venerdì 1 marzo 2013

Onoreficenze

"...nel periodo 2002/2003 ero presidente del Consiglio e non mi sono mai occupato di diritti televisivi".
Beh, certo, potrebbe essere anche vero. Purtroppo per lui, il sostituto procuratore generale di Milano la vede diversamente, tanto da avere chiesto, al termine della requisitoria, la conferma della sentenza di condanna a quattro anni di carcere per frode fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Ora, intendiamoci, i giudici avranno tutti i difetti del mondo (comunisti, talebani, antropologicamente diversi dal resto della razza umana, ecc.), ma io tendo sempre a credere maggiormente a un giudice che emette una sentenza, piuttosto che a un teleimbonitore spacciato per politico, noto tra l'altro alle cronache per la lunga teoria di balle raccontate nell'ultimo ventennio.

"Soltanto dei pazzi potevano ricorrere a dei versamenti in nero, pericolosi e illeciti".
Appunto.

"Invece di avere avuto la medaglia d'oro dalla stato per avere dato lavoro a 56 mila persone sono stato condannato a 4 anni di carcere e a interdizione dei pubblici uffici".
La questione della medaglia d'oro non c'entra un fico secco con una condanna per frode fiscale. Se non ricordo male, anche il vecchio caro Tanzi, per fare un esempio, fu nominato cavaliere del lavoro e gli fu elargita qualche onoreficenza per meriti imprenditoriali, ma il titolo gli venne tolto da Napolitano dopo le sentenze sul crac Parmalat. Quindi?
E poi non si capisce cosa c'entri il numero di persone a cui si dà lavoro. Un imprenditore può dare lavoro anche a 10 milioni di persone, ma questo non lo pone in nessun caso sopra la legge. Insomma, se rubi, la legge la infrangi comunque, non è che la infrangi di meno o in maniera meno grave solo perché sei un imprenditore. Ovviamente queste cose le sanno anche i bambini, e le sa benissimo anche lui, che sarà vecchio ma sicuramente non fesso. Il problema è che il 23 marzo, giorno in cui si dovrebbe tenere la mobilitazione generale contro le toghe politicizzate, si avvicina. E ai lettori del Giornale qualche argomento occorre dare per scendere in piazza, altrimenti che ci vanno a fare?

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