Berlusconi si è salvato per l'ennesima volta. Intendiamoci, erano in pochi quelli pronti a scommettere che alla Camera non avrebbe avuto la fiducia; quello su cui semmai si scommetteva era l'entità di questa fiducia, che alla fine è stata raggiunta per un solo voto in più del minimo che serviva.
Un solo voto che comunque, grazie alla meritoria opera dei radicali, che hanno consentito il raggiungimento del numero legale, consente al teleimbonitore e alla sua armata Brancaleone di tirare avanti un altro po'. Tirare avanti, non certo governare.
Domani, sicuramente, i principali house organ di casa usciranno con titoli entusiastici a caratteri cubitali, ben sapendo che con 316 voti non si governa ma si tira appunto a campare. Non solo, infatti, con questi numeri alla Camera è impensabile fare le famose riforme costituzionali (giustizia, abolizione province, dimezzamento parlamentari) sbandierate dal Pdl per buttare un po' di fumo negli occhi ai gonzi che ancora ci credono, ma sarà pressoché impossibile anche la normale attività legislativa (avete tenuto il conto di quante volte il governo è "andato sotto" in questo ultimo periodo? E vi siete chiesti perché intercettazioni e processo breve sono stati di nuovo accantonati?).
E quindi lo stallo politico proseguirà. "La politica del nulla" di cui parlava Luca Ricolfi, stamattina, su La Stampa, andrà avanti fino alla prossima fiducia. Il problema è che a fare le spese di questo eterno stallo non saranno certamente quelli che adesso sono lì a brindare e a darsi pacche sulle spalle.
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