lunedì 27 marzo 2017

Non è tanto per i voucher

Non sono tanto i voucher. In fondo chi se ne frega? È che Michela ci è rimasta male, quasi ha pianto quando il titolare della pizzeria le ha detto che non l'avrebbe chiamata più, il venerdì sera e il sabato sera, perché non poteva correre il rischio di pagarla in nero e nello stesso tempo non poteva farle un contratto come si deve. E quindi lei ci è rimasta male, giustamente, perché quel lavoro le piaceva, era vicinissimo a casa, i titolari erano per lei quasi una seconda famiglia, le volevano bene, e lei a loro, e quel lavorino le faceva comodo perché le permetteva di far fronte alle spese universitarie e alle sue di ragazza ventenne. Non è tanto il discorso in sé sui voucher, sul loro abuso e sulla forma di istituzionalizzazione del precariato che rappresentano a interessarmi, è che immagino ci saranno tanti giovani come la mia Michela che si saranno trovati nella stessa situazione. Chi li ha tolti da un giorno all'altro per basse motivazioni di bottega e interessi politici contingenti, non si è reso conto di aver messo nella merda moltissime persone, e quel che è peggio è che a moltissime di queste ha regalato un disagio, un dispiacere, una tristezza.
Bastardi.

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