Tra gli aspetti interessanti di questo romanzo c'è il fatto che uno dei protagonisti, d'Artagnan, viene descritto come è realmente. Nell'immaginario collettivo si pensa - o almeno io pensavo - al valoroso moschettiere come a una persona dall'animo nobile, il classico cavaliere senza paura e senza macchia. Nella realtà, cioè nel racconto, Dumas ci mette invece davanti a un personaggio che ha sì i tratti dell'eroe altruista, ma è anche profondamente umano. Porta quindi con sé tutte le contraddizioni dell'essere umano. Ecco allora che d'Artagnan è all'occorrenza anche meschino, opportunista, manipolatore, una persona che non si fa troppi scrupoli a usare altre persone, a giocare coi loro sentimenti per perseguire i suoi scopi, per quanto nobili possano essere. Anche Dumas, quindi, spinge chi legge a riflettere sull'antico dilemma: il fine giustifica i mezzi?
Per il resto, il romanzo è una esaustiva carrellata di tutte le passioni e i sentimenti umani, dagli abissi alle vette, espressi da una fitta rete di personaggi caratterialmente ben definiti e delineati. Come dice sempre Umberto Galimberti, i sentimenti si imparano e il veicolo privilegiato per impararli è la letteratura; ecco perché, dice sempre l'utopista filosofo, bisognerebbe togliere i computer dalle scuole per riempirle di libri.
Interessante anche la valenza storica del romanzo. È vero che i personaggi principali, i leggendari d'Artagnan, Athos, Porthos, Aramis, sono figure di fantasia, ma le vicende del romanzo poggiano su solide basi storiche, frutto delle maniacali e appassionate ricerche dell'autore. Il cardinale di Richelieu, ad esempio, era davvero il potente consigliere di Luigi XIII di Borbone, sovrano di Francia dal 1610 al 1643; Anna d'Austria era davvero la moglie del sovrano, col quale ebbe un matrimonio complicato e freddo; la guerra di La Rochelle, di cui si parla nel libro, è stata una guerra realmente combattuta tra cattolici e protestanti francesi. Anche il corpo dei Moschettieri è realmente esistito e nel romanzo di Dumas è impersonato dalla compagnia di soldati a guardia del cardinale di Richelieu e di Luigi XIII. Una volta aggiunto che il concatenarsi di vicende e intrighi di cui è costellato il romanzo incolla il lettore alle pagine, il cerchio su questo poderoso romanzo, inspiegabilmente etichettato come letteratura per ragazzi, si chiude.

Forse nel XX secole si è trasmesso - i film, le cronache sul romanzo - in un modo sbagliato, come si vorrebe che fosse stato scritto.
RispondiEliminapodi-.
Sì, è probabile. Comunque non ho mai visto alcun film, il libro è stato il mio primo approccio alla storia.
EliminaSe non l'hai già fatto, approfittane anche per leggere "Il Conte di Montecristo".
RispondiEliminaPenso sia anche più bello.
Letto qualche anno fa. E non so dire quale dei due sia più bello :-)
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