Io voglio bene a Sallusti, perché nella sua (finta) ignoranza fa quasi tenerezza. Avete presente le intercettazioni tra il delinquente e Tarantini che i giornali stanno pubblicando questi giorni, no? Ecco, il poveretto a tal proposito scrive sul Giornale: "I due scherzano come avviene tra uomini su belle donne e commentano - il tono ironico è palese - la cena della sera precedente. Detto che si tratta di questioni private, e detto che un primo ministro non poteva essere intercettato, il tutto fa parte della serie: e chi-se-ne-frega."
Sul chi se ne frega potrei anche essere d'accordo, alla fine, ma, come si è ripetuto fino allo sfinimento, non era B. a essere intercettato, ma l'utenza telefonica di Tarantini, il noto gentiluomo procura-femmine del tipo delle cene eleganti, e se tu, in quel momento presidente del consiglio, telefoni a un magnaccia è chiaro che la tua voce finisce intercettata, no?
Povero Sallusti: si sapeva che il servilismo aveva un prezzo da pagare, ma svilirsi fino ad accettare di passare da ignorante...
Bah.
"...e il mio maestro m'insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire..." (Franco Battiato)
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Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminavoler bene a Sallusti
RispondiEliminami convinco sempre più che mi stai diventando masochista
:-)
Ma no, dài, è un tipo di bene generato dalla compassione, mica dall'affetto :)
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