venerdì 18 novembre 2016

Il no è avanti

Non c'è di che essere tranquilli, leggendo i sondaggi che (per ora) danno in vantaggio il no sul sì riguardo alle intenzioni di voto al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Certo, se le rilevazioni avessero dato davanti i sì sarebbe forse stato peggio, ma considerata la scarsissima affidabilità delle suddette rilevazioni (vedi il caso Trump, solo per citare l'ultimo in ordine di tempo), è opportuno andarci coi piedi di piombo in ogni caso. I dati, affidabilità a parte, sono però interessanti per almeno un motivo. Il primo è che i sì sono in vantaggio soprattutto tra i pensionati e gli over 65, i no nella fascia di età che comprende i giovani e chi sta nella mezza età. Una chiave di lettura di questa situazione potrebbe risiedere nel fatto che gli anziani, notoriamente, sono quelli più distanti dal mondo della rete e più vicini a quello della televisione, e a loro è quindi maggiormente preclusa la possibilità di informarsi correttamente e di sentire opinioni diverse da quelle che passa la tv, notoriamente, con poche eccezioni, tutta appiattita sulle ragioni del sì. È un'opinione mia, ovviamente, quindi prendetela per quello che vale.
Come dicevo, comunque, sono sondaggi da prendere con due robuste molle perché la percentuale di indecisi è molto ampia, e il giorno del voto sarà probabilmente determinante per far pendere la bilancia da una parte o dall'altra, sondaggi o non sondaggi.
Speriamo bene.

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