La povera signora Gelmini, quella del tunnel, dopo aver inveito contro il Jobsact perché lascerebbe ancora troppa discrezionalità ai giudici in caso di controversie e troppe tutele ai lavoratori - lei voleva subito il ritorno alle forme contrattuali e alle tutele che avevano gli operai alla fine del 1800 - dice che siamo ancora lontani dalla formidabile riforma del lavoro targata Biagi e ripresa poi da Maroni, quella che aveva consentito - dice sempre lei - di ridurre la disoccupazione al 8% rispetto a quella attuale.
Per chi si fosse dimenticato, la riforma Biagi/Maroni è quella che istituì i famosi co.co.pro e famiglia, le formule contrattuali a progetto con le quali il lavoratore perdeva ogni forma di diritto: ferie, malattia, permessi, maternità e compagnia bella. La disoccupazione era diminuita? Probabilmente sì, ma solo perché, pur di lavorare, moltissime persone avevano accettato di trasformarsi in schiavi-fantoccio, totalmente in balìa di datori di lavoro senza scrupoli e poche remore.
Signora Gelmini, faccia un favore, torni nel tunnel e ci rimanga, ché a voler licenziare tutti abbiamo già Sacconi: basta e avanza.
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