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Quello che forse occorrerebbe capire della vittoria di Trump

Quello che, credo, sarebbe veramente importante e interessante capire riguardo alla vittoria di Trump sono i motivi per cui in Occidente, cioè Europa occidentale e USA, è in atto da anni lo spostamento verso le destre. Intendo i motivi veri, culturali, sociali e antropologici di questa deriva.  Trump è un signore largamente impresentabile, ha una lista di grane giudiziarie infinita. È corrotto, razzista, stupratore, detesta i diritti, le minoranze, ama i dittatori alla Putin, i regimi autoritari, e ha già dichiarato che appoggerà tranquillamente il genocidio dei palestinesi per mano di Netanyahu. Eppure è stato votato da milioni e milioni di americani, e nessuno li ha costretti. Personalmente credo poco all'alibi della povertà, dei timori sul futuro incerto, della scarsità di prospettive. Sì, in parte ci sarà anche questo, ma la maggioranza di quei milioni di elettori l'ha votato, inutile nasconderselo, perché si riconosce in ciò che rappresenta, in quei "valori" lì:

C'è voluto Report

C'è voluto Report, domenica sera, per raccontare senza filtri cosa succede a Gaza da più di un anno a questa parte. Senza filtri, appunto, e senza rinunciare a chiamare ciò che sta succedendo col suo nome: genocidio. Non è stata una puntata di parte, Ranucci e il suo staff hanno raccontato e documentato esaustivamente sia l'orribile attentato fatto dai macellai di Hamas il 7 ottobre dello scorso anno, sia la risposta di Israele, limitandosi a esporre i fatti. Chi volesse guardare la parte della puntata in oggetto, può farlo qui a partire da 1:47.

Consolazioni (magre)

Se per caso vincerà Trump, il che è possibilissimo, un modo per consolarsi potrebbe essere pensare a quanto scrive Dario Fabbri in Geopolitica umana, e cioè che negli USA i presidenti hanno pochissimo potere. Magari ne hanno di più mediaticamente, nel senso che quando parlano un certo indirizzo comunque lo danno, ma al lato pratico ne hanno pochissimo perché i padri fondatori degli USA, che venivano da una monarchia assoluta, vollero appunto che il presidente fosse poco più di una carica figurativa. Nel libro, a supporto di questo suo assunto, Fabbri elenca una serie di cose che nel precedente mandato Trump avrebbe voluto fare (aprire alla Russia, riportare a casa i soldati americani in giro nel mondo, imporre dazi elevatissimi per ridurre la dipendenza dalle importazioni e rilanciare la manifattura interna ecc.) ma che non ha potuto fare. Questo perché negli USA, appunto, il potere di fare o non fare le cose ce l'hanno gli apparati (Congresso, Dipartimento di stato, Pentagono), no

Il problema dei senzatetto

In vista del Giubileo indetto dal papa il prossimo anno, a Roma si fa sempre più pressante il problema dei senzatetto che affollano stazione Termini: dove spostarli in modo che non si vedano? Roberto Gualtieri e la sua giunta hanno vagliato alcune soluzioni, tra cui la sistemazione in una grande tensostruttura allestita allo scopo. Peccato che non si sappia dove metterla e, a tutt'oggi, tutte le ipotesi sulla sua collocazione siano state scartate . Il problema si fa naturalmente di giorno in giorno più impellente, dal momento che all'inizio del Giubileo mancano ormai meno di due mesi. A parte che mi pare abbastanza ipocrita il fatto di preoccuparsi di "nascondere" questi poveretti in occasione di grandi eventi internazionali e fregarsene per tutto il resto dell'anno. Ma a questo punto si lascino lì. Il Giubileo è un evento cristiano e sia nella Bibbia che nei Vangeli la povertà è esaltata ovunque come viatico per la vita eterna e caparra per l'eternità. Quind

Il parcheggio è vuoto

Dopo due giorni di titoloni cubitali che ipotizzavano un cimitero sommerso con centinaia di morti che manco Stephen King sarebbe stato in grado di concepire, oggi si scopre che nel famoso parcheggio allagato del centro commerciale di Aldaia c'è solo acqua, nient'altro. Neppure una vittima. Che va benissimo, intendiamoci, è una notizia che in mezzo a tanto dolore offre un barlume di sollievo, ma che al tempo stesso illustra come meglio non si potrebbe lo stato dell'informazione nel nostro paese.

Libri per caso

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Fuori dal Castello di Mesola, dove ci siamo fermati oggi per una breve sosta, c'erano alcune bancarelle. Una di queste era di libri usati e naturalmente mi ci sono fermato, invogliato anche dal cartello un libro, un euro. Il bottino lo vedete qui sopra. Il libro della Läckberg l'ho preso perché è una giallista che adoro e quel titolo mi mancava; stesso discorso per il celeberrimo capolavoro di Dumas, che tra l'altro non ho mai letto, ahimè. Ma quello che più mi ha intrigato fin da quando mi è capitato in mano è stato Il mondo è una prigione , di Petroni, uno dei suoi romanzi più celebri. Guglielmo Petroni è stato uno scrittore, poeta e pittore italiano. Morto nel 1993, la sua peculiarità maggiore è quella di essere stato praticamente semianalfabeta fino all'adolescenza a causa della estrema povertà della sua famiglia, povertà che gli precluse l'accesso agli studi (all'età di 10 anni entrò a lavorare nella bottega di calzolaio del padre). Ciò non gli impedì di di

I disertori

Non mi riferisco all'omonimo film del 2013 diretto da Ben Wheatly, mi riferisco agli oltre 100.000 soldati ucraini che dall'inizio dell'anno hanno abbandonato i campi di battaglia e sono scappati, mentre i media ucraini stimano che il numero di disertori sia molto maggiore e arrivi addirittura a 170.000. Le motivazioni di questa specie di fuga di massa sono principalmente psicologiche e motivazionali, dettate dal fatto che in tanti, nelle file dell'esercito, hanno capito che la guerra è ormai perduta e che al fronte si muore. Nel frattempo nel Donbass l'esercito russo avanza senza sosta a ritmi mai visti prima in due anni e mezzo di guerra.  Senza entrare nel merito dei torti e delle ragioni, mi limito a osservare come tutto ciò strida con quanto ci hanno raccontato e ci raccontano i media circa l'andamento di questo conflitto, con toni esageratamente trionfali ogni volta che Kiev guadagna pochi chilometri quadrati di territorio e ridicolmente minimizzatori qu