Nel programma politico di Trump sono previste, tra le altre cose, forti riduzioni di tasse al ceto più ricco, una ricetta fallimentare classica delle destre messa in atto nella convinzione che rappresenti uno stimolo per l'economia di cui beneficeranno anche i più poveri. Trump, in altre parole, sta per cadere nello stesso errore che fece Bush Junior nel primo tragico quadriennio della sua presidenza: tagliare le tasse al ceto più ricco e ai proventi del cosiddetto "capital gain" (in sostanza, i guadagni derivanti dalle speculazioni finanziarie).
Chi ha letto qualche libro del Nobel dell'economia Joseph Stiglitz, sa benissimo cosa provocò questo madornale errore di Bush: il deficit USA salì alle stelle, il debito pubblico pure, l'economia rimase stagnante e la forbice tra ricchi e poveri si allargò in maniera spaventosa. In sostanza, i ricchi diventarono sempre più ricchi pur diminuendo numericamente, i poveri diventarono sempre più poveri e numericamente più numerosi, come conseguenza dell'equivalente ridimensionamento della classe media. La disuguaglianza sociale conobbe punte mai viste prima negli USA.
La differenza tra Bush e Trump è che parte dei danni provocati dalla sciagurata politica economica del primo furono limitati dal fatto che il deficit prodotto con quelle misure fu parzialmente compensato dal surplus lasciato dall'amministrazione Clinton. Oggi quel surplus non c'è più, l'America boccheggia come boccheggiano tutti gli altri paesi, e Trump, se davvero farà quanto promesso, calerà probabilmente il colpo di grazia.
Auguri.
mercoledì 9 novembre 2016
Trump taglierà le tasse (ai ricchi)
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