Le speculazioni e le polemiche, sempre posticce, sul fatto se il ventenne deceduto prendesse 5 euro all'ora o 13,50, come specifica la ditta che allestiva lo spettacolo di Jovanotti, mi paiono di importanza relativa. Quello che mi sembra più importante, è che forse questa vicenda può meglio di tante altre contribuire a dare ampia visibilità a un problema che è noto da anni e che nessuno può (o sa) risolvere: quello delle morti sul lavoro.
Tutti i giorni c'è gente che, come Francesco, lascia la pelle sul posto di lavoro. L'unica differenza è che di solito si muore in silenzio, nell'anonimato, perché non si sta allestendo lo spettacolo di un musicista famoso. Ma se si vanno a vedere i dati e le statistiche, si scopre che quello che è successo ieri non è un evento straordinario, come i titoloni di oggi tenderebbero a far credere, ma è purtroppo la normalità.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Se tutto è antisemitismo
Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento