sabato 9 giugno 2018

Sabato mattina in bicicletta (rosa)



Stamattina ho fatto un giro in bicicletta seguendo un percorso che di solito non faccio mai, perché richiede doti da scalatore che naturalmente io non ho, né avrò mai. Traduzione: è un percorso troppo faticoso (per me). L'ultima volta che l'ho fatto credo sia stato l'estate scorsa. In realtà, se proprio vogliamo dirla tutta, non richiede chissà quali doti, un ciclista mediamente allenato se lo mangia infatti con la stessa facilità con cui io mangio cornetto e cappuccino la mattina, ma la faccio più grossa di quello che è per autoconvincermi di avere doti di scalatore.
 
Il percorso. Partendo da casa mia, si segue per qualche chilometro la Santarcangiolese fino al bivio di Torriana, e qui va tutto bene perché è un tratto pianeggiante e coperto interamente da una comoda pista ciclabile. Arrivati al bivio di Torriana si svolta a destra e, dopo un paio di centinaia di metri, comincia la prima impegnativa salita, quella che arriva da Pio, rinomato ristorante della zona. Poi c'è un breve tratto pianeggiante superato il quale comincia la seconda, impegnativa, salita, roba da dover ingranare gli scatti più corti della mountain bike sia al mozzo della ruota che ai pedali. 

Il percorso è faticoso, come dicevo, ma molto bello. A sinistra si vede la valle dell'Uso e a destra quella del Marecchia, e nelle giornate molto terse si distingue nitidamente San Marino, con i suoi castelli e mura arroccati sul monte Titano. Superata la chiesa di Trebbio, sulla sinistra, e passato il piccolo cimitero di Poggio Berni, con un ultimo sforzo si arriva sulla sommità della collina, dove si trovano il comune e l'ufficio postale. Da qui in poi è tutta discesa, eccetto la breve salita che porta al palazzo Marcosanti e quindi di nuovo a casa. 

È un giretto che si fa in poco più di un'oretta, che fa fare una discreta sudata e che così, a occhio, consente di bruciare grosso modo sulle trecento calorie, cosa che non guasta, dal momento che lo scrivente, qui, non è ancora riuscito a buttare giù i chili in eccesso accumulati durante l'inverno.
 
Piccola nota a margine. Non ho una mountain bike mia, per il semplice motivo che quella di Michela giaceva da anni inutilizzata nel garage, quindi per i giri in collina o sulla ciclabile lungo il Marecchia uso la sua, che ormai è diventata mia. Ha il telaio color rosa coi fiorellini, cosa questa che, mi sono accorto, suscita a volte reazioni che vanno dalla perplessità all'ilarità nei ciclisti che mi capita di incrociare, e che farebbe inorridire Adinolfi e Giovanardi qualora mi incontrassero, perché mica si possono sovvertire così impunemente gli stereotipi di genere. Un uomo su una mountain bike rosa coi fiorellini. Scherziamo?

4 commenti:

Sbronzo di Riace ha detto...

sarebbe stato d'uopo postare foto della suddetta bici rosa :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Ci penserò. Non vorrei suscitare l'ilarità anche dei miei 32 lettori :-)

Alberto ha detto...

E io che avevo vergogna ad andare su una bici da donna grigia. Su cui poi ho girato tutta Milano. QUI le foto.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, almeno la tua non è rosa :-)

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