No, dico, non penserete che ci abbia rinunciato? Alle leggi ad personam intendo. C'è stato parecchio casino in questi giorni, tra più o meno verosimili scoop su case a Montecarlo e discorsi-bufala del premier in Parlamento. Ed è possibile che qualcuno si sia dimenticato. Lui no di sicuro. A rinfrescarci la memoria ci ha pensato questa mattina Liana Milella su Repubblica.
Al momento il premier è impensierito da almeno due urgenze (urgenze sue, non nostre, come al solito): lo scudo ai suoi processi e il tentativo di bloccare il risarcimento che Fininvest deve alla Cir di De Benedetti per il famoso lodo Mondadori. Per entrambi occorre trovare al più presto una soluzione; una per bloccare i processi a Milano fino a fine legislatura e una per bloccare il maxi risarcimento da 500 milioni di euro a De Benedetti.
Per i processi milanesi, come sapete già, si sta studiando un allungamento del legittimo impedimento per consentire nel frattempo di portare a casa il lodo Alfano costituzionale (con l'opzione sempre pronta del processo breve). Per la questione del maxi risarcimento alla Cir di De Benedetti la faccenda è un po' più complicata. Si vorrebbe provare qui una sorta di "processo breve" anche per la cause civili, e tentare di ammazzare il procedimento civile Fininvest/Cir con la scusa ormai famosa della "ragionevole durata" dei procedimenti. Il problema, però, è sempre quello: quante cause non arriverebbero a sentenza? O meglio: quante persone non avranno giustizia, per l'estinzione della loro causa, perché bisogna cancellare quella del premier?
Insomma, anche se non ne parla più nessuno, la macchina delle leggi ad personam è sempre in movimento.
giovedì 30 settembre 2010
Mestieri usuranti
Duro il mestiere del politico. Avete voglia a dire. Vorrei vedere voi provare a restare svegli mentre parla Cicchitto...
mercoledì 29 settembre 2010
Ancora un po' d'ossigeno
Il governo ha avuto la fiducia. Si tira a campare un altro po' (presumibilmente fino a marzo).
Tra croce e sole delle Alpi
"Forse che la croce non è un simbolo identificabile con una parte politica, che va dal Vaticano (addirittura uno stato estero ed extracomunitario) all’area della ex Democrazia Cristiana? Forse che quel simbolo non sostituisce, nelle sedi pubbliche quali le aule scolastiche, quelli inesistenti della nazione e dello Stato? Forse che non e’ oggetto di provocazione e di sfida: ad esempio da parte del Ministro La Russa, che ha urlato in televisione che coloro che vogliono togliere il Crocifisso dalle scuole “possono morire”?".
Piergiorgio Odifreddi si chiede perché Napolitano e la Gelmini abbiano strillato contro i simboli nella scuola di Adro e non abbiano invece fatto altrettanto quando la Comunità Europea ha imposto la rimozione del crocifisso.
Piergiorgio Odifreddi si chiede perché Napolitano e la Gelmini abbiano strillato contro i simboli nella scuola di Adro e non abbiano invece fatto altrettanto quando la Comunità Europea ha imposto la rimozione del crocifisso.
Quella linea sottile tra politica e barzellette
Allora, il santo papi ha da poco finito il suo pistolotto parlamentare. Lo so, mi ero ripromesso di non parlarne, ma non ce la faccio. Solo due appunti velocissimi. Manco fosse in campagna elettorale, per prima cosa ha promesso il famoso quoziente familiare (una leccatina a Casini); poi ha promesso soldi per il sud: 21 miliardi di euro senza dire dove li prenderà (una leccatina a Lombardo e soci). Ma la vera notizia, quella più divertente, è che - udite udite - ha promesso di abbassare le tasse! Sì, avete capito bene: la stessa balla che va ripetendo ormai da 16 anni e che non è mai diventata realtà. Chissà cosa gli fa pensare che la gente ancora beva questa panzana? Mah...
Poi, immancabile, l'argomento che gli sta più a cuore: la giustizia. Il ritornello è noto: c'è una magistratura politicizzata che vuole sovvertire il voto popolare e bla bla bla, ormai lo conosciamo. E allora occorre fare qualcosa per ristabilire gli equilibri tra le istituzioni e i poteri dello stato (da intendersi più o meno così: la magistratura non deve rompere le palle ai politici che rubano). Insomma, senza tanti giri di parole, lui vuole il lodo Alfano, il tempo stringe. Ecco, su tutti questi argomenti, che naturalmente servono a tutti gli italiani, stasera si voterà la fiducia. E volete sapere la cosa fantastica? I finiani gliela daranno!
Fini e soci sono stati massacrati dai giornali del Pdl con la storia della casa a Montecarlo e altre bufale; hanno fatto un gran baccano, a partire da Mirabello in qua, con la storia della legalità, della legge uguale per tutti, dei provvedimenti ad pesonam che non devono sembrare amnistie mascherate, e adesso che l'ottavo nano chiede i voti per poter garantirsi l'impunità, loro glieli danno. Poi dicono che è facile distinguere tra politica e satira.
Poi, immancabile, l'argomento che gli sta più a cuore: la giustizia. Il ritornello è noto: c'è una magistratura politicizzata che vuole sovvertire il voto popolare e bla bla bla, ormai lo conosciamo. E allora occorre fare qualcosa per ristabilire gli equilibri tra le istituzioni e i poteri dello stato (da intendersi più o meno così: la magistratura non deve rompere le palle ai politici che rubano). Insomma, senza tanti giri di parole, lui vuole il lodo Alfano, il tempo stringe. Ecco, su tutti questi argomenti, che naturalmente servono a tutti gli italiani, stasera si voterà la fiducia. E volete sapere la cosa fantastica? I finiani gliela daranno!
Fini e soci sono stati massacrati dai giornali del Pdl con la storia della casa a Montecarlo e altre bufale; hanno fatto un gran baccano, a partire da Mirabello in qua, con la storia della legalità, della legge uguale per tutti, dei provvedimenti ad pesonam che non devono sembrare amnistie mascherate, e adesso che l'ottavo nano chiede i voti per poter garantirsi l'impunità, loro glieli danno. Poi dicono che è facile distinguere tra politica e satira.
Fiori all'occhiello che se ne vanno
Generalizzare non è mai cosa buona, lo so. Ma non viene il sospetto anche a voi che ultimamente nella nostra sanità ci sia qualcosa che non va?
Atei religiosi
Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che gli atei sono più ferrati in materia di religione rispetto ai credenti. Di questa cosa mi sono spesso accorto anch'io, conversando con amici e conoscenti. E la spiegazione, a mio parere, è molto semplice. L'ateo in genere si documenta, legge, si pone delle domande a cui cerca di dare delle risposte. Il credente, invece, proprio in virtù di questo suo "status", tende a credere ciecamente, si fida senza farsi troppe domande.
Mi è capitato spessissimo, solo per fare un esempio, di far notare a qualche devoto amico che i quattro vangeli canonici ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa non sono stati scritti, come tutti credono, da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma sono totalmente anonimi, e l'attribuzione ai quattro famosi evangelisti è avvenuta arbitrariamente ad opera della stessa Chiesa. Ecco arrivare lo stupore e lo sgomento (e anche un po' di panico) dei miei interlocutori. Naturalmente, come dicevo, questo è solo un esempio.
Mi è capitato spessissimo, solo per fare un esempio, di far notare a qualche devoto amico che i quattro vangeli canonici ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa non sono stati scritti, come tutti credono, da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma sono totalmente anonimi, e l'attribuzione ai quattro famosi evangelisti è avvenuta arbitrariamente ad opera della stessa Chiesa. Ecco arrivare lo stupore e lo sgomento (e anche un po' di panico) dei miei interlocutori. Naturalmente, come dicevo, questo è solo un esempio.
martedì 28 settembre 2010
Obama intercetta tutti?
Sta facendo parecchio rumore, in rete e anche fuori, la notizia che Obama vorrebbe rendere possibile per legge il tracciamento e l'intercettazione delle comunicazioni su internet (e-mail, chat, messaggi sui social network, ecc...). In realtà le cose stanno un pochino diversamente, e mi pare che molti degli allarmi sulla presunta violazione della privacy che porterebbe questa legge, tra l'altro ancora in fase embrionale - non è stata neppure presentata al Congresso -, siano sostanzialmente ingiustificati.
Basta infatti leggere un po' più approfonditamente come stanno le cose, per sfatare alcune leggende che già si leggono in giro. Prima tra tutte quella che questi tracciamenti sarebbero effettuati a discrezione del governo. Balle. Lo scriveva abbastanza chiaramente ieri Repubblica: "L'obiettivo è di imporre a tutti i servizi di comunicazione - tra cui Blackberry, Facebook e Skype - di essere tecnicamente in grado di poter fare intercettazioni sui propri clienti se richiesto dalle autorità".
Per "autorità" non si intende il governo, ma l'autorità giudiziaria, quella che già di sua iniziativa - un po' come accade anche da noi - mette sotto controllo i telefoni di chi ritiene sia implicato in faccende che potrebbero costituire reato. Ecco, se mai questa legge vedrà la luce, obbligherà gli internet service provider a mettere in campo le tecnologie necessarie affinché la magistratura possa intercettare, se lo ritiene necessario, le telefonate sui circuiti Voip, ad esempio. Che è cosa ben diversa dal generico e falsamente allarmistico "il governo potrà intercettare i messaggi privati su internet".
Basta infatti leggere un po' più approfonditamente come stanno le cose, per sfatare alcune leggende che già si leggono in giro. Prima tra tutte quella che questi tracciamenti sarebbero effettuati a discrezione del governo. Balle. Lo scriveva abbastanza chiaramente ieri Repubblica: "L'obiettivo è di imporre a tutti i servizi di comunicazione - tra cui Blackberry, Facebook e Skype - di essere tecnicamente in grado di poter fare intercettazioni sui propri clienti se richiesto dalle autorità".
Per "autorità" non si intende il governo, ma l'autorità giudiziaria, quella che già di sua iniziativa - un po' come accade anche da noi - mette sotto controllo i telefoni di chi ritiene sia implicato in faccende che potrebbero costituire reato. Ecco, se mai questa legge vedrà la luce, obbligherà gli internet service provider a mettere in campo le tecnologie necessarie affinché la magistratura possa intercettare, se lo ritiene necessario, le telefonate sui circuiti Voip, ad esempio. Che è cosa ben diversa dal generico e falsamente allarmistico "il governo potrà intercettare i messaggi privati su internet".
10 anni fa (gli stipendi di)
Mentre si ride e si scherza coi rutti di Bossi (a proposito: Boso ha poco fa dichiarato che il senatur ci è andato fin troppo leggero), la Cgil ci informa che i salari dei lavoratori sono calati di oltre 5.000 euro nel corso degli ultimi 10 anni. Cioè, per essere più chiari, 10 anni fa, mediamente, un lavoratore guadagnava 5.453 euro in più all'anno rispetto a oggi. Suona meglio così?
CUD trasparenti
Santoro ha messo online il suo CUD, da cui risulta che nel 2009 ha guadagnato (lordi) oltre 600.000 euro. Per fare un omaggio a Brunetta e alla sua battaglia per la trasparenza, quasi quasi metto online anche il mio.
Tra Bossi e il debito pubblico
Mentre qua ci si trastulla dietro alle cretinate di Bossi e alla casa a Montecarlo di Fini, in Europa hanno a che fare con cose più serie. Naturalmente non ne parla nessuno (occorre spulciare i siti specializzati) per non disturbare il quieto vivere e il famoso "da noi va tutto bene" che propaganda continuamente il governo. Per farla breve, l'Italia rischia di essere sanzionata dall'UE per eccessivo debito pubblico.
Non si tratta di una sanzione da poco, ma di una multa che potrebbe avere effetti devastanti sulla nostra economia. Scrive wallstreetitalia.com: "Tremonti aveva cercato di far passare la tesi secondo cui si sarebbe tenuto conto anche del debito privato, oltre che di quello dello stato espresso in Cct e Bpt, debito che e' il terzo piu' alto del mondo e il piu' alto d'Europa. Ma i tedeschi, che ormai sono gli unici 'cani da guardia' di quel che rimane della traballante costruzione europea, non ci stanno. Il debito e' solo quello sovrano, sostiene la Germania".
Secondo i parametri della UE, il debito pubblico degli stati membri dovrebbe assestarsi attorno al 60% del Pil. Il nostro è praticamente il doppio, ed è aumentato da marzo 2009 per l'equivalente di tre volte l'ultima finanziaria di Tremonti (25 miliardi). Massì, ridiamo con Bossi, che è meglio.
Altri dettagli su Il Fatto Quotidiano.
Non si tratta di una sanzione da poco, ma di una multa che potrebbe avere effetti devastanti sulla nostra economia. Scrive wallstreetitalia.com: "Tremonti aveva cercato di far passare la tesi secondo cui si sarebbe tenuto conto anche del debito privato, oltre che di quello dello stato espresso in Cct e Bpt, debito che e' il terzo piu' alto del mondo e il piu' alto d'Europa. Ma i tedeschi, che ormai sono gli unici 'cani da guardia' di quel che rimane della traballante costruzione europea, non ci stanno. Il debito e' solo quello sovrano, sostiene la Germania".
Secondo i parametri della UE, il debito pubblico degli stati membri dovrebbe assestarsi attorno al 60% del Pil. Il nostro è praticamente il doppio, ed è aumentato da marzo 2009 per l'equivalente di tre volte l'ultima finanziaria di Tremonti (25 miliardi). Massì, ridiamo con Bossi, che è meglio.
Altri dettagli su Il Fatto Quotidiano.
lunedì 27 settembre 2010
Relazioni pericolose
Ora, intendiamoci, io non sono certo un bacchettone, e quindi non ci vedo niente di male nel fatto che Lele Mora abbia avuto - dice lui - una relazione con Corona. Ritengo che ognuno sia libero di stare con chi gli pare. Certo però che se si pensa al "macho" Corona tutto pieno di tatuaggi e sempre contornato da belle donne, la cosa fa un certo che.
Dati in pasto a Google
Stavo pensando: per fare le ricerche uso Google, per navigare uso Google Chrome e il mio blog è hostato su blogger.com che è di Google. Non è che gli sto dando in pasto troppi dati? (l'immagine della torta che vedete oggi in home page è per il 12° compleanno).
Porci (senza ali)
Capite bene anche voi che in un momento politico come questo, in cui tutto procede nella pace e nella tranquillità, le parole di Bossi capitano a fagiolo.
Omofobie ecclesiali
Il primate anglicano d'Inghilterra ha recentemente affermato, pur con alcuni distinguo, che per lui non rappresenta un problema il fatto che si nominino vescovi omosessuali.
L'anglicanesimo, se non ricordo male, è una confessione cristiana, così come pure il protestantesimo. Ora, la mia domanda è molto semplice: perché solo la chiesa cattolica si ostina a mantenere posizioni così anacronisticamente rigide (vedi anche, ad esempio, il celibato dei preti o il sacerdozio femminile)? Perché solo la Chiesa Cattolica è ancora così terribilmente piegata su posizioni omofobiche? C'è qualche teologo tra i miei lettori che me lo può spiegare?
L'anglicanesimo, se non ricordo male, è una confessione cristiana, così come pure il protestantesimo. Ora, la mia domanda è molto semplice: perché solo la chiesa cattolica si ostina a mantenere posizioni così anacronisticamente rigide (vedi anche, ad esempio, il celibato dei preti o il sacerdozio femminile)? Perché solo la Chiesa Cattolica è ancora così terribilmente piegata su posizioni omofobiche? C'è qualche teologo tra i miei lettori che me lo può spiegare?
In arrivo un dossier su Ellero?
Forse non siamo ancora alla "demolizione" dell'avvocato Renato Ellero, ma qualche segno premonitore si intravede. Avete presente di chi si parla, no? E' il penalista che ha fatto irruzione sulla questione della casa di Fini dicendo che l'appartamento non è di Tulliani ma di un suo facoltoso cliente.
Voi capite che uno così, che si permette di mandare all'aria e di smontare i piani degli house organ di casa Berlusconi, non la può passare liscia.
Ecco infatti che il Giornale ha già cominciato a fare indagini e a pubblicare qualcosa sul suo conto: ex missino, ex Dc, ex senatore leghista oggi vicino ai grillini. Quanto scommettete che fra un po' salterà fuori un bel dossier anche su di lui?
Voi capite che uno così, che si permette di mandare all'aria e di smontare i piani degli house organ di casa Berlusconi, non la può passare liscia.
Ecco infatti che il Giornale ha già cominciato a fare indagini e a pubblicare qualcosa sul suo conto: ex missino, ex Dc, ex senatore leghista oggi vicino ai grillini. Quanto scommettete che fra un po' salterà fuori un bel dossier anche su di lui?
sabato 25 settembre 2010
Valori cercansi
E' fantastico quest'uomo. Ogni tanto se ne esce fuori dal nulla e lancia i suoi messaggi audio ai "Promotori della libertà" (qualunque cosa voglia voglia dire). Un po' come fa Bin Laden quando vuole fare sapere di essere ancora vivo. Sentite cosa è riuscito a dire stamattina: "Fuori da questo teatrino, il nostro governo invece, il 'governo del fare', ha continuato a lavorare in silenzio su cose concrete, nell’interesse di tutti gli italiani". Come no? Infatti è nell'interesse di tutti gli italiani che ancora, dopo cinque mesi, da quando se ne andò il mitico Scajola, Berlusconi non abbia nominato il ministro dell'industria.
L'ultima rassicurazione (bufala) del cavaliere, fatta dopo che anche Napolitano aveva perso la pazienza, risale al 3 settembre scorso, ed è ancora online sul sito del governo. Sapete cosa c'è scritto: "la settimana prossima sottoporrò al Capo dello Stato il nome di un nuovo Ministro dello Sviluppo". Come no? Qualcuno per caso l'ha visto? Questo è il governo del fare. Ma andiamo avanti.
"Gli italiani hanno oggi un estremo bisogno di valori positivi, di valori etici e morali". Dunque, fatemi pensare. Valori positivi mi sembra un po' troppo generico. I valori etici, invece, chissà chi potrebbe trasmetterli? Forse un signore che ha attualmente tre processi in corso con l'accusa di corruzione in atti giudiziari e frode fiscale che cerca di scansare in tutti i modi con provvedimentiad hoc? No, non direi. E i valori morali? Forse un signore che ha sfasciato due matrimoni e che si trastulla ogni tanto con qualche escort? No, anche qui direi che non ci siamo.
Beh, ma forse Berlusconi non si riferiva a sé. Come ho fatto a non pensarci prima?
L'ultima rassicurazione (bufala) del cavaliere, fatta dopo che anche Napolitano aveva perso la pazienza, risale al 3 settembre scorso, ed è ancora online sul sito del governo. Sapete cosa c'è scritto: "la settimana prossima sottoporrò al Capo dello Stato il nome di un nuovo Ministro dello Sviluppo". Come no? Qualcuno per caso l'ha visto? Questo è il governo del fare. Ma andiamo avanti.
"Gli italiani hanno oggi un estremo bisogno di valori positivi, di valori etici e morali". Dunque, fatemi pensare. Valori positivi mi sembra un po' troppo generico. I valori etici, invece, chissà chi potrebbe trasmetterli? Forse un signore che ha attualmente tre processi in corso con l'accusa di corruzione in atti giudiziari e frode fiscale che cerca di scansare in tutti i modi con provvedimentiad hoc? No, non direi. E i valori morali? Forse un signore che ha sfasciato due matrimoni e che si trastulla ogni tanto con qualche escort? No, anche qui direi che non ci siamo.
Beh, ma forse Berlusconi non si riferiva a sé. Come ho fatto a non pensarci prima?
L'Italia appesa a un rogito notarile?
Sembra che l'Italia sia appesa a un rogito notarile. La questione della casa di Montecarlo, infatti, si arricchisce ogni giorno di un nuovo colpo di scena. Uno potrebbe anche pensare: ma a me che mi frega? Il che, ovviamente, non farebbe una piega. Ma i protagonisti di questo affare non sono due sconosciuti pinco pallino, sono il capo del governo e la terza carica dello stato.
Allora, riassumendo brutalmente: i giornali vicini a Berlusconi, Libero e il Giornale (quest'ultimo di proprietà del fratello del premier), da circa due mesi vanno avanti a edicole unificate coi dossier sulla casa di Montecarlo, il famoso appartamento donato da una nobildonna ad AN e finito, dopo un giro di società offshore sparse in alcuni paradisi fiscali, nella disponibilità del fratello della compagna di Fini.
L'ultimo atto di questa campagna è il famoso documento di cui si parla da giorni. Questo documento, prodotto dal governo di Santa Lucia, piccolo stato indipendente delle Antille, dimostrerebbe inequivocabilmente che la casa di Montecarlo è effettivamente di proprietà di Giancarlo Tulliani. I finiani, e non solo loro per la verità, dicono fin da subito che si tratta di una patacca, ma a confermarne la veridicità arriva ieri Lorenzo Rudolph Francis, ministro della Giustizia del piccolo stato caraibico.
Per Fini, quindi, sembra mettersi male, in quanto l'autenticità del documento sarebbe la prova che ha mentito quando il mese scorso ha dato la sua spiegazione della vicenda (i famosi otto punti). Adesso l'ultimo colpo di scena: si fa vivo un avvocato ed ex senatore leghista che afferma che la casa non è di Tulliani, ma di un suo facoltoso cliente. Ecco, siamo fermi a questo punto. E siamo In attesa che Fini, oggi, faccia il suo discorso chiarificatore.
Tutta la vicenda, naturalmente, non è interessante per il fatto della casa in sé. Ma perché quando tutto sarà finito si saprà con certezza se Fini ha raccontato balle o se è sempre stato in buona fede. La tenuta della sua poltrona in fondo dipende da questo.
Allora, riassumendo brutalmente: i giornali vicini a Berlusconi, Libero e il Giornale (quest'ultimo di proprietà del fratello del premier), da circa due mesi vanno avanti a edicole unificate coi dossier sulla casa di Montecarlo, il famoso appartamento donato da una nobildonna ad AN e finito, dopo un giro di società offshore sparse in alcuni paradisi fiscali, nella disponibilità del fratello della compagna di Fini.
L'ultimo atto di questa campagna è il famoso documento di cui si parla da giorni. Questo documento, prodotto dal governo di Santa Lucia, piccolo stato indipendente delle Antille, dimostrerebbe inequivocabilmente che la casa di Montecarlo è effettivamente di proprietà di Giancarlo Tulliani. I finiani, e non solo loro per la verità, dicono fin da subito che si tratta di una patacca, ma a confermarne la veridicità arriva ieri Lorenzo Rudolph Francis, ministro della Giustizia del piccolo stato caraibico.
Per Fini, quindi, sembra mettersi male, in quanto l'autenticità del documento sarebbe la prova che ha mentito quando il mese scorso ha dato la sua spiegazione della vicenda (i famosi otto punti). Adesso l'ultimo colpo di scena: si fa vivo un avvocato ed ex senatore leghista che afferma che la casa non è di Tulliani, ma di un suo facoltoso cliente. Ecco, siamo fermi a questo punto. E siamo In attesa che Fini, oggi, faccia il suo discorso chiarificatore.
Tutta la vicenda, naturalmente, non è interessante per il fatto della casa in sé. Ma perché quando tutto sarà finito si saprà con certezza se Fini ha raccontato balle o se è sempre stato in buona fede. La tenuta della sua poltrona in fondo dipende da questo.
venerdì 24 settembre 2010
Indipendentemente
Indipendentemente dal fatto che uno segua la politica o no; indipendentemente dal fatto che Santoro stia simpatico o antipatico; sapete qual è la cosa più gustosa di Annozero? Il fatto che per quasi tre ore, ogni giovedì, quelli del Pdl (Berlusconi compreso) si facciano un fegato così perché milioni di italiani sentono parlare di tutto quello che loro cercano in tutti i modi di tenere nascosto. :-)
p.s.
ieri sera Annozero ha fatto quasi 5 milioni di telespettatori nonostante il boicottaggio da parte della Rai degli spot pubblicitari.
p.s.
ieri sera Annozero ha fatto quasi 5 milioni di telespettatori nonostante il boicottaggio da parte della Rai degli spot pubblicitari.
UE e aiuti di stato alla Chiesa Cattolica
Curzio Maltese, nel suo libro La Questua, aveva quantificato in circa 4 miliardi di euro il costo della Chiesa a carico dello Stato Italiano.
E' notizia di oggi che l'Unione Europea ha formalmente avviato un'indagine nei confronti dell'Italia per vedere con chiarezza cosa si nasconde dietro l'esenzione dall'ICI per gli edifici di culto. Voi sapete che una sciagurata legge del 2005, voluta da Berlusconi per ingraziarsi l'elettorato cattolico, esenta gli edifici di culto (che per la chiesa comprendono anche ristoranti, alberghi ed esercizi commerciali vari) dal pagamento dell'imposta comunale sugli immobili. Un costo per lo stato italiano di circa 2 miliardi di euro.
Ecco, speriamo che la UE vada bene fino in fondo, e obblighi magari l'Italia a farsi restituire parte del maltolto.
E' notizia di oggi che l'Unione Europea ha formalmente avviato un'indagine nei confronti dell'Italia per vedere con chiarezza cosa si nasconde dietro l'esenzione dall'ICI per gli edifici di culto. Voi sapete che una sciagurata legge del 2005, voluta da Berlusconi per ingraziarsi l'elettorato cattolico, esenta gli edifici di culto (che per la chiesa comprendono anche ristoranti, alberghi ed esercizi commerciali vari) dal pagamento dell'imposta comunale sugli immobili. Un costo per lo stato italiano di circa 2 miliardi di euro.
Ecco, speriamo che la UE vada bene fino in fondo, e obblighi magari l'Italia a farsi restituire parte del maltolto.
Bertolaso: "C'è qualcosa che non torna"
Certo che di mondezza dev'essercene proprio parecchia a Napoli. Come si spiega altrimenti il fatto che ne parli anche il Giornale?
giovedì 23 settembre 2010
Il quartier generale racconta/39
Libero, oggi, ci presenta una bella immagine di Fini nudo, con le parti intime opportunamente coperte da una foglia di fico. Non è che la cosa in sé sia particolarmente interessante, intendiamoci; l'ho segnalata solo per fare capire a quale livello è disposto a scendere un giornale pur di "abbattere" il nemico. Visto che coi dossier, le cucine e le case a Montecarlo non si è infatti ottenuto niente, perché non passare direttamente alla delegittimazione via gossip della persona?
La ciliegina sulla torta è naturalmente il sottotitolo, dove si legge: "Per dimostrargli che non lo perseguitiamo, non mostriamo le sue foto senza veli". Ecco, una sarcastica presa per il culo e il piatto della giornata è servito. Questo è quello che oggi ci spacciano per giornalismo. Vabbè...
Merita una menzione - lo vedete nel cerchietto rosso - anche l'articolo intitolato "Impresa Pdl su Cosentino". Il senso mi pare chiaro, no? Per quelli di Libero il governo, salvando un suo illustre componente da un'indagine per camorra, ha compiuto un'impresa. Un atto eroico, verrebbe quasi da dire - d'altra parte se pure Mangano lo era...
A proposito della famosa casa di Montecarlo, lasciamo Libero e ci spostiamo dalle parti del Giornale per segnalare che Feltri sta seriamente rischiando di essere radiato definitivamente dall'albo dei giornalisti. Come probabilmente ricorderete, Vittorio Feltri era già stato sospeso nel marzo scorso per tutte le balle raccontate su Boffo. Se anche il famoso documento sulla casa di Montecarlo, quello che inguaierebbe Fini, dovesse rivelarsi un falso, come da più parti molti ipotizzano già, potrebbe scattare la radiazione definitiva dall'albo dei giornalisti.
E noi, dopo, come ci divertiamo?
Disoccupazione e case a Montecarlo
Mentre Berlusconi e i finiani si stanno scannando sulla questione trita e ritrita della casa a Montecarlo e dei presunti (presunti?) "dossieraggi" da parte della stampa berlusconiana, la disoccupazione giovanile raggiunge il 27,9%. In pratica più di un giovane su 4 è senza lavoro. Però non c'è fretta; prima le beghe di partito, poi (forse) tutto il resto.
Passaggi nel Mar Rosso
Pare che gli scienziati abbiano trovato alcuni riscontri scientifici alla vicenda biblica del Mar Rosso che si è aperto per consentire la fuga degli Ebrei dall'Egitto. Adesso aspettiamo riscontri scientifici anche alla favoletta della costola di Adamo da cui sarebbe nata Eva.
C'era anche la Lega...
Non so quanti ci abbiano fatto caso. Tra quelli che alla Camera hanno votato a favore di Cosentino, negando quindi alla magistratura l'utilizzo di intercettazioni telefoniche determinanti per sostenere l'accusa nei suoi confronti - Cosentino è sotto indagine per concorso esterno in associazione camorristica - c'erano anche i deputati leghisti.
Avete presente, no? Sono quelli che esultano a reti unificate quando vengono fatti arresti mafiosi eccellenti. Sono quelli che hanno fatto tutta la campagna elettorale parlando di sicurezza e di contrasto alla criminalità. Questo, però, come è noto, vale quando gli arrestati sono estranei all'ambito parlamentare. Quando invece una procura antimafia chiede l'arresto di un sottosegretario e chiede di utilizzare ben 46 intercettazioni telefoniche in cui l'interessato chiacchiera allegramente con illustri esponenti dei Casalesi, beh, lì scatta naturalmente la solidarietà.
E' la famosa coerenza della Lega; quella di cui abbiamo già più volte, in passato, avuto ampie dimostrazioni.
Avete presente, no? Sono quelli che esultano a reti unificate quando vengono fatti arresti mafiosi eccellenti. Sono quelli che hanno fatto tutta la campagna elettorale parlando di sicurezza e di contrasto alla criminalità. Questo, però, come è noto, vale quando gli arrestati sono estranei all'ambito parlamentare. Quando invece una procura antimafia chiede l'arresto di un sottosegretario e chiede di utilizzare ben 46 intercettazioni telefoniche in cui l'interessato chiacchiera allegramente con illustri esponenti dei Casalesi, beh, lì scatta naturalmente la solidarietà.
E' la famosa coerenza della Lega; quella di cui abbiamo già più volte, in passato, avuto ampie dimostrazioni.
mercoledì 22 settembre 2010
"Allenati per la vita" (con una pistola)
Interessante la nuova iniziativa scolastica targata Gelmini- La Russa. "Allenati per vita", un corso teorico-pratico, valido come credito formativo. Scrive Famiglia Cristiana:
Dopo le lezioni teoriche “che possono essere inserite nell’attività scolastica di “Diritto e Costituzione” seguiranno corsi di primo soccorso, arrampicata, nuoto e salvataggio e “orienteering”, vale a dire sopravvivenza e senso di orientamento, (ma l’autore della circolare scrive orientiring, coniando un neologismo). Non solo, ma agli studenti si insegnerà a tirare con l’arco e a sparare con la pistola (ad aria compressa). E in più “percorsi ginnico-militari”.
Il perché bisogna insegnare la vita e la Costituzione a uno studente liceale facendolo sparare con una pistola ad aria compressa viene spiegato nella stessa circolare: “Le attività in argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”.
Insomma, avete capito, no? Come si fa ad avvicinarsi in modo innovativo e coinvolgente alla Costituzione se non si sa manco maneggiare decentemente una pistola?
I due "no" della Camera
Stamattina la Camera dei Deputati ha detto due no. Sul primo non mi dilungo perché ne stanno ancora parlando tutti i siti internet. Mi meraviglio anzi che la cosa susciti tutto questo clamore, visto che si è trattato dello spettacolo noto e arcinoto della casta che protegge un suo esponente.
Del secondo, invece, non parla nessuno. Solo il povero Di Pietro sul suo blog. Breve riepilogo. In una puntata (marzo 2008) del celeberrimo Porta a porta del sempre prono Vespa, il presidente del Consiglio, presente in studio, affermò tra le altre cose (se siete forti di stomaco il video è qui) che la laurea Di Pietro in giurisprudenza è falsa.
Di Pietro naturalmente querelò. Ecco, stamattina la Camera avrebbe dovuto decidere se concedere l'autorizzazione a procedere nei confronti di Berlusconi. Anche qui, com'è andata a finire lo potete tranquillamente immaginare. E' bello lo stato di diritto in Italia, vero? Se un normale cittadino critica un potente si becca subito una bella querela, che naturalmente viaggia bella spedita; in caso contrario il potente ha (di nuovo) la sua bella casta che lo protegge.
Ah, grandi cose la democrazia e l'uguaglianza.
Del secondo, invece, non parla nessuno. Solo il povero Di Pietro sul suo blog. Breve riepilogo. In una puntata (marzo 2008) del celeberrimo Porta a porta del sempre prono Vespa, il presidente del Consiglio, presente in studio, affermò tra le altre cose (se siete forti di stomaco il video è qui) che la laurea Di Pietro in giurisprudenza è falsa.
Di Pietro naturalmente querelò. Ecco, stamattina la Camera avrebbe dovuto decidere se concedere l'autorizzazione a procedere nei confronti di Berlusconi. Anche qui, com'è andata a finire lo potete tranquillamente immaginare. E' bello lo stato di diritto in Italia, vero? Se un normale cittadino critica un potente si becca subito una bella querela, che naturalmente viaggia bella spedita; in caso contrario il potente ha (di nuovo) la sua bella casta che lo protegge.
Ah, grandi cose la democrazia e l'uguaglianza.
Lotte, scioperi, sindacati...
Notizia importantissima: e' stato revocato lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. A dare la notizia alla stampa è stato il presidente del sindacato di categoria.
Ah, dimenticavo: si tratta dei calciatori...
Ah, dimenticavo: si tratta dei calciatori...
martedì 21 settembre 2010
Venditori di fumo e banda larga
Di questi famosi 800 milioni è dal novembre scorso che si parla. Prima annunciati, poi ritirati, poi ripromessi (in queste pagine ci ho scritto più di un articolo). Alla fine tutto è andato come doveva andare: non se ne fa niente. Nonostante lo sviluppo della banda larga nel nostro paese sia stato a suo tempo inserito come priorità in campagna elettorale; nonostante le belle parole dei vari Brunetta, Romani, Scajola, Rotondi e uccelli canterini vari, quei pidocchiosi 800 milioni - la Francia sta investendo miliardi nello sviluppo dell'IT - sono evaporati.
Prendiamo atto di essere destinati a essere sempre un paese di serie b per quanto riguarda il digital divide e le opportunità anche economiche e di sviluppo che internet veloce può offrire. E insieme, scopriamo l'ennesima balla sparata dal solito venditore di fumo in campagna elettorale.
Prendiamo atto di essere destinati a essere sempre un paese di serie b per quanto riguarda il digital divide e le opportunità anche economiche e di sviluppo che internet veloce può offrire. E insieme, scopriamo l'ennesima balla sparata dal solito venditore di fumo in campagna elettorale.
Perle (quasi) quotidiane
Giovanardi è uno di quei personaggi che andrebbe studiato attentamente, se non altro per capire come possa una persona inanellare una fila così lunga di "perle" come quelle che ci ha regalato che nel corso di questi anni (ricordate cosa disse di Cucchi? "E' morto perché era drogato").
L'altro ieri ne ha aggiunta un'altra. Ah, Giovanardi; se non ci fosse bisognerebbe inventarlo...
Dietro il... Profumo
Ufficialmente, dove per ufficialmente si intende quello che riportano i giornali, Alessandro Profumo, amministratore delegato di uno dei più grandi istituti bancari italiani, Unicredit, sta per lasciare spontaneamente la sua carica onde evitare di essere sfiduciato dal cda della banca stessa.
In sostanza, il malcontento nei suoi confronti - Profumo non è ben visto soprattutto dalla Lega - nascerebbe dal suo avallo alle quote sempre maggiori che i libici avrebbero all'interno dell'istituto di credito (libici che, attualmente, sarebbero i soci di maggioranza col 7,5% del capitale sociale).
Queste sono le ragioni ufficiali. Adesso bisogna vedere quali sono quelle reali.
In sostanza, il malcontento nei suoi confronti - Profumo non è ben visto soprattutto dalla Lega - nascerebbe dal suo avallo alle quote sempre maggiori che i libici avrebbero all'interno dell'istituto di credito (libici che, attualmente, sarebbero i soci di maggioranza col 7,5% del capitale sociale).
Queste sono le ragioni ufficiali. Adesso bisogna vedere quali sono quelle reali.
Stupori vaticani
Chiunque conosca un po' la storia della banca Vaticana, sa che è stata toccata in passato da alcuni dei maggiori scandali politico-finanziari della storia repubblicana - tangentopoli e la vicenda del crac del Banco Ambrosiano solo per citarne un paio.
Oggi apprendiamo che l'attuale presidente, Ettore Gotti Tedeschi, è stato messo sotto indagine per omissioni nall'applicazione delle norme antiriciclaggio. Allo IOR sono stati sequestrati, a titolo cautelativo, 23 milioni di euro per alcune operazioni poco chiare intercorse con altri istituti di credito. Naturalmente i vertici del Vaticano si dicono "stupiti".
Oggi apprendiamo che l'attuale presidente, Ettore Gotti Tedeschi, è stato messo sotto indagine per omissioni nall'applicazione delle norme antiriciclaggio. Allo IOR sono stati sequestrati, a titolo cautelativo, 23 milioni di euro per alcune operazioni poco chiare intercorse con altri istituti di credito. Naturalmente i vertici del Vaticano si dicono "stupiti".
lunedì 20 settembre 2010
San Gennaro
Quanto al «miracolo» di San Gennaro, la sola cosa veramente inspiegabile è che esso continui ad attirare l’attenzione, nonostante il Cicap venda ormai da anni boccette di soluzioni tissotropiche (analoghe alla salsa ketchup) che lo riproducono perfettamente, secondo un procedimento che è stato pubblicato nel 1991 nientemeno che sulla prestigiosa rivista Nature. La cosa non deve comunque stupire: quando Paolo VI prese posizione contro la natura miracolosa del fenomeno, sembra che sui muri di Napoli sia apparsa la scritta: «San Gennà, futtitenne». E se se ne fotte il santo, non possono farlo anche i fedeli?
(Piergiorgio Odifreddi - articolo integrale qui)
(Piergiorgio Odifreddi - articolo integrale qui)
Il quartier generale racconta/38
Spettacolare articolo, a firma Paolo Del Debbio, pubblicato ieri dal Giornale. Già dal titolo si intuisce qualcosa, ma è niente confronto al contenuto. In sostanza il succo è: come si può accusare Berlusconi di fare operazioni di calciomercato, riferito al tentativo di assicurare la fiducia al governo il 28 settembre, quando lo fa anche Obama?
Avete capito, no? Siccome anche Obama è andato a cercarsi qualche senatore tra i repubblicani per riuscire a fare le sue riforme, che male c'è se lo fa anche Berlusconi? Beh, certo, in linea teorica il ragionamento non fa una grinza. La differenza sostanziale è che tra le riforme portate a casa da Obama c'è quella sanitaria, che garantisce le cure gratuite a una trentina di milioni di americani. Una riforma che negli Stati Uniti stanno provando a fare da 60 anni e che Obama per primo è riuscito a portare a casa.
Diversa cosa sono le "riforme" come le intende Berlusconi, tipo ad esempio il processo breve o il lodo Alfano costituzionale per garantirsi l'impunità dai processi in corso. C'è anche da aggiungere, poi, che non mi risulta che Obama abbia tentato di intortare i senatori repubblicani con la promessa di rielezioni sicure o pagamenti di mutui. Voi notate una leggerissima differenza tra le riforme come le intende Obama e come le intende Berlusconi (e relativi "metodi"), o no? Evidentemente Paolo Del Debbio no.
I lettori del Giornale, poi, pura utopia.
Messina 2
Il primo caso, del quale si sono occupati ampiamente i media, si è verificato il 28 agosto scorso. Due medici del Policlinico di Messina si sono presi a pugni perché non sono riusciti ad accordarsi sulla modalità con cui eseguire il parto - a causa della scazzottata il neonato ha subito danni cerebrali.
Oggi un altro caso. Stessa situazione, stesso ospedale. Se non fosse per la tragicità della vicenda ci si potrebbe anche scherzare su.
Oggi un altro caso. Stessa situazione, stesso ospedale. Se non fosse per la tragicità della vicenda ci si potrebbe anche scherzare su.
Mulini a vento
"Non credete ai mulini a vento", ha detto Tremonti riferendosi alla possibilità di creare energia partendo dal vento e facendo l'equazione eolico = corruzione (il riferimento è probabilmente alle inchieste in Sardegna in cui sono coinvolti Verdini, Carboni, ecc...). Sarebbe bello che qualcuno spiegasse a Tremonti che se ci sono stati casi di corruzione, la colpa non è da imputare a questa forma di energia, ma ai soggetti che ci gravitano attorno.
Insomma, se "il business dell'eolico è uno degli affari di corruzione più grande", la colpa non è delle pale che girano, ma di chi le fa girare. Capisco che il ministro abbia tutto l'interesse a reclamizzare il nucleare, come effettivamente ha fatto, ma se vuole essere convincente al riguardo, deve anche spiegare come si intendono risolvere alcuni dei punti più controversi, tipo: la sicurezza degli impianti, la loro localizzazione sul territorio, il rapporto costi/benefici, lo smaltimento e lo stoccaggio delle scorie. Questo, naturalmente, solo per citarne alcuni.
Insomma, se "il business dell'eolico è uno degli affari di corruzione più grande", la colpa non è delle pale che girano, ma di chi le fa girare. Capisco che il ministro abbia tutto l'interesse a reclamizzare il nucleare, come effettivamente ha fatto, ma se vuole essere convincente al riguardo, deve anche spiegare come si intendono risolvere alcuni dei punti più controversi, tipo: la sicurezza degli impianti, la loro localizzazione sul territorio, il rapporto costi/benefici, lo smaltimento e lo stoccaggio delle scorie. Questo, naturalmente, solo per citarne alcuni.
domenica 19 settembre 2010
Conflitto di competenze
La Gelmini ha intimato al sindaco di Adro di rimuovere tutti i simboli leghisti dalla famosa scuola. Lui ha risposto che li toglierà solo se a chiederlo sarà Bossi. Nel frattempo noi ridiamo per non piangere...
"Sono stato cercato"
"Non stiamo facendo operazioni di calciomercato con nessuno". "Sono stato cercato, senza fare alcuna pressione da parte mia", ha dichiarato ieri il premier mentre incontrava quel simpaticone di Storace. Se le cose stanno così, quindi, il deputato dell'IdV Antonio Razzi racconta una balla quando dice di essere stato invitato da qualcuno a passare con Berlusconi in cambio della rielezione sicura e del pagamento del mutuo.
E allora anche David Favia, altro parlamentare dell'IdV intervistato questa mattina da Repubblica, racconta una balla. Forse però ha ragione Berlusconi: non si tratta di calciomercato. Nel calciomercato, infatti, le offerte e le compravendite sono pubbliche e vengono fatte alla luce del sole.
E allora anche David Favia, altro parlamentare dell'IdV intervistato questa mattina da Repubblica, racconta una balla. Forse però ha ragione Berlusconi: non si tratta di calciomercato. Nel calciomercato, infatti, le offerte e le compravendite sono pubbliche e vengono fatte alla luce del sole.
Attentato al papa? Scusate, ci siamo sbagliati...
Ma come? A leggere tutte le prime pagine di ieri sembrava che il papa si fosse salvato per miracolo dall'attentato ordito ai suoi danni dai famosi spazzini islamici, e oggi è già tutto finito? Ah già, è il famoso sensazionalismo gossipparo di cui è ammalata la stampa italiana.
sabato 18 settembre 2010
Annozero, stessa storia dell'anno scorso
L'anno scorso, sempre in questo periodo, ho scritto più di un post sui tentativi messi in atto dalla Rai (su ordini superiori) di boicottare la trasmissione di Santoro.
Quest'anno mi risparmio la fatica, ma il copione è pressoché identico. Niente di grave, intendiamoci. Succede in ogni paese in cui il capo di governo controlla gran parte delle tv del paese medesimo.
Comunque, per la cronaca, Annozero dovrebbe iniziare regolarmente (anche se la Rai per ora non manda in onda gli spot pubblicitari) il prossimo giovedì.
Quest'anno mi risparmio la fatica, ma il copione è pressoché identico. Niente di grave, intendiamoci. Succede in ogni paese in cui il capo di governo controlla gran parte delle tv del paese medesimo.
Comunque, per la cronaca, Annozero dovrebbe iniziare regolarmente (anche se la Rai per ora non manda in onda gli spot pubblicitari) il prossimo giovedì.
Il gravissimo problema dei simboli leghisti nella scuola di Adro
Torno un attimo (malvolentieri) sulla questione della scuola di Adro. Allora, c'è un sindaco leghista che ha riempito la locale scuola, appena costruita, con simboli leghisti (muri, banchi, sedie, lavagne, ecc...). Il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, inzialmente si è detta contraria all'iniziativa. Poi, nel volgere di una giornata ci ha ripensato, dicendo che chi polemizza dovrebbe farlo anche per i simboli della sinistra (quali?) che infestano le scuole.
Poche ore fa l'ennesimo dietrofront. Con una lettera fatta arrivare al sindaco di Adro, ha ordinato infatti l'immediata rimozione di tutti i simboli leghisti della suddetta scuola. Ecco, quando il ministro dell'istruzione avrà finito di cazzeggiare con queste menate, speriamo che utilizzi le stesse energie per parlare delle scuole che cadono a pezzi, degli studenti costretti a portarsi da casa la carta igienica e degli insegnanti precari che in varie parti d'Italia stanno facendo lo sciopero della fame, vittime della più grande operazione di licenziamento di massa della storia repubblicana.
Sempre se rimane il tempo, si intende...
Poche ore fa l'ennesimo dietrofront. Con una lettera fatta arrivare al sindaco di Adro, ha ordinato infatti l'immediata rimozione di tutti i simboli leghisti della suddetta scuola. Ecco, quando il ministro dell'istruzione avrà finito di cazzeggiare con queste menate, speriamo che utilizzi le stesse energie per parlare delle scuole che cadono a pezzi, degli studenti costretti a portarsi da casa la carta igienica e degli insegnanti precari che in varie parti d'Italia stanno facendo lo sciopero della fame, vittime della più grande operazione di licenziamento di massa della storia repubblicana.
Sempre se rimane il tempo, si intende...
Sono come i martiri?
La prima cosa detta da Ratzinger, il primo giorno della sua visita in Inghilterra, è che "la chiesa non ha vigilato abbastanza". Il riferimento era naturalmente all'ormai famoso (e triste) scandalo dei preti pedofili. Ovviamente le cose non stanno proprio in questi termini. Il nocciolo della questione, infatti, non è che la chiesa non ha vigilato abbastanza; il fatto è - non lo dico io, basta leggere le cronache - che la chiesa ha sistematicamente coperto i responsabili. E' un pochino diverso, mi sembra.
Oggi il papa è tornato alla carica, dicendo che i bambini vittime dei preti pedofili per la chiesa sono considerati come dei martiri. Se non ricordo male - eventualmente correggetemi - la chiesa, in genere, i martiri li fa santi o beati. Diciamo quindi che se Ratzinger e soci volessero essere coerenti, potrebbero ad esempio prendere i nominativi delle 13 persone che in Belgio si sono suicidate per questo motivo e iniziare subito l'opera di canonizzazione.
Provocazioni a parte, la verità è che è ora di finirla con queste patetiche scuse e tentativi di minimizzare quanto è successo (e in parte succede ancora). Se la chiesa vuole dimostrare realmente di voler cambiare rotta, cominci a vigilare sul serio e a prendere provvedimenti drastici (tipo ad esempio andare a pescare uno a uno i responsabili e buttarli fuori a calci nel sedere). Diversamente, e come tutte la altre volte, saranno solo belle parole buttate là per incantare qualcuno.
Oggi il papa è tornato alla carica, dicendo che i bambini vittime dei preti pedofili per la chiesa sono considerati come dei martiri. Se non ricordo male - eventualmente correggetemi - la chiesa, in genere, i martiri li fa santi o beati. Diciamo quindi che se Ratzinger e soci volessero essere coerenti, potrebbero ad esempio prendere i nominativi delle 13 persone che in Belgio si sono suicidate per questo motivo e iniziare subito l'opera di canonizzazione.
Provocazioni a parte, la verità è che è ora di finirla con queste patetiche scuse e tentativi di minimizzare quanto è successo (e in parte succede ancora). Se la chiesa vuole dimostrare realmente di voler cambiare rotta, cominci a vigilare sul serio e a prendere provvedimenti drastici (tipo ad esempio andare a pescare uno a uno i responsabili e buttarli fuori a calci nel sedere). Diversamente, e come tutte la altre volte, saranno solo belle parole buttate là per incantare qualcuno.
La prossima settimana
"La settimana prossima sottoporrò al Capo dello Stato il nome di un nuovo Ministro dello Sviluppo"
(annuncio datato 3 settembre ancora online sul sito del governo)
(via Gilioli)
(annuncio datato 3 settembre ancora online sul sito del governo)
(via Gilioli)
venerdì 17 settembre 2010
Capitale di che?
La notizia del giorno è il decreto che istituisce Roma capitale d'Italia. Ma voi avete capito cos'è?
Sicurezza in salsa leghista
Ricordate l'episodio vergognoso, che ho raccontato qui, del consigliere comunale pidiellino che in Puglia si è beccato una denuncia dopo essersi inventato di sana pianta una aggressione da parte di un immigrato?
Bene, ci spostiamo in quel di Parma. Qui un pimpante consigliere regionale leghista ha combinato qualcosa di simile.
E' rincuorante sapere che sulla sicurezza nelle città vigilano e si danno da fare quelli della lega...
Bene, ci spostiamo in quel di Parma. Qui un pimpante consigliere regionale leghista ha combinato qualcosa di simile.
Il comunicato è stato inviato a tutte le testate giornalistiche locali, nel tardo pomeriggio di martedì. Il consigliere regionale e segretario provinciale della Lega Nord, Roberto Corradi, vi raccontava un episodio di microcriminalità avvenuto in pieno centro alle 16. Una scena mediaticamente impressionante: uno scippatore aggredisce una mamma in sella a una bicicletta col suo bambino piccolo legato sul seggiolino.
[...]
Ma il fatto non trova conferme, a parte quella del politico [...] La polizia si attiva, occupa degli uomini per indagare su quanto riportato dai media locali. Senza trovare nulla: nessun testimone, nessuna traccia di sangue in via Farini, nessuna persona che si sia presentata al Pronto soccorso per farsi medicare delle lesioni dopo un'aggressione. L'unico che sembra saperne qualcosa è solo Corradi, che però non si è premurato di rivolgersi alle forze dell'ordine per denunciare il reato prima di comunicarlo alla stampa.
E' rincuorante sapere che sulla sicurezza nelle città vigilano e si danno da fare quelli della lega...
giovedì 16 settembre 2010
"I figli di immigrati nati in Italia non sono italiani"
"Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico ma è una questione culturale".
Sì, più o meno la stessa "questione culturale" che, assieme a tante altre cose, manca all'assessore alla scuola di Roma.
Sì, più o meno la stessa "questione culturale" che, assieme a tante altre cose, manca all'assessore alla scuola di Roma.
"La maggior parte dei furti li fanno i rom"
Come forse avrete letto, c'è qualche tensione (per usare un eufemismo) tra Sarkozy e i vertici dell'UE sulla questione dell'espulsione in massa dei rom dal territorio francese. Naturalmente non poteva mancare il commento dell'arguto Bossi, il quale ha detto che "la maggior parte dei furti li fanno i rom" e che "se rubi ai ricchi è un conto, ma se rubi ai poveri quelli si incazzano".
Chissà se gente come Tanzi, che col crac Parmalat ha portato via i risparmi di una vita a centinaia di migliaia di persone, meriterebbe di essere espulsa.
Chissà se gente come Tanzi, che col crac Parmalat ha portato via i risparmi di una vita a centinaia di migliaia di persone, meriterebbe di essere espulsa.
Atterraggio di stato
L'aereo (di stato) che portava a spasso Berlusconi ha avuto stamattina un inconveniente tecnico ed è stato costretto ad atterrare a Linate. L'aereo (di linea) con cui viaggia normalmente il premier inglese Cameron, assieme a tutti i comuni mortali, un mesetto fa ha avuto un ritardo e Berlusconi ha dovuto aspettare l'illustre ospite.
Come risparmiare due milioni e mezzo di euro
In Inghilterra, la visita del papa programmata per oggi (qualcuno sa se ci è andato, poi?) sta da tempo incontrando la contrarietà di gran parte del popolo della regina. Sono più di uno i sondaggi che rivelano che a gran parte degli inglesi della visita di Ratzinger non può fregare di meno. Non solo: sempre la maggior parte degli interpellati, ritiene che non sia giusto che siano i contribuenti a farsi carico della suddetta visita.
Il prossimo 3 ottobre il papa dovrebbe fare un altro giretto. Questa volta in quel di Palermo. Spesa prevista: due milioni di euro o poco più. Chi paga? Beh, qualcuno che mette mano al portafoglio c'è sempre.
Ora, io avrei un'obiezione semplice semplice, anzi banale. Visto che i soldi pubblici sono di tutti, quindi anche di quelli - tipo lo scrivente - a cui viene l'orticaria alla sola vista del papa, non sarebbe più giusto trovarli in altro modo questi soldi?
Un piccolo suggerimento. il Vaticano incamera circa un miliardo di euro all'anno con l'8 per mille e grosso modo 80 milioni di dollari con l'obolo di San Pietro. Insomma, volendo, due spiccoli per farlo girare senza gravare sulle finanze pubbliche si potrebbero anche rimediare, no?
Il prossimo 3 ottobre il papa dovrebbe fare un altro giretto. Questa volta in quel di Palermo. Spesa prevista: due milioni di euro o poco più. Chi paga? Beh, qualcuno che mette mano al portafoglio c'è sempre.
In un summit tenutosi a villa Whitaker tra il prefetto Giuseppe Caruso e le istituzioni locali coinvolte, è emerso chiaramente che se da Roma non arrivano i fondi, ogni istituzione dovrà farsi carico delle spese. Ed è quasi certo che non arriveranno. Così, i contribuenti dovranno farsi carico dei costi per lo spiegamento di forze previsto: 1.000 volontari della protezione civile, 3.000 uomini delle forze dell’ordine, 1.100 vigili urbani, 60 medici, 200 barellieri, 18 ambulanze, 3 pronto soccorso mobili e oltre 180 volontari di Croce Rossa e Misericordia, 12 autogru, 22 chilometri di transenne, 600 pullman.
Ora, io avrei un'obiezione semplice semplice, anzi banale. Visto che i soldi pubblici sono di tutti, quindi anche di quelli - tipo lo scrivente - a cui viene l'orticaria alla sola vista del papa, non sarebbe più giusto trovarli in altro modo questi soldi?
Un piccolo suggerimento. il Vaticano incamera circa un miliardo di euro all'anno con l'8 per mille e grosso modo 80 milioni di dollari con l'obolo di San Pietro. Insomma, volendo, due spiccoli per farlo girare senza gravare sulle finanze pubbliche si potrebbero anche rimediare, no?
mercoledì 15 settembre 2010
Tra debito pubblico e indifferenza
Il debito pubblico italiano ha toccato nel luglio scorso il suo record: 1.838,296 miliardi di euro. Le entrate fiscali, sempre nel nostro paese, sono calate del 3,4% nei primi 7 mesi di quest'anno. Apparentemente si tratta di numeri, dati, fredde cifre, ignorate o sottovalutate sia dai media che - soprattutto - dai politici, i quali non hanno nessun interesse, ovviamente, a diffondere questi dati.
Eppure, se si ascoltano quelli che se ne intendono, quelli che ci capiscono e che non hanno, al contrario dei politici, nessun interesse a nasconderli (anzi, semmai hanno tutto l'interesse a far sapere realmente come stanno le cose), non sembra ci sia da stare molto tranquilli.
Eppure, se si ascoltano quelli che se ne intendono, quelli che ci capiscono e che non hanno, al contrario dei politici, nessun interesse a nasconderli (anzi, semmai hanno tutto l'interesse a far sapere realmente come stanno le cose), non sembra ci sia da stare molto tranquilli.
Chi sostituirà i sostituti?
Breve riassunto delle puntate precedenti. Dopo che il Pdl ha espulso i finiani, si è trovato improvvisamente con una maggioranza piuttosto traballante, difficilmente in grado di assicurare il passaggio indolore delle forche caudine del prossimo 28 settembre, giorno in cui Berlusconi farà il suo pistolotto in parlamento e chiederà la fiducia sui famosi 5 punti.
Inizia così il famoso Mediashopping, cioè il tentativo di arraffare qua e là, da qualche misconosciuto gruppetto parlamentare, quelli disposti a dare una mano a Berlusconi in cambio di... boh, non si sa.
L'altro ieri il premier se n'è uscito strombazzando, raggiante, la grande novità: i pezzi mancanti sono stati trovati, il puzzle è completo e per fine settembre non dovrebbe più esserci nessun problema (era il famoso "gruppo di responsabilità nazionale").
Poi, curiosamente, uno dopo l'altro, tutti quelli che dovevano farne parte hanno cominciato a cadere dalle nuvole o a smarcarsi: quelli dell'Udc Sicilia ("Ogni attribuzione di intenzioni di esodo dall'Udc è puramente arbitraria oltre che maliziosa"), quelli delle minoranze linguistiche ("Mai pensato di aderire"), quelli del SVP ("Alla Camera come al Senato la Svp non cambia linea, resta fuori dai blocchi e non entrerà in maggioranza"). Insomma il gruppo di parlamentari viaggiatori che doveva puntellare questa traballante maggioranza è sparito.
E quindi? Quindi siamo daccapo. Ed ecco perciò, questa mattina, il buon Libero uscirsene con l'articolo che vedete sopra: "Silvio cerca un gruppo a prova di traditori". Chissà chi sono i traditori: i finiani, oppure i sostituti, quelli che alla fine si è scoperto che non ne sapevano niente? Mah, difficile dirlo. Ecco quindi ripartire il calcio-mercato, dove si si ipotizza che Silvio potrebbe rivolgere le sue attenzioni a un gruppetto di scontenti, o presunti tali, nelle file degli stessi finiani.
Insomma, l'accanimento terapeutico, per ora, riesce ancora a tenere in vita questa specie di Zelig che è il governo.
Le "JT" qui redonne de la liberté en Italie
In Italia già in molti se ne sono accorti, compreso il sottoscritto. Adesso se n'è accorto anche le Monde, che ieri ha dedicato un articolo al nuovo tg de La7, diretto da Enrico Mentana, titolandolo: "Il tg di Mentana restituisce la libertà all'Italia".
Ora, intendiamoci, non sarà certo un tiggì ancora di nicchia, seppur in costante crescita di ascolti, a riportare la libertà di informazione in Italia. Quello che dà da pensare è che non appena si apre uno spiraglio che fa entrare un po' d'aria fresca nella nauseabonda camera mortuaria dell'informazione nostrana, se ne accorgono in Francia e non ci fa caso la stragrande maggioranza degli italiani.
(via giornalettismo.com)
martedì 14 settembre 2010
Numeri dell'altro mondo
Nel 2006 la Fao si era data l'obiettivo di dimezzare il tasso di mortalità per fame nel mondo, portandolo dagli 854 milioni di allora a 400 entro il 2015. Nel 2009 il numero di quelli che morivano di fame è arrivato a un miliardo 300 milioni. Quest'anno siamo a 900 e rotti milioni. La Fao parla di risultato incoraggiante.
Caccia al tricolore
Riporto integralmente l'articolo pubblicato ieri da Piero Ricca sul suo blog. Forse è il caso di rifletterci un po' su.
Passeggiare con il Tricolore è rischioso, può apparire come una provocazione politica, può essere considerato un gesto offensivo rispetto alle idee del secondo partito di governo, il partito che esprime il ministro degli interni.
Sembra incredibile ma può capitare, girando sul territorio nazionale con la bandiera del proprio paese sulle spalle, di venire bloccati, identificati e forse denunciati dalla polizia, di essere minacciati e insultati in ogni modo da patrioti di una nazione inesistente: la “Padania”,
Questo ci è capitato ieri, domenica 12 settembre, a Venezia, in una bella giornata di sole, punteggiata dal colore verde delle bandiere e delle casacche dei tifosi leghisti, giunti da tutto il nord Italia per la rituale celebrazione del “dio Po”.
Sul palco Umberto Bossi e i principali leader del partito secessionista. Ai balconi di Venezia decine di bandiere tricolori, a ripetere il gesto famoso della signora Lucia, veneziana sensibile al valore dell’unità nazionale.
Eravamo una decina: con noi Marco Gavagnin, consigliere comunale a Venezia per la lista civica a cinque stelle, e l’amico Paolo Papillo, del blog Informazione dal Basso. Sbarcati a Venezia, abbiamo acquistato una bandiera da un venditore ambulante che ce ne ha regalata una seconda.
Dopodiché ci siamo incamminati verso Riva dei Sette Martiri (patrioti giustiziati mentre gridavano “Viva l’Italia Libera!”), dov’era in programma la manifestazione leghista, ad incrocio con via Garibaldi. A un certo punto siamo stati bloccati da un plotone di poliziotti e carabinieri. Motivo? Grave rischio di disordini a causa della nostra “provocazione”.
Intanto erano partiti gli insulti del popolo verde, proprio mentre gli amplificatori diffondevano la voce roca (e le parole poco comprensibili) del capo. “Comunisti di merda” è stato l’epiteto più gentile. Alcuni ci gridavano “froci” e “culattoni”. Un tipo inneggiava: “Forza Paraguay!”. Poi sono partiti i coretti da stadio: “Padania! Padania!”. Per loro il Tricolore è “da buttare nel cesso”, come insegna il grande leader, perché “l’Italia non è mai esistita e mai esisterà”.
Soltanto il cordone di polizia ha evitato l’aggressione fisica da parte di individui fanatizzati, incattiviti da decenni di violenta demagogia. Siamo stati tutti identificati, noi, non i linciatori. E poi allontanati tra due ali di folla inferocita.
Insomma, a 150 anni dall’Unità d’Italia e 65 dalla Liberazione, gli italiani restano da fare. Ma certi giorni viene il dubbio che sia troppo tardi.
(fonte articolo: http://www.pieroricca.org/2010/09/13/caccia-al-tricolore/)
Passeggiare con il Tricolore è rischioso, può apparire come una provocazione politica, può essere considerato un gesto offensivo rispetto alle idee del secondo partito di governo, il partito che esprime il ministro degli interni.
Sembra incredibile ma può capitare, girando sul territorio nazionale con la bandiera del proprio paese sulle spalle, di venire bloccati, identificati e forse denunciati dalla polizia, di essere minacciati e insultati in ogni modo da patrioti di una nazione inesistente: la “Padania”,
Questo ci è capitato ieri, domenica 12 settembre, a Venezia, in una bella giornata di sole, punteggiata dal colore verde delle bandiere e delle casacche dei tifosi leghisti, giunti da tutto il nord Italia per la rituale celebrazione del “dio Po”.
Sul palco Umberto Bossi e i principali leader del partito secessionista. Ai balconi di Venezia decine di bandiere tricolori, a ripetere il gesto famoso della signora Lucia, veneziana sensibile al valore dell’unità nazionale.
Eravamo una decina: con noi Marco Gavagnin, consigliere comunale a Venezia per la lista civica a cinque stelle, e l’amico Paolo Papillo, del blog Informazione dal Basso. Sbarcati a Venezia, abbiamo acquistato una bandiera da un venditore ambulante che ce ne ha regalata una seconda.
Dopodiché ci siamo incamminati verso Riva dei Sette Martiri (patrioti giustiziati mentre gridavano “Viva l’Italia Libera!”), dov’era in programma la manifestazione leghista, ad incrocio con via Garibaldi. A un certo punto siamo stati bloccati da un plotone di poliziotti e carabinieri. Motivo? Grave rischio di disordini a causa della nostra “provocazione”.
Intanto erano partiti gli insulti del popolo verde, proprio mentre gli amplificatori diffondevano la voce roca (e le parole poco comprensibili) del capo. “Comunisti di merda” è stato l’epiteto più gentile. Alcuni ci gridavano “froci” e “culattoni”. Un tipo inneggiava: “Forza Paraguay!”. Poi sono partiti i coretti da stadio: “Padania! Padania!”. Per loro il Tricolore è “da buttare nel cesso”, come insegna il grande leader, perché “l’Italia non è mai esistita e mai esisterà”.
Soltanto il cordone di polizia ha evitato l’aggressione fisica da parte di individui fanatizzati, incattiviti da decenni di violenta demagogia. Siamo stati tutti identificati, noi, non i linciatori. E poi allontanati tra due ali di folla inferocita.
Insomma, a 150 anni dall’Unità d’Italia e 65 dalla Liberazione, gli italiani restano da fare. Ma certi giorni viene il dubbio che sia troppo tardi.
(fonte articolo: http://www.pieroricca.org/2010/09/13/caccia-al-tricolore/)
lunedì 13 settembre 2010
Ma tenercele per noi?
Magari uno pensa di avere preso un abbaglio. E invece no. Allora, il governo italiano "regala" a Gheddafi 6 motovedette per contrastare il flusso degli immigrati, e una di queste motovedette che fa? Prende a mitragliate un motopeschereccio italiano (tra l'altro in acque internazionali). A saperlo prima le motovedette ce le tenevamo per noi...
Darla via per fare carriera? Perché no...
Oh, finalmente! Noi qua sempre a farci tutte 'ste pippe mentali con la storia dell'etica, della meritocrazia, del faticare per conquistare un posto al sole. E pensare che invece basta darla via; che problema c'è?
Veltroni: "gruppi autonomi in Parlamento" (e risate a ruota libera)
Guardate che quelli del Pd sono fantastici. No, dico davvero. Rendetevi conto: c'è un centrodestra che è alle prese con la più grossa crisi interna dall'inizio della legislatura. C'è il problema della defezione dei finiani, il problema di riuscire a rimediare una maggioranza sufficiente a garantire la fiducia al governo a fine settembre, c'è il problema, sempre presente, delle grane giudiziarie di molti esponenti di primissimo piano del Pdl.
In una situazione di questo genere, in qualsiasi paese del mondo l'opposizione cosa farebbe? Cercherebbe di mettersi insieme, di costruire alleanze, seppellire vecchie ruggini in nome dell'interesse comune, stringere accordi magari coi centristi. E invece il Pd cosa fa? Litiga. Si divide. Bersani da una parte, Veltroni dall'altra (ma non doveva andare in Africa?). D'Alema da una parte, Vendola dall'altra. Fino all'ipotesi - udite udite - di costituire gruppi autonomi in Parlamento.
"Sull'esempio dei finiani", va blaterando Veltroni. Dimenticando che il centrodestra è sopravvissuto (anche se ancora non si sa per quanto) alla scissione dei finiani perché aveva 100 deputati in più alla Camera e 30 Senatori in più al Senato rispetto al centrosinistra.
Poi dicono che la satira è in crisi.
In una situazione di questo genere, in qualsiasi paese del mondo l'opposizione cosa farebbe? Cercherebbe di mettersi insieme, di costruire alleanze, seppellire vecchie ruggini in nome dell'interesse comune, stringere accordi magari coi centristi. E invece il Pd cosa fa? Litiga. Si divide. Bersani da una parte, Veltroni dall'altra (ma non doveva andare in Africa?). D'Alema da una parte, Vendola dall'altra. Fino all'ipotesi - udite udite - di costituire gruppi autonomi in Parlamento.
"Sull'esempio dei finiani", va blaterando Veltroni. Dimenticando che il centrodestra è sopravvissuto (anche se ancora non si sa per quanto) alla scissione dei finiani perché aveva 100 deputati in più alla Camera e 30 Senatori in più al Senato rispetto al centrosinistra.
Poi dicono che la satira è in crisi.
Sole delle Alpi, la Gelmini ci ripensa
Ieri il ministro Gelmini aveva preso le distanze dal sindaco di Adro, l'ideatore della scuola (statale) in salsa leghista. "Francamente il sindaco di Adro ci ha abituato ad un centro folklore, ad un certo estremismo, che ovviamente io come Ministro dell'Istruzione non condivido". E ancora: "forse nemmeno tutto il partito della Lega può condividere queste esasperazioni che non fanno bene neanche a quel movimento".
Oggi la musica è cambiata: "Coloro che hanno polemizzato contro il sindaco di Adro dovrebbero farlo anche le molte volte che ci sono simboli della sinistra che entrano nelle aule. È molto più facile che si verifichino queste situazioni piuttosto che trovare simboli della Lega".
Evidentemente la poveretta si è già dimenticata che tra quelli che hanno preso le distanze c'era pure lei. Ma d'altra parte la cosa è comprensibile: è accaduto tutto tanto tempo fa. In ogni caso la signora Gelmini si dev'essere documentata, scoprendo così che il Sole delle Alpi - lo dice lei stessa - "è stato usato non perchè della Lega, ma perchè appartenente all'iconografia del Comune". Dice che gliel'ha detto il sindaco.
Oggi la musica è cambiata: "Coloro che hanno polemizzato contro il sindaco di Adro dovrebbero farlo anche le molte volte che ci sono simboli della sinistra che entrano nelle aule. È molto più facile che si verifichino queste situazioni piuttosto che trovare simboli della Lega".
Evidentemente la poveretta si è già dimenticata che tra quelli che hanno preso le distanze c'era pure lei. Ma d'altra parte la cosa è comprensibile: è accaduto tutto tanto tempo fa. In ogni caso la signora Gelmini si dev'essere documentata, scoprendo così che il Sole delle Alpi - lo dice lei stessa - "è stato usato non perchè della Lega, ma perchè appartenente all'iconografia del Comune". Dice che gliel'ha detto il sindaco.
A parte tutta questa ridicola messinscena, è troppo chiedere di avere una scuola senza simboli? E' troppo chiedere di avere una scuola senza Sole delle Alpi, senza "simboli della sinistra" (?) e magari, perché no?, pure senza crocifisso? Insomma, una scuola dove la cosa più importante sia la qualità dell'insegnamento e non quello che è attaccato su al muro?
Il sole delle Alpi sui banchi di scuola
Daniele Sensi, nel suo suo blog, si chiede cosa direbbe la lega se il Pd si prendesse il simbolo del sole delle Alpi, visto che questo simbolo "è un'arcaica decorazione euroasiatica da millenni presente in Italia".
domenica 12 settembre 2010
Mancanza di alternative
Pare che ieri sera miss Italia, su Raiuno, condotta dalla Carlucci e dal (come chiamarlo?) principe Filiberto, sia stata la trasmissione più vista. E' un po' come nella politica: vince sempre lo stesso per mancanza di alternative.
Dai 4 pensionati sfigati a Cesare, passando per Atreju 2010
Quando la vicenda denominata P3 venne fuori - eravamo pressappoco a metà luglio - Berlusconi la liquidò con la famosa battuta "sono 4 pensionati sfigati", alludendo al fatto che i vari Verdini, Carboni, Dell'Utri e soci, non avrebbero mai avuto la possibilità di mettere in piedi quella presunta organizzazione criminale che, tra le altre cose, avrebbe fatto pressione sui giudici della Consulta per evitare (inutilmente) la bocciatura del lodo Alfano e sulla Cassazione per "aggiustare" la causa da 450 milioni tra la Mondadori e lo stato.
In realtà, già all'epoca i pm titolari dell'inchiesta avevano precisato che la stessa si basava su elementi piuttosto solidi. E lo stesso Napolitano, solitamente così pacato ed equilibrato, aveva parlato di "squallide consorterie" sulle quali fare piena luce.
Ieri, la vicenda, dopo un periodo piuttosto lungo di (apparente) stallo, ha avuto un'improvvisa accelerazione, dovuta alle prime ammissioni di un appartenente al gruppetto di "sfigati", quelli citati da Berlusconi, che ha cominciato a fare le prime ammissioni. Arcangelo Martino, uno degli arrestati, ha infatti dichiarato che il nome Cesare, rilevato dagli investigatori nelle intercettazioni, sarebbe riferito a Berlusconi, e viceCesare a Dell'Utri. Insomma, secondo le dichiarazioni di Arcangeli, che naturalmente la procura di Roma si sta già prendendo la briga di verificare, il nome e il ruolo di Berlusconi in tutta questa vicenda sarebbero tutt'altro che marginali, al contrario di quello che sembrava inizialmente.
Per una pura coincidenza, nelle stesse ore in cui Arcangeli faceva le sue ammissioni, il premier, in Russia, ritirava fuori la vecchia storia della magistratura politicizzata. Sarà stato un caso?
Oggi, dopo le balle raccontate in Russia, Berlusconi è ritornato a Roma per raccontarne un altro po' alla festa dei giovani pidiellini. Eccone alcune delle più divertenti: "I giornali di sinistra hanno messo in giro l'idea che ci sia una nuova tangentopoli, ma non c'è nessuna tangentopoli". Se non c'è nessuna tangentopoli, come dice il premier e compagnia cantante al seguito, come mai il governo nel marzo scorso ha tirato fuori dal cilindro magico, in fretta e furia, il famoso decreto anticorruzione? Se non c'è nessuna tangentopoli che bisogno c'era di fare una norma urgentissima contro la corruzione tramite decreto legge? (a proposito, qualcuno sa che fine abbia fatto?).
"Non ci sono mascalzoni nel nostro partito, li abbiamo individuati e provveduto ad espellerli". Questa è bellissima; scommetto che i giovani pidiellini intervenuti hanno applaudito a lungo. Chissà chi sono i mascalzoni che sono stati espulsi? No, perché il premier è rimasto sul generico, non ha fatto nomi. Proviamo un po' a pensare. Dunque, il senatore Dell'Utri, 7 anni e mezzo in appello per fatti di mafia, è ancora saldamente al suo posto. E non mi risulta che Berlusconi o qualcun altro abbiano fatto chissà quali pressioni per farlo dimettere. Anzi. Ci sarebbe Nicola Cosentino, sottosegretario all'economia. Solo che lui non è stato cacciato: si è dimesso di sua spontanea volontà.
E, per dirla tutta, soprattutto a beneficio dei gonzi che ancora credono a tutte le palle che racconta, il premier inizialmente quelle dimissioni le respinse con forza: "Nel rinnovargli la mia stima non posso che invitarlo a continuare nel suo lavoro nell'interesse del partito e del Paese". Alla faccia del "abbiamo provveduto a espellerli"!
A meno che, però - c'è ancora una possibilità -, Berlusconi non si riferisse a Nicola Di Girolamo. Vi ricordate? E' quel (ex) senatore, secondo l'accusa eletto coi voti della 'ndrangheta, rimasto coinvolto nell'inchiesta sul riciclaggio di due miliardi di euro di capitali della nota organizzazione mafiosa. Il problema è che neppure lui è stato espulso, ma si è dimesso volontariamente venendo così subito internato nel carcere di Rebibbia. E, forse pochi se lo ricordano, le sue dimissioni sono state accompagnate da una lunga scia di applausi provenienti dai banchi del Pdl. Applausi che tra l'altro hanno innescato, comprensibilmente, non poche polemiche.
Insomma, siamo ancora in attesa di sapere chi sono i famosi "mascalzoni" che sono stati "individuati ed espulsi". Senza fretta, si intende.
In realtà, già all'epoca i pm titolari dell'inchiesta avevano precisato che la stessa si basava su elementi piuttosto solidi. E lo stesso Napolitano, solitamente così pacato ed equilibrato, aveva parlato di "squallide consorterie" sulle quali fare piena luce.
Ieri, la vicenda, dopo un periodo piuttosto lungo di (apparente) stallo, ha avuto un'improvvisa accelerazione, dovuta alle prime ammissioni di un appartenente al gruppetto di "sfigati", quelli citati da Berlusconi, che ha cominciato a fare le prime ammissioni. Arcangelo Martino, uno degli arrestati, ha infatti dichiarato che il nome Cesare, rilevato dagli investigatori nelle intercettazioni, sarebbe riferito a Berlusconi, e viceCesare a Dell'Utri. Insomma, secondo le dichiarazioni di Arcangeli, che naturalmente la procura di Roma si sta già prendendo la briga di verificare, il nome e il ruolo di Berlusconi in tutta questa vicenda sarebbero tutt'altro che marginali, al contrario di quello che sembrava inizialmente.
Per una pura coincidenza, nelle stesse ore in cui Arcangeli faceva le sue ammissioni, il premier, in Russia, ritirava fuori la vecchia storia della magistratura politicizzata. Sarà stato un caso?
Oggi, dopo le balle raccontate in Russia, Berlusconi è ritornato a Roma per raccontarne un altro po' alla festa dei giovani pidiellini. Eccone alcune delle più divertenti: "I giornali di sinistra hanno messo in giro l'idea che ci sia una nuova tangentopoli, ma non c'è nessuna tangentopoli". Se non c'è nessuna tangentopoli, come dice il premier e compagnia cantante al seguito, come mai il governo nel marzo scorso ha tirato fuori dal cilindro magico, in fretta e furia, il famoso decreto anticorruzione? Se non c'è nessuna tangentopoli che bisogno c'era di fare una norma urgentissima contro la corruzione tramite decreto legge? (a proposito, qualcuno sa che fine abbia fatto?).
"Non ci sono mascalzoni nel nostro partito, li abbiamo individuati e provveduto ad espellerli". Questa è bellissima; scommetto che i giovani pidiellini intervenuti hanno applaudito a lungo. Chissà chi sono i mascalzoni che sono stati espulsi? No, perché il premier è rimasto sul generico, non ha fatto nomi. Proviamo un po' a pensare. Dunque, il senatore Dell'Utri, 7 anni e mezzo in appello per fatti di mafia, è ancora saldamente al suo posto. E non mi risulta che Berlusconi o qualcun altro abbiano fatto chissà quali pressioni per farlo dimettere. Anzi. Ci sarebbe Nicola Cosentino, sottosegretario all'economia. Solo che lui non è stato cacciato: si è dimesso di sua spontanea volontà.
E, per dirla tutta, soprattutto a beneficio dei gonzi che ancora credono a tutte le palle che racconta, il premier inizialmente quelle dimissioni le respinse con forza: "Nel rinnovargli la mia stima non posso che invitarlo a continuare nel suo lavoro nell'interesse del partito e del Paese". Alla faccia del "abbiamo provveduto a espellerli"!
A meno che, però - c'è ancora una possibilità -, Berlusconi non si riferisse a Nicola Di Girolamo. Vi ricordate? E' quel (ex) senatore, secondo l'accusa eletto coi voti della 'ndrangheta, rimasto coinvolto nell'inchiesta sul riciclaggio di due miliardi di euro di capitali della nota organizzazione mafiosa. Il problema è che neppure lui è stato espulso, ma si è dimesso volontariamente venendo così subito internato nel carcere di Rebibbia. E, forse pochi se lo ricordano, le sue dimissioni sono state accompagnate da una lunga scia di applausi provenienti dai banchi del Pdl. Applausi che tra l'altro hanno innescato, comprensibilmente, non poche polemiche.
Insomma, siamo ancora in attesa di sapere chi sono i famosi "mascalzoni" che sono stati "individuati ed espulsi". Senza fretta, si intende.
Terry Jones e il suo 1/4 d'ora di pubblicità
Alla fine il pastore pazzo della Florida "si è arreso", come scrive oggi La Stampa: non farà più un pubblico falò con le copie del Corano. Può darsi che l'intenzione l'avesse veramente e poi abbia desistito dopo il clamore planetario di questi giorni.
Oppure, molto più probabilmente, può darsi che l'intenzione in realtà non l'abbia mai avuta e abbia messo in piedi tutta questa messinscena, irresponsabilmente e incoscientemente, per far pubblicità alla sua congrega di suonati. Non stupisce che ci siano idioti disposti a giocare anche con queste cose.
Oppure, molto più probabilmente, può darsi che l'intenzione in realtà non l'abbia mai avuta e abbia messo in piedi tutta questa messinscena, irresponsabilmente e incoscientemente, per far pubblicità alla sua congrega di suonati. Non stupisce che ci siano idioti disposti a giocare anche con queste cose.
Ieri sera, a Cesena...
Di solito il calcio non è tra i miei argomenti preferiti, ma quello che è successo ieri sera, qui al Manuzzi, merita di essere segnalato, perché potrebbe avere una valenza quasi storica - anzi, senza "potrebbe". Una delle squadre più blasonate del calcio italiano, il Milan, già data da molti come favorita nella corsa allo scudetto, è sparita, scomparsa, evaporata, davanti a un semi-sconosciuto Cesena, fresco fresco di promozione in serie A.
Un Milan che ha messo in campo alcuni dei maggiori protagonisti del calcio attuale, gente come Ibrahimovic, Pato, Ronaldinho, è stato sopraffatto dai sicuramente meno noti Schelotto, Bogdani e Giaccherini. Forse tutto questo è solo l'ennesima dimostrazione che a volte, per vincere, non conta avere a disposizione soldi, budget e possibilità di fare acquisti stratosferici. Basta la determinazione, la voglia di correre e di giocare, tutte cose che al Milan, che evidentemente pensava di venire qua a fare una passeggiata, sono mancate.
(fonte immagine: quotidiano.net)
Non è nel cuore
"Perché l'amore non è nel cuore, ma è riconoscersi dall'odore.
E non può esistere l'affetto senza un minimo di rispetto.
[...]
Perché l'amore è vivere insieme, l'amore è sì volersi bene,
l'amore è fatto di gioia ma anche di noia".
Una delle canzoni più belle del grande Eugenio Finardi.
Buona domenica.
E non può esistere l'affetto senza un minimo di rispetto.
[...]
Perché l'amore è vivere insieme, l'amore è sì volersi bene,
l'amore è fatto di gioia ma anche di noia".
Una delle canzoni più belle del grande Eugenio Finardi.
Buona domenica.
sabato 11 settembre 2010
Il quartier generale racconta/37
Questa mattina, sia Libero che il Giornale hanno aperto con lo stesso, terribile, inquietante interrogativo: Perché non l'hanno arrestata? Mamma mia! Chi sarà mai il pericoloso criminale a cui è stato risparmiato il carcere? E cosa ha mai fatto di tanto grave, il medesimo, per convincere i due maggiori paladini del garantismo all'italiana (generalmente a senso unico), Libero e il Giornale appunto, a mettere da parte il loro principio ispiratore? Occorre un breve riassunto per chi si fosse perso le puntate precedenti della vicenda.
Mercoledì scorso, alla festa del Pd a Torino, il sindacalista Raffaele Bonanni è stato oggetto di dure contestazioni da parte di un gruppo di giovani appartenenti a un centro sociale. A Bonanni è anche arrivato un fumogeno che gli ha mandato in fumo la giacca. Le indagini della questura hanno permesso di appurare che a tirare l'oggetto è stata tale Rubina Affronte, 24 anni, figlia di un magistrato in servizio presso la procura di Prato. La giovane, dopo essere stata identificata, si è beccata una denuncia per lancio di oggetti pericolosi, danneggiamento aggravato e accensioni pericolose.
Finita qui? Macché! Si tratta della figlia di un magistrato e l'occasione non va sprecata. Parte in quarta Beatrice Lorenzin, deputata del Pdl: "Perchè questa ragazza non è stata arrestata ma solo denunciata per lancio di oggetti pericolosi e danneggiamenti?". Le fa eco, naturalmente, il leggendario Gasparri: "Chiedo a Palamara [presidente dell'ANM, ndr], che parla su tutto, perché non hanno arrestato quella ragazza?". Prima di loro si era fatto avanti il ministro Sacconi, il quale si era detto "sorpreso per il mancato arresto della contestatrice".
Insomma, il pericoloso criminale andava tradotto in galera, senza se e senza ma. E d'altra parte se lo dicono loro, i parlamentari, che le leggi le fanno, non si capisce perché non dovrebbe essere così. C'è solo un piccolo particolare: la legge non lo prevede. Già, quella legge che i parlamentari fanno, e che quindi dovrebbero conoscere bene, non prevede l'arresto in questi casi. E sapete chi lo dice? Libero, quello che vedete nell'immagine in alto. Scrive il Fatto di oggi:
Senza scomodare Palamara e le presunte parentele illustri, al senatore Gasparri sarebbe bastato leggere uno dei giornali più vicini al suo partito, che oggi spiega perché la legge non preveda l’arresto per un gesto come quello di mercoledì. Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, spiega che “Rubina Affronte è stata denunciata per “accensione e lancio di oggetti pericolosi”, reato che prevede l’identificazione ma non l’arresto”. Stupisce che Gasparri non lo sappia. Anche perché gli basterebbe chiedere al fratello Clemente, generale dei Carabinieri, per scoprire i meccanismi della legge.
Nella giornata di oggi, poi, è arrivata una nota proprio dalla procura di Torino, dove la ragazza è stata identificata e denunciata. Ecco ciò che scrive l'Ansa (il neretto è mio):
(ANSA) - TORINO, 11 SET - Non c'e' stata alcuna sottovalutazione dell'accaduto, il carcere non e' previsto per casi del genere: lo puntualizza la procura di Torino in una nota firmata dal procuratore generale Marcello Maddalena, dopo le polemiche sull'operato di magistratura e forze dell'ordine in occasione del lancio del fumogeno contro il leader Cisl Raffaele Bonanni. ''Polizia e magistratura - si legge nella nota - si sono limitate ad applicare scrupolosamente la legge, che non contempla nessuna possibilita' di misure restrittive della liberta' personale, la cui adozione nei casi non consentiti comporterebbe addirittura una responsabilita' dello stato per ingiusta dentenzione''. ''Stupiscono - si legge ancora - le malevole insinuazioni circa una pretesa sottovalutazione dell'accaduto da parte delle forze di polizia e della procura torinese, la quale da sempre ha concretamente dimostrato la massima attenzione nei confronti di qualsiasi atto di violenza politica, da qualsiasi parte proveniente. Ben consapevole delle derive che ne possono scaturire",
A questo punto le ipotesi sono due: o tutti i politici che han parlato, han parlato a vanvera non conoscendo la legge, la qual cosa mi pare di una certa gravità, oppure la legge la conoscevano benissimo ma hanno voluto in malafede marciarci su. In tutti e due i casi non mi pare che ne escano bene.
2010, fuga da Minzolini
Nel 1981, Jena Plissken era l'eroe di 1997: fuga da New York. Oggi, un eventuale remake di quel film potrebbe chiamarsi "2010, fuga da Minzolini".
Martedì sera, ore 20 e 06: Augusto Minzolini compare sullo schermo per l’ennesimo editoriale, circa 150 mila spettatori afferrano il telecomando e spengono la televisione. Sul finire del monologo altri 244 mila lasciano Raiuno e scappano verso il telegiornale di Enrico Mentana, sostituti da un gruppetto stanco di Tempesta d’Amore su Rete 4 e da 192 mila spettatori che accendono in quel momento la tv e beccano il fotogramma di Susanna Petruni che riprende la linea in studio. Morale dell’aritmetica: Minzolini ha perso 400 mila persone in centoventi secondi. Un record stratosferico, migliorato dal direttorissimo medesimo in ventiquatt’ore: l’edizione di martedì ha sfiorato il 27% di share per 6 milioni di spettatori, mercoledì disertano in 500 mila per un punto e mezzo di share (fonte)
Anche Repubblica, ieri, ha parlato della débâcle del tg1 in seguito agli "editoriali" del "direttorissimo" (termine coniato appositamente per lui da Berlusconi).
Davanti ai numeri, nudi e crudi, uno si aspetterebbe perlomeno il silenzio anche da parte dei berluscones più agguerriti. E invece no: "I successi di ascolto sono ormai costanti, e quindi anche i telespettatori mostrano di gradire un’informazione non omologata ai desideri e alle abitudini di chi pensa a un’informazione a senso unico".
Il primo che mi scrive nei commenti il nome di colui che, in omaggio al padrone, riesce a negare anche l'evidenza dei numeri, vince un premio.
I doni del Signore
Se c'è una cosa per cui, forse, questo governo passerà alla storia, sarà la politica estera (oltre naturalmente alle leggi ad personam, anche se queste sono spalmate nell'arco di più governi). Dopo le ripetute e un po' ripugnanti genuflessioni a Gheddafi e al dittatore bielorusso Lukashenko, ecco infatti arrivare quella a Putin (per Berlusconi "dono di Dio"), ex membro del Partito Comunista dell'Unione Sovietica prima, e del KGB poi.
Quando Berlusconi va all'estero per presenziare a qualche vertice internazionale, è come se andasse in tournée. E' come quando le rockband preparano un repertorio che è sempre uguale nelle varie date e città del tour. Il repertorio, naturalmente, nel caso del "cantante" Berlusconi é: i giudici comunisti, l'impossibilità di governare a causa della magistratura politicizzata e balle simili. Ci si chiede sempre cosa mai possa fregare, ai rappresentanti delle nazioni presenti a questi vertci, delle beghe italiane; un giorno qualcuno ce lo spiegherà - magari lo spieghrà pure a Berlusconi.
Nello spefico, però, cioè nella visita di queste ore a Mosca al forum sulla democrazia, il premier ha aggiunto una "canzone" al suo repertorio: Fini. "Il mio governo andrà avanti per i tre anni di legislatura che ancora mancano. Ho rassicurato chi mi chiede cosa succede in Italia. Ci sono piccole questioni di professionisti della politica che vogliono avere la loro aziendina. Ma sono cose che non toccano la governabilità". Ecco, Berlusconi ha assicurato al mondo intero che la legislatura andrà avanti fino alla fine (ammesso che sarà vero, buona parte del merito sarà del "Mediashopping" in corso in questi giorni).
Ma è il riferimento a Fini ad essere particolarmente interessante, se non altro dal punto di vista terminologico. "Vuole solo la sua aziendina", ha detto riferendosi al neonato partito che Fini e soci dovrebbero tenere a battesimo a breve. Non ha detto "partitino", ha detto "aziendina", che riassume e conferma perfettamente il concetto di partito-azienda che più di uno, nel corso di questi ultimi anni, hanno fatto notare riferendosi a quello di Berlusconi. Insomma, una (involontaria?) ammissione di ciò che Berlusconi intende per politica: un'azienda, in cui c'è un padrone che comanda e gli altri ubbidiscono.
L'11 settembre nella sua globalità
Oggi è l'11 settembre, data che rievoca, e probabilmente rievocherà sempre, gli attacchi terroristici subiti dagli USA nel 2001. Piergiorgio Odifreddi ripubblica oggi su Repubblica un suo articolo che scrisse alcuni anni fa. In questo articolo invita a guardare quanto avvenne nove anni fa nella sua globalità e non solo limitatamente a quel singolo, terribile episodio.
E' vero, infatti, che gli americani sono stati in quel caso vittime. Ma quante volte, invece, sono stati "carnefici"? Scrive Odifreddi:
Articolo integrale qui.
E' vero, infatti, che gli americani sono stati in quel caso vittime. Ma quante volte, invece, sono stati "carnefici"? Scrive Odifreddi:
Un evento che Giovanni Paolo II ha descritto come «uno dei momenti più bui della storia dell’umanità». Storiche, in realtà, sono soltanto le proporzioni di questa gaffe colossale, con la quale il Papa ha rimosso non soltanto le gesta dei suoi predecessori, più o meno lontani, ma anche le immani tragedie del vicino Novecento.
Più precisamente, i 185 milioni di morti per guerre, rivoluzioni, massacri, genocidi, oppressioni e dittature dettagliati nelle cifre dell’agghiacciante Atlante Storico del Ventesimo Secolo di Matthew White, ed equamente distribuiti fra capitalismo e comunismo. Che intensità di tenebre dovremmo assegnare a questi eventi, se chiamiamo l’attentato di New York uno dei momenti più bui della storia dell’umanità?
Purtroppo, la dichiarazione del Papa è soltanto un sintomo dell’isteria collettiva che ha colpito la totalità dei governanti e dei media occidentali, facendo perdere loro completamente i sensi della proporzione e della prospettiva di fronte a un attacco che stupisce soltanto perchè si è consumato, per la prima volta dal 1812, sul suolo degli Stati Uniti.
[...]
Una volta ricevuta l’anonima sfida, con la forte valenza simbolica del World Trade Center crollato e del Pentagono in fiamme, prima di accoglierla gli statunitensi dovevano trovare gli sfidanti. Li hanno individuati immediatamente in Osama Bin Laden e nei taleban: nelle stesse persone, cioè, che Ronald Reagan e George Bush I chiamavano «guerrieri della libertà» quando combattevano gli invasori russi in Afganistan, e che Bill Clinton e George Bush II chiamano «terroristi» da quando combattono gli invasori americani in Arabia Saudita.
[...]
L’individuazione dei colpevoli è stata effettuata nel giro di ore da servizi segreti che non si erano accorti di nulla per anni. La cosa è sospetta, per almeno due motivi. Anzitutto, perchè non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti si inventano un pretesto per attaccare una nazione: basterà ricordare il famigerato incidente del Golfo del Tonchino, che oggi sappiamo non essere mai avvenuto, ma che nell’estate del 1964 permise a Lyndon Johnson di ricevere dal Congresso un plebiscito per l’entrata in guerra col Vietnam.
Inoltre, perchè gli Stati Uniti sono soliti inventarsi ogni paio d’anni un «nemico pubblico numero uno» sul quale scaricare le proprie paranoie: ad esempio, per limitarci agli ultimi decenni, Castro a Cuba, Ho Chi Min in Vietnam, Khomeini in Iran, Gheddafi in Libia, Ortega in Nicaragua, Noriega a Panama, Saddam in Iraq, Milosevich in Yugoslavia, …
A seconda dei casi, questi paesi hanno dovuto subire attacchi, invasioni e guerre. Che si fanno, ovviamente, con migliaia di bombe e di missili. Ciascuno dei quali provoca esattamente gli stessi effetti che gli aerei suicidi hanno provocato a New York, lasciando sul campo la stessa quantità di morti e distruzioni. Dopo settimane di servizi giornalistici e televisivi su questi effetti, gli Stati Uniti non possono più fare i finti tonti: hanno vissuto sulla loro pelle, per una volta, una minima parte di ciò che hanno fatto agli altri. E poichè ora sanno che cosa questo significa, e si dichiarano cristiani, questo sarebbe il momento buono per incominciare a praticare il precetto evangelico: «non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te».
Articolo integrale qui.
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