sabato 7 marzo 2015

Volergli bene lo stesso

Io voglio bene a Sallusti, perché nella sua (finta) ignoranza fa quasi tenerezza. Avete presente le intercettazioni tra il delinquente e Tarantini che i giornali stanno pubblicando questi giorni, no? Ecco, il poveretto a tal proposito scrive sul Giornale: "I due scherzano come avviene tra uomini su belle donne e commentano - il tono ironico è palese - la cena della sera precedente. Detto che si tratta di questioni private, e detto che un primo ministro non poteva essere intercettato, il tutto fa parte della serie: e chi-se-ne-frega."
Sul chi se ne frega potrei anche essere d'accordo, alla fine, ma, come si è ripetuto fino allo sfinimento, non era B. a essere intercettato, ma l'utenza telefonica di Tarantini, il noto gentiluomo procura-femmine del tipo delle cene eleganti, e se tu, in quel momento presidente del consiglio, telefoni a un magnaccia è chiaro che la tua voce finisce intercettata, no? Povero Sallusti: si sapeva che il servilismo aveva un prezzo da pagare, ma svilirsi fino ad accettare di passare da ignorante...
Bah.

3 commenti:

Sbronzo di Riace ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sbronzo di Riace ha detto...

voler bene a Sallusti

mi convinco sempre più che mi stai diventando masochista

:-)

Andrea Sacchini ha detto...

Ma no, dài, è un tipo di bene generato dalla compassione, mica dall'affetto :)

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