Sul numero di Telesette che esce domani si vede Lucio Corsi che imbraccia la chitarra e appoggia il piede della gamba destra sulla parte interna del ginocchio sinistro. Non so se la cosa sia voluta o fortuita, ma quella particolare postura è da sempre tratto distintivo di Ian Anderson, il leggendario musicista inglese leader degli altrettanto leggendari Jethro Tull.
Se la cosa è voluta e sta a significare che il buon Lucio Corsi è un estimatore di Ian Anderson, ok. Se la cosa è casuale perché Lucio Corsi manco sa chi sia Ian Anderson, ancora ok. Se la cosa sta invece a significare che Lucio Corsi si sente un po' Ian Anderson, ehm, no, non ci siamo. Bravo Corsi eh, per carità; canzoni belle, orecchiabili e tutto quello che volete, ma Ian Anderson è stato (è ancora) per il progressive rock quello che Beethoven è stato per la musica classica. E temo che a Corsi manchi ancora un pochino per arrivare a quelle vette.




E' un dilemma, anzi un trilemma, che non mi toglierà il sonno ;-)))
RispondiEliminaSto scherzando... ogni tanto un post di alleggerimento ci sta benissimo, ciao Andrea :-*
No no, quale alleggerimento? Per me è una questione serissima, altroché.
EliminaCiao siu XD
Qualcosa mi dice che sia voluta per un tributo di Corsi a questo artista. :)
RispondiEliminaCimentarsi in un tributo a Ian Anderson? In bocca al lupo a lui :-)
EliminaA me ad esempio, oltra alla posa iconica di Ian Anderson, ha rimandato all'iconografia di alcune maschere della commedia dell'arte, vedi Arlecchino e Pierrot con chitarra, e anche ad alcune immagini di violinisti in posa simile (Branduardi, per esempio). Il mistero si infittisce... ;-)
RispondiEliminaArlecchino e Pierrot ok, Branduardi in quella posa lì sinceramente non l'ho mai visto. Devo essermelo perso :-)
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