Le speculazioni e le polemiche, sempre posticce, sul fatto se il ventenne deceduto prendesse 5 euro all'ora o 13,50, come specifica la ditta che allestiva lo spettacolo di Jovanotti, mi paiono di importanza relativa. Quello che mi sembra più importante, è che forse questa vicenda può meglio di tante altre contribuire a dare ampia visibilità a un problema che è noto da anni e che nessuno può (o sa) risolvere: quello delle morti sul lavoro.
Tutti i giorni c'è gente che, come Francesco, lascia la pelle sul posto di lavoro. L'unica differenza è che di solito si muore in silenzio, nell'anonimato, perché non si sta allestendo lo spettacolo di un musicista famoso. Ma se si vanno a vedere i dati e le statistiche, si scopre che quello che è successo ieri non è un evento straordinario, come i titoloni di oggi tenderebbero a far credere, ma è purtroppo la normalità.
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Non in mio nome.
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