Scrive lettera43.it che Napolitano avrebbe chiamato a rapporto la Boschi, ministro delle Riforme, per sollecitare la ripresa dell'iter legislativo dell'Italicum, impantanato da mesi al Senato. Fin qui, diciamo, niente di male: ai solleciti e alle "moral suasion" di Napolitano siamo abituati, e, diciamolo, a volte questi richiami ci stavano anche.
Quello che dà da pensare è che il capo dello stato si sia spinto un tantino in là, arrivando addirittura a dare suggerimenti su come incardinare alcuni punti di questa legge, ad esempio: "soglia di maggioranza da alzare e calibrare rispetto al premio di governabilità, sbarramenti per le forze minori da adeguare e grande attenzione alla configurazione delle liste bloccate."
Ora, Napolitano conosce sicuramente il perimetro del suo raggio d'azione e delle sue competenze e prerogative costituzionali, e quindi il suo intervento sarà sicuramente regolare, ma io non ricordo altri presidenti che siano intervenuti in maniera così invasiva durante la definizione delle leggi, né - la mia è solo un'ipotesi - sono a questo punto sicuro che Napolitano sia rimasto all'interno del famoso perimetro. La mia immagine di presidente della Repubblica è di quel signore che sta lì a guardia della Costituzione, lascia che il parlamento lavori senza intromettersi in alcun modo e, alla fine, quando gli mettono sotto il naso la legge da firmare, lui la esamina, valuta se è conforme a quanto prevede il dettato costituzionale, e in base a ciò la firma o la rimanda alle camere corredata di eventuali osservazioni.
Forse sono io a essere rimasto un po' indietro.
venerdì 5 settembre 2014
Il perimetro di Napolitano
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