Se per caso vincerà Trump, il che è possibilissimo, un modo per consolarsi potrebbe essere pensare a quanto scrive Dario Fabbri in Geopolitica umana, e cioè che negli USA i presidenti hanno pochissimo potere. Magari ne hanno di più mediaticamente, nel senso che quando parlano un certo indirizzo comunque lo danno, ma al lato pratico ne hanno pochissimo perché i padri fondatori degli USA, che venivano da una monarchia assoluta, vollero appunto che il presidente fosse poco più di una carica figurativa.
Nel libro, a supporto di questo suo assunto, Fabbri elenca una serie di cose che nel precedente mandato Trump avrebbe voluto fare (aprire alla Russia, riportare a casa i soldati americani in giro nel mondo, imporre dazi elevatissimi per ridurre la dipendenza dalle importazioni e rilanciare la manifattura interna ecc.) ma che non ha potuto fare.
Questo perché negli USA, appunto, il potere di fare o non fare le cose ce l'hanno gli apparati (Congresso, Dipartimento di stato, Pentagono), non il presidente. Poi, certo, quando si pensa che un buzzurro simile potrebbe tornare alla Casa Bianca, consolarsi col fatto che non abbia grossi poteri è piuttosto difficile, ma temo occorrerà farselo bastare.
martedì 5 novembre 2024
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Consolazioni (magre)
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2 commenti:
Io continuo a stupirmi che uno come Trump abbia potuto correre per la Casa Bianca non una, bensì due volte.
Poi però mi vengono in mente certi politici di casa nostra, e allora le cose assumono un colore diverso. Non dico più normale, perché normale non è, ma a ben guardare gli USA non detengono il monopolio di una strana politica sbilenca.
A me ha stupito maggiormente che abbia potuto candidarsi per il secondo mandato, con la marea di grane giudiziarie di ogni tipo che ha accumulato sul groppone negli ultimi anni. Vabbe', noi dopo il ventennio berlusconiano non è che possiamo dire chissaché.
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