lunedì 3 novembre 2025

Laika



Il 3 novembre 1957 l'Unione Sovietica mandò, prima volta nella storia, un essere vivente nello spazio. Era una cagnetta chiamata Laika, che morì tra atroci sofferenze poche ore dopo il decollo della capsula spaziale Sputnik 2. 

Ho sempre provato profondo disprezzo per chi maltratta gli animali, forse un disprezzo ancora maggiore rispetto a quello che riservo a chi maltratta un essere umano, quindi non sono mai riuscito a giustificare il sacrificio di quella povera bestiola come un male necessario in nome di un bene superiore, ammesso che la conquista dello spazio possa essere definita in questo modo; riesco a vedere questa vicenda solo come dimostrazione di ciò che noi esseri umani siamo capaci di fare agli esseri viventi di altre specie.


28 commenti:

  1. È stato un fatto veramente spregevole,chi non rispetta gli animali non sa rispettare neanche gli umani.
    Un saluto

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    1. Il fatto in sé è spregevole, è indubbio, ma si inserisce in un contesto molto più complesso che riguarda noi e il modo in cui ci relazioniamo agli animali. Qui entrano in gioco molti fattori: la sensibilità di ognuno, le singole convinzioni morali, l'etica insita nello sfruttamento di altri esseri viventi per i nostri scopi. È uno scenario complesso e spinoso, io mi sono limitato a esternare il mio senso di rabbia per il singolo episodio della povera cagnetta sacrificata sull'altare dei nostri interessi, ma su tutti gli altri aspetti si entra nel campo della soggettività.

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  2. Anch'io sono animalista. Mi piacciono molto gli animali, come mi piace moltissimo l'affetto che riescono a dare alcuni di loro.
    Detto questo, che mi mette in una posizione personale simile a quella di Andrea, cerco di fare alcune considerazioni cercando di essere emotivamente distaccato.

    Partiamo da un presupposto: l'astronautica è una scienza come molte altre. Dove si fanno esperimenti e dove si hanno ricadute pratiche (e buone) anche nella vita di tutti i giorni.

    Il tutto si basa, poi, su un principio (giusto o errato che sia, qui siamo nell'etica della scienza, non nel campo della verità) per cui la vita di un animale valga di meno di quella di un umano.

    Ecco quindi che un medicinale oncologico, che in futuro potrebbe salvare milioni di vite umane, lo si testa prima su animali e solo dopo su persone volontarie. Perché se viene fuori qualche effetto avverso sull'umano è considerato in genere più inaccetabile che se viene fuori su un animale.
    E' un po' lo stesso punto di vista per cui al bambino di alcuni mesi gli diamo da mangiare la "ciccia". E' considerato più importante, soprattutto dai genitori, che quel bambino cresca ben nutrito a livello proteico che non la vita dell'animale macellato.
    E quello di Laika è stato un esperimento a tutti gli effetti. L'alternativa era mandare subito, senza test precedenti, un essere umano.
    Quando è stato mandato Yuri Gagarin si sapeva già che la missione avrebbe avuto una buona percentuale accettabile di successo. E questo è stato dovuto anche, tra molte altre, alla missione di Laika.

    Ora, entriamo un po' nelle varie cultute geografiche: in occidente sarebbe stato tenuto un occhio di maggior riguardo? Io penso di sì, ma senza esserne sicurissimo. Non so le tecnologie del tempo, ma penso che almeno avrebbero trovato un modo per lenire le sofferenze della cagnolina. Forse. Qui entriamo nel campo su cui converrebbe chiedere a divulgatori esperti dell'argomento come Paolo Attivissimo.

    Ho conoscenti che fanno importanti ricerche sulla cura di tessuti in cancrena, facendo esperimenti sulle drosofile (moscerini).
    Visto che l'etica, poi, è una cosa anche soggettiva, che permea la scienza, pur essendo qualcosa di molto emotivo, secondo voi è più accettabile fare esperimenti su un insetto, piuttosto che su un piccolo roditore o su un grande mammifero come un animale domestico?
    Sapete che l'alternativa alla carne da macello che si sta studiando adesso è quella delle proteine ricavate da allevamenti di insetti? Cambia qualcosa o no a livello etico ed emotivo secondo ognuno di voi?

    Una cosa sicura è che la sperimentazione animale adesso prevede dei protocolli rigidissimi per cui l'animale può arrivare a perdere la vita, ma si deve in tutti i modi evitare che soffra.
    Lo stesso nei macelli, dove una volta i maiali venivano brutulmente sgozzati, ora in genere si pratica lo sparo di un proiettile in testa.

    Cruda e odiosa che sia la cosa, mi fermo qui. Mi sono limitato a descrivere un po' lo stato attuale delle cose.

    Piccola conclusione da mettere nella bilancia: Laika in Russia e nell'allora blocco orientale è quasi considerata un'eroina. Con statue e francobolli dedicati. Per non parlare delle varie citazioni letterarie.
    Non che sia una consolazione. Ma almeno la vita e il ruolo di questa cagnolina non sono una cosa che doveva passare inosservata e di cui la storia si sarebbe dimenticata da lì a poco.

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    1. Da "Reazioni da parte dell'opinione pubblica" (Wikipedia)

      Segnalo questi due passaggi:

      "La presunta morte di Laika fu però anche causa di una serie di azioni di protesta nei confronti di ambasciate sovietiche in tutto il mondo, portando in primo piano la discussione sull'utilizzo di animali per scopi scientifici."

      "Secondo un'intervista fatta nel 1998 con Oleg Gazenko, responsabile della missione, lui stesso avrebbe espresso rammarico per la morte dell'animale, ritenendo che il lancio di Laika fu un sacrificio inutile; ben poche informazioni poterono essere raccolte da tale missione e la probabile morte prematura dell'animale potrebbe aver compromesso la missione dal punto di vista scientifico."

      Alla fine al tempo il mondo non era poi così diverso e più insensibile...

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    2. Maurizio, io speravo che tu venissi qua portando argomentazioni in grado di dissipare, o quanto meno diminuire, i miei dubbi su questo tema. Invece hai fatto il contrario :-)
      No, vabbe', sto scherzando. Comunque adesso sono al lavoro e non posso replicare come vorrei. Appena ho un attimo lo faccio.

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    3. Maurizio, concordo con quasi tutto ciò che hai scritto, sono perplesso solo su un paio di punti. Ad esempio tu dici:

      Ecco quindi che un medicinale oncologico, che in futuro potrebbe salvare milioni di vite umane, lo si testa prima su animali e solo dopo su persone volontarie. Perché se viene fuori qualche effetto avverso sull'umano è considerato in genere più inaccetabile che se viene fuori su un animale

      E poi:

      quello di Laika è stato un esperimento a tutti gli effetti. L'alternativa era mandare subito, senza test precedenti, un essere umano

      La mia perplessità sta nel mettere sullo stesso piano una cura oncologica con una missione spaziale. Se si testa un farmaco anti-tumorale sugli animali, il beneficio derivante da quella sperimentazione riguarderebbe potenzialmente milioni e milioni di persone nel mondo. Si può paragonare ai benefici derivanti da una missione spaziale? Attenzione, non sto dicendo che le missioni spaziali non sono importanti. Sono appassionato di scienza e conosco le implicazioni pratiche e i risvolti tecnologici e scientifici delle missioni spaziali. Tuttavia ritengo ci sia una enorme differenza tra le due situazioni. Diciamo che nel primo caso (cura contro i tumori) trovo una sperimentazione sugli animali più accettabile, nel secondo caso (missione spaziale) meno.

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    4. in occidente sarebbe stato tenuto un occhio di maggior riguardo? Io penso di sì, ma senza esserne sicurissimo. Non so le tecnologie del tempo, ma penso che almeno avrebbero trovato un modo per lenire le sofferenze della cagnolina

      Sulla questione del maggior riguardo in occidente sono molto perplesso. In primo luogo perché si tratta di una mera ipotesi che ormai non potrà più essere provata. In secondo luogo perché gli scienziati sovietici non mandarono la bestiola nello spazio alla sperindio, ma adottarono tutta una serie di accorgimenti per ridurre al minimo la sua sofferenza, come ad esempio la preparazione di cibo sotto forma di gel allo scopo di fornirle acqua e nutrienti senza rischi di dispersione degli alimenti in un contesto di microgravità. Inoltre, visto che il rientro sulla terra non era previsto e quindi l'animale sarebbe stato sacrificato, avevano studiato dei sistemi perché la sua morte avvenisse senza dolore. Uno di questi era l'avvelenamento progressivo di Laika tramite dosi letali di sonniferi inserite nel cibo, in modo da provocare un lento e indolore addormentamento fino alla morte. Era prevista anche una progressiva riduzione dell'ossigeno respirabile che avrebbe dovuto ottenere lo stesso effetto. Poi, come sappiamo, purtroppo le cose sono andate diversamente e la cagnolina è morta dopo poche ore dal lancio a causa delle elevate temperature raggiunte all'interno dell'abitacolo causate da una schermatura insufficiente dai raggi solari. In occidente avrebbero fatto meglio? Forse sì, forse no. In ogni caso stiamo parlando della seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, dove la tecnologia era quella di quei tempi lì.

      secondo voi è più accettabile fare esperimenti su un insetto, piuttosto che su un piccolo roditore o su un grande mammifero come un animale domestico?
      Sapete che l'alternativa alla carne da macello che si sta studiando adesso è quella delle proteine ricavate da allevamenti di insetti? Cambia qualcosa o no a livello etico ed emotivo secondo ognuno di voi?


      A livello emotivo credo cambi parecchio. Un conto è fare esperimenti su uno scimpanzé, su un cane, su un gatto, altro conto è fare, che ne so, esperimenti su una blatta o una zanzara. Ovvio che la differenza c'è. A livello etico, invece, non dovrebbero esserci differenze in quanto ogni forma di vita dovrebbe avere la stessa dignità. Ma tu sai che l'essere umano non è per natura né razionale né coerente. Per quanto riguarda l'etica, Nietzsche diceva che non ne esiste una universale valida per tutti, ma ognuno si costruisce la propria in base al contesto sociale in cui è cresciuto, ai libri che ha letto, all'educazione ricevuta, ai maestri che ha avuto. Quindi, per ogni persona, l'accettabilità o meno della sperimentazione scientifica sugli insetti piuttosto che sui mammiferi credo segua questo percorso.

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    5. Perfetto.
      Ed ecco che subentra l'etica. Qualcosa di molto personale e su cui è difficile stabilire il confine tra giusto e sbagliato.

      Per dire, molta sperimentazione sugli animali la si fa anche sui prodotti cosmetici di bellezza. Su cui la società poi spende cifre assurde. Come fai a mettere tutti d'accordo su quale può essere il confine.
      Io personalmente preferisco non addentrarmi oltre.

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    6. Vero. Aggiungo anche che molta sperimentazione sugli animali riguarda farmaci di cui poi beneficiano gli stessi animali, che sono poi quelli prescritti dai veterinari. Immagino che tutti gli animalisti, prima o poi, avranno portato il loro animale dal veterinario.

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    7. Ti racconto anche questa cosa: una ventina di anni fa ad una cena di amici ho avuto un piccolo diverbio con una ex-compagna di liceo.
      Lei col papà morto di Parkinson o di Alzheimer, non ricordo di preciso, qualche anno prima.
      Laureata in biologia e finita quel periodo in Olanda a fare sperimentazione neurologiche sezionando rane. Non ricordo maggiori dettagli.
      Io mi mostrai un po' contrariato e lei si innervosì non poco.

      Avevo toccato un suo nervo emotivo familiare? O forse il suo lavoro?
      Boh. So solo che per riappanare gli animi decisi di stare zitto e non dire più nulla.
      Alla fine, senza giudicare più di tanto, forse avevo solo detto che io non avrei mai fatto un lavoro del genere...

      Probabilmente, più per via dei trascorsi, lì c'era un'evidente differenza di sensibilità.

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    8. Evidentemente sì. In ogni caso, al tuo posto io avrei fatto esattamente come te, ossia non avrei più replicato. Anche perché si tratta di situazioni in cui è veramente difficile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato.

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    10. Sulla soggettività della cosa (etica e/o rispetto che sia) c'è un altro caso, che scrivo perché mi ha appena ricoinvolto stanotte.
      Quando mi capita di vedere un gattino o anche un micio adulto investito sulla strada, poi è capace che ci sto male per giorni.
      Ho visto persone investire animali ed accelerare, come se la cosa non li tocchi minimamente. Qualcuno si ferma, ma solo per vedere se l'auto ha riportato danni.

      In genere questi animali perdono la vita a causa di alta velocità e non rispetto dei limiti. Mi è capitato diverse volte gatti, gattini, ricci, volpi con cuccioletti al seguito, istrici... e non ho mai investito nulla. Penso, quindi, che basti non correre.

      Vabbè. Sto abbastanza fuori tema rispetto al discorso iniziale. Voleva solo essere un ulteriore esempio di come al mondo ci siano sensibilità sulla cosa decisamente diverse.

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    11. Non era mia intenzione paragonare e mettere sullo stesso piano l'importanza di una ricerca medica con un risultato astronautico.
      Anche se, forse, la differenza sta solo nella percezione di immediatezza e di coinvolgimento emotivo.

      Comunque, per provare a sviluppare questo discorso, vi segnalo questa famosa, almeno per chi sta nel campo scientifico, lettera da parte dell'allora direttore della NASA Ernst Stuhlinger a suor Mary Jacunda, missionaria in Africa:

      https://www.ilpost.it/2012/08/08/perche-spendere-cosi-tanto-per-lo-spazio

      E' un po' lunga, ma val la pena leggerla tutta, secondo me.

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    12. Lo leggerò sicuramente. Grazie Maurizio.

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  3. Commento provocatorio. Il mio...
    Il rispetto per un animale inizia anche non andando dal macellaio a fare spesa. O no?
    Sono vegana da più di trent'anni... Fra un po' mi avvicino ai quaranta.
    Ciao, buon pomeriggio

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    1. Più che di rispetto, in questo caso parlerei di (in)coerenza. Io non sono né vegetariano né vegano, ma ormai da anni ho ridotto carne e derivati (insaccati, salumi ecc.) fino quasi ad azzerarne il consumo. Piano piano credo che arriverò ad eliminare anche altri cibi di origine animale, anche se difficilmente credo che arriverò a eliminarli tutti.
      In effetti, dichiararsi animalisti e poi mangiare carne è una notevole incoerenza.
      Tuttavia è una incoerenza e un paradosso che la psicologia ha studiato e spiegato ormai da anni ed è chiamato "paradosso della carne", col quale si cerca di spiegare come si possano amare gli animali e allo stesso tempo mangiarli.
      Questi studi non vogliono giustificare questo comportamento, intendiamoci, solo spiegarlo a livello psicologico. Una esauriente spiegazione la trovi qui.
      Ciao, buona serata.

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    2. Ti auguro di cuore di riuscire nel tuo intendimento. Ovvio sono di parte
      La spiegazione la leggerò ed eventualmente la pubblicherò. Grazie💚👋

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    3. Grazie a te, ciao Farfalla ;-)

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  4. Ogni essere vivente deve essere rispettato dall'uomo! Questo è un principio basilare...
    Se diventassimo tutti vegetariani che succederebbe?

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    1. Che ci guadagna il pianeta e di conseguenza noi, in salute. Ciao

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    2. Se diventassimo tutti vegetariani significherebbe che mangeremmo tutti le piante. Ma anche le piante sono esseri viventi, se ci si pensa. Quindi come si risolve la questione? (In realtà ho capito cosa intendi dire, ho voluto solo farti notare la piccola contraddizione.)

      Sulla faccenda del rispetto, in linea di principio sono d'accordo con te. Il problema è che il rispetto è una categoria morale che abbiamo costruito noi esseri umani e che vale finché la applichiamo all'interno delle interazioni tra esseri umani, ma che in natura non si può applicare perché la natura funziona con altri meccanismi. L'errore che più comunemente facciamo è applicare i nostri canoni morali a ciò che succede in natura, ma non può funzionare.
      Tu dici che ogni essere vivente deve essere rispettato dall'uomo, che è giustissimo. Significa che non dobbiamo uccidere gli altri esseri viventi per sfruttarli o cibarcene. Ma questa cosa la fanno già gli animali tra loro, quindi uno potrebbe dire: Ma come? Io devo rispettare e non uccidere gli animali mentre loro si uccidono e si cibano gli uni degli altri a vicenda? La differenza sta nel fatto che gli animali regolano i loro comportamenti esclusivamente sull'istinto, nient'altro. Le leonesse che a volte divorano i loro cuccioli appena nati, un comportamento che alla luce della nostra morale fa orrore, non lo fanno per odio o perché impazzite, lo fanno per istinto e per ragioni di modulazione sociale che affondano le loro radici nell'evoluzione.
      Quindi sì, sono d'accordo nel rispettare gli altri esseri viventi nel senso di evitare di sfruttarli per i nostri scopi o di cibarcene, ma farei sempre attenzione a tenere distinte le nostre convenzioni morali con i loro istinti.

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    3. Chiedo scusa se mi intrometto nuovamente poi non lo farò più. Perché non amo inserirmi nel dialogo altrui.
      Tu scrivi: "Ma anche le piante sono esseri viventi, se ci si pensa". Vero però le piante non sono dotate di un sistema nervoso centrale come gli animali. Quindi non soffrono,. Poi se tu non sradichi la pianta ma ti limiti solo a tagliare la parte commestibile, quella può ricrescere. Sull'animale questo discorso non lo puoi fare. Se vuoi cibarsene non puoi fare altro che ucciderlo, creandogli sofferenza.
      Buona serata ad entrambi.

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    4. Farfalla, non vedo perché tu debba scusarti. Io e Maurizio non stiamo chiacchierando privatamente su whatsapp ma su un blog aperto a tutti, quindi chiunque può intervenire in una conversazione.
      Per quanto riguarda la tua puntualizzazione, certo che le piante non possedendo un sistema nervoso non possono "sentire" alcunché, ma ho fatto a mia volta quella puntualizzazione perché Maestra 74 aveva parlato genericamente di esseri viventi, non in particolare di animali, altrimenti non sarebbe stato necessario farla.
      Ciao :-)

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  5. Andrea, sei partito da una finta “obiezione logica” (le piante sono vive, quindi anche mangiarle è violenza) che in realtà serve solo a spostare il discorso su un piano sterile, perché stai ignorando la questione etica reale, quella della sofferenza e della coscienza, non semplicemente della “vita biologica”. È un tipico modo per neutralizzare un argomento scomodo fingendo di essere razionali.
    Poi sai scivolando nel moralismo scientista: “la natura non conosce il rispetto, quindi nemmeno noi dovremmo applicarlo alla natura”. Ma questo è un errore concettuale enorme: il fatto che la natura non conosca la pietà non significa che noi dobbiamo imitarla. La nostra facoltà morale nasce proprio come superamento dell’istinto, non come sua estensione. Insomma, il tuo ragionamento si basa su una serie di equivoci antropocentrici travestiti da realismo naturalista: confondi la vita e coscienza, confondi la morale e l'istinto, e alla fine stai giustificando la predazione come se fosse una legge universale anche per l’uomo, che invece può scegliere.
    Sono vicino, molto vicino a diventare vegetariano e Netflix mi ha aiutato molto con i suoi documentari. Vado a mangiare il finocchio con tutti i suoi figli all'interno...questa sera faccio una strage. Segui il Tg che potrei uscire come prima notizia...

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    1. Temo tu abbia preso dei grossi granchi, e mi pare che non sia neppure la prima volta.
      Io non ho scritto da nessuna parte che mangiare piante è violenza, è una tua deduzione fallace nata dall'inconprensione (voluta per il gusto di polemizzare?) di quanto ho realmente scritto. Ti invito a rileggere il tutto per tentare di capire meglio cosa ho voluto dire.
      Non ho neppure scritto da nessuna parte il virgolettato che mi hai attribuito, né ho mai inteso dare alle mie esternazioni il significato che tu hai attribuito ad esse.
      Quindi ti consiglio di rileggere con calma tutto ciò che ho scritto e di rifletterci un po' su. Non sono concetti difficili da capire e mi sembra di averli anche vergati con una certa chiarezza. Proviamo?

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  6. Hai ragione sai...ho seppellito il mio gatto, sono entrato distrutto dal dolore, mi sono seduto sul divano...ho letto il tuo commento ma era riferito a Maestra74. Come non scritto e non mi faccio problemi quando sbaglio. Ps: Nessun granchio, Andrea e te lo dico da uno che i granchi li conosce bene: da quando ho visto su Netflix Il mio amico polpo non pesco più col fucile, ma sto attrezzandomi con macchine fotografiche subacquee per immortalare il prossimo cefalopode che incontro. Quando lo trovo te lo giro...

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  7. Questa volta i commenti sono molto interessanti dico la mia con sobrietà.

    Diciamo una cosa verissima piaccia o non piaccia la natura ha creato la catena alimentare e quindi in natura il consumo e l'uccisione di esseri viventi è del tutto normale.

    Io sono per la libertà del consumo di carne e pesce purché l'uccisione avvenga senza fare soffrire gli animali.

    Vegetariani, vegani, crudisti ecc. ecc. sono scelte di vita del tutto rispettabili ma per me sono l'equivalente di religioni ripeto del tutto rispettabili.

    Mentre sono fermamente contrario alla vivisezione trovandola del tutto inumana.

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