più il rischio di incappare in qualche sgraditissimo mendicante accovacciato lungo i muri con la mano tesa, ché è roba brutta da vedere. E poi, via, il centro è il centro, ci sono gli addobbi, le lucine lungo le vie, i salami in vetrina, e che c'entrano gli straccioni con tutto ciò? Ecco quindi una bella ordinanza del sindaco che autorizza i solerti vigili ad appioppare multe a chi osi tendere la mano, ché il decoro è il decoro, eccheccavolo.

E poi Natale è alle porte, il tempo stringe, e il 25 la gente (presumo anche il sindaco) potrà così uscire dalla chiesa, dopo la santa messa, senza rischiare di incontrare il mendicante di turno. Perché la messa di Natale è importante. Lì si va per rendere omaggio al bambinello appena nato, con grande deferenza e massicce dosi di spirito votivo; quel bambinello che, narra la leggenda, Dio ha voluto nascesse in una stalla, ultimo tra gli ultimi, derelitto tra i derelitti.

Ovviamente, il derelitto dello storytelling evangelico gode di molta più considerazione dei derelitti veri, quelli che fino a un paio di giorni fa si potevano incontrare passeggiando per il centro di Como. Perché anche tra gli ultimi ci sono quelli di serie A e serie B. E al sindaco di Como questo concetto mica sfugge, scherziamo?

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