Anche il 2006 ce lo siamo da poche ore lasciato alle spalle: un altro anno che se ne va. I nostri figli crescono e noi "invecchiamo": fa tutto parte della normalità e del naturale ciclo delle cose. Di solito non faccio consuntivi o bilanci, non mi hanno mai affascinato. Sono successo alcune cose, quello sì, ma niente di particolarmente rilevante: giornali e tv continuano a parlare di cucina, salute, prezzi, calcio, pettegolezzi. Niente rivoluzioni, insomma, o qualche segnale di "cambio di rotta" del normale status quo. Macché.
Un anno però è lungo, e qualche cosa che merita di essere menzionato (nel bene e nel male) c'è stato. In gennaio è iniziato ad esempio, dopo ben 4 anni, il processo per il crollo - in seguito a terremoto - della scuola di S.Giuliano di Puglia, in cui persero la vita nel 2002 una trentina di bimbi e un'insegnante. Chissà, magari fra qualche anno si arriveranno (forse) a stabilire delle responsabilità. E' invece della fine di marzo, ricorderete, la terribile vicenda di Tommaso Onofri (Tommy), il piccolo bimbo ucciso a badilate perché piangeva (il primo episodio che ha fatto seriamente vacillare - ma non cadere - le mie convinzioni sulla pena di morte); una vicenda questa, comunque, dai contorni mai ben chiariti.
Aprile: Berlusconi va a casa (sul filo del rasoio) ed entra in scena Prodi, affettuosamente (?) soprannominato 'mortadella' (almeno dalle nostre parti). Devo essere sincero: quando Prodi ha vinto le elezioni ero effettivamente convinto che potesse esserci, non dico una rivoluzione, ma qualche timido segnale di cambiamento: evidetentemente mi sbagliavo. A distanza di quasi un anno le leggi Gasparri e Biagi sono ancora saldamente al loro posto e i vari decreti salva ladri, che consentono a Previti & c. di sedere in Parlamento, sono ancora lì. Anzi, a far compagnia a queste è arrivato l'indulto, nel segno appunto del cambiamento rispetto al governo precedente. E la tanto strombazzata "serietà al governo" ha assunto le sembianze di Luxuria (anche questo nel segno del cambiamento, quando - ricorderete - vennero elette deputate dai Radicali Cicciolina e Moana Pozzi). Vabbè.
A luglio finalmente si gode: accantonati momentaneamente i problemi dell'inflazione, dei salari da fame, degli ospedali in cui si muore ancora perché non si trova un posto letto, l'Italia vince i mondiali di calcio! Alé, tutti a far festa nelle piazze e nelle strade. Gattuso e Totti hanno subito cavalcato l'onda emozionale diventando testimonial di una nota compagnia telefonica al grido di "Life is now!", mentre invece la testata in mondovisione di Zidane contro lo sboccacciato Materazzi è diventata il logo distintivo di una multinazionale dello yogurt. E vai!
Nel mese di agosto salta alla ribalta la nota vicenda di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca che dopo 8 anni di prigionia in uno scantinato ritrova finalmente la libertà e i soldi, visto che per tenere il conto degli impegni in interviste televisive e giornali ha dovuto assumere un segretario.
In settembre, negli Stati Uniti, si celebra come ogni anno l'anniversario (il quinto) dell'attentato alle torri gemelle, l'attacco suicida compiuto da kamikaze terroristi arabi che ha fatto quasi 3000 morti (appena superati dal numero di marines deceduti nella guerra di "esportazione della democrazia" in Iraq). In questo stesso mese il papa tiene lo "storico" discorso - che verte sul rapporto tra fede e ragione - all'Università di Ratisbona facendo incavolare un miliardo di musulmani, che (già incavolati per conto loro) non capiscono quello che ha voluto dire, o forse lui non si è spiegato bene. Boh, va a capire.
Il mese di dicembre verrà invece ricordato per la morte di due "grandi" del loro genere: Saddam Hussein e il generale Augusto Pinochet, due dei più sanguinari dittatori che la storia ricordi (il secondo forse anche peggiore del primo), che per quello che ha fatto avrebbe meritato la stessa fine del dittatore iraqeno, e che invece è beatamente morto nel suo letto alla veneranda età di 91 anni.
E' passato il Natale, più o meno come quello precedente, più o meno come quelli precedenti, ed è passato anche capodanno con le sue battaglie idiote a suon di petardi e mani e occhi dilaniati. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto, come tutti i Presidenti prima di lui, il solito discorso alla nazione a reti unificate (visibile ancora anche senza digitale terrestre) in cui più o meno si dicono sempre le stesse cose: un fiume inutile di inutili parole delle quali, ormai, agli italiani - metà dei quali alle prese col problema di riuscire ad arrivare alla fine del mese - non può fregare di meno.
Ed eccoci, come dicevo, nel tanto agognato 2007, iniziato stappando lo spumante con l'augurio e la speranza di gettare nella spazzatura le cose vecchie e inutili e di cominciare l'anno all'insegna di qualcosa di nuovo e di diverso. Un augurio che ci siamo fatti anche nei capodanni precedenti, ma che, come il discorso di Napolitano, è sempre rimasto una pia illusione.
domenica 31 dicembre 2006
sabato 30 dicembre 2006
Saddam (ultima puntata)
Per Bush "giustizia è fatta", per il Vaticano è "una notizia tragica". In mezzo a questi due estremi, le conclusioni che più mi sento di condividere - come spesso accade - sono quelle di Beppe Grillo.
Il risveglio del garante
Dopo anni che siamo sistematicamente torturati dai telefonisti-kamikaze dei "call-center d'assalto", forse qualcosa si muove. Pare infatti che il Garante della Privacy abbia deciso di usare il pugno di ferro contro quelle società responsabili di violare il nostro sacrosanto diritto a mantenere integre le nostre appendici pendule maschili (nel mio caso Sky, Telecom, Wind, ecc...).
Staremo a vedere...
Staremo a vedere...
Il blogger ubriaco
"Si può osservare - conclude Guzzanti - che Litvinenko morendo avvelenato l'ha scampata bella: oggi sarebbe inseguito da un mandato di cattura internazionale per calunnia aggravata".
Difficile, davanti a questa affermazione, pensare a una persona sobria.
(segnalato da .mau.)
Difficile, davanti a questa affermazione, pensare a una persona sobria.
(segnalato da .mau.)
venerdì 29 dicembre 2006
I 'rootkit' Sony? Caso chiuso (con patteggiamento)
Con un esborso di 5 milioni di dollari, versati per chiudere tutti i contenziosi aperti con una quarantina di stati americani che l'hanno citata in causa, la multinazionale Sony ha chiuso il caso dei "cd con rootkit", una di quelle vicende che qualche tempo fa ha fatto il giro della rete - e non solo - e ha rappresentato il più eclatante caso di violazione della privacy e dei diritti degli utenti che si sia mai verificato. Faccio un breve riepilogo per chi non fosse al corrente della vicenda.
Nel 2005 la Sony ha immesso sul mercato inglese e americano delle partite di cd musicali che contenevano al loro interno, assieme alle normali tracce musicali, un sistema anticopia chiamato XCP. Questo particolare sistema di protezione agiva installando un rootkit sul pc dell'utente a sua insaputa (ho pubblicato qui tempo fa un breve how-to in cui spiego come utilizzare un programma apposito per la loro rimozione). In pratica, una volta inserito il cd nel computer per essere ascoltato, partiva automaticamente l'installazione di questo programma "fantasma".
Tale programma aveva alcune peculiarità molto interessanti: si installava, come ho già detto, di nascosto e non esisteva nessun tool per la sua rimozione. In pratica, una volta installato, non era possibile rimuoverlo in nessun modo e in più rimaneva sempre in esecuzione rallentando i normali processi di Windows. Come ciliegina sulla torta, il 10 novembre dello stesso anno veniva scoperto un trojan che usava proprio il rootkit Sony per propagarsi.
Il primo che si accorge della presenza di questo programma all'interno del suo pc è Marc Russinovich, che lo scopre per caso proprio mentre sta testando un programma "scova-rootkit". Immediatamente pubblica la notizia sul suo blog e da lì in poi per Sony comincia il calvario. La notizia si diffonde e diventa di dominio planetario. La multinazionale giapponese all'inizio tenta di minimizzare la cosa, poi ritira dal mercato i cd "infetti" e si offre di sostituirli gratuitamente agli utenti che li hanno acquistati. Poi rilascia una patch che dovrebbe permettere di disinstallare l'XCP ma che in realtà provoca un danno ancora maggiore, portando in alcuni casi al blocco del funzionamento del masterizzatore.
E' il colpo di grazia. Sony (il cui danno all'immagine è difficilmente quantificabile) non può più accampare scuse o ridicole giustificazioni: partono i processi e le richieste di risarcimento danni, fino all'epilogo col quale ho aperto questo post.
Una delle domande che sorge quasi spontanea da tutta questa vicenda è: dove sono disposte ad arrivare le major dell'industria discografica per tutelare i loro interessi? Come pensava Sony di combattere la pirateria musicale con un simile sistema (che tra l'altro era anche sostanzialmente inutile in quanto i cd con l'XCP erano comunque tranquillamente duplicabili su qualsiasi Pc Linux o Mac, e anche con Windows usando particolari programmi)?
Beh, visto l'epilogo della vicenda, penso che difficilmente qualcun'altro si azzarderà a ritentare l'impresa. Quindi, per adesso, accontentiamoci del vecchio caro DRM (si fa per dire).
Nel 2005 la Sony ha immesso sul mercato inglese e americano delle partite di cd musicali che contenevano al loro interno, assieme alle normali tracce musicali, un sistema anticopia chiamato XCP. Questo particolare sistema di protezione agiva installando un rootkit sul pc dell'utente a sua insaputa (ho pubblicato qui tempo fa un breve how-to in cui spiego come utilizzare un programma apposito per la loro rimozione). In pratica, una volta inserito il cd nel computer per essere ascoltato, partiva automaticamente l'installazione di questo programma "fantasma".
Tale programma aveva alcune peculiarità molto interessanti: si installava, come ho già detto, di nascosto e non esisteva nessun tool per la sua rimozione. In pratica, una volta installato, non era possibile rimuoverlo in nessun modo e in più rimaneva sempre in esecuzione rallentando i normali processi di Windows. Come ciliegina sulla torta, il 10 novembre dello stesso anno veniva scoperto un trojan che usava proprio il rootkit Sony per propagarsi.
Il primo che si accorge della presenza di questo programma all'interno del suo pc è Marc Russinovich, che lo scopre per caso proprio mentre sta testando un programma "scova-rootkit". Immediatamente pubblica la notizia sul suo blog e da lì in poi per Sony comincia il calvario. La notizia si diffonde e diventa di dominio planetario. La multinazionale giapponese all'inizio tenta di minimizzare la cosa, poi ritira dal mercato i cd "infetti" e si offre di sostituirli gratuitamente agli utenti che li hanno acquistati. Poi rilascia una patch che dovrebbe permettere di disinstallare l'XCP ma che in realtà provoca un danno ancora maggiore, portando in alcuni casi al blocco del funzionamento del masterizzatore.
E' il colpo di grazia. Sony (il cui danno all'immagine è difficilmente quantificabile) non può più accampare scuse o ridicole giustificazioni: partono i processi e le richieste di risarcimento danni, fino all'epilogo col quale ho aperto questo post.
Una delle domande che sorge quasi spontanea da tutta questa vicenda è: dove sono disposte ad arrivare le major dell'industria discografica per tutelare i loro interessi? Come pensava Sony di combattere la pirateria musicale con un simile sistema (che tra l'altro era anche sostanzialmente inutile in quanto i cd con l'XCP erano comunque tranquillamente duplicabili su qualsiasi Pc Linux o Mac, e anche con Windows usando particolari programmi)?
Beh, visto l'epilogo della vicenda, penso che difficilmente qualcun'altro si azzarderà a ritentare l'impresa. Quindi, per adesso, accontentiamoci del vecchio caro DRM (si fa per dire).
giovedì 28 dicembre 2006
La difficoltà della coerenza
Sinceramente non so come iniziare a scrivere questo post. Sono ormai 5 minuti che il cursore lampeggia sullo schermo del pc, ma dalla tastiera sembra non uscire niente. Vabbè, proviamo.
Dunque, come è ormai noto, Saddam Hussein è stato condannato a morte per crimini contro l'umanità. La sentenza è definitiva, e secondo la legislazione iraqena non è impugnabile, ossia non vi è possibilità di ricorsi o revisioni. In linea di principio sono sempre stato contro la pena di morte e ho scritto spesso in passato, sul mio sito internet, articoli contro quella che ritengo essere una deprecabile e barbara usanza.
Ho citato il caso ad esempio di Ray Allen, il 77enne indiano sordo, e quasi cieco a causa del diabete, a cui Terminator-Schwarzenegger ha negato la grazia nonostante ormai avesse comunque i giorni contati. Oppure il caso di Stanley Williams, condannato a morte perché riconosciuto colpevole di quattro omicidi, giustiziato con un'iniezione letale dopo aver scontato 25 anni di carcere durante i quali ha cambiato vita fino ad essere stato proposto più volte per il Nobel.
Qui però il caso è diverso: non siamo infatti di fronte a un delinquente occasionale, che ha ucciso in particolari frangenti o magari sotto l'effetto di qualche sostanza. Siamo di fronte a un dittatore e a un assassino della peggior specie, che ha attuato con impressionante sistematicità lo sterminio dei curdi (donne, vecchi e bambini) colpevoli solo di appartenere a questa etnia; ha anche imprigionato, torturato e ucciso una moltitudine di oppositori politici, senza processi né avvocati.
Ora Pannella ha iniziato lo sciopero della fame per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa vicenda e cercare di impedire l'esecuzione di Saddam (comunque inevitabile). L'iniziativa è condivisibile, ma mi sembra un pò ipocrita. Chi faceva lo sciopero della fame quando Saddam uccideva i Curdi, gli Sciiti, i Cristiani e i Turcomanni? Chi, a parte le organizzazioni tipo Amnesty International, denunciava quanto accadeva in Iraq sotto la dittatura di Saddam?
Le dichiarazioni di questi giorni di Prodi e D'Alema sono contraddittorie: da una parte stigmatizzano i crimini compiuti dal dittatore iraqeno, dall'altra si schierano contro il provvedimento di condanna a morte. Sintomo questo di una
divisione e un'incertezza che è anche un pò la mia. Insomma, questo è uno dei pochi casi in cui alcune certezze che si credevano solide vacillano e mantenere una certa coerenza di idee (almeno da parte mia) risulta difficile.
Non so, magari si sarebbe potuta trovare un'altra soluzione, tipo ad esempio una condanna ai lavori forzati (magari per fargli tirar fuori i bambini innocenti uccisi e gettati nelle fosse comuni). Una cosa comunque è certa: come dice giustamente don Paolo in questo suo post, per gli americani Saddam era già morto, fin da quando è stato catturato e gettato in prigione. E la condanna a morte può senz'altro essere vista come un aspetto di quello che loro intendono per "esportazione della democrazia".
In ogni caso i miei dubbi rimangono.
Dunque, come è ormai noto, Saddam Hussein è stato condannato a morte per crimini contro l'umanità. La sentenza è definitiva, e secondo la legislazione iraqena non è impugnabile, ossia non vi è possibilità di ricorsi o revisioni. In linea di principio sono sempre stato contro la pena di morte e ho scritto spesso in passato, sul mio sito internet, articoli contro quella che ritengo essere una deprecabile e barbara usanza.
Ho citato il caso ad esempio di Ray Allen, il 77enne indiano sordo, e quasi cieco a causa del diabete, a cui Terminator-Schwarzenegger ha negato la grazia nonostante ormai avesse comunque i giorni contati. Oppure il caso di Stanley Williams, condannato a morte perché riconosciuto colpevole di quattro omicidi, giustiziato con un'iniezione letale dopo aver scontato 25 anni di carcere durante i quali ha cambiato vita fino ad essere stato proposto più volte per il Nobel.
Qui però il caso è diverso: non siamo infatti di fronte a un delinquente occasionale, che ha ucciso in particolari frangenti o magari sotto l'effetto di qualche sostanza. Siamo di fronte a un dittatore e a un assassino della peggior specie, che ha attuato con impressionante sistematicità lo sterminio dei curdi (donne, vecchi e bambini) colpevoli solo di appartenere a questa etnia; ha anche imprigionato, torturato e ucciso una moltitudine di oppositori politici, senza processi né avvocati.
Ora Pannella ha iniziato lo sciopero della fame per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa vicenda e cercare di impedire l'esecuzione di Saddam (comunque inevitabile). L'iniziativa è condivisibile, ma mi sembra un pò ipocrita. Chi faceva lo sciopero della fame quando Saddam uccideva i Curdi, gli Sciiti, i Cristiani e i Turcomanni? Chi, a parte le organizzazioni tipo Amnesty International, denunciava quanto accadeva in Iraq sotto la dittatura di Saddam?
Le dichiarazioni di questi giorni di Prodi e D'Alema sono contraddittorie: da una parte stigmatizzano i crimini compiuti dal dittatore iraqeno, dall'altra si schierano contro il provvedimento di condanna a morte. Sintomo questo di una
divisione e un'incertezza che è anche un pò la mia. Insomma, questo è uno dei pochi casi in cui alcune certezze che si credevano solide vacillano e mantenere una certa coerenza di idee (almeno da parte mia) risulta difficile.
Non so, magari si sarebbe potuta trovare un'altra soluzione, tipo ad esempio una condanna ai lavori forzati (magari per fargli tirar fuori i bambini innocenti uccisi e gettati nelle fosse comuni). Una cosa comunque è certa: come dice giustamente don Paolo in questo suo post, per gli americani Saddam era già morto, fin da quando è stato catturato e gettato in prigione. E la condanna a morte può senz'altro essere vista come un aspetto di quello che loro intendono per "esportazione della democrazia".
In ogni caso i miei dubbi rimangono.
mercoledì 27 dicembre 2006
Verbix
Ho trovato, girovagando qua e là per la rete, un sito molto interessante che mostra le varie coniugazioni delle forme verbali di molte lingue. E' possibile coniugare tutti i tempi di ben 81 lingue straniere.
Se volete provare, scrivete nella barra dell'url del vostro browser http://www.verbix.com per entrare nell'home page. Una volta qui trovate 4 riquadri: lasciate perdere i primi 3, perché sono a pagamento e necessitano dell'installazione di un software, e scegliete il quarto, quello gratuito illustrato qui sotto:
Cliccateci sopra per entrare nella pagina successiva e scegliete una delle lingue elencate nella pagina, ad esempio "English". Automaticamente si aprirà un'altra pagina con un form entro il quale va inserito il verbo che vi interessa coniugare:
Sciegliete ad esempio uno di quelli già evidenziati nella colonna a fianco (ma potete metterne uno a scelta), e clicchate su go: ecco la pagina con le coniugazioni del verbo come (quello che ho scelto io):
Mi pare che sia un servizio molto utile, specialmente per chi studia o, come me, ha i figli che studiano qualche lingua.
Se volete provare, scrivete nella barra dell'url del vostro browser http://www.verbix.com per entrare nell'home page. Una volta qui trovate 4 riquadri: lasciate perdere i primi 3, perché sono a pagamento e necessitano dell'installazione di un software, e scegliete il quarto, quello gratuito illustrato qui sotto:
Cliccateci sopra per entrare nella pagina successiva e scegliete una delle lingue elencate nella pagina, ad esempio "English". Automaticamente si aprirà un'altra pagina con un form entro il quale va inserito il verbo che vi interessa coniugare:
Sciegliete ad esempio uno di quelli già evidenziati nella colonna a fianco (ma potete metterne uno a scelta), e clicchate su go: ecco la pagina con le coniugazioni del verbo come (quello che ho scelto io):
Mi pare che sia un servizio molto utile, specialmente per chi studia o, come me, ha i figli che studiano qualche lingua.
La madre dei cretini
C'è un famoso detto che recita: "la madre dei cretini è sempre incinta". La notte della vigilia di Natale, ignoti hanno devastato il presepe allestito dal comune sotto l'arco di piazza Ganganelli, a Santarcangelo. Hanno portato via la Madonna e decapitato il bambino.
Ho scattato una foto al volo col telefonino passando il giorno dopo con la macchina lì davanti, ma non la mostro, perché qualcuno dei cretini potrebbe vederla pubblicata e "gasarsi".
Sono sempre stato convinto - e quanto accaduto ne è sicuramente la dimostrazione - che il modo di agire di ognuno rispecchi il suo quoziente intellettivo.
Ho scattato una foto al volo col telefonino passando il giorno dopo con la macchina lì davanti, ma non la mostro, perché qualcuno dei cretini potrebbe vederla pubblicata e "gasarsi".
Sono sempre stato convinto - e quanto accaduto ne è sicuramente la dimostrazione - che il modo di agire di ognuno rispecchi il suo quoziente intellettivo.
martedì 26 dicembre 2006
Il sorpasso
Non mi riferisco, con questo titolo, al celebre film di Dino Risi del '62 (anche se ovviamente preferirei farlo), ma a qualcosa di più tragico: e cioè al numero dei marines americani morti in Iraq. Associated Press, infatti, che si occupa da tempo di tenere aggiornato questo triste conteggio, ha comunicato che il numero di marines deceduti sul fronte iraqeno ha superato, proprio in questo periodo natalizio, il numero delle vittime degli attentati alle torri gemelle del settembre 2001: 2978 contro 2973.
Ora, al di là delle fredde cifre, che bene o male lasciano il tempo che trovano, penso che non sbaglino tutti quelli che dicono che questa guerra sia stata totalmente sbagliata (ma esistono guerre giuste?), e la cosa comincia anche a essere percepita dall'opinione pubblica americana (vedi la sonora sconfitta di Bush alle recenti elezioni di medio termine, che ha avuto come immediata conseguenza il siluramento del Ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld).
L'unico che sembra non aver ancora capito la gravità della situazione pare essere proprio lui, George Bush, che solo qualche giorno fa auspicava l'invio di ancora più truppe in quella specie di inferno a cielo aperto chiamato Iraq. Quand'è che si deciderà a capire quello che ormai ha capito tutto il mondo? Quando sarà morto il marines numero 3000? O pensa di arrivare a 4000? Non sarebbe ora di cominciare ad ammettere che è stato tutto uno sbaglio e riportare a casa i superstiti nel modo più dignitoso possibile?
Oppure, come sembra, il Vietnam non gli ha insegnato niente?
Ora, al di là delle fredde cifre, che bene o male lasciano il tempo che trovano, penso che non sbaglino tutti quelli che dicono che questa guerra sia stata totalmente sbagliata (ma esistono guerre giuste?), e la cosa comincia anche a essere percepita dall'opinione pubblica americana (vedi la sonora sconfitta di Bush alle recenti elezioni di medio termine, che ha avuto come immediata conseguenza il siluramento del Ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld).
L'unico che sembra non aver ancora capito la gravità della situazione pare essere proprio lui, George Bush, che solo qualche giorno fa auspicava l'invio di ancora più truppe in quella specie di inferno a cielo aperto chiamato Iraq. Quand'è che si deciderà a capire quello che ormai ha capito tutto il mondo? Quando sarà morto il marines numero 3000? O pensa di arrivare a 4000? Non sarebbe ora di cominciare ad ammettere che è stato tutto uno sbaglio e riportare a casa i superstiti nel modo più dignitoso possibile?
Oppure, come sembra, il Vietnam non gli ha insegnato niente?
lunedì 25 dicembre 2006
Tutte le magagne di Word
Uno dei più celebri e diffusi word processor attualmente in circolazione, Microsoft Word, è anche quello che più ha sofferto fin dagli esordi di bug e falle di sicurezza, tanto è vero che nel corso del tempo Microsoft ha pubblicato un notevole numero di patch e aggiornamenti per cercare di correggere alcuni di questi bug.
Attualmente (come riportato anche da Attivissimo) sono documentate almeno tre falle pericolose di cui ancora Microsoft non ha rilasciato la relativa patch. La cosa non è da sottovalutare: queste tre falle, se opportunamente sfruttate tramite un documento .doc appositamente preparato, consentono infatti a un aggressore informatico di prendere il controllo di un computer. Ma di questo parlerò dopo.
Siccome in questi giorni ho avuto parecchio tempo libero, ho fatto qualche ricerca in rete per vedere un pò di individuare le grane più "famose" di cui ha sofferto Word negli ultimi anni e che sono state "patchate" da zio Bill. Non vado molto indietro nel tempo, altrimenti la cosa potrebbe diventare noiosa. Faccio un breve elenco, con quelle più note, partendo dal 2002.
Nel mese di ottobre di quell'anno viene rilasciata una patch (MS02-059) che corregge una bug delle versioni 2002, 2000, 97 di Word e di Excel 2002, sfruttando il quale un malintenzionato poteva creare un documento .doc che una volta aperto avrebbe potuto includere al suo interno un file archiviato sul computer dell'ignaro utente. Questa vulnerabilità è stata classificata da Microsoft come "moderata".
Saltiamo al 2004, e precisamente al mese di settembre. Microsoft rilascia una mezza dozzina di aggiornamenti tra cui l'MS04-27, che corregge un problema che si annida nella conversione dal formato Corel WordPerfect a Ms Word. Questo bug, valutato all'epoca da Microsoft come "important", consentiva a un aggressore informatico di sfruttarlo per eseguire del codice da remoto e prendere possesso del pc col quale l'utente avesse aperto il file .doc malevolo. Una curiosità: nella spiegazione che accompagna i bollettini di sicurezza rilasciati da Microsoft, se ci avete fatto caso, si trova spesso la dicitura "un utente malintenzionato può eseguire codice da remoto e prendere il controllo del pc". E' un modo elegante e raffinato per dire che il primo vandalo che passa si infila nel vostro pc e fa quel cavolo che gli pare a vostra insaputa.
Bene. A questo punto saltiamo al mese di aprile 2005. Zio Bill rilascia in questo mese ben 8 bollettini di sicurezza, quasi tutti classificati come "critical" che risolvono ben 18 vulnerabilità scoperte in vari prodotti del big di Redmond. Tra questi c'è l'MS05-23, che corregge due errori di buffer overflow nelle versioni 2000, 2002 e 2003 di Ms Word. Inutile dire che sfruttando queste falle il solito aggressore prende il solito controllo del solito pc.
Nel mese di luglio dello stesso anno è la volta dell'MS05-035, che corregge sempre un problema di buffer overflow (ma guarda), questa volta però relativo alla gestione dei font da parte di Word. Anche in questo caso (come se non si trattasse sempre della stessa musica) Microsoft spiega che il solito aggressore potrebbe ecc... ecc... Vabbè, ormai la storia è nota.
Arriviamo così a oggi. Sono in circolazione adesso, mentre scrivo, ben tre falle sulle quali "Microsoft sta investigando" e che sono ancora senza patch. Una di queste è attualmente utilizzata per diffondere un trojan ruba-password. La terza delle tre, invece, quella fresca fresca scoperta questi giorni, è verificabile tramite un test. L'esperimento naturalmente è dimostrativo e quindi innocuo. Se volete fare una prova è sufficiente che clicchiate qui: se il Word che usate va in crash tentando di aprire questo file vuol dire che la vostra versione è vulnerabile al bug, altrimenti no. Io non posso provare, dal momento che da parecchi anni non ospito più sul mio pc - sul quale peraltro gira Linux - Microsoft Word e vivo bene lo stesso.
In ogni caso, a titolo puramente informativo, anche il Writer della mia OpenOffice.org 1.1.5 ha dei problemi a gestire questo file, e pur non crashando mi presenta comunque un messaggio di errore e mi intima di salvare i dati prima che venga automaticamente chiusa l'applicazione.
Visto che attualmente questo tipo di bug è già sfruttato da alcuni vandali informatici per disseminare le loro porcherie in rete, finché Microsoft non si decide a sfornare la patch è bene evitare di aprire qualsiasi file .doc che dovesse arrivarvi tramite posta elettronica, anche se vi arriva da un mittente conosciuto, ed è consigliabile dubitare anche di quelli che si trovano sui siti internet che si visitano, a meno che non si tratti di un sito dalla reputazione cristallina e di cui vi fidate.
Insomma, come spesso accade, e come è già ormai ampiamente dimostrato, il fatto che un software sia il più diffuso al mondo non significa che sia automaticamente il migliore, anzi il più delle volte è vero il contrario. Vi voglio segnalare a questo proposito, prima di chiudere questo lungo post e a titolo di curiosità, un paio di casi piuttosto eclatanti che hanno visto coinvolti qualche anno fa Word e chi ci ha avuto a che fare.
Il primo di questi riguardava un problema piuttosto imbarazzante di violazione della privacy, che affliggeva il programma fino alla versione 2000. La spiegazione tecnica la trovate qui. In pratica, brevemente, succedeva che aprendo un documento .doc - dopo che era stato più volte modificato - usando il Blocco Note di Windows, era possibile visualizzare le "tracce" precedenti del documento, anche quelle personali che a rigor di logica non avrebbero più dovuto essere presenti a causa della modifica del documento stesso.
La vittima più illustre di questa anomalia di Word (arriviamo così al secondo caso), è stato addirittura Tony Blair, il noto primo ministro inglese, che nel febbraio 2003 ha pubblicato un documento che parlava dell'occultamento delle armi di distruzione di massa da parte del governo iraqeno, e che avrebbe dovuto essere utilizzato come prova che Saddam nascondeva effettivamente le misteriose armi (peraltro mai trovate). Peccato che questo documento, diffuso in rete in formato .doc e attentamente analizzato nel modo indicato prima, dopo poco tempo si è rivelato essere una volgare scopiazzatura (fatta anche male) di un altro documento molto più vecchio, originariamente scritto da un ricercatore statunitense, quando tutti inizialmente, invece, pensavano fosse un documento originale redatto dagli 007 di Sua Maestà. Se volete i dettagli di questa curiosa storia li trovate qui.
Insomma, Word, utilizzatissimo e considerato da moltissimi utenti un programma sicuro, nel corso della sua storia è stato protagonista e causa di diversi "disastri" informatici, e tuttora Microsoft - a cadenza più o meno regolare - continua a pubblicare patch e rimedi per cercare di incerottare le magagne più vistose. Questo naturalmente non significa che i programmi concorrenti siano perfetti e immuni da bug, ci mancherebbe, ma offrono senz'altro un livello di sicurezza e attenzione sicuramente maggiori.
Qualche tempo fa, ad esempio, ho parlato sempre su questo blog di OpenOffice.org. Beh, fateci un pensierino e magari se vi va provatelo, visto che oltrettuto è gratuito; male che vada, se proprio non vi piace, potrete tranquillamente disinstallarlo e tornare all'affezionato Word (usando le dovute cautele, si intende).
Attualmente (come riportato anche da Attivissimo) sono documentate almeno tre falle pericolose di cui ancora Microsoft non ha rilasciato la relativa patch. La cosa non è da sottovalutare: queste tre falle, se opportunamente sfruttate tramite un documento .doc appositamente preparato, consentono infatti a un aggressore informatico di prendere il controllo di un computer. Ma di questo parlerò dopo.
Siccome in questi giorni ho avuto parecchio tempo libero, ho fatto qualche ricerca in rete per vedere un pò di individuare le grane più "famose" di cui ha sofferto Word negli ultimi anni e che sono state "patchate" da zio Bill. Non vado molto indietro nel tempo, altrimenti la cosa potrebbe diventare noiosa. Faccio un breve elenco, con quelle più note, partendo dal 2002.
Nel mese di ottobre di quell'anno viene rilasciata una patch (MS02-059) che corregge una bug delle versioni 2002, 2000, 97 di Word e di Excel 2002, sfruttando il quale un malintenzionato poteva creare un documento .doc che una volta aperto avrebbe potuto includere al suo interno un file archiviato sul computer dell'ignaro utente. Questa vulnerabilità è stata classificata da Microsoft come "moderata".
Saltiamo al 2004, e precisamente al mese di settembre. Microsoft rilascia una mezza dozzina di aggiornamenti tra cui l'MS04-27, che corregge un problema che si annida nella conversione dal formato Corel WordPerfect a Ms Word. Questo bug, valutato all'epoca da Microsoft come "important", consentiva a un aggressore informatico di sfruttarlo per eseguire del codice da remoto e prendere possesso del pc col quale l'utente avesse aperto il file .doc malevolo. Una curiosità: nella spiegazione che accompagna i bollettini di sicurezza rilasciati da Microsoft, se ci avete fatto caso, si trova spesso la dicitura "un utente malintenzionato può eseguire codice da remoto e prendere il controllo del pc". E' un modo elegante e raffinato per dire che il primo vandalo che passa si infila nel vostro pc e fa quel cavolo che gli pare a vostra insaputa.
Bene. A questo punto saltiamo al mese di aprile 2005. Zio Bill rilascia in questo mese ben 8 bollettini di sicurezza, quasi tutti classificati come "critical" che risolvono ben 18 vulnerabilità scoperte in vari prodotti del big di Redmond. Tra questi c'è l'MS05-23, che corregge due errori di buffer overflow nelle versioni 2000, 2002 e 2003 di Ms Word. Inutile dire che sfruttando queste falle il solito aggressore prende il solito controllo del solito pc.
Nel mese di luglio dello stesso anno è la volta dell'MS05-035, che corregge sempre un problema di buffer overflow (ma guarda), questa volta però relativo alla gestione dei font da parte di Word. Anche in questo caso (come se non si trattasse sempre della stessa musica) Microsoft spiega che il solito aggressore potrebbe ecc... ecc... Vabbè, ormai la storia è nota.
Arriviamo così a oggi. Sono in circolazione adesso, mentre scrivo, ben tre falle sulle quali "Microsoft sta investigando" e che sono ancora senza patch. Una di queste è attualmente utilizzata per diffondere un trojan ruba-password. La terza delle tre, invece, quella fresca fresca scoperta questi giorni, è verificabile tramite un test. L'esperimento naturalmente è dimostrativo e quindi innocuo. Se volete fare una prova è sufficiente che clicchiate qui: se il Word che usate va in crash tentando di aprire questo file vuol dire che la vostra versione è vulnerabile al bug, altrimenti no. Io non posso provare, dal momento che da parecchi anni non ospito più sul mio pc - sul quale peraltro gira Linux - Microsoft Word e vivo bene lo stesso.
In ogni caso, a titolo puramente informativo, anche il Writer della mia OpenOffice.org 1.1.5 ha dei problemi a gestire questo file, e pur non crashando mi presenta comunque un messaggio di errore e mi intima di salvare i dati prima che venga automaticamente chiusa l'applicazione.
Visto che attualmente questo tipo di bug è già sfruttato da alcuni vandali informatici per disseminare le loro porcherie in rete, finché Microsoft non si decide a sfornare la patch è bene evitare di aprire qualsiasi file .doc che dovesse arrivarvi tramite posta elettronica, anche se vi arriva da un mittente conosciuto, ed è consigliabile dubitare anche di quelli che si trovano sui siti internet che si visitano, a meno che non si tratti di un sito dalla reputazione cristallina e di cui vi fidate.
Insomma, come spesso accade, e come è già ormai ampiamente dimostrato, il fatto che un software sia il più diffuso al mondo non significa che sia automaticamente il migliore, anzi il più delle volte è vero il contrario. Vi voglio segnalare a questo proposito, prima di chiudere questo lungo post e a titolo di curiosità, un paio di casi piuttosto eclatanti che hanno visto coinvolti qualche anno fa Word e chi ci ha avuto a che fare.
Il primo di questi riguardava un problema piuttosto imbarazzante di violazione della privacy, che affliggeva il programma fino alla versione 2000. La spiegazione tecnica la trovate qui. In pratica, brevemente, succedeva che aprendo un documento .doc - dopo che era stato più volte modificato - usando il Blocco Note di Windows, era possibile visualizzare le "tracce" precedenti del documento, anche quelle personali che a rigor di logica non avrebbero più dovuto essere presenti a causa della modifica del documento stesso.
La vittima più illustre di questa anomalia di Word (arriviamo così al secondo caso), è stato addirittura Tony Blair, il noto primo ministro inglese, che nel febbraio 2003 ha pubblicato un documento che parlava dell'occultamento delle armi di distruzione di massa da parte del governo iraqeno, e che avrebbe dovuto essere utilizzato come prova che Saddam nascondeva effettivamente le misteriose armi (peraltro mai trovate). Peccato che questo documento, diffuso in rete in formato .doc e attentamente analizzato nel modo indicato prima, dopo poco tempo si è rivelato essere una volgare scopiazzatura (fatta anche male) di un altro documento molto più vecchio, originariamente scritto da un ricercatore statunitense, quando tutti inizialmente, invece, pensavano fosse un documento originale redatto dagli 007 di Sua Maestà. Se volete i dettagli di questa curiosa storia li trovate qui.
Insomma, Word, utilizzatissimo e considerato da moltissimi utenti un programma sicuro, nel corso della sua storia è stato protagonista e causa di diversi "disastri" informatici, e tuttora Microsoft - a cadenza più o meno regolare - continua a pubblicare patch e rimedi per cercare di incerottare le magagne più vistose. Questo naturalmente non significa che i programmi concorrenti siano perfetti e immuni da bug, ci mancherebbe, ma offrono senz'altro un livello di sicurezza e attenzione sicuramente maggiori.
Qualche tempo fa, ad esempio, ho parlato sempre su questo blog di OpenOffice.org. Beh, fateci un pensierino e magari se vi va provatelo, visto che oltrettuto è gratuito; male che vada, se proprio non vi piace, potrete tranquillamente disinstallarlo e tornare all'affezionato Word (usando le dovute cautele, si intende).
Allora insiste...
Mi scoccia dover tornare ogni tanto su argomenti già trattati, ma quando sento Prodi dire queste cose come si fa a fare finta di niente?
Forse al premier non è chiaro che l'indulto (sul quale ho già avuto modo di dire la mia in questo articolo che ho pubblicato qualche mese fa sul mio sito internet) ha rappresentato una delle leggi più impopolari che governo abbia mai partorito (ricorda un pò certe leggi ad-personam di qualcuno prima di lui).
E forse non ha ancora capito che se in campagna pre-elettorale l'Unione avesse previsto l'indulto, le truppe in Libano e altre simpatiche iniziative, a quest'ora non sarebbe al governo.
Mah, contento lui...
Forse al premier non è chiaro che l'indulto (sul quale ho già avuto modo di dire la mia in questo articolo che ho pubblicato qualche mese fa sul mio sito internet) ha rappresentato una delle leggi più impopolari che governo abbia mai partorito (ricorda un pò certe leggi ad-personam di qualcuno prima di lui).
E forse non ha ancora capito che se in campagna pre-elettorale l'Unione avesse previsto l'indulto, le truppe in Libano e altre simpatiche iniziative, a quest'ora non sarebbe al governo.
Mah, contento lui...
E' morto il "predicatore"
Probabilmente molti, specialmente fra i più giovani, non sapranno neanche chi è. Chi invece, come il sottoscritto, viaggia speditamente verso i 40 e ha come prima passione (ancora prima del pc) la musica, non può non averlo almeno sentito nominare. Ebbene sì, è morto James Brown, quello che è stato universalmente riconosciuto come uno dei padri della cosiddetta "black music". Se a qualcuno è capitato di vedere il film-culto The Blues Brothers di John Landis, lo ricorderà nella parte del predicatore.
Da musicista non potevo non dedicare un piccolo post a un grande della musica. Ciao James.
Da musicista non potevo non dedicare un piccolo post a un grande della musica. Ciao James.
domenica 24 dicembre 2006
Dio? Al decimo posto
Mi è dispiaciuto, un pò, leggere i risultati di questo sondaggio, svolto in Inghilterra su un campione di 2500 bambini sotto i 10 anni. Sarà forse perché è Natale, boh, non lo so.
Fatto sta che è stato chiesto ai pargoli di indicare una scala di valori in cui inserire le cose per loro più significative e quelle che considerano più importanti per il loro futuro. La maggior parte ha messo al primo posto la celebrità, al secondo "essere belli e piacevoli" e al terzo la ricchezza (secondo me in tutto questo c'è lo zampino della tv). Per trovare qualcosa di più "sostanzioso" dobbiamo scendere fino al decimo posto, dove troviamo Dio. In compenso lo stesso Dio è stato indicato, sempre dai bimbi, come "la persona più famosa del mondo", seguito da Bush, Gesù e Babbo Natale (mi fa un certo ché Bush tra Dio e Gesù, vabbè...).
Pur essendo uno studio basato su un campione relativamente piccolo di soggetti (ne ha parlato anche il Corriere), e quindi non necessariamente specchio fedele della realtà, dispiace comunque vedere come già in tenera età molti bambini abbiano le idee (fin troppo) chiare su quali siano i valori a cui fare riferimento.
Fatto sta che è stato chiesto ai pargoli di indicare una scala di valori in cui inserire le cose per loro più significative e quelle che considerano più importanti per il loro futuro. La maggior parte ha messo al primo posto la celebrità, al secondo "essere belli e piacevoli" e al terzo la ricchezza (secondo me in tutto questo c'è lo zampino della tv). Per trovare qualcosa di più "sostanzioso" dobbiamo scendere fino al decimo posto, dove troviamo Dio. In compenso lo stesso Dio è stato indicato, sempre dai bimbi, come "la persona più famosa del mondo", seguito da Bush, Gesù e Babbo Natale (mi fa un certo ché Bush tra Dio e Gesù, vabbè...).
Pur essendo uno studio basato su un campione relativamente piccolo di soggetti (ne ha parlato anche il Corriere), e quindi non necessariamente specchio fedele della realtà, dispiace comunque vedere come già in tenera età molti bambini abbiano le idee (fin troppo) chiare su quali siano i valori a cui fare riferimento.
sabato 23 dicembre 2006
Auguri di buon Natale via e-mail... con virus
Mi è arrivata ieri un'e-mail di auguri di buone feste da un mio caro amico. Il messaggio in questione, però, conteneva oltre agli auguri anche un allegato che veicolava nel pc un bel virus.
Chiaramente la cosa non era intenzionale, anzi l'invio del messaggio è avvenuto praticamente a sua insaputa. Visto che probabilmente sotto le feste di e-mail di questo tipo ne circoleranno parecchie, l'ho analizzata e ho preparato sul mio sito internet una pagina in cui spiego per sommi capi come funziona l'attacco e come difendersi. La trovate qui.
Mi raccomando, occhi aperti.
Chiaramente la cosa non era intenzionale, anzi l'invio del messaggio è avvenuto praticamente a sua insaputa. Visto che probabilmente sotto le feste di e-mail di questo tipo ne circoleranno parecchie, l'ho analizzata e ho preparato sul mio sito internet una pagina in cui spiego per sommi capi come funziona l'attacco e come difendersi. La trovate qui.
Mi raccomando, occhi aperti.
venerdì 22 dicembre 2006
Il peso della cultura
Leggo su Repubblica che uno scienziato della University of Pensylvania, ha ideato uno zainetto molleggiato ed ergonomico con l'intento di farlo sembrare meno pesante durante il trasporto.
In pratica (se ho capito bene) questo zainetto, tramite un complesso sistema di corde elastiche, carrucole e amortizzatori, dovrebbe, diciamo così, "assecondare" il movimento ondulatorio del corpo durante la marcia evitando che il carico si muova insieme alla persona e ne accentui così lo sforzo. Nell'articolo è riportato che un peso ad esempio di 27 kg verrebbe percepito come se fossero 21.
Certo, l'idea potrà essere anche buona, ma una soluzione più semplice, tipo ad esempio diminuire il numero di libri, oppure cercare di ottimizzare gli orari e le disposizioni delle materie, in modo che ogni giorno non sia necessario portare avanti e indietro i libri di quasi tutte non c'era? Avendo due figlie che vanno a scuola sono perfettamente a conoscenza del problema: gli zaini sono effettivamente pesantissimi. E poi le mie fanno solo le elementari, voglio ridere il prossimo anno, quando Michela comincerà la prima media.
Che strano però; ricordo che quando facevo io le scuole elementari c'era un libro (il famoso "sussidiario") che faceva per tutte, e non mi pare (ripeto, pare) di essere venuto su così ignorante, segno che il metodo era comunque valido.
E vabbè, anche gli editori devono campare...
In pratica (se ho capito bene) questo zainetto, tramite un complesso sistema di corde elastiche, carrucole e amortizzatori, dovrebbe, diciamo così, "assecondare" il movimento ondulatorio del corpo durante la marcia evitando che il carico si muova insieme alla persona e ne accentui così lo sforzo. Nell'articolo è riportato che un peso ad esempio di 27 kg verrebbe percepito come se fossero 21.
Certo, l'idea potrà essere anche buona, ma una soluzione più semplice, tipo ad esempio diminuire il numero di libri, oppure cercare di ottimizzare gli orari e le disposizioni delle materie, in modo che ogni giorno non sia necessario portare avanti e indietro i libri di quasi tutte non c'era? Avendo due figlie che vanno a scuola sono perfettamente a conoscenza del problema: gli zaini sono effettivamente pesantissimi. E poi le mie fanno solo le elementari, voglio ridere il prossimo anno, quando Michela comincerà la prima media.
Che strano però; ricordo che quando facevo io le scuole elementari c'era un libro (il famoso "sussidiario") che faceva per tutte, e non mi pare (ripeto, pare) di essere venuto su così ignorante, segno che il metodo era comunque valido.
E vabbè, anche gli editori devono campare...
giovedì 21 dicembre 2006
Ciao Piergiorgio
Ieri era il giorno del silenzio e del rispetto. Oggi, forse, qualcosa si può dire, anche se è difficile poter aggiungere qualcosa di nuovo al fiume di parole (per lo più inutili) che sono già state dette.
Una cosa è sicura: Welby è finalmente uscito di prigione; una prigione rappresentata dal suo stesso corpo, reso immobile dalla distrofia. Non so cosa troverà dall'altra parte, se il nulla assoluto o un altro mondo (nel caso, comunque, sarebbe sicuramente migliore di questo).
Ho scritto parecchio in questo blog riguardo alla vicenda di Piergiorgio. Sono convinto infatti che la sua sia stata una battaglia giusta, combattuta per rivendicare un diritto fondamentale ma ancora non riconosciuto dalla legge: la possibilità di dire no a una sofferenza e un'agonia atroci, irreversibili e inutili. Una lotta per la libertà, combattuta alla luce di una totale e comprovata lucidità mentale.
Ho un'unica paura adesso: che la faccenda possa rapidamente cadere nel dimenticatoio rendendo sostanzialmente inutile la sua battaglia, portata avanti per cercare di spronare il Parlamento e le istituzioni a muoversi per colmare il vuoto legislativo attorno a una faccenda così delicata. Sono convinto che lo Stato debba riconoscere il diritto ad ognuno di decidere cosa fare in casi come questo: chi sceglie di continuare a vivere e a soffrire, liberissimo, chi sceglie di voler porre fine alla sua agonia, deve poter essere messo in condizione di farlo.
Tutto il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano.
Ciao Piergiorgio.
Una cosa è sicura: Welby è finalmente uscito di prigione; una prigione rappresentata dal suo stesso corpo, reso immobile dalla distrofia. Non so cosa troverà dall'altra parte, se il nulla assoluto o un altro mondo (nel caso, comunque, sarebbe sicuramente migliore di questo).
Ho scritto parecchio in questo blog riguardo alla vicenda di Piergiorgio. Sono convinto infatti che la sua sia stata una battaglia giusta, combattuta per rivendicare un diritto fondamentale ma ancora non riconosciuto dalla legge: la possibilità di dire no a una sofferenza e un'agonia atroci, irreversibili e inutili. Una lotta per la libertà, combattuta alla luce di una totale e comprovata lucidità mentale.
Ho un'unica paura adesso: che la faccenda possa rapidamente cadere nel dimenticatoio rendendo sostanzialmente inutile la sua battaglia, portata avanti per cercare di spronare il Parlamento e le istituzioni a muoversi per colmare il vuoto legislativo attorno a una faccenda così delicata. Sono convinto che lo Stato debba riconoscere il diritto ad ognuno di decidere cosa fare in casi come questo: chi sceglie di continuare a vivere e a soffrire, liberissimo, chi sceglie di voler porre fine alla sua agonia, deve poter essere messo in condizione di farlo.
Tutto il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano.
Ciao Piergiorgio.
100 auguri
Perché 100 auguri? Perché questo è il post n. 100 dal giorno in cui ho attivato questo piccolo blog (correva una domenica di ottobre); e allora perché non utilizzarlo come "post di auguri"?
Quindi, tanti auguri di buone feste: a tutti i miei amici indistintamente, ai parenti, a chi mi conosce bene, a chi mi conosce così così, a chi non mi conosceva prima che attivassi il blog, ai miei colleghi di lavoro, a chi sto sui coglioni, a chi mi sta sui coglioni (sotto Natale non si fanno distinzioni), a chi è un pezzo che non sento, a chi mi ha mandato e mi manda e-mail di auguri (così evito di rispondere a tutti), a mia moglie (che continua a chiedermi se ho sposato lei o il pc), alle mie figlie (che oggi hanno tutte e due la febbre, si prospetta un Natale all'insegna della rottura di balle), a mio fratello, che ad agosto ha finalmente avuto il trasferimento ed è tornato a casa (accidenti a quella volta che ha deciso di arruolarsi nella Guardia di Finanza).
Auguri anche a chi, per distrazione o dimenticanza, mi sono dimenticato di menzionare.
Buone feste a tutti!
Quindi, tanti auguri di buone feste: a tutti i miei amici indistintamente, ai parenti, a chi mi conosce bene, a chi mi conosce così così, a chi non mi conosceva prima che attivassi il blog, ai miei colleghi di lavoro, a chi sto sui coglioni, a chi mi sta sui coglioni (sotto Natale non si fanno distinzioni), a chi è un pezzo che non sento, a chi mi ha mandato e mi manda e-mail di auguri (così evito di rispondere a tutti), a mia moglie (che continua a chiedermi se ho sposato lei o il pc), alle mie figlie (che oggi hanno tutte e due la febbre, si prospetta un Natale all'insegna della rottura di balle), a mio fratello, che ad agosto ha finalmente avuto il trasferimento ed è tornato a casa (accidenti a quella volta che ha deciso di arruolarsi nella Guardia di Finanza).
Auguri anche a chi, per distrazione o dimenticanza, mi sono dimenticato di menzionare.
Buone feste a tutti!
mercoledì 20 dicembre 2006
quellichebravo.it/
E' online da qualche giorno un sito abbastanza particolare: quellichebravo.it. E' un blog a tutti gli effetti (pubblicato su una solida piattaforma Wordpress), con tanto di possibilità di inserire commenti da parte dei visitatori (seppur moderati) e con una sua policy.
C'è solo una cosa che mi lascia un pò perplesso: si tratta di un blog pubblicitario a tutti gli effetti. Perché questo aspetto mi lascia perplesso? Perché ho sempre avuto l'idea che il blog sia una specie di diario personale online su cui mettere a disposizione di tutti i propri pensieri, e tramite il quale dare eventualmente la possibilità a chi vuole di replicare o commentare. Non riesco a inquadrarlo come spazio esclusivamente pubblicitario, mi sembra che ne venga snaturata la sua funzione.
Ora, naturalmente, non voglio fare il falso moralista: i nostri bravi banner pubblicitari sui blog (coi quali cercare di rimediare qualche soldino, magari anche solo per ripagare il costo della flat) ce li abbiamo tutti, ma si tratta comunque di una cosa marginale. Il succo del blog rimane comunque quello che ci mettiamo dentro di nostro.
Boh, probabilmente si tratta della normale "evoluzione" della pubblicità, di un suo "upgrade"; il giusto riconoscimento della sua funzione primaria al centro di tutto e di tutti. E la cosa non stupisce, visto che quella in cui viviamo è stata definita appunto "la civiltà della pubblicità".
Confessioni "online"?
Per adesso si tratta di una bufala, ma sono convinto che prima o poi - visto che ormai con la rete si fa tutto - sarà anche possibile confessarsi.
martedì 19 dicembre 2006
Occhio alle flat col gprs
Beh, certo, casi come questo balzano agli onori della cronaca perché sono più unici che rari. Tuttavia chi naviga in internet facendo uso del telefonino, è bene che faccia particolare attenzione all'atto della sottoscrizione del contratto, perché le tariffe flat tanto strombazzate in tv spesso includono dei limiti (di fascia oraria oppure di KB scaricati) che non sono sempre immediatamente e facilmente identificabili.
La formula classica di un flat di tipo mobile, ad esempio, è il pagamento di un fisso mensile o bimestrale che consente di navigare liberamente dopo le 17, e i festivi per tutta la giornata. Però, spesso, non è molto chiara la relativa tariffa "a consumo" (un tot a KByte) che scatta fuori da queste fasce orarie.
Questi tipi di tariffe flat stanno prendendo sempre più piede, anche perché permettono di navigare ad alta velocità nelle tante zone del nostro paese ancora non coperte dalla tecnologia adsl. Occhio però: all'atto dell'attivazione e della sottoscrizione del servizio, leggete bene tutte le clausole, anche quelle scritte in piccolino. E' meglio perdere un pò di tempo in più prima, che ricevere amare sorprese in bolletta dopo.
Aggiornamento 20/12/2006
Di questa cosa parla oggi anche Punto Informatico.
La formula classica di un flat di tipo mobile, ad esempio, è il pagamento di un fisso mensile o bimestrale che consente di navigare liberamente dopo le 17, e i festivi per tutta la giornata. Però, spesso, non è molto chiara la relativa tariffa "a consumo" (un tot a KByte) che scatta fuori da queste fasce orarie.
Questi tipi di tariffe flat stanno prendendo sempre più piede, anche perché permettono di navigare ad alta velocità nelle tante zone del nostro paese ancora non coperte dalla tecnologia adsl. Occhio però: all'atto dell'attivazione e della sottoscrizione del servizio, leggete bene tutte le clausole, anche quelle scritte in piccolino. E' meglio perdere un pò di tempo in più prima, che ricevere amare sorprese in bolletta dopo.
Aggiornamento 20/12/2006
Di questa cosa parla oggi anche Punto Informatico.
lunedì 18 dicembre 2006
Qualche cifra
Sì, lo so, sono cose già sentite e che più o meno tutti sanno. Ma una rinfrescatina ogni tanto non fa male (anzi fa male, ma è doverosa).
Dunque, come penso sappiate, l'attuale governo ha battuto tutti i record in quanto ad assegnazione di scranni per ministri, viceministri, sottosegretari: ben 102 (il poco invidiabile primato era finora detenuto dal governo Andreotti del 1991, che si era fermato a 101). Qualche tempo fa è uscito un libro, scritto dai deputati ds Cesare Salvi e Massimo Villone, intitolato Il costo della democrazia. Si tratta di un'analisi lucida e impietosa sui reali costi della politica italiana e su quanto incidono sulla spesa sociale.
Si scoprono così alcune cose, tipo ad esempio che i 427.889 "addetti" alla professione politica costano quasi 4 miliardi di euro all'anno, oppure che i costi di Camera e Senato sono cresciuti solo nell'ultima legislatura rispettivamente del 15 e del 39%. Anche il Quirinale ci mette del suo, visto che i suoi costi di gestione sono aumentati del 42% rispetto al 2001 (mi fermo qui, se volete farvi male e sapere tutto c'è questo articolo del Corriere).
Il mese scorso, tre parlamentari ds, Cesare Salvi, Massimo Villone e Valdo Spini, hanno presentato alcune proposte di modifiche strutturali che consentirebbero di far risparmiare all'azienda Italia quasi sei miliardi di euro (circa un quarto dell'intera manovra finanziaria, tanto per intenderci). Alcune di queste proposte erano:
Non stupisce quindi, alla luce di tutto questo, che solo il 5% degli italiani riponga ancora una qualche fiducia nel sistema politico, mentre tutti gli altri auspicherebbero una specie di suicidio di massa di tale sistema. Mi rendo conto che è difficile fare questi discorsi senza dare l'idea di cadere nella retorica e nel falso moralismo, ma continuo a trovare disgustoso che mi vengano continuamente chiesti sacrifici da chi ha solo privilegi.
Non posso farci niente.
Dunque, come penso sappiate, l'attuale governo ha battuto tutti i record in quanto ad assegnazione di scranni per ministri, viceministri, sottosegretari: ben 102 (il poco invidiabile primato era finora detenuto dal governo Andreotti del 1991, che si era fermato a 101). Qualche tempo fa è uscito un libro, scritto dai deputati ds Cesare Salvi e Massimo Villone, intitolato Il costo della democrazia. Si tratta di un'analisi lucida e impietosa sui reali costi della politica italiana e su quanto incidono sulla spesa sociale.
Si scoprono così alcune cose, tipo ad esempio che i 427.889 "addetti" alla professione politica costano quasi 4 miliardi di euro all'anno, oppure che i costi di Camera e Senato sono cresciuti solo nell'ultima legislatura rispettivamente del 15 e del 39%. Anche il Quirinale ci mette del suo, visto che i suoi costi di gestione sono aumentati del 42% rispetto al 2001 (mi fermo qui, se volete farvi male e sapere tutto c'è questo articolo del Corriere).
Il mese scorso, tre parlamentari ds, Cesare Salvi, Massimo Villone e Valdo Spini, hanno presentato alcune proposte di modifiche strutturali che consentirebbero di far risparmiare all'azienda Italia quasi sei miliardi di euro (circa un quarto dell'intera manovra finanziaria, tanto per intenderci). Alcune di queste proposte erano:
- riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600
- riduzione dei membri di governo da 102 a 40
- eliminazione di enti inutili
- regolamentazione del finanziamento ai partiti
- limite delle retribuzioni di parlamentari e dirigenti pubblici a 250.000 euro annui (Bush guadagna di meno)
- soppressione del vergognoso diritto a vedersi maturata la pensione dopo due anni di legislatura, e conseguente liquidazione
Non stupisce quindi, alla luce di tutto questo, che solo il 5% degli italiani riponga ancora una qualche fiducia nel sistema politico, mentre tutti gli altri auspicherebbero una specie di suicidio di massa di tale sistema. Mi rendo conto che è difficile fare questi discorsi senza dare l'idea di cadere nella retorica e nel falso moralismo, ma continuo a trovare disgustoso che mi vengano continuamente chiesti sacrifici da chi ha solo privilegi.
Non posso farci niente.
Un pò di megalomania e qualche bugia
"Berlusconi è stato sottoposto a un intervento semplice, di routine", dichiara una fonte anonima riportata dal Corriere. Visto che l'operazione era tanto semplice (installazione bypass coronarico) c'era bisogno di andare al prestigioso centro cardiologico Cleveland Clinic, dove opera Andrea Natale, premiato nel 2004 come uno tra i migliori medici d'America? Possibile che in Italia non si fosse trovato uno straccio d'ospedale per questa banale operazione? O si tratta di una lieve forma di megalomania?
Prodi, poi, è fantastico: "Silvio, spero di rivederti al più presto". Sì, come no? ^_^
Prodi, poi, è fantastico: "Silvio, spero di rivederti al più presto". Sì, come no? ^_^
domenica 17 dicembre 2006
Storie di onlus
La notizia, se verranno effettivamente accertate le responsabilità delle persone coinvolte, è di quelle che non possono lasciare indifferenti.
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato, con l'accusa di associazione per delinquere, i due presidenti di una onlus ("L'Amore del Bambino") che si occupa del trasferimento all'estero, per interventi chirurgici, di bimbi malati. I due sono accusati di essersi intascati parte del denaro che avrebbe dovuto effettivamente essere utilizzato per questo scopo (gli inquirenti hanno accertato ammanchi dai conti dell'associazione per circa 450.000 euro).
Il sistema di raccolta dei fondi avveniva tramite i classici contenitori. Sarà capitato anche a voi, penso, di entrare in un bar o altro esercizio commerciale e trovare, sul bancone o alla cassa, dei contenitori tipo salvadanaio in cui inserire qualche spicciolo per aiutare qualcuno. Questo era appunto il metodo principale con cui questa associazione raccoglieva i soldi (nelle intenzioni) destinati a questi bambini.
Questa storia lascia un pò l'amaro in bocca, sia perché coinvolge un'associazione no profit (una onlus, appunto) e sia perché ne ricevevano un danno bimbi malati che necessitano di cure. Va comunque detto che al momento non è chiaro se l'associazione sia coinvolta in questa truffa, o se sia un'iniziativa singola dei due individui. E - ci tengo a sottolinearlo - non voglio assolutamente infondere l'idea che si debba fare di ogni erba un fascio: il fatto che sia coinvolta una di queste associazioni non significa certo che questa sia la prassi. Anzi.
Il mondo del volontariato e delle associazioni senza fini di lucro, offre infatti nel suo insieme un contributo determinante nella lotta alla povertà, al degrado, al disagio sociale, e va spesso a colmare una lacuna che dovrebbe essere riempita da organismi ben più autorevoli. In pratica arriva spesso dove lo Stato non riesce. Secondo dati Istat, riferiti all'anno 2000, in Italia esistono circa 20.000 associazioni nelle quali sono impegnati circa 680.000 volontari, impiegati principalmente in tre "settori operativi": sanità, assistenza sociale e attività ricreative e culturali.
Decisamente un patrimonio da tutelare.
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato, con l'accusa di associazione per delinquere, i due presidenti di una onlus ("L'Amore del Bambino") che si occupa del trasferimento all'estero, per interventi chirurgici, di bimbi malati. I due sono accusati di essersi intascati parte del denaro che avrebbe dovuto effettivamente essere utilizzato per questo scopo (gli inquirenti hanno accertato ammanchi dai conti dell'associazione per circa 450.000 euro).
Il sistema di raccolta dei fondi avveniva tramite i classici contenitori. Sarà capitato anche a voi, penso, di entrare in un bar o altro esercizio commerciale e trovare, sul bancone o alla cassa, dei contenitori tipo salvadanaio in cui inserire qualche spicciolo per aiutare qualcuno. Questo era appunto il metodo principale con cui questa associazione raccoglieva i soldi (nelle intenzioni) destinati a questi bambini.
Questa storia lascia un pò l'amaro in bocca, sia perché coinvolge un'associazione no profit (una onlus, appunto) e sia perché ne ricevevano un danno bimbi malati che necessitano di cure. Va comunque detto che al momento non è chiaro se l'associazione sia coinvolta in questa truffa, o se sia un'iniziativa singola dei due individui. E - ci tengo a sottolinearlo - non voglio assolutamente infondere l'idea che si debba fare di ogni erba un fascio: il fatto che sia coinvolta una di queste associazioni non significa certo che questa sia la prassi. Anzi.
Il mondo del volontariato e delle associazioni senza fini di lucro, offre infatti nel suo insieme un contributo determinante nella lotta alla povertà, al degrado, al disagio sociale, e va spesso a colmare una lacuna che dovrebbe essere riempita da organismi ben più autorevoli. In pratica arriva spesso dove lo Stato non riesce. Secondo dati Istat, riferiti all'anno 2000, in Italia esistono circa 20.000 associazioni nelle quali sono impegnati circa 680.000 volontari, impiegati principalmente in tre "settori operativi": sanità, assistenza sociale e attività ricreative e culturali.
Decisamente un patrimonio da tutelare.
Senso unico
Nessuno, tanto meno io, pretende di essere in possesso della verità (ci mancherebbe). In questo blog mi limito solo a esporre alcune idee e alcuni pensieri miei. In pratica scrivo come la vedo su alcune cose che succedono o che mi interessano. E le mie idee le posso anche cambiare, non ci vedo niente di male. Se nella normale discussione mi accorgo che il mio interlocutore su un determinato aspetto ha ragione, sono il primo a riconoscerglielo: non ho mai preteso di erigere degli steccati di inviolabilità entro cui racchiudere una qualche presunta bontà ed esclusività di quello che penso.
Bene. Perché questa premessa? Perché purtroppo non è così per tutti; ci sono alcuni che sostengono la fondatezza delle proprie idee e la difendono aprioristicamente in barba a qualsiasi norma di buon senso che preveda il normale confronto con chi la pensa diversamente.
Ho scritto tempo addietro, ricorderete, un post in cui lamentavo l'ingerenza della Chiesa negli affari e nelle vicende politiche dello Stato. Il post ha fatto parecchio "rumore" (complice anche, probabilmente, la sua pubblicazione sul portale di Libero), e oltre ai normali commenti in calce al post, mi sono arrivate (e continuano ad arrivarmi) alcune e-mail al proposito. Vi propongo una di queste così com'è (ovviamente omettendo il mittente), senza rimaneggiamenti o modifiche di alcun genere da parte mia. Eccola:
"Lei non può neanche dire di essere veramente e pienamente cattolico, anzi dovrebbe proprio vergognarsi del recente articolo che ha scritto in riferimento alla posizione che la chiesa e il papa hanno in riferimento alla legge sui pacs. capisco che ognuno deve essere libera di pensarla come vuole, ma questo non vuol dire che le ragioni o il buon senso di una persona veramente umana non escano. bisogna dare le ragioni delle cose non seguirle come una capra, e per fortuna che abbiamo persone come il papa che ci richiamano sempre all'uso della ragione e del cuore sull'istinto. il papa ha tutto il diritto di intervenire in questioni di questo genere e politiche perché la chiesa non riguarda solo la messa domenicale ma anche la vita di tutti i giorni.
spero che lei possa cambiare il suo giudizio su questo, sperando che nel frattempo lei non se lo faccia mettere nel culo da nessuno per rispettare la libertà dell'latro."
Ora, naturalmente, questo messaggio va preso per quello che è. Sarebbe fin troppo facile rispondere e argomentare scendendo al suo livello (e naturalmente l'ho fatto, cercando di "contenermi"). Quello però che volevo mettere in evidenza, è il fatto, come dicevo sopra, che ci sono persone talmente convinte di quello pensano o di quello in cui credono che non sono disposte, non dico a cambiare idea (nessuno obbliga nessuno a cambiare idea su niente), ma quanto meno a parlarne, a discuterne. E questo purtroppo è un atteggiamento abbastanza diffuso (me ne sto rendendo conto man mano che vado avanti a gestire questo piccolo blog).
Non sono tanti disposti a mettere in discussione il loro "credo", ed eventualmente, magari, anche a riconoscere qualche volta di non avere ragione. Peccato.
Bene. Perché questa premessa? Perché purtroppo non è così per tutti; ci sono alcuni che sostengono la fondatezza delle proprie idee e la difendono aprioristicamente in barba a qualsiasi norma di buon senso che preveda il normale confronto con chi la pensa diversamente.
Ho scritto tempo addietro, ricorderete, un post in cui lamentavo l'ingerenza della Chiesa negli affari e nelle vicende politiche dello Stato. Il post ha fatto parecchio "rumore" (complice anche, probabilmente, la sua pubblicazione sul portale di Libero), e oltre ai normali commenti in calce al post, mi sono arrivate (e continuano ad arrivarmi) alcune e-mail al proposito. Vi propongo una di queste così com'è (ovviamente omettendo il mittente), senza rimaneggiamenti o modifiche di alcun genere da parte mia. Eccola:
"Lei non può neanche dire di essere veramente e pienamente cattolico, anzi dovrebbe proprio vergognarsi del recente articolo che ha scritto in riferimento alla posizione che la chiesa e il papa hanno in riferimento alla legge sui pacs. capisco che ognuno deve essere libera di pensarla come vuole, ma questo non vuol dire che le ragioni o il buon senso di una persona veramente umana non escano. bisogna dare le ragioni delle cose non seguirle come una capra, e per fortuna che abbiamo persone come il papa che ci richiamano sempre all'uso della ragione e del cuore sull'istinto. il papa ha tutto il diritto di intervenire in questioni di questo genere e politiche perché la chiesa non riguarda solo la messa domenicale ma anche la vita di tutti i giorni.
spero che lei possa cambiare il suo giudizio su questo, sperando che nel frattempo lei non se lo faccia mettere nel culo da nessuno per rispettare la libertà dell'latro."
Ora, naturalmente, questo messaggio va preso per quello che è. Sarebbe fin troppo facile rispondere e argomentare scendendo al suo livello (e naturalmente l'ho fatto, cercando di "contenermi"). Quello però che volevo mettere in evidenza, è il fatto, come dicevo sopra, che ci sono persone talmente convinte di quello pensano o di quello in cui credono che non sono disposte, non dico a cambiare idea (nessuno obbliga nessuno a cambiare idea su niente), ma quanto meno a parlarne, a discuterne. E questo purtroppo è un atteggiamento abbastanza diffuso (me ne sto rendendo conto man mano che vado avanti a gestire questo piccolo blog).
Non sono tanti disposti a mettere in discussione il loro "credo", ed eventualmente, magari, anche a riconoscere qualche volta di non avere ragione. Peccato.
sabato 16 dicembre 2006
Il tribunale respinge il ricorso di Welby, tanto soffre lui...
Mi sarebbe piaciuto poter scrivere un post che celebrasse la parola "fine" alla tribolata vicenda di Piergiorgio Welby, sulla quale avevo già scritto qualcosa in un post precedente.
E invece no, devo aspettare ancora, perché il Tribunale si è pronunciato oggi dichiarando inammissibile il ricorso col quale Piergiorgio chiedeva semplicemente che fosse messa fine alla tortura legalizzata alla quale è costretto. Poco importa che il giudice abbia espresso, nelle pagine in cui spiega la motivazione della sentenza, l'auspicio che venga al più presto colmato il vuoto legislativo in merito a questa delicata materia, perché Piergiorgio non può più aspettare. Fa ridere che leviamo gli scudi e ci indigniamo per quei paesi in cui la tortura è prassi quotidiana, quando per mancanza di legislazione ce l'abbiamo anche noi in casa nostra.
E fa ridere che un uomo, solo perché immobilizzato in un letto, non possa vedere soddisfatta la sua legittima richiesta (il diritto a chiedere l'interruzione del trattamento medico è garantito dalla nostra costituzione) di smettere di patire come un cane. Gesto che, se non fosse per il fatto di essere completamente immobilizzato, potrebbe fare tranquillamente da sé.
E invece no, devo aspettare ancora, perché il Tribunale si è pronunciato oggi dichiarando inammissibile il ricorso col quale Piergiorgio chiedeva semplicemente che fosse messa fine alla tortura legalizzata alla quale è costretto. Poco importa che il giudice abbia espresso, nelle pagine in cui spiega la motivazione della sentenza, l'auspicio che venga al più presto colmato il vuoto legislativo in merito a questa delicata materia, perché Piergiorgio non può più aspettare. Fa ridere che leviamo gli scudi e ci indigniamo per quei paesi in cui la tortura è prassi quotidiana, quando per mancanza di legislazione ce l'abbiamo anche noi in casa nostra.
E fa ridere che un uomo, solo perché immobilizzato in un letto, non possa vedere soddisfatta la sua legittima richiesta (il diritto a chiedere l'interruzione del trattamento medico è garantito dalla nostra costituzione) di smettere di patire come un cane. Gesto che, se non fosse per il fatto di essere completamente immobilizzato, potrebbe fare tranquillamente da sé.
venerdì 15 dicembre 2006
E' aumentato il canone. In cambio di cosa?
Il decreto è stato firmato: il prossimo anno il (falso) canone Rai (in realtà 'tassa di possesso') passerà da 99,60 euro degli ultimi 3 anni a 104 euro. Vabbè, sono poco più di quattro euro, ma provate a molitiplicarli per il numero di quelli che lo pagano. "Era fermo da tre anni", sottolinea una nota del Ministero delle Comunicazioni, come a tentare di giustificare in qualche modo quello che non si può giustificare.
Proprio così: non si può giustificare. Chi paga una tassa lo fa per ottenere in cambio un servizio, un'utilità. Qual'è l'utilità di questa tassa? Che cosa finanzio io pagando il canone? Qual è il servizio che ricevo?
"La televisione è deficiente", disse una volta la signora Franca, moglie dell'ex Presidente della Repubblica Ciampi. Sbagliava, ma solo per incompletezza. Siamo infatti in balìa di una televisione che è sua volta in balìa del dio audience. Per lui si fa tutto. In suo nome ci vengono propinate le peggiori nefandezze, le peggiori atrocità, le peggiori miserie che albergano negli angoli più reconditi dell'animo umano. La televisione è stupida, volgare, abietta. I pochi programmi che ancora valgono qualcosa sono in via di estinzione o sono inseriti in orari impossibili (tanto non generano introiti).
La televisione è un supermarket, non esiste un suo fine che sia diverso da quello. La storiella del servizio pubblico è una balla; non è un servizio pubblico, è un servizio pubblicitario. Tutto quello che ci viene propinato ha l'unico fine di aumentare l'audience, perché questo automaticamente significa aumento di entrate. Non si spiegherebbe altrimenti l'invasione anche sulla tv pubblica di reality, pacchi, tv spazzatura, spiattellamento in piazza di sentimenti privati, falsi ricongiungimenti, storie stucchevoli (e stomachevoli) rigorosamente finte. Non si spiegherebbe la presenza di stragnocche-pseudo-opinioniste, che il più delle volte non sanno neanche parlare, in trasmissioni politiche dove alcuni privilegiati, eletti da noi, si danno appuntamento a giorni alterni per sputtanarsi in differita.
La televisione è un cancro, una metastasi che si insinua subdola e implacabile - fino a ucciderla - in ogni residua cellula di cultura, buon senso, valori. Le mamme indiziate di aver ucciso il figlioletto vengono elevate al rango di star, la testata omicida di Zidane - sotto gli occhi di tutto il mondo - è diventata videogame, canzoncina, filmato, fino a ricevere il meritato riconoscimento di essere inserita nello spot pubblicitario di una multinazionale dello yogurt. Il dio-pubblicità ci culla, ci ipnotizza, ci crea dei falsi bisogni, ci convince a comprare delle cose che se non fosse perché le abbiamo viste in tv non le vorremmo neanche si ci pagassero.
Che pena le false liti dei talk show, preparate preventivamente a tavolino e opportunamente interrotte dalla conduttrice di turno - falsamente scandalizzata - per far spazio alla pubblicità. Che pena sentire Totti e Gattuso - sull'onda dello sfruttamento della vittoria ai mondiali - dire "Life in now".
E se questa cosa è bene o male (più male che bene) accettabile su una tv commerciale (che per definizione deve "vendere", permettendosi quindi anche il lusso di fregarsene dei contenuti), non è più accettabile su una tv di stato alla quale paghiamo il famoso balzello (visto che oltretutto è anche aumentato).
Proprio così: non si può giustificare. Chi paga una tassa lo fa per ottenere in cambio un servizio, un'utilità. Qual'è l'utilità di questa tassa? Che cosa finanzio io pagando il canone? Qual è il servizio che ricevo?
"La televisione è deficiente", disse una volta la signora Franca, moglie dell'ex Presidente della Repubblica Ciampi. Sbagliava, ma solo per incompletezza. Siamo infatti in balìa di una televisione che è sua volta in balìa del dio audience. Per lui si fa tutto. In suo nome ci vengono propinate le peggiori nefandezze, le peggiori atrocità, le peggiori miserie che albergano negli angoli più reconditi dell'animo umano. La televisione è stupida, volgare, abietta. I pochi programmi che ancora valgono qualcosa sono in via di estinzione o sono inseriti in orari impossibili (tanto non generano introiti).
La televisione è un supermarket, non esiste un suo fine che sia diverso da quello. La storiella del servizio pubblico è una balla; non è un servizio pubblico, è un servizio pubblicitario. Tutto quello che ci viene propinato ha l'unico fine di aumentare l'audience, perché questo automaticamente significa aumento di entrate. Non si spiegherebbe altrimenti l'invasione anche sulla tv pubblica di reality, pacchi, tv spazzatura, spiattellamento in piazza di sentimenti privati, falsi ricongiungimenti, storie stucchevoli (e stomachevoli) rigorosamente finte. Non si spiegherebbe la presenza di stragnocche-pseudo-opinioniste, che il più delle volte non sanno neanche parlare, in trasmissioni politiche dove alcuni privilegiati, eletti da noi, si danno appuntamento a giorni alterni per sputtanarsi in differita.
La televisione è un cancro, una metastasi che si insinua subdola e implacabile - fino a ucciderla - in ogni residua cellula di cultura, buon senso, valori. Le mamme indiziate di aver ucciso il figlioletto vengono elevate al rango di star, la testata omicida di Zidane - sotto gli occhi di tutto il mondo - è diventata videogame, canzoncina, filmato, fino a ricevere il meritato riconoscimento di essere inserita nello spot pubblicitario di una multinazionale dello yogurt. Il dio-pubblicità ci culla, ci ipnotizza, ci crea dei falsi bisogni, ci convince a comprare delle cose che se non fosse perché le abbiamo viste in tv non le vorremmo neanche si ci pagassero.
Che pena le false liti dei talk show, preparate preventivamente a tavolino e opportunamente interrotte dalla conduttrice di turno - falsamente scandalizzata - per far spazio alla pubblicità. Che pena sentire Totti e Gattuso - sull'onda dello sfruttamento della vittoria ai mondiali - dire "Life in now".
E se questa cosa è bene o male (più male che bene) accettabile su una tv commerciale (che per definizione deve "vendere", permettendosi quindi anche il lusso di fregarsene dei contenuti), non è più accettabile su una tv di stato alla quale paghiamo il famoso balzello (visto che oltretutto è anche aumentato).
giovedì 14 dicembre 2006
Ripensamenti
Sono sincero, la notizia mi ha fatto piacere. Mi era dispiaciuto infatti leggere di quella scuola materna di Bolzano che aveva "cancellato" i tradizionali canti natalizi per paura di urtare la sensibilità dei bimbi islamici.
Non è questione (secondo me) di razzismo (nonostante qualcuno lo pensi), ma semplicemente di rispetto delle tradizioni del paese ospitante. Tutti siamo per la tolleranza e per la pacifica integrazione tra le culture, ma questo non significa che si debba necessariamente rinunciare a tradizioni che sono radicate nella nostra cultura da sempre (non saprei come spiegare alle mie figlie un Natale senza le tradizionali canzoni sul Bambin Gesù).
Cosa ne dite voi?
Non è questione (secondo me) di razzismo (nonostante qualcuno lo pensi), ma semplicemente di rispetto delle tradizioni del paese ospitante. Tutti siamo per la tolleranza e per la pacifica integrazione tra le culture, ma questo non significa che si debba necessariamente rinunciare a tradizioni che sono radicate nella nostra cultura da sempre (non saprei come spiegare alle mie figlie un Natale senza le tradizionali canzoni sul Bambin Gesù).
Cosa ne dite voi?
Ma non basta mai?
Mmh... chissa se dopo di questo avrà intenzione di farne altri? No, perché se tra 2 o 3 anni dovesse decidere di girare il settimo episodio, potrebbe far la parte del punching ball.
;-)
;-)
mercoledì 13 dicembre 2006
Abolita la tortura in Italia. Perché, era in vigore?
Lo ammetto: casco dal pero. In Italia fino a oggi non era reato torturare la gente e io non lo sapevo?
Cioè, io avrei potuto prendere quelli di Sky che mi telefonano 3 volte alla settimana per proporre le loro demenziali offerte, quelli di Telecom che mi vogliono dare Teleconomy invece dell'adsl (che mi servirebbe leggermente di più), quelli del Francolini che ogni tanto mi invitano a un corso per imparare Word e Excel (io che uso OpenOffice.org), la signora rompiballe che mi chiede se mi interessa una pulizia a domicilio del divano, l'omino in bicicletta che continua a riempirmi la buchetta della posta di volantini pubblicitari dei quali non mi frega niente e avrei potuto torturarli senza che ciò costituisse reato?
Ah, beata ignoranza!
Cioè, io avrei potuto prendere quelli di Sky che mi telefonano 3 volte alla settimana per proporre le loro demenziali offerte, quelli di Telecom che mi vogliono dare Teleconomy invece dell'adsl (che mi servirebbe leggermente di più), quelli del Francolini che ogni tanto mi invitano a un corso per imparare Word e Excel (io che uso OpenOffice.org), la signora rompiballe che mi chiede se mi interessa una pulizia a domicilio del divano, l'omino in bicicletta che continua a riempirmi la buchetta della posta di volantini pubblicitari dei quali non mi frega niente e avrei potuto torturarli senza che ciò costituisse reato?
Ah, beata ignoranza!
Virus!
Ieri sera il mio amico Mario (che saluto) mi segnalava questo articolo di Repubblica. Che devo dire? La cosa in fondo non stupisce neanche più di tanto. E' colpa mia se una grossa fetta di utenti non conosce le regole di base minime per garantirsi un pò di sicurezza quando si avventura in quella specie di terreno minato che è ormai diventato internet?
Oggigiorno a un utente che non è in grado di utilizzare un antivirus, di configurare un firewall e di tenere aggiornato il sistema operativo (e ce ne sono) io toglierei il pc. Sì, lo toglierei, per evitare da far danni a sé stesso e agli altri. Nessuno pretende che tutti passino a Linux, ma almeno gli accorgimenti minimi bisogna conoscerli.
Coraggio, c'è il dodecalogo. Stampatevene una copia e appendetelo vicino al pc.
Oggigiorno a un utente che non è in grado di utilizzare un antivirus, di configurare un firewall e di tenere aggiornato il sistema operativo (e ce ne sono) io toglierei il pc. Sì, lo toglierei, per evitare da far danni a sé stesso e agli altri. Nessuno pretende che tutti passino a Linux, ma almeno gli accorgimenti minimi bisogna conoscerli.
Coraggio, c'è il dodecalogo. Stampatevene una copia e appendetelo vicino al pc.
martedì 12 dicembre 2006
Military Commissions Act of 2006
La notizia è passata un pò in sordina, non ha avuto molto risalto sui media, e quindi vedo di rimediare (almeno parzialmente, nei limti della visibilità di questo piccolo blog) alla lacuna.
Un paio di mesi fa, precisamente il 17 ottobre, negli Stati Uniti è stata varata una legge, approvata dal Congresso Americano e firmata dal presidente Bush, chiamata appunto come leggete nel titolo di questo post. Le notizie in rete al riguardo non sono molte, e i siti che ne parlano riportano in genere alcune varianti dello stesso documento. Riporto comunque quello che ho trovato.
Secondo proveditrasmissione.net questa legge conferirà a George Bush un enorme potere in materia di "decisione sul da farsi" quando egli ritenga (è sufficiente il sospetto) di trovarsi di fronte a un "combattente nemico illegale". In più questa legge "giustificherà e favorirà la pratica della tortura mediante l'autorizzazione all'uso di interrogatori coercitivi e l'imposizione del dolore fisico e mentale come procedimento pretestuosamente legale".
Altri aspetti interessanti di questa legge sono riportati da Socialpress.it. Ad esempio, i cittadini non statunitensi che Bush (a suo insindacabile giudizio) dovesse ritenere catalogati come "combattenti nemici illegali", potrebbero essere imprigionati senza tanti complimenti, a tempo indeterminato e pure senza specifici capi d'accusa. Questa legge, infatti, elimina l'habeas corpus, ossia il diritto fondamentale di contestare i motivi della propria detenzione davanti a un tribunale civile.
Secondo alcuni articoli di questa legge, infatti, i detenuti potranno essere giudicati esclusivamente da una commissione militare e non potranno godere delle protezioni legali riconosciute come fondamentali nei paesi civili. In più non è fatto obbligo di permettere che il detenuto conosca i motivi per cui è stato incarcerato, e al processo potranno essere usate contro di lui prove ottenute da interrogatori condotti con metodi che rasentano la tortura (tra l'altro questi "metodi" di interrogatorio saranno decisi direttamente da Bush). Come ciliegina sulla torta - così, giusto per non farsi mancare niente - le possibilità per il detenuto di ricorrere in appello sono quasi nulle e (udite udite) saranno respinte anche quelle che si basano sulla Convenzione di Ginevra.
Il sito della Casa Bianca parla dell'approvazione di questa legge come di un giorno storico per l'America, un giorno in cui è stata approvata una legge che consentirà di salvare molte vite americane dalla minaccia del terrorismo, mentre già da parecchie parti molti esperti e giuristi americani cominciano a sollevare dubbi perfino sulla costituzionalità di questa legge.
Che dire? Il terrorismo internazionale è senza dubbio una minaccia reale per l'America (ne sappiamo qualcosa anche noi), resta da vedere se i metodi adottati per tentare di contrastarlo non siano peggiori del male stesso. E' concepibile ad esempio, dal paese ritenuto come il più civile e progredito del mondo, l'approvazione di una legge che consente la tortura come metodo di interrogatorio? Boh, non so se qualcuno di voi ha mai letto il libro Il Nome della Rosa di Umberto Eco, oppure ha visto il film, ma mi viene in mente quando gli inquisitori torturavano quelli che erano accusati di eresia al fine di estorcere confessioni che autorizzassero la loro messa al rogo.
Comunque sia, per chi vuole esprimere il proprio dissenso riguardo a questa legge, e alla tortura in generale, è in circolazione una petizione online sottoscrivibile qui. Chissà, magari potrebbe servire per evitare un progressivo ritorno verso il medio evo.
lunedì 11 dicembre 2006
Io sono così
Io sono una bambina
molto allegra e birichina
sono magra e intelligente
ma non come l'altra gente.
A volte son terribile
ma in realtà sono davvero sensibile
dall'esterno non sembra vero
ma il mio cuore è molto sincero.
Con la mia amica Beatrice
molte volte son felice
per il mio carattere non per capriccio
finisco sempre in un bel pasticcio.
Non faccio certo per fare del male
ma perché questo è il mio carattere normale
così son fatta io
perché il carattere me l'ha dato Dio
Michela Sacchini
Lo so non sta bene vantarsi, ma non posso farne a meno. Il componimento che avete appena letto è stato scritto da Michela - 10 anni, 5a elementare - la mia figlia più grandicella. Michela, come confermato dalle sue insegnanti, ha una particolare predisposizione per il racconto scritto.
"Ha il dono di riuscire a esternare con la scrittura quello che ha dentro", ha detto recentemente una sua insegnante. Ama inoltre i libri, e recentemente il suo professore di pianoforte si è complimentato con me e mia moglie Chiara per come ha eseguito al pianoforte la celeberrima Per Elisa di Beethoven.
Posso vantarmi un pò di avere una figlia così?
Menefreghismo post elettorale (ovvero come ti abbandono il blog)
Per le elezioni di aprile di quest'anno, molti politici, contagiati da una specie di pseudo-mania tecnologica e comunicativa, si sono lanciati in una vasta operazione di comunicazione interattiva diretta al cittadino. Molti di essi hanno infatti aperto e attivato siti internet e blog coi quali (nelle intenzioni) istituire una specie di filo diretto con gli elettori.
Bene. Siamo a dicembre e le elezioni sono ormai acqua passata (anche se i postumi ci sono ancora: le ricontiamo? non le ricontiamo? boh?). Ma non sono solo le elezioni ad essere acqua passata, anche gli ultimi aggiornamenti di alcuni di questi siti risalgono ormai a tempo immemorabile (come riportato in questa pagina di radicalparty.org e ripreso oggi da Mantellini). Vediamone alcuni.
Un avviso "ai naviganti", che compare nell'home page del sito di Walter Veltroni, ad esempio, comunica che l'"aggiornamento delle pagine è temporaneamente sospeso", e l'ultima volta in cui sembra che qualcuno ci abbia messo mano pare essere il mese di giugno (alla faccia del 'temporaneamente sospeso').
Se però sul sito di Veltroni, pur non aggiornato, è ancora possibile navigare e visitare alcune pagine, provate ad entrare in quello di Letizia Moratti. Cosa succede? Niente, assoltamente niente. Un'unica pagina dalla quale non è possibile uscire e che non contiene link che conducano ad altre pagine. Un sito che, nelle intenzioni di chi l'ha progettato, doveva essere un grande centro d'ascolto (andiamo bene). Stessa solfa per il sito di Fassino, aggiornato al 12 aprile (12 aprile?), o per quello di Buttiglione, nell'home page del quale in bella evidenza campeggia la scritta: ultimo aggiornamento 10/06/2006 alle ore 18,48 e 17 secondi (come se a distanza di mesi l'orario significasse qualcosa).
Ho preso in esame solo questi casi; non vado oltre perché tanto la musica più o meno è sempre questa. Se volete verificare e constatare da voi, prendete i blog dei politici elencati nella pagina che vi ho suggerito prima e fate delle prove, vedrete che la stragrande maggioranza sono lì, abbandonati e inutili, come le famose cattedrali nel deserto (anche se, per correttezza, va segnalato che alcuni continuano regolarmente ad aggiornare il proprio blog e a intrattenere un contatto coi visitatori, vedi ad esempio Di Pietro e Gentiloni).
Che dire? Sarà forse perché, terminate le elezioni, tutti (maggioranza e opposizione) si sono buttati a capofitto nel lavoro per cercare di realizzare quanto promesso nelle rispettive campagne elettorali? O sarà forse perché (si tratta di un'ipotesi, per carità) una volta finito tutto gli elettori non servono più, tanti saluti e chi s'è visto s'è visto?
Mah...
Bene. Siamo a dicembre e le elezioni sono ormai acqua passata (anche se i postumi ci sono ancora: le ricontiamo? non le ricontiamo? boh?). Ma non sono solo le elezioni ad essere acqua passata, anche gli ultimi aggiornamenti di alcuni di questi siti risalgono ormai a tempo immemorabile (come riportato in questa pagina di radicalparty.org e ripreso oggi da Mantellini). Vediamone alcuni.
Un avviso "ai naviganti", che compare nell'home page del sito di Walter Veltroni, ad esempio, comunica che l'"aggiornamento delle pagine è temporaneamente sospeso", e l'ultima volta in cui sembra che qualcuno ci abbia messo mano pare essere il mese di giugno (alla faccia del 'temporaneamente sospeso').
Se però sul sito di Veltroni, pur non aggiornato, è ancora possibile navigare e visitare alcune pagine, provate ad entrare in quello di Letizia Moratti. Cosa succede? Niente, assoltamente niente. Un'unica pagina dalla quale non è possibile uscire e che non contiene link che conducano ad altre pagine. Un sito che, nelle intenzioni di chi l'ha progettato, doveva essere un grande centro d'ascolto (andiamo bene). Stessa solfa per il sito di Fassino, aggiornato al 12 aprile (12 aprile?), o per quello di Buttiglione, nell'home page del quale in bella evidenza campeggia la scritta: ultimo aggiornamento 10/06/2006 alle ore 18,48 e 17 secondi (come se a distanza di mesi l'orario significasse qualcosa).
Ho preso in esame solo questi casi; non vado oltre perché tanto la musica più o meno è sempre questa. Se volete verificare e constatare da voi, prendete i blog dei politici elencati nella pagina che vi ho suggerito prima e fate delle prove, vedrete che la stragrande maggioranza sono lì, abbandonati e inutili, come le famose cattedrali nel deserto (anche se, per correttezza, va segnalato che alcuni continuano regolarmente ad aggiornare il proprio blog e a intrattenere un contatto coi visitatori, vedi ad esempio Di Pietro e Gentiloni).
Che dire? Sarà forse perché, terminate le elezioni, tutti (maggioranza e opposizione) si sono buttati a capofitto nel lavoro per cercare di realizzare quanto promesso nelle rispettive campagne elettorali? O sarà forse perché (si tratta di un'ipotesi, per carità) una volta finito tutto gli elettori non servono più, tanti saluti e chi s'è visto s'è visto?
Mah...
domenica 10 dicembre 2006
Come ve lo devo dire che non mi serve?
sabato 9 dicembre 2006
Tu chiamale se vuoi... ingerenze
In questi giorni il governo si è impegnato a varare un disegno di legge sulle unioni di fatto, i cosiddetti "pacs". Immediate (e prevedibili) le reazioni del Vaticano, che tramite il suo organo ufficiale, l'Osservatore Romano, si è scagliato contro la decisione del governo di studiare e definire una legge che regolamenti questa complessa questione.
La materia, oltre ad essere di stringente attualità, è anche piuttosto delicata e probabilmente su di essa la maggior parte delle persone avrà una sua precisa convinzione. Io appartengo (come al solito) alla categoria di quelli che hanno per adesso un piede di qua e uno di là. Provo a spiegare.
Dunque, io sono sposato in Chiesa, e ho un paio di figli. Sono cresciuto in una famiglia cattolica che mi ha insegnato alcune cose e inculcato certi valori (anche se oggi di tutto questo è rimasto ben poco). In virtù di tutto ciò, devo dire che non vedo di buon occhio le unioni di fatto, specialmente se omosessuali. Naturalmente questa è una mia personalissima opinione, basata sul mio modo di vedere le cose e sulla mia esperienza. Però, pur mantenendo la mia idea, ho (come penso di aver sempre dimostrato) profondo rispetto per chi non la pensa come me. E quindi non sarò certo io a stigmatizzare e condannare un governo che ha deciso di affrontare la questione.
Da questo episodio (e da molti altri successi in tempi precedenti) sembra però che tale rispetto non appartenga alla Chiesa e a tutto il suo "entourage". Numerosissime sono state nel corso del tempo, infatti, le "intromissioni" vaticane in tutto ciò che riguarda la vita politica e civile del paese. A cominciare dall'aborto, al divorzio, alla fecondazione assistita, fino ad arrivare ai pacs.
Io sono dell'idea che la Chiesa, pur libera di esercitare il sacro diritto - che è riconosciuto a tutti - di dire quello che pensa, debba limitarsi ad esercitare il suo potere spirituale, non quello temporale. La religione è un fatto individuale, personale, e secondo me non è corretto che venga usato per fare politica. Scusate, non è vero che siamo liberi? E allora cosa volete che gliene freghi a un ateo di ciò che pensa la Chiesa?
Le alte sfere vaticane tuonano che con la discussione di questa legge "si vuole sradicare la famiglia". Beh, io non sarei così drastico. Pur convinto anch'io, infatti, che la famiglia debba essere composta da papà, mamma e figli legittimi, vedo nella discussione di questa legge un tentativo di riconoscere che, volenti o nolenti, alcune cose stanno cambiando. Si può essere d'accordo o meno, ma è sotto agli occhi di tutti. La società cambia (ripeto, nel bene e nel male, forse più nel male, vabbè) e la Chiesa dovrebbe adeguarsi e cercare di limitare alcune sue contraddizioni: non può ad esempio tuonare contro il divorzio e poi annullare i matrimoni quando vuole (e a chi vuole), non può gridare che bisogna cercare di combattere con ogni mezzo l'aids nel continente africano e non accettare il preservativo. Che si decida: o una cosa o l'altra.
E, soprattutto, si tenga fuori dalla politica. Se vuole dare direttive e consigli, benissimo, liberissima. Riconosca però l'altrettanto sacrosanto diritto di ognuno di ignorarli e di pensarla come crede.
La materia, oltre ad essere di stringente attualità, è anche piuttosto delicata e probabilmente su di essa la maggior parte delle persone avrà una sua precisa convinzione. Io appartengo (come al solito) alla categoria di quelli che hanno per adesso un piede di qua e uno di là. Provo a spiegare.
Dunque, io sono sposato in Chiesa, e ho un paio di figli. Sono cresciuto in una famiglia cattolica che mi ha insegnato alcune cose e inculcato certi valori (anche se oggi di tutto questo è rimasto ben poco). In virtù di tutto ciò, devo dire che non vedo di buon occhio le unioni di fatto, specialmente se omosessuali. Naturalmente questa è una mia personalissima opinione, basata sul mio modo di vedere le cose e sulla mia esperienza. Però, pur mantenendo la mia idea, ho (come penso di aver sempre dimostrato) profondo rispetto per chi non la pensa come me. E quindi non sarò certo io a stigmatizzare e condannare un governo che ha deciso di affrontare la questione.
Da questo episodio (e da molti altri successi in tempi precedenti) sembra però che tale rispetto non appartenga alla Chiesa e a tutto il suo "entourage". Numerosissime sono state nel corso del tempo, infatti, le "intromissioni" vaticane in tutto ciò che riguarda la vita politica e civile del paese. A cominciare dall'aborto, al divorzio, alla fecondazione assistita, fino ad arrivare ai pacs.
Io sono dell'idea che la Chiesa, pur libera di esercitare il sacro diritto - che è riconosciuto a tutti - di dire quello che pensa, debba limitarsi ad esercitare il suo potere spirituale, non quello temporale. La religione è un fatto individuale, personale, e secondo me non è corretto che venga usato per fare politica. Scusate, non è vero che siamo liberi? E allora cosa volete che gliene freghi a un ateo di ciò che pensa la Chiesa?
Le alte sfere vaticane tuonano che con la discussione di questa legge "si vuole sradicare la famiglia". Beh, io non sarei così drastico. Pur convinto anch'io, infatti, che la famiglia debba essere composta da papà, mamma e figli legittimi, vedo nella discussione di questa legge un tentativo di riconoscere che, volenti o nolenti, alcune cose stanno cambiando. Si può essere d'accordo o meno, ma è sotto agli occhi di tutti. La società cambia (ripeto, nel bene e nel male, forse più nel male, vabbè) e la Chiesa dovrebbe adeguarsi e cercare di limitare alcune sue contraddizioni: non può ad esempio tuonare contro il divorzio e poi annullare i matrimoni quando vuole (e a chi vuole), non può gridare che bisogna cercare di combattere con ogni mezzo l'aids nel continente africano e non accettare il preservativo. Che si decida: o una cosa o l'altra.
E, soprattutto, si tenga fuori dalla politica. Se vuole dare direttive e consigli, benissimo, liberissima. Riconosca però l'altrettanto sacrosanto diritto di ognuno di ignorarli e di pensarla come crede.
Il mio post segnalato nell'home page di Libero
Beh, non posso negare che la cosa, per quanto inaspettata, mi abbia fatto piacere. Come infatti vedete dalle immagini sopra, il mio post intitolato "Qualcosa si è rotto", che ho pubblicato giovedì, è stato ripubblicato oggi nell'home page del portale di LiberoBlog (al momento in cui scrivo è ancora raggiungibile qui).
Come dicevo, la cosa mi ha fatto particolarmente piacere, anche per la correttezza e gentilezza del personale della redazione di Libero: mi hanno infatti contattato preventivamente via e-mail ed è stata linkata correttamente la fonte (il mio blog) da cui è stato preso l'articolo.
Meglio di così...
venerdì 8 dicembre 2006
Foto Reuters 2006
Questa che vedete è una delle 40 foto più belle scelte dall'agenzia Reuters per chiudere il 2006; le altre le trovate in questa pagina di Repubblica. Dateci un'occhiata, alcune sono veramente carine.
L'uomo ragno
Lo ammetto, quest'uomo mi affascina (non fraintendete, non in quel senso). Alain Robert è quel tizio stravagante che si diverte a scalare a mani nude i grattacieli più alti del mondo. Pazzo? Temerario? Tutte e due le cose insieme? Può darsi! Embé? Ognuno non è libero di vivere come crede la sua vita?
Questo si sceglie un grattacielo, arriva, e comincia come se niente fosse la sua arrampicata prima che arrivi la polizia a bloccarlo (la quale non può a questo punto fare altro che attenderlo in cima). L'ultima sua "impresa" è stata l'arrampicata del grattacielo che ospita il distretto finanziario Santa Fe, a Città del Messico.
Puntualmente, come tutte le altre volte, alla conquista della "vetta" è stato preso in consegna dalla polizia, anche se secondo il suo avvocato se la dovrebbe cavare con una multa (in fondo che reato ha mai commesso?). Interessante il suo commento all'atto dell'arresto: "Sono stato in parecchie prigioni di tutto il mondo: niente di ché. spero solo che la polizia messicana mi tratti bene".
giovedì 7 dicembre 2006
Qualcosa si è rotto
Sono convinto che oggi, a Mirafiori, sede storica della Fiat di Torino, si sia rotto qualcosa. Nel corso di un'assemblea sindacale, infatti, sono state rivolte aspre critiche a Epifani (foto), segretario della Cgil, e Angeletti, della Uil, intervenuti per illustrare ai lavoratori riuniti alcuni aspetti della recente finanziaria.
L'ultima volta che a Mirafiori si svolse un incontro tra lavoratori e rappresentanti nazionali di Cgil Cisl e Uil, fu 26 anni fa, e in quell'occasione i sindacalisti ricevettero ben altra accoglienza rispetto a quella ricevuta oggi.
In sostanza, il motivo principale della contestazione, si riassume nelle parole rivolte da un lavoratore allo stesso Epifani: "Guglielmo, questa non può essere la finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando questo è di centro sinistra".
I sindacati, dei quali francamente oggi è difficile spiegare il motivo dell'esistenza, sono quelli che dovrebbero tutelare e farsi portavoce delle istanze dei propri iscritti - e in generale dei lavoratori - presso il governo (qualunque esso sia). Sono quelli che dovrebbero concertare e decidere, assieme agli operai, le strategie comuni da adottare e far valere ai rappresentanti dei governi per tutelare il proprio lavoro.
In pratica i lavoratori chiedono che i sindacati prendano posizione, contro provvedimenti governativi ritenuti ingiusti, a prescindere dal colore della maggioranza di governo. Ha voglia Epifani a tentare di sdrammatizzare quello che è accaduto oggi con frasi tipo: "è stata un'esperienza molto interessante, molto partecipata, sono emerse le vere preoccupazioni, il paese reale è questo".
Già, il paese reale è questo: è quello che è stanco di essere preso per i fondelli. Il provvedimento sul cambio di destinazione del tfr (quello che ha provocato la contestazione dei lavoratori di Mirafiori), inserito nell'ultima finanziaria (sul quale ho pubblicato un lungo articolo sul mio sito internet qualche tempo fa), è stato sostanzialmente avallato dai sindacati, e questo ha provocato la legittima reazione dei lavoratori obbligati a subire questo "scippo" (me compreso) senza potersi opporre.
Insomma qualcosa si è rotto tra il mondo di chi lavora e i sindacati (il rapporto era in verità già incrinato da tempo). Speriamo solo che l'episodio accaduto oggi sia stato un monito che serva a far capire a chi di dovere che gli interessi e le aspettative di chi campa con 1000 euro al mese non si possono barattare col colore politico di un governo.
L'ultima volta che a Mirafiori si svolse un incontro tra lavoratori e rappresentanti nazionali di Cgil Cisl e Uil, fu 26 anni fa, e in quell'occasione i sindacalisti ricevettero ben altra accoglienza rispetto a quella ricevuta oggi.
In sostanza, il motivo principale della contestazione, si riassume nelle parole rivolte da un lavoratore allo stesso Epifani: "Guglielmo, questa non può essere la finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando questo è di centro sinistra".
I sindacati, dei quali francamente oggi è difficile spiegare il motivo dell'esistenza, sono quelli che dovrebbero tutelare e farsi portavoce delle istanze dei propri iscritti - e in generale dei lavoratori - presso il governo (qualunque esso sia). Sono quelli che dovrebbero concertare e decidere, assieme agli operai, le strategie comuni da adottare e far valere ai rappresentanti dei governi per tutelare il proprio lavoro.
In pratica i lavoratori chiedono che i sindacati prendano posizione, contro provvedimenti governativi ritenuti ingiusti, a prescindere dal colore della maggioranza di governo. Ha voglia Epifani a tentare di sdrammatizzare quello che è accaduto oggi con frasi tipo: "è stata un'esperienza molto interessante, molto partecipata, sono emerse le vere preoccupazioni, il paese reale è questo".
Già, il paese reale è questo: è quello che è stanco di essere preso per i fondelli. Il provvedimento sul cambio di destinazione del tfr (quello che ha provocato la contestazione dei lavoratori di Mirafiori), inserito nell'ultima finanziaria (sul quale ho pubblicato un lungo articolo sul mio sito internet qualche tempo fa), è stato sostanzialmente avallato dai sindacati, e questo ha provocato la legittima reazione dei lavoratori obbligati a subire questo "scippo" (me compreso) senza potersi opporre.
Insomma qualcosa si è rotto tra il mondo di chi lavora e i sindacati (il rapporto era in verità già incrinato da tempo). Speriamo solo che l'episodio accaduto oggi sia stato un monito che serva a far capire a chi di dovere che gli interessi e le aspettative di chi campa con 1000 euro al mese non si possono barattare col colore politico di un governo.
Fannulloni!!!
Questa dichiarazione di Montezemolo (poi parzialmente ritrattata) mi ha lasciato perplesso, considerando il fatto che da 17 anni mi alzo alle 3 di notte per andare a lavorare. Certo, è indubbio che in Italia - come penso in ogni altro paese - ci siano degli emeriti fannulloni: per rendersene conto basta fare un giro in certi palazzi giù a Roma.
Ma, scusate, Montezemolo che mestiere fa?
Ma, scusate, Montezemolo che mestiere fa?
mercoledì 6 dicembre 2006
Prese di coscienza
Alla luce dell'imminente raggiungimento del poco lusinghiero traguardo del 3000esimo soldato americano morto in Iraq (più delle vittime americane delle torri gemelle), e delle parole del futuro ministro della difesa americano, Robert Gates, forse Bush si deciderà a riconoscere che effettivamente le cose in Iraq non vanno proprio come dice lui.
Facciamo qualcosa per la libertà informatica (e non solo)?
"Ecco, ricomincia con le sue paranoie sulla libertà informatica..." dirà qualcuno.
Beh... no, non è proprio così... anzi, a pensarci bene sì, è proprio così :-). Scherzi a parte, volevo solo portare alla vostra attenzione due interessanti petizioni online. La prima l'ha segnalata il mio amico maury in questo suo post di qualche giorno fa. Della seconda ne parla invece ZeusNews in questo articolo. Breve spiegazione veloce.
La petizione segnalata dal post di maury è rivolta a sensibilizzare le aziende produttrici di hardware affinché mettano a disposizione i driver delle periferiche che producono anche per gli utilizzatori dei sistemi Linux, come il sottoscritto. E' opinione diffusa che Linux sia un sistema operativo difficile, adatto a utenti "smanettoni": niente di più sbagliato, anzi, per certi aspetti è anche più semplice di Windows. Il vero punto debole di questo sistema operativo è la mancanza di supporto hardware delle aziende produttrici (ne so qualcosa anch'io, da un paio di settimane sto infatti bestemmiando in alamanno e in goto per riuscire a far funzionare la stampante nuova sul mio sistema Linux). Quindi, anche se non siete utilizzatori del pinguino, firmatela lo stesso. Fatelo per me! ^_^
La seconda, invece, sottoscrivibile qui (info più dettagliate qui e qui), chiede semplicemente l'abolizione di una delle più aberranti leggi partorite in tema di impedimento di circolazione della cultura in rete: il decreto Urbani.
Beh... no, non è proprio così... anzi, a pensarci bene sì, è proprio così :-). Scherzi a parte, volevo solo portare alla vostra attenzione due interessanti petizioni online. La prima l'ha segnalata il mio amico maury in questo suo post di qualche giorno fa. Della seconda ne parla invece ZeusNews in questo articolo. Breve spiegazione veloce.
La petizione segnalata dal post di maury è rivolta a sensibilizzare le aziende produttrici di hardware affinché mettano a disposizione i driver delle periferiche che producono anche per gli utilizzatori dei sistemi Linux, come il sottoscritto. E' opinione diffusa che Linux sia un sistema operativo difficile, adatto a utenti "smanettoni": niente di più sbagliato, anzi, per certi aspetti è anche più semplice di Windows. Il vero punto debole di questo sistema operativo è la mancanza di supporto hardware delle aziende produttrici (ne so qualcosa anch'io, da un paio di settimane sto infatti bestemmiando in alamanno e in goto per riuscire a far funzionare la stampante nuova sul mio sistema Linux). Quindi, anche se non siete utilizzatori del pinguino, firmatela lo stesso. Fatelo per me! ^_^
La seconda, invece, sottoscrivibile qui (info più dettagliate qui e qui), chiede semplicemente l'abolizione di una delle più aberranti leggi partorite in tema di impedimento di circolazione della cultura in rete: il decreto Urbani.
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