domenica 4 settembre 2022

La perfezione inesistente

Scusate se insisto ancora con Telmo Pievani, ma a me quest'uomo affascina e non ringrazierò mai abbastanza Siu per avermelo fatto conoscere. Sono rimasto per tutti i 45 minuti incollato a questa bellissima lezione (metto il link in calce al post) sul tema dell'imperfezione.

Per qualche misterioso motivo siamo tutti portati a pensare, in maniera innata, che tutto ciò che esiste in natura sia perfetto. È perfetto l'essere umano, è perfetto il mondo animale, è perfetto il mondo vegetale. Tutto esiste in perfezione e in armonia, pensiero retaggio anche di una certa cultura cattolica, di cui siamo tutti impregnati, secondo cui la natura è stata creata da Dio e non può quindi per definizione essere imperfetta.

Se però si abbandona un attimo questa romantica visione e si guarda la realtà, si scopre che tutto ciò che ci circonda, compresi noi umani, non è nient'altro che un coacervo di imperfezioni, di soluzioni evoluzionistiche abborracciate, improvvisate, irrazionali, lontane anni luce da tutto ciò che si può ricondurre alla perfezione. Alcuni esempi che riguardano la nostra specie.

Vi siete mai chiesti perché gran parte della popolazione umana del pianeta prima o poi soffre di mal di schiena? Perché la flessuosità della nostra spina dorsale si è originata quando noi camminavamo ancora su quattro zampe e si è modellata su quel tipo di postura lì. Quando, circa tre milioni di anni fa, i nostri lontani antenati si sono alzati in piedi e sono diventati bipedi, il peso del corpo è andato a caricarsi su una colonna vertebrale organizzata per portare un peso molto minore, perché appunto distribuito su quattro zampe, non su due. Le lombaggini, i mal di schiena, la compressione delle vertebre che dà origine alle ernie e tanti altri problemi nascono da qui.

Altro esempio. C'è un nervo, chiamato laringeo, che parte dalla nuca e arriva alla laringe. Per fare questo percorso scende lungo il torace, passa sotto lo sterno e poi risale tornando alla laringe, allungando di dieci volte il percorso nuca-laringe. Questo succede perché nel corso dell'evoluzione questo nervo si è adattato a una fisiologia che originariamente era quella dei pesci (da cui discendiamo tutti, come cantava opportunamente anche Lucio Dalla).

Ma anche il parto è una soluzione evolutiva tra le più imperfette che ci siano: doloroso, traumatico, rischioso, pericoloso, tanto che ancora oggi in molte parti del mondo il parto è una delle principali cause di morte delle donne. Cosa c'è di perfetto, qui? Niente. Il parto come lo conosciamo è una soluzione evolutiva imperfettissima, abborracciata, raffazzonata, frutto di una evoluzione (anche qui c'entra il passaggio al bipedismo) che è andata per tentativi e che ha fatto quello che ha potuto.
E si potrebbe continuare all'infinito. Cosa c'è di perfetto, ad esempio, in noi maschietti, in un canale dell'uretra che passa attraverso la prostata con i problemi che ciò genera? (Presente!)

Insomma, l'idea della perfezione è una bellissima e consolante panzana. Una panzana che è affascinante e intuitiva perché al nostro cervello, sempre per meccanismi che hanno a che fare con l'evoluzione, piace (Pievani spiega anche questo).

La lezione è qui.

5 commenti:

  1. Risposte
    1. La faccina era mia... Non so perchè ma continuo a poter postare il commento solo come "Anonimo". Comunque, mai come in questo caso, fare per così dire un regalo dà ancora più gioia che riceverlo!
      😁
      siu

      Elimina
    2. Grazie Siu. Sai che avevo intuito che fossi tu? :-)

      Elimina
  2. Pievani è un patrimonio dell'umanità ed io ringrazio te per avermelo fatto conoscere. L'ho ritrovato ne "La fabbrica del mondo" da cui, assieme a Paolini, ha lanciato un altro grido al mondo e mi è parso di rivedere un amico.
    Ciao Andrea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho sentito parlare molto di quel programma con Paolini ma non ho mai visto.
      Vedrò di recuperare qualche puntata.
      Ciao Sari.

      Elimina

Liguria

Volevo scrivere qualcosa sull'esito delle elezioni in Liguria ma alla fine non ne ho avuto voglia. E poi cosa mai avrei potuto dire che ...