sabato 3 febbraio 2018
Sapiens
Ci sono libri che quando li finisci hai quasi l'impressione che ti chiedano: "Perché hai aspettato tanto a leggermi?" E tu ti senti quasi chiamato a scusarti con loro. L'ultimo a pormi il suddetto quesito è stato, poco fa, dopo aver girato l'ultima pagina, questo bellissimo saggio storico/scientifico del professor Yuval Noah Harari, che ripercorre - naturalmente riassumendo - la storia e l'evoluzione dell'uomo dai primi Homo sapiens dell'Età della pietra all'uomo tecnologico del XXI secolo.
È una lettura appassionante che tiene incollato il lettore alle pagine. Non c'è niente come la conoscenza della storia, del passato, delle infinite vicissitudini e avvenimenti che hanno costellato l'evolversi (ma spesso anche l'involversi) del percorso umano che possa consentire di capire il presente (e, forse, anche immaginare un po' il futuro), e soprattutto di comprendere come il presente in cui viviamo non sia un punto d'arrivo né la migliore delle società possibili, ma solo una piccola stazione intermedia di una lunghissima e ipotetica linea ferroviaria di cui è sconosciuto il capolinea.
In definitiva, e questo è comunque noto da sempre, chi conosce e si appassiona anche solo un po' alla storia ha maggiori capacità di capire e comprendere l'evolversi dei cambiamenti sociali della realtà in cui vive. Tutti gli altri continueranno sempre a ragionare come Gasparri e soci.
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