lunedì 24 novembre 2025

Opinioni difficili

Ci sono vicende, come ad esempio la famiglia nel bosco, riguardo alle quali non riesco a farmi un'idea precisa né a esprimere un'opinione a causa delle molteplici sfaccettature e della complessità delle vicende stesse. Lo so, oggi è imperdonabile non esprimere in modo perentorio e manicheo la propria idea, ma questo è. D'altra parte non è obbligatorio avere sempre un'opinione definita e precisa su tutto.

14 commenti:

  1. Non è obbligatorio avere un'opinione, come dici tu, definita e precisa su tutto ma a volte, e qui dico la mia, non è proprio possibile. Sarà che esattamente come te neanch'io, da quando è cominciata questa vicenda, riesco a decidere chi ha ragione e chi ha torto. O, forse meglio, se c'è davvero qualcuno che ha ragione e qualcuno che ha torto: perchè più ne leggo, ne sento e ci penso, e più trovo grandi ragioni, e altrettanti grandi torti, tanto da una parte quanto dall'altra.
    Impossibile oltretutto ignorare che in questa storia sono in gioco sia visioni del mondo che principi del vivere civile d'incommensurabile portata, e anche quelli convivono in me senza che l'uno possa (o debba) necessariamente riuscire a prevalere sull'altro. Perchè da un lato quei genitori realizzano concretamente molte istanze in cui fortemente credo, mentre chi a loro si oppone agisce nel rispetto di principi che condivido in modo altrettanto convinto.
    Da una parte una bella e fondamentale utopia realizzata con determinazione e coraggio tutto sommato ammirevoli; dall'altra la messa in atto dei sacrosanti principi istituzionali di un vivere sociale fortunatamente evoluto. E nei modi probabilmente qualche errore sia da una parte che dall'altra... Non se ne esce.

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    1. Completamente d'accordo. A volte vorrei avere le sicurezze di Salvini, che davanti a vicende complesse sa sempre da che parte stare e dove sia la verità.
      Sono ironico, ovviamente.

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    2. Lo spero bene... ;-)

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  2. Però Salvini, citando i bimbi rom che vivono peggio e non li caga nessuno, stavolta la dice giusta..

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    1. Secondo me no. Il paragone non ha molto senso. Il caso della famiglia nel bosco è un singolo caso giudiziario individuale dove i servizi sociali e un tribunale per i minorenni sono intervenuti dopo segnalazioni su condizioni di vita ritenute pericolose. È un caso particolare, non collegato a politiche generali. I bimbi rom nei campi sono una questione strutturale e collettiva. Quando si parla dei bambini rom nei campi nomadi si tratta di condizioni socio–abitative precarie diffuse, in particolare di casi di minori che vivono in contesti difficili ma senza un provvedimento individuale di allontanamento, siamo nell'ambiro di politiche pubbliche generali.
      Il parallelo non regge perché Salvini, come suo solito, combina due piani che non sono confrontabili: una sentenza e politiche pubbliche.
      Il suo parallelo ha principalmente uno scopo retorico e politico, non analitico: genera l’idea che ci sia ingiustizia o incoerenza del sistema; cerca di spostare l’emotività su un terreno ideologico; semplifica due questioni complesse per renderle “digeribili” nel dibattito pubblico.
      Per quanto riguarda il fatto che i bimbi rom nei campi non li cagherebbe nessuno, per esperienza personale ti posso dire che non è vero. Qua in periferia di Rimini abbiamo avuto per una quindicina d'anni un gigantesco campo rom che, finché non è stato smantellato, è sempre stato monitorato dai servizi sociali, tanto che spesso i riminesi si lamentavano che venisse data più attenzione a loro rispetto agli abitanti del territorio.
      Più in generale, Franco, bisogna interiorizzare il fatto che quando Salvini parla di qualsiasi problema non lo fa mai con cognizione di causa e partendo da impostazioni di tipo analitico, lo fa sempre per motivi di propaganda. Sempre. È l'unica cosa in cui è maestro.

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    2. Sul ponte non è maestro proprio di nulla.. poi magari io tendo incosciamente a passargliene qualcuna perché la quota cento con la quale siamo andati in pensione mia moglie ed io, è roba sua. ;)
      p.s. comunque se i bimbi rom sono in condizioni "precarie diffuse" non vuol dire che non sia un problema da affrontare lasciandolo a fumosi "ambiti di politiche pubbliche generali" . Qui abbiamo la metro con bimbetti e bimbette costretti ad elemosinare. Altro che "verifiche sanitarie assenti"..

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  3. Mi preoccupa soprattutto il fatto che i bambini non frequentano una scuola normale e quindi vuoi o non vuoi hanno poca socialità.

    Un estratto dell'ANSA sulla decisione del tribunale

    "Secondo il tribunale "la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico".

    È necessario allontanare i minori dall'abitazione familiare, si legge ancora, "in considerazione del pericolo per l'integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge"."

    La famiglia australiana forse non è a conoscenza dell'altissimo rischio sismico dell'Abruzzo.

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    1. Sì, è uno dei tanti rilievi del tribunale dei minori.

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  4. La tua posizione mi pare quella giusta. Il problema è che in questi giorni un sacco di gente ha espresso opinioni sulla faccenda senza conoscerne tutti i dettagli.

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  5. Riguardo a questa vicenda, stamattina il Post pubblica un interessante articolo sui motivi per cui il governo si è interessato molto a questo caso.

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  6. Personalmente penso che l'unico loro errore sia stato quello di stabilirsi in Italia. 👋

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    1. È probabile, ma per averne certezza occorrerebbe sapere come si comportano servizi sociali e tribunali in altri paesi di fronte a casi come questo.

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    2. Ho qualche remora a pensare che gli altri paesi siano peggio dell'Italia. Chissà. Buona serata

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