giovedì 30 giugno 2011
Austerity, tagli alla politica e palle varie
Il Ministero dell'Economia appalta l'affitto di 30.000 fotocopiatrici alla modica cifra di 172.000.000 di €.
(via nonleggerlo)
mercoledì 29 giugno 2011
L'Autosole di Pansa
Giampaolo Pansa, su Libero di stamattina, scrive che i Notav "avrebbero impedito di costruire anche l'Autosole". Mi sembra un'emerita cretinata. Per il semplice fatto che gli anni '50, '60 e '70 sono stati quelli delle opere faraoniche, e quelli in cui probabilmente la costruzione di tali opere aveva un suo senso - si era in pieno boom economico.
Ecco perché il paragone di Pansa a mio avviso non regge. L'Autostrada del Sole A1, Milano-Napoli, infatti, è stata costruita perché non esisteva. La linea ferroviaria che vogliono Maroni e soci, invece, esiste, ed è quella che già attraversa la val di Susa verso la Francia. Costruirne un'altra, sarebbe un po' come costruire una Autosole parallela a quella già esistente.
Chissà se i lettori di Libero ci hanno pensato.
Ecco perché il paragone di Pansa a mio avviso non regge. L'Autostrada del Sole A1, Milano-Napoli, infatti, è stata costruita perché non esisteva. La linea ferroviaria che vogliono Maroni e soci, invece, esiste, ed è quella che già attraversa la val di Susa verso la Francia. Costruirne un'altra, sarebbe un po' come costruire una Autosole parallela a quella già esistente.
Chissà se i lettori di Libero ci hanno pensato.
Che sarà mai?
"Stavo passando di lì, ho dato solo du' pugni e me ne sono andato via. E che sarà mai...". Eh, certo. Uno in più o uno in meno a questo mondo, che sarà mai?
Scuole cattoliche
Dal prossimo anno, grazie alla finanziaria che "non metterà le mani" e bla bla bla, se non avrai 25 euro in tasca non ti potrai presentare in un pronto soccorso. 250 milioni di euro per le scuole cattoliche, però, bene o male si rimediano sempre.
martedì 28 giugno 2011
Padroni a casa nostra (dove?)
Articolo aggiornato.
La prima pagina di stamattina della Padania, organo ufficiale della Lega Nord. Si legge: "Battaglia in val di Susa, ma la Tav si farà". Ecco, la Lega è favorevole alla realizzazione del faraonico progetto che trasformerà la val di Susa in un immenso cantiere per i prossimi 10 anni (se tutto va bene) e che graverà sulle casse dello stato, cioè noi e i nostri figli, per una cifra che a tutt'oggi è ancora difficile da quantificare.
Vi ricordate qualcuno degli slogan classici della Lega? "Roma ladrona!", "padroni a casa nostra!", "il popolo è sovrano!" e cretinate simili? Bene, la gente della val di Susa, e chiunque nel resto d'Italia ha ancora un po' di sale in zucca, quell'opera non la vuole. Il famoso "popolo sovrano", che evidentemente per la Lega assume tale prerogativa a seconda delle situazioni, il Treno ad alta velocità non lo vuole. E la Lega che fa? Se ne frega, avallando un progetto caro a quella "Roma ladrona" tanto vituperata (a parole) nel corso degli anni.
Questo è uno dei tanti esempi che dimostra cosa è diventata la Lega Nord oggi.
Aggiornamento 21:52.
Lettera 43 pubblica il manifesto della Lega quando era contraria alla Tav. Ovviamente è inutile commentare.
La prima pagina di stamattina della Padania, organo ufficiale della Lega Nord. Si legge: "Battaglia in val di Susa, ma la Tav si farà". Ecco, la Lega è favorevole alla realizzazione del faraonico progetto che trasformerà la val di Susa in un immenso cantiere per i prossimi 10 anni (se tutto va bene) e che graverà sulle casse dello stato, cioè noi e i nostri figli, per una cifra che a tutt'oggi è ancora difficile da quantificare.
Vi ricordate qualcuno degli slogan classici della Lega? "Roma ladrona!", "padroni a casa nostra!", "il popolo è sovrano!" e cretinate simili? Bene, la gente della val di Susa, e chiunque nel resto d'Italia ha ancora un po' di sale in zucca, quell'opera non la vuole. Il famoso "popolo sovrano", che evidentemente per la Lega assume tale prerogativa a seconda delle situazioni, il Treno ad alta velocità non lo vuole. E la Lega che fa? Se ne frega, avallando un progetto caro a quella "Roma ladrona" tanto vituperata (a parole) nel corso degli anni.
Questo è uno dei tanti esempi che dimostra cosa è diventata la Lega Nord oggi.
Aggiornamento 21:52.
Lettera 43 pubblica il manifesto della Lega quando era contraria alla Tav. Ovviamente è inutile commentare.
In missione
Leggo che nella bozza della manovra economica sono previsti 700 milioni di euro per rifinanziare le missioni all'estero. La lega post-Pontida non ha niente da dire?
lunedì 27 giugno 2011
Coi valsusini
Per quel poco che può contare, il tenutario di questo blog sostiene le ragioni di chi si oppone alla costruzione del mega tunnel ferroviario in val di Susa. In genere, chi è contro queste opere faraoniche viene sempre additato come nemico del progresso, amico di chi dice sempre no a prescindere e cose di questo genere.
Non c'è nessun no a prescindere. L'improvvisa accelerazione voluta da Maroni è solo dovuta al fatto che se non si iniziano i lavori entro il 30 giugno il governo perde il diritto ai finanziamenti europei, che sono una bazzecola rispetto al costo preventivato dell'opera (secondo le stime, una cifra che va dai 17 ai 21 miliardi di euro; poi si sa, nel nostro paese, la differenza che passa tra un preventivo e il costo reale finale).
La differenza tra chi si oppone e chi è favorevole ad avventurarsi in questa follia sta tutta nella buona fede. E nell'informazione.
www.notav.info
www.ambientevalsusa.it
www.notav.eu
Non c'è nessun no a prescindere. L'improvvisa accelerazione voluta da Maroni è solo dovuta al fatto che se non si iniziano i lavori entro il 30 giugno il governo perde il diritto ai finanziamenti europei, che sono una bazzecola rispetto al costo preventivato dell'opera (secondo le stime, una cifra che va dai 17 ai 21 miliardi di euro; poi si sa, nel nostro paese, la differenza che passa tra un preventivo e il costo reale finale).
La differenza tra chi si oppone e chi è favorevole ad avventurarsi in questa follia sta tutta nella buona fede. E nell'informazione.
www.notav.info
www.ambientevalsusa.it
www.notav.eu
domenica 26 giugno 2011
sabato 25 giugno 2011
Si dice sempre così
Sì, lo so, ogni volta che si tira fuori questo argomento, i commenti sono più o meno sempre quelli: sono cose che si sanno, cosa ci vuoi fare? e via di questo passo. Insomma, magari ci si incazza un po' lì per lì e poi si cede il passo alla triste rassegnazione.
Eppure ci dovremmo chiedere, ogni tanto, seriamente, come mai una delle peggiori classi dirigenti del pianeta (e il cancan di questi giorni sulla vicenda Papa-Bisignani è solo l'ultimo esempio) è anche la meglio retribuita del pianeta.
(fonte immagine: nonleggerlo)
Da che parte la guardi
Secondo il premier "non è un paese civile" quello in cui vengono sbattute sui giornali le porcate che fanno i potenti. Secondo me, invece, non è un paese civile quello in cui i potenti fanno le porcate che vengono sbattute sui giornali.
Come al solito, è sempre una questione di angolazioni.
Come al solito, è sempre una questione di angolazioni.
venerdì 24 giugno 2011
Il quartier generale racconta/61
Vittorio Feltri è una vecchia volpe, lo sappiamo bene. Sa come piazzare la "merce" ai suoi lettori. E quindi non stupisce che nel suo editoriale di stamattina cerchi di dare a intendere, con alcuni arzigogoli sintattici, peraltro mal riusciti, che le intercettazioni telefoniche riguardanti l'inchiesta di Napoli sono costate un miliardo di euro.
Ovviamente sono tutte cavolate (non la tiro per le lunghe, vi lascio solo un paio di link: questo e questo).
Ma la vera "perla" è la seguente: "Non siamo stati noi del Giornale ad accertare la somma investita dagli inquirenti per sapere la rava e la fava, più fava che rava, ma il guardasigilli, Angelino Alfano [...] La fonte della notizia è dunque autorevole".
Eh, certo. Autorevolissima. Alfano era quello che l'anno scorso, giusto in questo periodo (allora come oggi c'era sempre in ballo il famoso ddl sulle intercettazioni), delirava che "Tutti gli italiani sono intercettati", quando invece (vedi i link sopra) la media si aggira grosso modo sullo 0,07%.
Grazie, Feltri, per averci fatto sorridere anche oggi.
Ovviamente sono tutte cavolate (non la tiro per le lunghe, vi lascio solo un paio di link: questo e questo).
Ma la vera "perla" è la seguente: "Non siamo stati noi del Giornale ad accertare la somma investita dagli inquirenti per sapere la rava e la fava, più fava che rava, ma il guardasigilli, Angelino Alfano [...] La fonte della notizia è dunque autorevole".
Eh, certo. Autorevolissima. Alfano era quello che l'anno scorso, giusto in questo periodo (allora come oggi c'era sempre in ballo il famoso ddl sulle intercettazioni), delirava che "Tutti gli italiani sono intercettati", quando invece (vedi i link sopra) la media si aggira grosso modo sullo 0,07%.
Grazie, Feltri, per averci fatto sorridere anche oggi.
Intercettazioni: ci risiamo
Sono sincero: non pensavo, dopo tutto quello che è successo (casini, proteste di piazza, guerre in aula, richiami di Napolitano), che l'avrebbero tirato fuori un'altra volta. Mi sbagliavo - come analista politico non sono mai stato granché.
Sull'onda dell'enorme quantità di materiale color marrone (non cioccolata) che sta infatti uscendo con la pubblicazione delle intercettazioni relative all'inchiesta P4, che vedono principalmente coinvolti componenti di questo governo, Berlusconi e soci stanno rimettendo in pista, ovviamente in "corsia preferenziale", il caro, vecchio ddl sulle intercettazioni. Frattini pronostica la sua approvazione addirittura entro agosto.
Il disegno di legge sulle intercettazioni ha una strana, e per certi versi divertente, storia. E' nato nella precedente legislatura, 2006, governo Prodi (molti del centrosinistra tendono spesso a dimenticarlo), per cercare di arginare il porcaio che usciva dallo scandalo Calciopoli. Non è mai diventato legge definitiva dello stato, ma è stato più volte tirato fuori "all'occorrenza", quasi come una minaccia, ogni volta che sono nate inchieste scomode per lorsignori. L'ultima delle quali, forse ricorderete, lo scandalo P3 (quello partito dalle intercettazioni a Lombardi e Carboni).
Oggi ci risiamo con la P4, e puntualmente si riparla di silenziare tutto. Ci riusciranno, questa volta? Oppure no? Non lo so. La furbata, comunque, c'è tutta, visto che hanno ripreso pari pari un pezzo del vecchio ddl Mastella, all'epoca votato anche da tutto il centrosinistra. Infatti il tipo di Arcore pare abbia già detto: "Adesso voglio proprio vedere come farà il centrosinistra a bocciare quello che aveva proposto e votato appena quattro anni fa".
Quello che però, forse, i berluscones non hanno capito, indipendentemente dal fatto che la legge passi o no, è che ormai i buoi sono scappati. Mettiamo che, nella migliore delle ipotesi, il ddl diventi legge in agosto: da qui ad allora quanta roba fa ancora in tempo a uscire? Probabilmente tutto. Altra cosa che non hanno capito, è che fare una legge di questo genere proprio in questo momento è la conferma migliore e definitiva, davanti all'opinione pubblica (compresi gli elettori pidiellini), che il governo non legifera sulle necessità reali del paese, ma sulle necessità contingenti di lorsignori.
Sarà interessante, a tal proposito, vedere come si comporterà la Lega quando sarà ora di votare in Parlamento la legge, visto ad esempio che all'interno della stragrande maggioranza di quelli che hanno votato contro il legittimo impedimento ai referendum c'erano molti leghisti (e molti di centrodestra in generale). Insomma, il segnale arrivato a Berlusconi dagli elettori è stato chiaro: le leggi ad personam non le vogliamo. Evidentemente Alfano e soci da quell'orecchio non ci sentono.
Sull'onda dell'enorme quantità di materiale color marrone (non cioccolata) che sta infatti uscendo con la pubblicazione delle intercettazioni relative all'inchiesta P4, che vedono principalmente coinvolti componenti di questo governo, Berlusconi e soci stanno rimettendo in pista, ovviamente in "corsia preferenziale", il caro, vecchio ddl sulle intercettazioni. Frattini pronostica la sua approvazione addirittura entro agosto.
Il disegno di legge sulle intercettazioni ha una strana, e per certi versi divertente, storia. E' nato nella precedente legislatura, 2006, governo Prodi (molti del centrosinistra tendono spesso a dimenticarlo), per cercare di arginare il porcaio che usciva dallo scandalo Calciopoli. Non è mai diventato legge definitiva dello stato, ma è stato più volte tirato fuori "all'occorrenza", quasi come una minaccia, ogni volta che sono nate inchieste scomode per lorsignori. L'ultima delle quali, forse ricorderete, lo scandalo P3 (quello partito dalle intercettazioni a Lombardi e Carboni).
Oggi ci risiamo con la P4, e puntualmente si riparla di silenziare tutto. Ci riusciranno, questa volta? Oppure no? Non lo so. La furbata, comunque, c'è tutta, visto che hanno ripreso pari pari un pezzo del vecchio ddl Mastella, all'epoca votato anche da tutto il centrosinistra. Infatti il tipo di Arcore pare abbia già detto: "Adesso voglio proprio vedere come farà il centrosinistra a bocciare quello che aveva proposto e votato appena quattro anni fa".
Quello che però, forse, i berluscones non hanno capito, indipendentemente dal fatto che la legge passi o no, è che ormai i buoi sono scappati. Mettiamo che, nella migliore delle ipotesi, il ddl diventi legge in agosto: da qui ad allora quanta roba fa ancora in tempo a uscire? Probabilmente tutto. Altra cosa che non hanno capito, è che fare una legge di questo genere proprio in questo momento è la conferma migliore e definitiva, davanti all'opinione pubblica (compresi gli elettori pidiellini), che il governo non legifera sulle necessità reali del paese, ma sulle necessità contingenti di lorsignori.
Sarà interessante, a tal proposito, vedere come si comporterà la Lega quando sarà ora di votare in Parlamento la legge, visto ad esempio che all'interno della stragrande maggioranza di quelli che hanno votato contro il legittimo impedimento ai referendum c'erano molti leghisti (e molti di centrodestra in generale). Insomma, il segnale arrivato a Berlusconi dagli elettori è stato chiaro: le leggi ad personam non le vogliamo. Evidentemente Alfano e soci da quell'orecchio non ci sentono.
giovedì 23 giugno 2011
Penalmente (ir)rilevante
Il pentolone maleodorante (l'ennesimo) che si è scoperchiato con la pubblicazione di parte delle intercettazioni relative al caso Bisignani, sta creando un certo sconquasso, misto a terrore per quello che molti temono dovrà ancora venire fuori, all'interno del Pdl.
Lo si capisce dalle reazioni scomposte e nervose - si vocifera addirittura di un rispolvero della cara, vecchia legge-bavaglio per cercare di bloccare tutto - delle ultime ore di alcuni berluscones d'assalto. Reazioni tutte accomunate da un ritornello comune: non c'è niente di penalmente rilevante.
Ora, a parte il fatto che saranno i titolari dell'inchiesta a stabilire cosa è penalmente rilevante e cosa no, i vari Cicchitto, Alfano e compagnia bella dimenticano che questa cosa è importante fino a un certo punto. Perché, come osserva giustamente il buon Gilioli, il "gioco al massacro" di cui parla Cicchitto - ministri e ministre che se ne dicono di tutti i colori - ci sarebbe all'interno del Pdl anche se nessuno pubblicasse le intercettazioni.
Alla faccia del "partito dell'amore" con cui continuano a prendere in giro quelli che li votano.
Lo si capisce dalle reazioni scomposte e nervose - si vocifera addirittura di un rispolvero della cara, vecchia legge-bavaglio per cercare di bloccare tutto - delle ultime ore di alcuni berluscones d'assalto. Reazioni tutte accomunate da un ritornello comune: non c'è niente di penalmente rilevante.
Ora, a parte il fatto che saranno i titolari dell'inchiesta a stabilire cosa è penalmente rilevante e cosa no, i vari Cicchitto, Alfano e compagnia bella dimenticano che questa cosa è importante fino a un certo punto. Perché, come osserva giustamente il buon Gilioli, il "gioco al massacro" di cui parla Cicchitto - ministri e ministre che se ne dicono di tutti i colori - ci sarebbe all'interno del Pdl anche se nessuno pubblicasse le intercettazioni.
Alla faccia del "partito dell'amore" con cui continuano a prendere in giro quelli che li votano.
mercoledì 22 giugno 2011
Istantanee
E io che pensavo non ci fosse più niente, in politica, capace di stupirmi.
Update 19:45.
Di Pietro, su Twitter, l'ha spiegata così, pochi minuti fa: https://twitter.com/#!/Idvstaff/status/83589494116331521
(fonte immagine: repubblica.it)
Il quartier generale racconta/60
Il discorso di ieri, in Senato, in cui Berlusconi dopo tanto tempo ha parlato di programmi e non di pm politicizzati (secondo lui), ha dato il la agli editoriali gongolanti e festosi dei vari scribacchini filo-governativi che ogni giorno ci deliziano coi loro pregevoli scritti.
Belpietro, l'immancabile Sallusti, Mario Sechi (il mitico uomo col quadernino), stamattina, hanno tutti dedicato, da par loro, fiumi di elogi al Berlusconi finalmente tornato battagliero e con una gran voglia di fare riforme - per ora solo annunciate, come al solito.
Meritano un commento senz'altro quello di Sallusti, comico già dal titolo: "Tasse, tre sole aliquote". E poi: "Ha annunciato la riforma fiscale a costo zero per le casse dello stato". Ovviamente Sallusti sa benissimo che finora la famosa riforma annunciata da Berlusconi è solo ipotetica, sulla carta, tutta da definire, e che semmai si farà sarà tutt'altro che a "costo zero". Lo dicono gli stessi pidiellini in questi giorni in giro per le varie trasmissioni televisive, oltre a economisti di un certo rilievo.
Vabbè, lasciamo pure che i lettori di Sallusti se la bevano. D'altra parte se l'han bevuta per 17 anni, mese più mese meno...
Ma il pezzo forte è quello del raggiante Mario Sechi, direttore de Il Tempo: "Toh, il berlusconismo è vivo" - felicitarsi per una cosa che per l'Italia è stata finora una iattura è tipico di Sechi.
"Confesso, desideravo di più e ho dovuto riascoltare il discorso del cav per leggerne meglio ogni sfumatura. Non ci ero più abituato", scrive il Sechi. Roba da stomaci forti, insomma. Se ha dovuto ascoltare due volte quello di Berlusconi per captare ogni sfumatura, viene quasi da chiedersi quante volte abbia dovuto ascoltare quello di Bossi a Pontida, sempre per la storia delle sfumature. Vabbè, ognuno è libero di dilettarsi come crede.
"Berlusconi c'è e deve ritrovarsi in fretta perché 17 anni di storia non si buttano via così". Eh, certo, 17 anni anni di promesse e chiacchiere che non si sono mai tradotte in niente (dalla mancata rivoluzione liberale alla mancata modernizzazione dello stato, dalla mancata sburocratizzazione della macchina statale alla mancata riduzione della pressione fiscale) non si buttano via così. Diciassette anni di delegittimazione sistematica e certosina di ogni organo e istituzione dello stato, assieme a una credibilità nazionale che ha raggiunto probabilmente con questa legislatura il fondo del barile, non si possono buttare via, vanno conservati con cura e se possibile prolungati un altro po'. Tanto ormai, cosa abbiamo da perdere?
Sechi, ben poco di sicuro.
Belpietro, l'immancabile Sallusti, Mario Sechi (il mitico uomo col quadernino), stamattina, hanno tutti dedicato, da par loro, fiumi di elogi al Berlusconi finalmente tornato battagliero e con una gran voglia di fare riforme - per ora solo annunciate, come al solito.
Meritano un commento senz'altro quello di Sallusti, comico già dal titolo: "Tasse, tre sole aliquote". E poi: "Ha annunciato la riforma fiscale a costo zero per le casse dello stato". Ovviamente Sallusti sa benissimo che finora la famosa riforma annunciata da Berlusconi è solo ipotetica, sulla carta, tutta da definire, e che semmai si farà sarà tutt'altro che a "costo zero". Lo dicono gli stessi pidiellini in questi giorni in giro per le varie trasmissioni televisive, oltre a economisti di un certo rilievo.
Vabbè, lasciamo pure che i lettori di Sallusti se la bevano. D'altra parte se l'han bevuta per 17 anni, mese più mese meno...
Ma il pezzo forte è quello del raggiante Mario Sechi, direttore de Il Tempo: "Toh, il berlusconismo è vivo" - felicitarsi per una cosa che per l'Italia è stata finora una iattura è tipico di Sechi.
"Confesso, desideravo di più e ho dovuto riascoltare il discorso del cav per leggerne meglio ogni sfumatura. Non ci ero più abituato", scrive il Sechi. Roba da stomaci forti, insomma. Se ha dovuto ascoltare due volte quello di Berlusconi per captare ogni sfumatura, viene quasi da chiedersi quante volte abbia dovuto ascoltare quello di Bossi a Pontida, sempre per la storia delle sfumature. Vabbè, ognuno è libero di dilettarsi come crede.
"Berlusconi c'è e deve ritrovarsi in fretta perché 17 anni di storia non si buttano via così". Eh, certo, 17 anni anni di promesse e chiacchiere che non si sono mai tradotte in niente (dalla mancata rivoluzione liberale alla mancata modernizzazione dello stato, dalla mancata sburocratizzazione della macchina statale alla mancata riduzione della pressione fiscale) non si buttano via così. Diciassette anni di delegittimazione sistematica e certosina di ogni organo e istituzione dello stato, assieme a una credibilità nazionale che ha raggiunto probabilmente con questa legislatura il fondo del barile, non si possono buttare via, vanno conservati con cura e se possibile prolungati un altro po'. Tanto ormai, cosa abbiamo da perdere?
Sechi, ben poco di sicuro.
Paure ancestrali
Fabio Martini, su la Stampa, illustra il teorema che spiega l'exploit dei 317 voti della maggioranza sulla fiduca al DL sviluppo. In breve: i consensi nel paese calano (vedi amministrative e referendum), il rischio di elezioni anticipate aumenta, la paura di perderle e di restare tutti a casa fa 90. Ecco spiegato il motivo per cui ieri, alla Camera, erano tutti lì a votare.
martedì 21 giugno 2011
Vittoria politica?
La solenne boiata dei 4 ministeri al nord, con cui Bossi ha preso in giro quei poveretti che arrostivano al sole, domenica, sui sacri prati di Pontida, si è rivelata per quello che è: una boiata, appunto. O una presa in giro, fate voi.
"I ministeri, dunque, non si muoveranno, mentre potrebbero essere distaccati alcuni dipartimenti, probabilmente a Milano e a Monza". Eccola, la presa in giro. Adesso i vertici della Lega diranno a quelli vestiti da Asterix: visto? Niente ministeri al nord, ma alcuni dipartimenti li portiamo a casa.
Dipartimenti? E cosa sono i dipartimenti? Niente. Si tratta semplicemente di pezzi di ministeri: quelli noti come "ministeri senza portafoglio". Una cosa - quanto ci scommettete? - che alla fine finirà esattamente come i ministeri: non se ne farà niente. Ma a parte questo. Veramente Bossi, Calderoli e soci pensano che agli elettori leghisti stia a cuore questa battaglia? Davvero credono che gli imprenditori del nord, quelli con le aziende che chiudono sotto il peso della crisi e di una pressione fiscale ormai insostenibile, faranno i salti di gioia quando a Monza si insedierà la succursale di un ministero di cui non frega niente a nessuno?
E se per caso, per qualche oscuro miracolo, la cosa si verificasse e un dipartimento venisse spostato a Monza o a Milano, veramente Bossi e Calderoli avrebbero il coraggio di rivendicarla come vittoria politica?
"I ministeri, dunque, non si muoveranno, mentre potrebbero essere distaccati alcuni dipartimenti, probabilmente a Milano e a Monza". Eccola, la presa in giro. Adesso i vertici della Lega diranno a quelli vestiti da Asterix: visto? Niente ministeri al nord, ma alcuni dipartimenti li portiamo a casa.
Dipartimenti? E cosa sono i dipartimenti? Niente. Si tratta semplicemente di pezzi di ministeri: quelli noti come "ministeri senza portafoglio". Una cosa - quanto ci scommettete? - che alla fine finirà esattamente come i ministeri: non se ne farà niente. Ma a parte questo. Veramente Bossi, Calderoli e soci pensano che agli elettori leghisti stia a cuore questa battaglia? Davvero credono che gli imprenditori del nord, quelli con le aziende che chiudono sotto il peso della crisi e di una pressione fiscale ormai insostenibile, faranno i salti di gioia quando a Monza si insedierà la succursale di un ministero di cui non frega niente a nessuno?
E se per caso, per qualche oscuro miracolo, la cosa si verificasse e un dipartimento venisse spostato a Monza o a Milano, veramente Bossi e Calderoli avrebbero il coraggio di rivendicarla come vittoria politica?
La refurtiva di stato
Penso che il commento più appropriato e azzeccato a quello che è successo domenica a Pontida, cioè niente, sia quello di Marco.
lunedì 20 giugno 2011
Equitalia e Bossi
Come probabilmente avrete sentito se avete seguito ieri il comizio di Bossi, tra le invettive e gli strali lanciati dal prato di Pontida uno era indirizzato a Equitalia ("Ci sono agricoltori che si sono visti sequestrare trattori, balle, mucche. Ma cosi' non possono lavorare ed e' evidente che c'e' qualcosa che non funziona").
Molto brevemente, Equitalia è una società per azioni (meta Agenzia delle Entrate e metà Inps) che ha il compito di riscuotere i tributi (compresi quelli evasi) per conto dello Stato. Giusto per capirci: se per caso vi è capitato di esservi dimenticati di pagare una multa e vi siete trovati col fermo amministrativo della macchina, è molto probabile che dietro ci sia lo zampino di questa società.
Bene. Tra i 12 punti che la Lega ha posto al governo per evitare il "rompete le righe", c'è proprio l'indebolimento dei metodi - Bossi li definisce "vessatori" - e dei poteri di riscossione di questa società.
Ora, a parte le facili polemiche che già girano in rete e sui giornali riguardo a chi ha affidato la riscossione dei tributi alla suddetta Equitalia, la domanda che viene spontanea è un'altra. Se si va a guardare il programma elettorale con cui B&B hanno - ahimé! - vinto le politiche del 2008, al punto 2 c'è scritto chiaramente che uno dei sistemi per reperire risorse è l'incentivazione della lotta all'evasione fiscale.
Questa mattina il Corriere scrive che Equitalia, insieme a Inps e Agenzia delle Entrate, ha recuperato nel 2010 qualcosa come 24,5 miliardi di euro di evasione fiscale. Non è pochino; per fare un paragone si potrebbe dire che la prossima manovra che Tremonti ha intenzione di fare prima dell'estete, cioè adesso, è di circa 40 miliardi.
E' noto che di quello che c'è scritto in quel programma poco o niente è stato realizzato - gli elettori non danno batoste elettorali senza motivo. Equitalia era una delle poche cose che forse avrebbe consentito di dire, invece, che qualcosina era stato fatto. Non sia mai.
Molto brevemente, Equitalia è una società per azioni (meta Agenzia delle Entrate e metà Inps) che ha il compito di riscuotere i tributi (compresi quelli evasi) per conto dello Stato. Giusto per capirci: se per caso vi è capitato di esservi dimenticati di pagare una multa e vi siete trovati col fermo amministrativo della macchina, è molto probabile che dietro ci sia lo zampino di questa società.
Bene. Tra i 12 punti che la Lega ha posto al governo per evitare il "rompete le righe", c'è proprio l'indebolimento dei metodi - Bossi li definisce "vessatori" - e dei poteri di riscossione di questa società.
Ora, a parte le facili polemiche che già girano in rete e sui giornali riguardo a chi ha affidato la riscossione dei tributi alla suddetta Equitalia, la domanda che viene spontanea è un'altra. Se si va a guardare il programma elettorale con cui B&B hanno - ahimé! - vinto le politiche del 2008, al punto 2 c'è scritto chiaramente che uno dei sistemi per reperire risorse è l'incentivazione della lotta all'evasione fiscale.
Questa mattina il Corriere scrive che Equitalia, insieme a Inps e Agenzia delle Entrate, ha recuperato nel 2010 qualcosa come 24,5 miliardi di euro di evasione fiscale. Non è pochino; per fare un paragone si potrebbe dire che la prossima manovra che Tremonti ha intenzione di fare prima dell'estete, cioè adesso, è di circa 40 miliardi.
E' noto che di quello che c'è scritto in quel programma poco o niente è stato realizzato - gli elettori non danno batoste elettorali senza motivo. Equitalia era una delle poche cose che forse avrebbe consentito di dire, invece, che qualcosina era stato fatto. Non sia mai.
domenica 19 giugno 2011
Cosa è successo oggi a Pontida
Niente. Abbiamo solamente assistito alla penosa fine di un movimento folkloristico - una volta forse un partito - che si trova irrimediabilmente in un vicolo cieco. Da una parte, infatti, Bossi e soci vorrebbero liberarsi della palla al piede Berlusconi; dall'altra, però, sanno che se cade questo esecutivo loro al governo non ci tornano più.
Tutto il resto (ministeri al nord, riforma fiscale, stop alle missioni umanitarie) sono nient'altro che aria fritta, espedienti, buttati lì solo per dare l'illusione al popolo leghista di poter sopravvivere un altro po'. Chiacchiere, insomma.
Un buon resoconto di quello che è successo, se proprio ci tenete, lo trovate qui.
Tutto il resto (ministeri al nord, riforma fiscale, stop alle missioni umanitarie) sono nient'altro che aria fritta, espedienti, buttati lì solo per dare l'illusione al popolo leghista di poter sopravvivere un altro po'. Chiacchiere, insomma.
Un buon resoconto di quello che è successo, se proprio ci tenete, lo trovate qui.
Un giorno qualcuno si prenderà la briga di metterle tutte in fila
"Non sono 33 miliardi per niente, state tranquilli, inutile andare a preoccupare i cittadini per cose che non sono vere" (Silvio Berlusconi, 9 giugno 2011).
"Subito la manovra da 40 miliardi" (Giulio Tremonti, 19 giugno 2011).
"Subito la manovra da 40 miliardi" (Giulio Tremonti, 19 giugno 2011).
sabato 18 giugno 2011
Io ci andrei piano
Io se fossi in De Magistris ci andrei piano, molto piano, prima di fare simili dichiarazioni. Specialmente considerando qualcuno di nostra conoscenza che in queste promesse, disattese, ancora ci sbatte il muso.
Avvisate Belpietro
Tra le varie cose successe oggi, c'è da segnalare un'altra udienza a Milano del processo Mills, dove Berlusconi era presente.
Una delle linee della difesa del premier, è sempre stata quella di sostenere che i famosi 600.000 $ furono dati a Mills non da Berlusconi, ma dall'armatore Diego Attanasio perché glieli investisse. Ecco, oggi il suddetto Attanasio, interrogato da De Pasquale, ha smontato tutto l'impianto difensivo.
Qualcuno avvisi Belpietro, visto che in ogni trasmissione in cui si parla del processo Mills tira sempre fuori la storia di Attanasio.
venerdì 17 giugno 2011
Per capire meglio
Se avete un paio di minuti, date una letta a questo articolo del Corriere. Ecco, adesso pensate ai computer, alle stampanti, alla carta, al personale che manca e a tutte le procure e i tribunali che nel nostro paese sono nelle stesse condizioni della procura di Roma. Fatto?
Bene, adesso pensate a: processo breve, prescrizione breve, lodo Alfano, limitazione delle intercettazioni, separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante e doppio CSM. Ecco, avete appena scoperto la differenza che corre tra legiferare per la pubblica utilità e legiferare per l'utilità di uno.
Tarallucci e vino
Quanto ci scommettete che l'imminente terremoto politico di Pontida, di cui si parla ormai da giorni, si risolverà nell'ennesimo "tarallucci & vino"?
giovedì 16 giugno 2011
Due conti per la Lega
La Lega ha detto chiaramente non vuole più che si bombardi la Libia. Secondo il ministro leghista Castelli - scrive stamattina la Padania - la missione italiana in terra di Gheddafi costa allo stato qualcosa come 8 milioni di € al giorno. Se si considera che i primi raid italiani sono iniziati alla fine di aprile, fino a oggi la missione in Libia ha avuto quindi, grosso modo, lo stesso costo del referendum disgiunto dalle amministrative. Se qualcuno volesse farlo presente a Castelli...
E' tutto amore
Certo, la si può guardare da più di una angolazione. Rimane il fatto che continuare a dire "gli italiani mi amano" dopo la batosta delle amministrative (preferenze dimezzate a Milano rispetto alla precedente tornata amministrativa), e soprattutto dopo che 27 milioni di italiani hanno deciso di mandarlo a quel paese assieme al suo legittimo impedimento, a me pare un tantino azzardato.
Però, contento lui...
mercoledì 15 giugno 2011
Chi non lavora non fa l'amore
Un interessantissimo articolo di Carlo Bertini, apparso su La Stampa di stamattina, ha certificato che il governo negli ultimi tre mesi si è riunito due volte. Penso quindi che questa volta Stracquadanio l'abbia decisamente fatta fuori dal vaso.
Il peggiore
Articolo aggiornato.
http://www.blogger.com/img/blank.gif
Unico commento che, da lavoratore, mi viene in mente per rispondere a Brunetta: se i precari rappresentano l'Italia peggiore, lui rappresenta sicuramente la politica peggiore.
Aggiornamento 17:53
Brunetta, visto il coro di critiche che si è levato in rete, ha fatto alcune precisazioni sull'episodio, minimizzando e affermando di essere in realtà lui la vittima. Qui c'è il video. Ognuno giudichi pure.
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Unico commento che, da lavoratore, mi viene in mente per rispondere a Brunetta: se i precari rappresentano l'Italia peggiore, lui rappresenta sicuramente la politica peggiore.
Aggiornamento 17:53
Brunetta, visto il coro di critiche che si è levato in rete, ha fatto alcune precisazioni sull'episodio, minimizzando e affermando di essere in realtà lui la vittima. Qui c'è il video. Ognuno giudichi pure.
martedì 14 giugno 2011
Qualcuno spieghi a Feltri e Belpietro che non siamo fessi
Gli editoriali odierni di Feltri (ritornato al Giornale) e Belpietro (ancora su Libero), hanno un comune denominatore: quello di apostrofare neanche tanto velatamente come gonzi i 27.000.000 di elettori che hanno rifiutato il ritorno al nucleare di Berlusconi.
Feltri lo dice esplicitamente, affermando che i votanti sono stati "infinocchiati" da chi ha cavalcato la vicenda Fukushima. Belpietro la prende un po' più alla larga, parlando di risultato dettato più "dall'irrazionalità che dal ragionamento".
Ora, nessuno mette in dubbio che quello che è successo in Giappone abbia avuto un certo peso nel raggiungimento (e superamento) del quorum referendario, e nessuno mette in dubbio che molti elettori siano stati influenzati da quel disastro. Ma accanto a questi, ci sono elettori che si sono interessati al problema in modo più approfondito, documentandosi con l'aiuto di internet o ascoltando gli esperti.
Elettori che hanno messo la croce sul "sì" perché conoscono l'imponderabilità dei costi del nucleare (compresi quelli della futura dismissione delle centrali, di cui non parla mai nessuno), l'incognita del rapporto costi/benefici, il problema (tuttora insoluto) delle scorie, i rischi che si corrono a imbarcarsi in questo titanico progetto infrastrutturale in un paese in cui la corruzione la fa da padrona e in cui gli imprenditori guardano al massimo profitto col minimo investimento possibile.
Non è, quindi, cari Feltri e Belpietro, solo un problema di "paura". E non potete liquidare la questione semplicemente affermando che a causa della suddetta paura ci siamo fatti "infinocchiare". Anzi, molti di quelli che hanno votato "sì", compreso il sottoscritto, probabilmente pensano che quello della sicurezza sia paradossalmente il problema minore rispetto a tutti gli altri.
Insomma, se volete prendere per fesso qualcuno, liberissimi. Fate attenzione, però, che tra quei fessi non ci sia chi se ne accorge.
Feltri lo dice esplicitamente, affermando che i votanti sono stati "infinocchiati" da chi ha cavalcato la vicenda Fukushima. Belpietro la prende un po' più alla larga, parlando di risultato dettato più "dall'irrazionalità che dal ragionamento".
Ora, nessuno mette in dubbio che quello che è successo in Giappone abbia avuto un certo peso nel raggiungimento (e superamento) del quorum referendario, e nessuno mette in dubbio che molti elettori siano stati influenzati da quel disastro. Ma accanto a questi, ci sono elettori che si sono interessati al problema in modo più approfondito, documentandosi con l'aiuto di internet o ascoltando gli esperti.
Elettori che hanno messo la croce sul "sì" perché conoscono l'imponderabilità dei costi del nucleare (compresi quelli della futura dismissione delle centrali, di cui non parla mai nessuno), l'incognita del rapporto costi/benefici, il problema (tuttora insoluto) delle scorie, i rischi che si corrono a imbarcarsi in questo titanico progetto infrastrutturale in un paese in cui la corruzione la fa da padrona e in cui gli imprenditori guardano al massimo profitto col minimo investimento possibile.
Non è, quindi, cari Feltri e Belpietro, solo un problema di "paura". E non potete liquidare la questione semplicemente affermando che a causa della suddetta paura ci siamo fatti "infinocchiare". Anzi, molti di quelli che hanno votato "sì", compreso il sottoscritto, probabilmente pensano che quello della sicurezza sia paradossalmente il problema minore rispetto a tutti gli altri.
Insomma, se volete prendere per fesso qualcuno, liberissimi. Fate attenzione, però, che tra quei fessi non ci sia chi se ne accorge.
Paure diverse
Prima pagina del Giornale: "Ha vinto la paura". Detto da chi sostiene un partito - la Lega - che sulla paura (del musulmano, del rom, dell'extracomunitario, del clandestino) ha costruito la sua fortuna politica, potrebbe quasi sembrare comico. Se in realtà non fosse che invece c'è ben poco da ridere.
Là nella valle...
Il fatto che il record di affluenze al referendum si sia verificato nelle terre del cav e di Bossi - entrambi avevano invitato ad astenersi - potrebbe anche indurmi a pensare che Dio esista.
lunedì 13 giugno 2011
Il "quorum" batte
Alla fine è arrivata la seconda sberla (copyright Calderoli, poco fa). Dopo la batosta alle amministrative di due settimane fa, è arrivata infatti quella che probabilmente darà il colpo di grazia a questa legislatura e al suo capo: il superamento del famoso quorum ai referendum abrogativi.
Nei prossimi giorni i berluscones racconteranno di tutto (i Feltri e i Belpietro hanno già cominciato in tv). Diranno che non è un test per il governo, che l'esito dei referendum non influisce sulla stabilità dell'esecutivo, che non è un giudizio su Berlusconi e via cantando.
Ovviamente sono tutte balle. Per il semplice motivo che i referendum abrogativi riguardavano leggi volute e messe in campo da questo governo e da Berlusconi stesso, comprese le leggi esclusivamente a suo uso e consumo (legittimo impedimento). E gli italiani si sono espressi massicciamente e in modo inequivocabile, dimostrando la loro contrarietà al modo di legiferare di questo esecutivo su energia, acqua e giustizia.
E lo hanno fatto appunto in maniera massiccia, nonostante i boicottaggi dei vari Tg1 e Tg2 che hanno dato date diverse; nonostante i vari "State a casa", "Non andate a votare", "Voto a perdere" e simili con cui Libero e Giornale hanno titolato le prime pagine in questi giorni; nonostante gli inviti di Berlusconi e Bossi ad andare al mare.
E' un bel segnale, questo, anche se tardivo - 17 anni di berlusconismo sarebbero impensabili in qualsiasi altro paese democratico. Ed è un segnale che contiene almeno due novità. La prima è che questo risultato dimostra probabilmente che il controllo mediatico delle tv non basta più con l'avanzare di internet e dei social network. La seconda è che non si può raccontar balle all'infinito: prima o poi i nodi vengono al pettine. Si potrà prendere in giro la gente per un periodo più o meno lungo, ma verrà sempre un giorno in cui anche il più ottuso dei "partigiani" in quelle balle ci andrà a sbattere il muso, e ne terrà conto quando entrerà nel seggio.
Più o meno quello che è successo oggi.
Nei prossimi giorni i berluscones racconteranno di tutto (i Feltri e i Belpietro hanno già cominciato in tv). Diranno che non è un test per il governo, che l'esito dei referendum non influisce sulla stabilità dell'esecutivo, che non è un giudizio su Berlusconi e via cantando.
Ovviamente sono tutte balle. Per il semplice motivo che i referendum abrogativi riguardavano leggi volute e messe in campo da questo governo e da Berlusconi stesso, comprese le leggi esclusivamente a suo uso e consumo (legittimo impedimento). E gli italiani si sono espressi massicciamente e in modo inequivocabile, dimostrando la loro contrarietà al modo di legiferare di questo esecutivo su energia, acqua e giustizia.
E lo hanno fatto appunto in maniera massiccia, nonostante i boicottaggi dei vari Tg1 e Tg2 che hanno dato date diverse; nonostante i vari "State a casa", "Non andate a votare", "Voto a perdere" e simili con cui Libero e Giornale hanno titolato le prime pagine in questi giorni; nonostante gli inviti di Berlusconi e Bossi ad andare al mare.
E' un bel segnale, questo, anche se tardivo - 17 anni di berlusconismo sarebbero impensabili in qualsiasi altro paese democratico. Ed è un segnale che contiene almeno due novità. La prima è che questo risultato dimostra probabilmente che il controllo mediatico delle tv non basta più con l'avanzare di internet e dei social network. La seconda è che non si può raccontar balle all'infinito: prima o poi i nodi vengono al pettine. Si potrà prendere in giro la gente per un periodo più o meno lungo, ma verrà sempre un giorno in cui anche il più ottuso dei "partigiani" in quelle balle ci andrà a sbattere il muso, e ne terrà conto quando entrerà nel seggio.
Più o meno quello che è successo oggi.
domenica 12 giugno 2011
Capezzonismi
Avrei una domanda. Ma il Capezzone che strilla e blatera di violazione della privacy, "pubblicazione selvaggia e indiscriminata sui media di conversazioni private", italiani che "non possono più considerarsi liberi di usare il telefono", in riferimento ai dialoghi pubblicati da Repubblica tra Briatore e la Santanché, dov'era quando il Giornale pubblicava tranquillamente i testi delle intercettazioni del caso calcio-scommesse?
sabato 11 giugno 2011
L'epitaffio
Secondo Gad Lerner, "il dialogo Briatore-Santanchè resterà come un epitaffio sulla fine del berlusconismo".
venerdì 10 giugno 2011
Battisti non c'entra con la politica
Se c'è una cosa che dovrebbe essere evitata nel caso Battisti, è la strumentalizzazione politica. Specialmente quella fatta in questi giorni dal centrosinistra (le cretinate di Calderoli sul boicottaggio dei mondiali di calcio del 2014 non le prendo neppure in considerazione). Mi riferisco ad esempio a Bersani e la Bindi che hanno parlato di perdita di ruolo e credibilità dell'Italia.
Insomma, la faccenda è grave, ma la politica non c'entra. Qui si parla di un ex terrorista, condannato in via definitiva a quattro ergastoli per altrettanti omicidi commessi, che dall'altro ieri è a spasso. E stiamo parlando di una Suprema Corte brasiliana che di fatto ha avallato la precedente decisione del presidente Lula di non concedere l'estradizione in Italia.
Invece di parlare di politica, forse sarebbe il caso di iniziare un bel discorsetto su stato di diritto, certezza della pena e cose simili, non trovate?
Insomma, la faccenda è grave, ma la politica non c'entra. Qui si parla di un ex terrorista, condannato in via definitiva a quattro ergastoli per altrettanti omicidi commessi, che dall'altro ieri è a spasso. E stiamo parlando di una Suprema Corte brasiliana che di fatto ha avallato la precedente decisione del presidente Lula di non concedere l'estradizione in Italia.
Invece di parlare di politica, forse sarebbe il caso di iniziare un bel discorsetto su stato di diritto, certezza della pena e cose simili, non trovate?
giovedì 9 giugno 2011
Divertirsi al crepuscolo
"Nonostante l'appeal che la vita privata ha su alcuni di noi, dovrete sopportarci fino al 2013"
"se [gli italiani, ndr] sapessero quello che abbiamo fatto dovrebbero farci un monumento"
"leggere i giornali significa disinformarsi"
"La sinistra è articolata in protagonisti assolutamente non degni di reggere responsabilità di governo"
"Quando mi trovo in un consesso internazionale e penso 'ma se ci fosse questo o quello al mio posto?' mi vengono i brividi"
"Viaggiamo ad una media di 8 presunti mafiosi arrestati al giorno"
"Quest'anno faremo un'opera di manutenzione di qualche miliardo, tre miliardi"
"Anche quanto a intelligenza il premier non è secondo a nessuno"
Ogni regime, quando si avvia al crepuscolo, mostra prevalentemente il suo lato comico. Il nostro non poteva essere da meno.
"se [gli italiani, ndr] sapessero quello che abbiamo fatto dovrebbero farci un monumento"
"leggere i giornali significa disinformarsi"
"La sinistra è articolata in protagonisti assolutamente non degni di reggere responsabilità di governo"
"Quando mi trovo in un consesso internazionale e penso 'ma se ci fosse questo o quello al mio posto?' mi vengono i brividi"
"Viaggiamo ad una media di 8 presunti mafiosi arrestati al giorno"
"Quest'anno faremo un'opera di manutenzione di qualche miliardo, tre miliardi"
"Anche quanto a intelligenza il premier non è secondo a nessuno"
Ogni regime, quando si avvia al crepuscolo, mostra prevalentemente il suo lato comico. Il nostro non poteva essere da meno.
mercoledì 8 giugno 2011
La perla del giorno
L'ha detta stamattina Sallusti al convegno intitolato "Liberi servi del cav" (se lo dicono loro...):
Il Pdl deve essere un partito al servizio di Berlusconi, ogni altra forma è perdente.
Come se finora fosse stato qualcosa di diverso.
Com'era la storia del canone?
C'è qualcosa che non mi torna. Ancora ieri il Giornale e Libero esultavano per il divorzio tra la Rai e Santoro perché da adesso in avanti i soldi del canone non sarebbero più stati usati per finanziare la terribile trasmissione. Non è roba di ieri, intendiamoci, sono anni che i berluscones la menano con questa storia, fingendo di ignorare che Annozero sarebbe potuta andare in onda tranquillamente coi soli proventi degli sponsor, dati gli ascolti.
E pure il cavaliere, in una infinità di occasioni (l'ultima neppure un mese fa), ha detto chiaramente che il canone non l'avrebbe più pagato finché Santoro fosse rimasto in onda.
Bene, adesso Santoro se n'è andato, e in Rai cosa pensano? Di aumentare il canone per pareggiare i futuri mancati introiti dovuti alla soppressione della sua trasmissione. Decisamente c'è qualcosa che non mi torna.
Comitato anticorruzione?
La notizia del giorno non è il governo che va sotto per ben due volte al Senato, dove, contrariamente a quanto succede alla Camera, la maggioranza ha sempre goduto di una certa tranquillità per quanto riguarda i numeri.
La notizia è che il governo è caduto su un emendamento di Lucio Malan al ddl anticorruzione attualmente in discussione. L'emendamento prevedeva l'istituzione di "di un comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto dal presidente del Consiglio".
Cioè, se non fosse sufficientemente chiaro, un comitato per la lotta alla corruzione avrebbe dovuto essere presieduto da uno attualmente sotto processo per corruzione in atti giudiziari.
Così, per dire.
La notizia è che il governo è caduto su un emendamento di Lucio Malan al ddl anticorruzione attualmente in discussione. L'emendamento prevedeva l'istituzione di "di un comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto dal presidente del Consiglio".
Cioè, se non fosse sufficientemente chiaro, un comitato per la lotta alla corruzione avrebbe dovuto essere presieduto da uno attualmente sotto processo per corruzione in atti giudiziari.
Così, per dire.
martedì 7 giugno 2011
Ce la faranno anche la prossima volta (a perdere)?
Ieri, dopo aver letto della lite Bersani-Vendola, avevo scritto di getto su Facebook e su Twitter: "Il giorno in cui nel csx smetteranno di litigare, forse ci sarà qualche flebile speranza di vincere qualche elezione", da cui è nata tra l'altro anche una interessante discussione.
Stamattina, guarda caso, il leggendario Gramellini scrive questo sulla Stampa.
Stamattina, guarda caso, il leggendario Gramellini scrive questo sulla Stampa.
Titoli che pesano
Quando la Cassazione diede il via libera al referendum sul nucleare, Il Giornale titolò "colpo di mano della Cassazione" (ho già commentato qui). Adesso che il via libera definitivo l'ha dato la Corte Costituzionale, noto organo comunista, per il Giornale "è scesa in campo".
Pazienza Calderoli
Pazienza Calderoli. Pazienza i vertici leghisti, che ormai si sono impuntati su questa battaglia. Ma la base leghista, quella che va a votare, possibile che ritenga così importante avere un ministero al nord? Insomma, con tutto quello che succede nel nostro paese (nord compreso), e con tutto quello che meriterebbe sul serio una raccolta di firme, la priorità è veramente questa?
Davvero gli elettori leghisti non pensano ci sia qualcosa di più importante per cui lottare?
Come non detto.
Davvero gli elettori leghisti non pensano ci sia qualcosa di più importante per cui lottare?
Come non detto.
lunedì 6 giugno 2011
Saldi
Bellissima la prima pagina del Giornale di stamattina: "Per cercare di rovesciare Berlusconi la sinistra è pronta a tutto: perfino a 'comprare' voti". Che detto da chi ha imbarcato gli Scilipoti, i Razzi e i Pionati, è tutto dire.
domenica 5 giugno 2011
Voce di uno che grida nel deserto
Quello che ha detto oggi il papa nell'ippodromo di Zagabria non deve stupire. A tal proposito trovo anzi piuttosto inutili le varie diatribe che si sono aperte un po' dappertutto in rete.
Per il semplice fatto che stiamo parlando appunto del papa, massimo rappresentante di una chiesa e un tipo di cultura che sono rimasti ancorati irrimediabilmente a un tempo ormai andato di cui nessuno, o quasi, sente più nostalgia; e quindi dove sta la sorpresa nel sentire i suoi strali contro le coppie di fatto? Sorpresa ci sarebbe stata, semmai, nel caso avesse detto qualcosa di diverso.
Dove sta la sorpresa nel sentire - siamo nel 2011, pieno terzo millennio - che la famiglia vera è quella fondata esclusivamente sul matrimonio (cattolico, naturalmente) e tutto ciò che esula da questa condizione è male?
Certo, ad avere un po' di pazienza e di voglia si potrebbe prendere da una parte questo caro vecchietto e provare magari a spiegargli che per famiglia si potrebbe intendere, volendo, qualsiasi unione, con o senza figli, che contempli un legame di tipo affettivo. Magari si potrebbe provare a spiegargli che dire "dovete fare figli senza aver paura" è facile. Farlo per davvero è una cosa diversa, perché le incognite sono tante, e se una coppia decide di non averne non sempre (anzi quasi mai) è per egoismo, ma per mancanza di possibilità.
Insomma, si potrebbero spiegare tante cose, cose reali, della vita concreta di tutti i giorni, al vecchio Ratzinger, ma dubito che capirebbe. E così non resta che farsi una ragione delle sue parole; sopportare con pazienza e magari annuire controvoglia, come si fa con quelle persone di una certa età che ripetono sempre le stesse cose e che per amore del quieto vivere si sopportano appunto con pazienza.
Per il semplice fatto che stiamo parlando appunto del papa, massimo rappresentante di una chiesa e un tipo di cultura che sono rimasti ancorati irrimediabilmente a un tempo ormai andato di cui nessuno, o quasi, sente più nostalgia; e quindi dove sta la sorpresa nel sentire i suoi strali contro le coppie di fatto? Sorpresa ci sarebbe stata, semmai, nel caso avesse detto qualcosa di diverso.
Dove sta la sorpresa nel sentire - siamo nel 2011, pieno terzo millennio - che la famiglia vera è quella fondata esclusivamente sul matrimonio (cattolico, naturalmente) e tutto ciò che esula da questa condizione è male?
Certo, ad avere un po' di pazienza e di voglia si potrebbe prendere da una parte questo caro vecchietto e provare magari a spiegargli che per famiglia si potrebbe intendere, volendo, qualsiasi unione, con o senza figli, che contempli un legame di tipo affettivo. Magari si potrebbe provare a spiegargli che dire "dovete fare figli senza aver paura" è facile. Farlo per davvero è una cosa diversa, perché le incognite sono tante, e se una coppia decide di non averne non sempre (anzi quasi mai) è per egoismo, ma per mancanza di possibilità.
Insomma, si potrebbero spiegare tante cose, cose reali, della vita concreta di tutti i giorni, al vecchio Ratzinger, ma dubito che capirebbe. E così non resta che farsi una ragione delle sue parole; sopportare con pazienza e magari annuire controvoglia, come si fa con quelle persone di una certa età che ripetono sempre le stesse cose e che per amore del quieto vivere si sopportano appunto con pazienza.
Estremisti de noantri
Ma come? L'"estremista" Pisapia ha voluto come assessore al bilancio, una delle poltrone-chiave, un terzopolista moderato come Tabacci? E adesso chi glielo dice ai vari Sallusti, Fede, Feltri, Belpietro e compagnia cantante?
sabato 4 giugno 2011
Culture razionalistiche astratte
Dice Ratzinger che la Croazia, che si appresta a entrare nell'UE, potrebbe essere intimorita da "un burocratismo centralistico molto forte e una cultura razionalistica astratta". Ora, non so di preciso cosa sia la "cultura razionalistica astratta", ma penso sia sempre meglio di qualsiasi forma di fanatismo religioso concreto.
Tentare il tutto per tutto
L'ultima, disperata mossa del cavaliere per tentare di annullare il referendum sul nucleare - ha una paura boia che si raggiunga il quorum -, è il ricorso alla Corte Costituzionale. Quella che fino a ieri era da riformare perché "costituita in prevalenza da giudici che provengono dalla sinistra" e che abrogano leggi (secondo lui) "giuste".
venerdì 3 giugno 2011
Infiltrati
Dopo 17 anni di partito padronale, la batosta alle amministrative ha convinto il premier a considerare la possibilità di mettere in campo le primarie. "Purché i votanti non siano infiltrati della sinistra". Come no? Già me li vedo gli oscuri figuranti sinistrorsi mischiarsi ai pidiellini per favorire il loro candidato.
Poveretto... che pena.
Vhs
Ieri sera, ad Annozero, Santoro ha mandato in onda il video di una conferenza stampa del tipo di Arcore, il quale ha affermato che le amministrative le ha perse per colpa di un servizio mandato in onda dalla trasmissione. Servizio che lui ha visto in cassetta.
giovedì 2 giugno 2011
Come si chiama, già, questa cosa?
A un capo di governo - uno a caso - non va a genio una trasmissione televisiva, magari perché ritiene che abbia dato "una visione distorta della realtà". Prassi vuole che il suddetto capo di governo si adoperi per ristabilire la (sua) verità delle cose: invitando a fare rettifiche, chiedendo delle correzioni. Magari è lui stesso (visto che i mezzi non gli mancano) a dire dove la trasmissione in questione ha sbagliato.
Se crede, può pure ricorrere alle vie legali, in particolar modo se ritiene di essere stato diffamato. Questo nei paesi normali.
Nei paesi che normali non sono, invece, se un capo di governo ce l'ha con una trasmissione televisiva, magari perché ritiene che abbia dato "una visione distorta della realtà", si rivolge al Parlamento.
Se crede, può pure ricorrere alle vie legali, in particolar modo se ritiene di essere stato diffamato. Questo nei paesi normali.
Nei paesi che normali non sono, invece, se un capo di governo ce l'ha con una trasmissione televisiva, magari perché ritiene che abbia dato "una visione distorta della realtà", si rivolge al Parlamento.
"Al portiere non gli sparo, lo ucciderò di botte"
Il Giornale pubblica i testi delle intercettazioni inerenti il "nuovo" scandalo sul calcio-scommesse. Stranamente, non si sono ancora sentiti i vari Cicchitto, Gasparri, Santanché, e neppure il direttore Sallusti, minacciare ricorsi al garante, strillare contro la violazione della privacy, la pubblicazione delle intercettazioni per spargere fango, ecc...
Ipocriti.
Ipocriti.
Sperando che Marcello abbia ragione
Marcello Sorgi, stamattina, sulla Stampa, dà quasi per certo il raggiungimento del quorum nei referendum. Lo spero, ma secondo me è stato un tantino troppo ottimista.
Il quartier generale racconta/58
Un paio di divertentissimi spunti dall'editoriale odierno di Sallusti. Uno riguarda la decisione della Cassazione sul referendum. "Una decisione politica" [e ti pareva? ndr] "che senso ha votare sì o no a una cosa che non c'è più?".
Naturalmente Sallusti sa benissimo che nel decreto omnibus il nucleare è stato solo congelato in attesa di tempi migliori, non certo cancellato, ma vabbè.
"Da ieri però il vento ha cominciato a ricambiare direzione. La nomina di Alfano a segretario unico, compatta e rafforza il Pdl". Come no? E' un po' come dire che se si tornasse a votare domani l'esito sarebbe diverso grazie alla nomina di Alfano.
Naturalmente Sallusti sa benissimo che nel decreto omnibus il nucleare è stato solo congelato in attesa di tempi migliori, non certo cancellato, ma vabbè.
"Da ieri però il vento ha cominciato a ricambiare direzione. La nomina di Alfano a segretario unico, compatta e rafforza il Pdl". Come no? E' un po' come dire che se si tornasse a votare domani l'esito sarebbe diverso grazie alla nomina di Alfano.
Filosofando pure sui perché
Allora, Alfano se ne va dalla Giustizia; diventa una sorta di segretario del partito e lascia il posto a Lupi. E i tre vecchi coordinatori? Avranno altre mansioni. La più divertente è quella assegnata a Bondi: si occuperà dei "valori e della filosofia del partito". Guai a voi se ridete!
mercoledì 1 giugno 2011
Senza parole
Mi chiedo come possa Ghedini, dopo quello che è costata al premier, continuare a insistere con la storia della nipote di Mubarak.
Il referendum sul nucleare si farà
Il Giornale: "colpo di mano della Cassazione". Come se uno dei massimi organi giuridici del nostro ordinamento costituzionale emettesse sentenze con lo scopo di scontentare/accontentare qualcuno, invece di basarsi su quello che prevede la legge. Quelli del Giornale non cambieranno mai, e neppure i suoi lettori.
Ah, dimenticavo: Wil segnala che quelli del Pdl hanno già cominciato a frignare.
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