La Commissione Attività produttive della Camera ha approvato la norma che istituisce l'Agenzia per la sicurezza nucleare.
(via casaeclima.com)
venerdì 31 luglio 2009
Lodo Bernardo, allora è un vizio
Sembra che ci sia, nel modo di legiferare di questa maggioranza, una specie di meccanismo automatico (e perverso) per cui all'interno di ogni provvedimento si tende a nascondere un codicillo o comunque qualche riga attraverso i quali tentare di tagliare le gambe a qualcuno o a qualcosa, specie se si tratta di soggetti "in vista" o - più spesso - organi inquirenti.
Il capostipite di tutto, solo per restare nell'ambito di questa legislatura, è stato il mitico "lodo Alfano", quel simpatico provvedimento, attualmente al vaglio della Consulta, che evita grane giudiziarie alle 4 più alte cariche dello stato nall'arco del loro mandato politico-amministrativo (da notare che delle 4 solo una ne beneficia, ma questo mi pare di averlo già segnalato in passato). Dopo il lodo Alfano c'è stato poi il "lodo Consolo", nato e poi morto per un inaspettato quanto repentino risveglio dal coma vigile del Pd. Si trattava, nelle intenzioni, di una specie di lodo Alfano allargato, che doveva prendersi cura nella stessa maniera di tutti gli altri parlamentari esclusi dai benefici di quest'ultimo (dettagli qui).
Durante la primavera di quest'anno ha fatto poi capolino una certa norma, battezzata (un nome che è già un programma) "salva manager". Si trattava di poche righe, inserite all'interno del decreto legge sulla sicurezza sul lavoro, che di fatto esentavano i manager delle grandi aziende dalle responsabilità in caso di incidenti o disastri sul lavoro, spostando queste responsabilità verso i piani bassi delle gerarchie aziendali (utile, guarda a caso, per la vicenda ThyssenKrupp). Il provvedimento fece saltare sulla sedia Napolitano, quando lo lesse. Da qui le famose parole di Tremonti, ormai scoperto: "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". Peccato che lui stesso fosse tra i firmatari. Vabbè...
Un accenno - non di più, ho praticamente occupato mezzo blog con questa storia - merita senz'altro, poi, la vicenda intercettazioni, la simpatica norma, la cui discussione è rinviata a settembre dopo le lagne (giuste) ancora di Napolitano, che di fatto si prefigge lo scopo di limitare il ricorso della magistratura alle intercettazioni telefoniche, cosa che comporterà grosse difficoltà a indagare sui fatti criminosi e permetterà a un gran numero di delinquenti di agire indisturbati (alla faccia dei leghisti e della loro "sicurezza").
In questi giorni è arrivato l'ultimo (per ora) lodo della piacevolissima serie (spero di non averne scordato qualcuno in giro): il "lodo Bernardo", naturalmente dal nome del suo ideatore, Maurizio Bernardo, deputato Pdl. Di cosa si tratta precisamente? Si tratta in poche parole di un lodo complementare al ddl intercettazioni. Mentre infatti il primo si occupa di mettere i bastoni tra le ruote alla magistratura ordinaria, il secondo pensa alla magistratura contabile, e cioè la famosa Corte dei Conti. Si tratta, probabilmente lo saprete già, di quel particolare organo dello stato predisposto al controllo in materia di entrate e spese pubbliche (consulenze, rimborsi, appalti, ecc...). In cosa consiste, più in dettaglio, questo provvedimento lo spiega Repubblica:
Insomma, come è successo per il ddl intercettazioni (si potranno disporre solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, cioè in pratica quando si conosce già il colpevole), anche qui la musica è la stessa, solo spostata al ramo amministrativo. Ma dov'è che la magistratura contabile non potrà più mettere il naso qualora passasse questa ennesimaporcata legge? Sempre Repubblica ce lo dice (non vorrete mica che ne parli Il Giornale?) in quest'altro articolo:
Il buon Napolitano, che probabilmente non ha mai avuto tanto da fare come da quando è in carica questo governo, è dovuto ancora intervenire per dare l'ennesimo stop, dicendo chiaramente a Tremonti, come aveva già fatto in precedenza con Alfano, che questa legge così com'è non passerà mai e di regolarsi di conseguenza.
Si regolerà Tremonti? Difficle dirlo. Per adesso pare di sì, ma, se ricordate, anche dei rilievi espressi da Napolitano in merito al ddl sicurezza la maggioranza disse che avrebbe tenuto conto. Risultato? Le ronde hanno già cominciato a menarsi.
Tutto questo, mentre restiamo in trepidante attesa del prossimo lodo.
Il capostipite di tutto, solo per restare nell'ambito di questa legislatura, è stato il mitico "lodo Alfano", quel simpatico provvedimento, attualmente al vaglio della Consulta, che evita grane giudiziarie alle 4 più alte cariche dello stato nall'arco del loro mandato politico-amministrativo (da notare che delle 4 solo una ne beneficia, ma questo mi pare di averlo già segnalato in passato). Dopo il lodo Alfano c'è stato poi il "lodo Consolo", nato e poi morto per un inaspettato quanto repentino risveglio dal coma vigile del Pd. Si trattava, nelle intenzioni, di una specie di lodo Alfano allargato, che doveva prendersi cura nella stessa maniera di tutti gli altri parlamentari esclusi dai benefici di quest'ultimo (dettagli qui).
Durante la primavera di quest'anno ha fatto poi capolino una certa norma, battezzata (un nome che è già un programma) "salva manager". Si trattava di poche righe, inserite all'interno del decreto legge sulla sicurezza sul lavoro, che di fatto esentavano i manager delle grandi aziende dalle responsabilità in caso di incidenti o disastri sul lavoro, spostando queste responsabilità verso i piani bassi delle gerarchie aziendali (utile, guarda a caso, per la vicenda ThyssenKrupp). Il provvedimento fece saltare sulla sedia Napolitano, quando lo lesse. Da qui le famose parole di Tremonti, ormai scoperto: "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". Peccato che lui stesso fosse tra i firmatari. Vabbè...
Un accenno - non di più, ho praticamente occupato mezzo blog con questa storia - merita senz'altro, poi, la vicenda intercettazioni, la simpatica norma, la cui discussione è rinviata a settembre dopo le lagne (giuste) ancora di Napolitano, che di fatto si prefigge lo scopo di limitare il ricorso della magistratura alle intercettazioni telefoniche, cosa che comporterà grosse difficoltà a indagare sui fatti criminosi e permetterà a un gran numero di delinquenti di agire indisturbati (alla faccia dei leghisti e della loro "sicurezza").
In questi giorni è arrivato l'ultimo (per ora) lodo della piacevolissima serie (spero di non averne scordato qualcuno in giro): il "lodo Bernardo", naturalmente dal nome del suo ideatore, Maurizio Bernardo, deputato Pdl. Di cosa si tratta precisamente? Si tratta in poche parole di un lodo complementare al ddl intercettazioni. Mentre infatti il primo si occupa di mettere i bastoni tra le ruote alla magistratura ordinaria, il secondo pensa alla magistratura contabile, e cioè la famosa Corte dei Conti. Si tratta, probabilmente lo saprete già, di quel particolare organo dello stato predisposto al controllo in materia di entrate e spese pubbliche (consulenze, rimborsi, appalti, ecc...). In cosa consiste, più in dettaglio, questo provvedimento lo spiega Repubblica:
Un'indagine fresca, con 400 inviti a dedurre, sulle consulenze concesse dagli alti dirigenti del ministero dell'Economia? Se ne occupa la procura della Corte dei Conti del Lazio. Ma i pm contabili potrebbe vedersi costretti a fare marcia indietro perché, prima di indagare, devono essere certi di avere tra le mani "una specifica e precisa notizia di danno". Non solo: devono sapere, prima ancora di avviare l'accertamento, che quel danno "sia stato cagionato per dolo o colpa grave". Le inchieste sulle consulenze della Moratti, sulla clinica Santa Rita, sull'azienda dei trasporti di Genova? Tutto in fumo. Non basta: se a qualche procuratore della Corte dei conti, della Puglia o del Lazio, fosse venuto in mente di contestare al premier Berlusconi un "danno all'immagine", con l'apertura di un processo e la conseguente richiesta di un risarcimento allo Stato, per via del suo comportamento "allegro" tra villa Certosa e via del Plebiscito, ormai non potrà più farlo.
Insomma, come è successo per il ddl intercettazioni (si potranno disporre solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, cioè in pratica quando si conosce già il colpevole), anche qui la musica è la stessa, solo spostata al ramo amministrativo. Ma dov'è che la magistratura contabile non potrà più mettere il naso qualora passasse questa ennesima
Basti pensare al lungo elenco degli enti su cui la Corte non potrà più indagare. Lista da brivido, che dà il senso della futura impunità per tanti amministratori corrotti o quanto meno faciloni. Via Bankitalia e la Consob. Via le Authority. Via Inps, Inpdap, Inail, e simili. Via le aziende municipalizzate. Via le società in house. Via le comunità montane. Via le aziende autonome. Via le Camere di commercio e l'Unioncamere. Via Enav ed Enac. Via la Treccani. Che resta alla Corte? Ministeri, Regioni, Comuni, Province, città metropolitane. Bottino ben magro. Al Quirinale si chiedono: ma perché tutto questo è finito in un decreto? Dove sono necessità e urgenza d'una simile rivisitazione dei poteri della Corte? Non sarà il caso di "potare" l'elenco e chiarire che s'intende per organismi di diritto pubblico?
Il buon Napolitano, che probabilmente non ha mai avuto tanto da fare come da quando è in carica questo governo, è dovuto ancora intervenire per dare l'ennesimo stop, dicendo chiaramente a Tremonti, come aveva già fatto in precedenza con Alfano, che questa legge così com'è non passerà mai e di regolarsi di conseguenza.
Si regolerà Tremonti? Difficle dirlo. Per adesso pare di sì, ma, se ricordate, anche dei rilievi espressi da Napolitano in merito al ddl sicurezza la maggioranza disse che avrebbe tenuto conto. Risultato? Le ronde hanno già cominciato a menarsi.
Tutto questo, mentre restiamo in trepidante attesa del prossimo lodo.
giovedì 30 luglio 2009
Il ddl Alfano andrà avanti così com'è?
Enzo di Frenna, uno dei promotori dell'iniziativa "14 luglio", scrive con preoccupazione sul suo blog:
In attesa di sapere cosa sta "covando" Enzo, riporto qui sotto uno stralcio di un articolo di Nicola Tranfaglia, ripubblicato da Enzo nel medesimo post del suo blog.
Sarà il caso di prepararsi: su questo fronte l'autunno si prospetta piuttosto caldo.
L'ho scritto: questa casta parlamentare tenterà di approvare il DDl Alfano così com'è. E se possono, ci tirano dentro anche il comma che imbavaglia la Rete con l'obbligo di rettifica. Io non condivido l'idea che bisogna discutere e scrivere, come sosteneva Luca De Biase dopo lo sciopero dei blogger che abbiamo organizzato con Diritto alla Rete. Questi signori della politica autoreferenziale je fai un baffo con i bla bla. Temono l'azione altamente mediatica. Temono l'evento notizia. Io sono - lo ripeto - per azioni alla greenpeace che sollevino fortemente l'attenzione sul tentaivo di limitare la libera espressione nella Internet italiana. Ci sto pensando con un gruppo di amici e blogger. Vi farò sapere.
In attesa di sapere cosa sta "covando" Enzo, riporto qui sotto uno stralcio di un articolo di Nicola Tranfaglia, ripubblicato da Enzo nel medesimo post del suo blog.
Il presidente Berselli ha detto due o tre volte che il disegno di legge è destinato ad andare avanti con la ripresa autunnale e non può essere contestato nei suoi aspetti fondamentali.
Le osservazioni sul rischio che la Corte europea dei diritti umani, come del resto la Corte Costituzionale italiana, potrebbero individuare nel disegno di legge all’esame numerosi profili di incostituzionalità non hanno ricevuto dalla maggioranza particolare attenzione.
Se una sensazione si può avere dopo l’audizione è quella che l’attuale maggioranza parlamentare intende approvare nel prossimo mese di settembre un disegno di legge niente affatto diverso da quello approvato dalla Camera l’11 giugno scorso.
Da questo punto di vista appare evidente che le preoccupazioni del presidente Napolitano hanno forse consigliato al governo tempi più lunghi ma non hanno minimamente influito sui contenuti del provvedimento che intende sopprimere la cronaca giudiziaria nei giornali e influire negativamente sulla possibilità per la magistratura di conseguire i propri obbietti di indagini, come prevede peraltro la costituzione repubblicana.
Sarà il caso di prepararsi: su questo fronte l'autunno si prospetta piuttosto caldo.
Fra cinque anni (si accettano scommesse)
ROMA - Roma sarà la prima città metropolitana in Europa ad essere interamente cablata, tra cinque anni, con un progetto da 600 milioni di euro, finanziato da imprese private, per collegare cittadini, imprese e pubblica amministrazione con una rete di telecomunicazioni a larghissima banda da 100 megabit al secondo. Lo ha annunciato il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel corso della presentazione del progetto in Campidoglio.
(via Reuters)
Se tra i miei lettori c'è qualcuno di Roma, è d'accordo a trovarsi qui il 30/07/2014 per verificare?
(via Reuters)
Se tra i miei lettori c'è qualcuno di Roma, è d'accordo a trovarsi qui il 30/07/2014 per verificare?
In Italia si possono ancora fare domande?
“Questo è un paese infarcito di una infinità di regole la cui violazione è abitualmente tollerata. Un paese serio è un paese dove ci sono poche regole fatte ferreamente rispettare. Questa è la differenza fra il suddito e il cittadino: il suddito è un soggetto cui sono imposti infiniti obblighi e infiniti divieti; normalmente gli si permette di farne strame ma se alza la testa gli si chiede conto e ragione di tutte le violazioni fino a quel momento perpetrate. Il cittadino è un uomo a cui sono imposti pochissimi obblighi, pochissimi divieti per la cui violazione non c’è perdono, non ci sono il condono edilizio, il condono fiscale, l’ amnistia, l’ indulto: c’è il rigore. Ma, rispettati quegli obblighi, è un uomo libero e più nessuno può infastidirlo”.
Piercamillo Davigo
La vicenda successa a Dario e Alessandro è quella che mi ha ispirato il titolo di questo post. Domanda a cui faccio fatica a trovare risposta. Ecco comunque la storia, raccontata direttamente da Alessandro.
Altri dettagli della vicenda li trovate qui.
Piercamillo Davigo
La vicenda successa a Dario e Alessandro è quella che mi ha ispirato il titolo di questo post. Domanda a cui faccio fatica a trovare risposta. Ecco comunque la storia, raccontata direttamente da Alessandro.
Altri dettagli della vicenda li trovate qui.
mercoledì 29 luglio 2009
Don Giorgio (e il porco)
Diciamo che si potrebbe avere qualcosa da ridire sul tipo di linguaggio usato, effettivamente - mi pare - abbastanza singolare per un prete, ma sui concetti espressi da don Giorgio, nulla da eccepire.
Dialetto padano e partito del sud
Domanda semplice semplice rivolta agli elettori della Lega: ma l’avete capito o no che la storia dell’esame di dialetto per i prof è solo una boutade estiva che serve a farvi digerire i miliardi che il premier finirà per scucire a Micciché e Lombardo?
(via Gilioli)
Peccato che la Sicilia, dopo 60 anni di finanziamenti e di miliardi che non si contano più, brulica di rifiuti ammassati in migliaia di strade. Molti treni sono laidi e devastati, le linee ferroviarie sono pericolose, malandate e senza manutenzione, le strade sono disseminate di buche, i cartelli stradali non esistono, le stazioni sono sguarnite, mancano gli orari alle fermate dell’autobus, gli ospedali sono di sabbia, i pronto soccorso vanno a rilento, la sicurezza è una chimera, regnano i cani randagi assieme ad arrendevolezza e omertà. Salvo rari casi di meridionali incazzati in una regione che, oltre il record di deputati e di personale assunto nel carrozzone pubblico serbatoio di voti, sarebbe il giardino d’Italia se solo la sua classe dirigente avesse impiegato con onestà un solo spicchio di fondi, che invece sono stati regalati alla malavita mafiosa collusa con la politica.
(via Martinelli)
E' più importante chi tiene nel letto o nel partito?
Ieri un ex deputato siciliano di Forza Italia, Giovanni Mercadante, è stato condannato in primo grado a 10 anni di galera per associazione mafiosa. Scrive Repubblica:
Come sapete, da un certo periodo di tempo il nostro premier è sotto il fuoco serrato (per la verità poco in Italia e molto all'estero) delle domande sulla sua vita privata. Con tenacia gli viene chiesto ragione dei suoi comportamenti privati - che come sappiamo privati in realtà non sono, visto la carica che ricopre - e viene dato particolare risalto alle sue frequentazioni (e prestazioni).
Perché, viceversa, a fatti come quello che ha protagonista Mercadante non viene data altrettanta visibilità, ma vengono relegati di sfuggita nelle cronache locali? Il medico siciliano è stato in organico alla formazione politica del premier - Forza Italia - per anni, e nel contempo sarebbe stato pure in organico, stando a quanto scrivono i giudici, alla mafia, addirittura al boss Provenzano. Sarebbe stato altresì accertato - dicono sempre i giudici - che la sua attività di medico era frequentemente rivolta ad agevolare gli stessi mafiosi.
Il caso Mercadante, va poi ricordato, non è l'unico in questo panorama. Ai più distratti ricordo infatti che è attualmente senatore nelle file del Pdl tale Marcello Dell'Utri, anche lui già condannato in primo grado a una decina d'anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ora, è noto, e lo vado dicendo sempre anch'io, che generalizzare è sempre sbagliato. Ma questo non impedisce il nascere di alcune domande, che al pari di quelle che Repubblica e altri si ostinano a rivolgere al premier, forse meriterebbero altrettanta enfasi e visibilità. Eccone alcune di getto:
Radiologo, 61 anni, parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, Mercadante sarebbe stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione venne archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell'inchiesta e l'arresto. A carico dell'ex deputato, alle accuse dei pentiti, si sono aggiunte le intercettazioni ambientali realizzate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante è emerso tante volte, collegato sempre ad affari illeciti.
Come sapete, da un certo periodo di tempo il nostro premier è sotto il fuoco serrato (per la verità poco in Italia e molto all'estero) delle domande sulla sua vita privata. Con tenacia gli viene chiesto ragione dei suoi comportamenti privati - che come sappiamo privati in realtà non sono, visto la carica che ricopre - e viene dato particolare risalto alle sue frequentazioni (e prestazioni).
Perché, viceversa, a fatti come quello che ha protagonista Mercadante non viene data altrettanta visibilità, ma vengono relegati di sfuggita nelle cronache locali? Il medico siciliano è stato in organico alla formazione politica del premier - Forza Italia - per anni, e nel contempo sarebbe stato pure in organico, stando a quanto scrivono i giudici, alla mafia, addirittura al boss Provenzano. Sarebbe stato altresì accertato - dicono sempre i giudici - che la sua attività di medico era frequentemente rivolta ad agevolare gli stessi mafiosi.
Per gli inquirenti, il medico-politico avrebbe anche fornito "il proprio ausilio e la disponibilità della struttura sanitaria della quale era socio (l'Angiotac, ndr) per prestazioni sanitarie in favore degli associati mafiosi, anche latitanti, e la redazione di documentazione sanitaria di favore, ricevendo, in cambio, l'appoggio elettorale di Cosa nostra in occasione delle regionali in cui era candidato".
Il caso Mercadante, va poi ricordato, non è l'unico in questo panorama. Ai più distratti ricordo infatti che è attualmente senatore nelle file del Pdl tale Marcello Dell'Utri, anche lui già condannato in primo grado a una decina d'anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ora, è noto, e lo vado dicendo sempre anch'io, che generalizzare è sempre sbagliato. Ma questo non impedisce il nascere di alcune domande, che al pari di quelle che Repubblica e altri si ostinano a rivolgere al premier, forse meriterebbero altrettanta enfasi e visibilità. Eccone alcune di getto:
- Com'è possibile che Mercadante sia rimasto in carica in una posizione di prestigio nella regione Sicilia fino alla sentenza del processo?
- Possibile che Berlusconi non sapesse dei trascorsi di quest'uomo?
- Visto che i primi accertamente svolti circa la presunta collusione dello stesso con la mafia risalgono a metà degli anni 2000, possibile che nessuno all'interno del partito abbia sentito quanto meno la necessità di prendere qualche provvedimento, almeno per non dare l'impressione di immobilità davanti all'opinione pubblica?
- Quanti casi come Mercadante e Dell'Utri ci sono all'interno del partito?
- Che credibilità può avere un movimento politico che ha al suo interno elementi di questo tipo quando dice di voler combattere la mafia?
martedì 28 luglio 2009
Sabbia all'ospedale
Ricordate, dopo il terremoto d'Abruzzo, le varie inchieste aperte da alcune procure in seguito al sospetto (piuttosto fondato) che buona parte delle costruzioni, specie nel centro-sud Italia, siano state realizzate nel corso degli anni utilizzando alte percentuali di sabbia di mare?
Beh, nel silenzio generale, e quasi a conferma della bontà di tali inchieste, è stato posto ieri sotto sequestro l'ospedale di Agrigento, in Sicilia, perché alcuni test (ma perché si fanno sempre dopo?) hanno mostrato tutta la fragilità della struttura; fragilità che potrebbe avere conseguenze facilmente immaginabili in caso di terremoto.
Nel frattempo, il governo sta per nominare un commissario straordinario per accelerare al massimo l'inizio dei lavori per il ponte sullo stretto.
Beh, nel silenzio generale, e quasi a conferma della bontà di tali inchieste, è stato posto ieri sotto sequestro l'ospedale di Agrigento, in Sicilia, perché alcuni test (ma perché si fanno sempre dopo?) hanno mostrato tutta la fragilità della struttura; fragilità che potrebbe avere conseguenze facilmente immaginabili in caso di terremoto.
Nel frattempo, il governo sta per nominare un commissario straordinario per accelerare al massimo l'inizio dei lavori per il ponte sullo stretto.
In sintonia
Non capita spesso che mi trovi d'accordo con quanto dice un prete, quindi quando accade mi pare il caso di segnalarlo... :-)
Perchè è un fatto che la situazione dell'immigrazione in Italia non rappresenta un problema di facile risoluzione, ed è altrettanto "automatico" che - seppur potendo sembrare molto utile e risolutiva - una legge come questa approvata da Maroni e dal Governo, rischi di creare di fatto una voragine ancora più grossa di quella che si cerca di colmare.
(dal blog di don Paolo)
Perchè è un fatto che la situazione dell'immigrazione in Italia non rappresenta un problema di facile risoluzione, ed è altrettanto "automatico" che - seppur potendo sembrare molto utile e risolutiva - una legge come questa approvata da Maroni e dal Governo, rischi di creare di fatto una voragine ancora più grossa di quella che si cerca di colmare.
(dal blog di don Paolo)
Ancora sulle ronde
Vorrei tornare ancora, brevemente, sulla questione delle ronde. Sì, lo so, ne ho già parlato ampiamente in passato, ma quello che è successo l'altro ieri a Massa Carrara mi pare che meriti una ulteriore piccola riflessione.
Se non ricordo male, l'intento originario del governo, quando ha deciso di mettere in campo questa folcloristica pensata, era quello di supportare (per la nostra sicurezza, ovviamente) le forze dell'ordine "ufficiali" nel contrasto all'illegalità e alla criminalità. In pratica, questi signori avrebbero dovuto aiutare Polizia e Carabinieri a svolgere più efficacemente e in maniera più mirata i loro compiti. Questo nelle intenzioni.
Se però ricordate, già dal marzo scorso, quando il progetto di legge fece capolino in Parlamento, i vertici di Polizia e Carabinieri fecero fronte compatto contro tutto il disegno. Presero le distanze. E si appellarono pure - purtroppo inutilmente - al capo dello stato perché avevano già messo in conto che mandare in giro questi gruppetti autonomi (e politicizzati) non li avrebbe affatto aiutati a svolgere meglio il loro lavoro, ma semmai li avrebbe costretti a un ulteriore aggravio in quanto, oltre a cercare di contrastare i criminali, avrebbero dovuto anche controllare che non si creassero situazioni di pericolo generate proprio dalle ronde.
Le prima avvisaglie di quello che sarebbe potuto succedere, e che è poi successo, si erano tra l'altro già avute nello stesso periodo a Padova, dove gruppetti di ispirazione An e Lega si erano scontrati con alcuni no global constringendo le forze dell'ordine (quelle vere) a intervenire per calmare i tafferugli. Quello che è accaduto a Massa Carrara l'altro ieri non è niente di diverso, ed è drammaticamente in linea con quanto profetizzato a suo tempo dai vertici di Polizia e Carabinieri.
Questi due fatti, in pratica, cosa hanno dimostrato inconfutabilmente oltre ogni ragionevole ipotesi? (a) Le ronde non servono a colmare le carenze di organico delle forze dell'ordine, come qualcuno aveva tentato di darci a bere; (b) costringono gli stessi carabinieri e poliziotti ad un surplus di lavoro che, come nel caso accaduto a Massa, contempla pure contusi e feriti tra essi stessi.
Come tutto questo folle progetto sia una garanzia di maggiore sicurezza per noi (quella sicurezza in nome della quale sono stati partoriti i provvedimenti più aberranti), è uno di quei misteri che probabilmente solo Maroni e Berlusconi potrebbero spiegare.
Se non ricordo male, l'intento originario del governo, quando ha deciso di mettere in campo questa folcloristica pensata, era quello di supportare (per la nostra sicurezza, ovviamente) le forze dell'ordine "ufficiali" nel contrasto all'illegalità e alla criminalità. In pratica, questi signori avrebbero dovuto aiutare Polizia e Carabinieri a svolgere più efficacemente e in maniera più mirata i loro compiti. Questo nelle intenzioni.
Se però ricordate, già dal marzo scorso, quando il progetto di legge fece capolino in Parlamento, i vertici di Polizia e Carabinieri fecero fronte compatto contro tutto il disegno. Presero le distanze. E si appellarono pure - purtroppo inutilmente - al capo dello stato perché avevano già messo in conto che mandare in giro questi gruppetti autonomi (e politicizzati) non li avrebbe affatto aiutati a svolgere meglio il loro lavoro, ma semmai li avrebbe costretti a un ulteriore aggravio in quanto, oltre a cercare di contrastare i criminali, avrebbero dovuto anche controllare che non si creassero situazioni di pericolo generate proprio dalle ronde.
Le prima avvisaglie di quello che sarebbe potuto succedere, e che è poi successo, si erano tra l'altro già avute nello stesso periodo a Padova, dove gruppetti di ispirazione An e Lega si erano scontrati con alcuni no global constringendo le forze dell'ordine (quelle vere) a intervenire per calmare i tafferugli. Quello che è accaduto a Massa Carrara l'altro ieri non è niente di diverso, ed è drammaticamente in linea con quanto profetizzato a suo tempo dai vertici di Polizia e Carabinieri.
Questi due fatti, in pratica, cosa hanno dimostrato inconfutabilmente oltre ogni ragionevole ipotesi? (a) Le ronde non servono a colmare le carenze di organico delle forze dell'ordine, come qualcuno aveva tentato di darci a bere; (b) costringono gli stessi carabinieri e poliziotti ad un surplus di lavoro che, come nel caso accaduto a Massa, contempla pure contusi e feriti tra essi stessi.
Come tutto questo folle progetto sia una garanzia di maggiore sicurezza per noi (quella sicurezza in nome della quale sono stati partoriti i provvedimenti più aberranti), è uno di quei misteri che probabilmente solo Maroni e Berlusconi potrebbero spiegare.
lunedì 27 luglio 2009
L'appello per Riccardo Capriccioli è una bufala
Rimango sempre stupito, nonostante siano ormai molti anni che bazzico in rete, dalla facilità e dalla superficialità con cui molti utenti contribuiscono a diffondere appelli, in alcuni casi anche piuttosto gravi, senza prima aver perso due minuti (non ne occorrono di più) su Google per verificare l'attendibilità o meno di ciò che contribuiscono a diffondere.
L'ultimo esempio mi è capitato pochi minuti fa su Facebook, dove pare abbia ripreso a circolare l'ennesima variante dell'appello in favore di Riccardo Capriccioli, il bimbo leucemico ricoverato al Meyer di Firenze. Questa l'ultima variante dell'appello:
Come riporta Paolo Attivissimo sul suo blog, questo appello, in una infinità di varianti, è in circolazione dal 2007, ed è ormai drammaticamente obsoleto. Non solo perché Riccardo, fortunatamente, non ha più bisogno di nessuna donazione di sangue, ma perché, stando al comunicato dello stesso ospedale risalente a maggio scorso, è addirittura a casa.
Insomma, se ricevete questo appello (o qualsiasi altro), via mail, sms o social network vari, perdete un paio di minuti su Google e poi agite di conseguenza.
L'ultimo esempio mi è capitato pochi minuti fa su Facebook, dove pare abbia ripreso a circolare l'ennesima variante dell'appello in favore di Riccardo Capriccioli, il bimbo leucemico ricoverato al Meyer di Firenze. Questa l'ultima variante dell'appello:
BIMBO DI 17 MESI NECESSITA DI SANGUE GRUPPO B POSITIVO PER LEUCEMIA FULMINANTE RICCARDO CAPRICCIOLI 3282694447
SPARGERE LA VOCE URGENTEMENTE!
Come riporta Paolo Attivissimo sul suo blog, questo appello, in una infinità di varianti, è in circolazione dal 2007, ed è ormai drammaticamente obsoleto. Non solo perché Riccardo, fortunatamente, non ha più bisogno di nessuna donazione di sangue, ma perché, stando al comunicato dello stesso ospedale risalente a maggio scorso, è addirittura a casa.
"Volevo chiederti se riesci, quando aggiorni il tuo sito, ad aggiungere nel caso del bambino leucemico per cui tanti chiedevano sangue B positivo, che è scaduto. Il bambino è da tempo a casa, sta bene. Purtroppo ogni tanto quella catena riemerge ma con l'attenzione che c'è, si propaga meno e riusciamo a bloccarla sul nascere."
Insomma, se ricevete questo appello (o qualsiasi altro), via mail, sms o social network vari, perdete un paio di minuti su Google e poi agite di conseguenza.
Can St Padre Pio save Berlusconi?
Il titolo che vedete qui sopra l'ha utilizzato il Times per commentare l'intenzione di Berlusconi, ancora non smentita, di recarsi in pellegrinaggio da Padre Pio. Ora, spero che siano pochi quelli che pensano che il cavaliere ha intenzione di recarsi là perché effettivamente gliene frega qualcosa di San Pio.
In verità, come è ormai sotto gli occhi di tutti, c'è una ferita da sanare, una frattura da ricomporre che è quella tra il sultano e i cattolici. La (probabile) visita diventa quindi un calcolo politico, una mossa meditata per cercare, come ultima spiaggia, di ricomporre le crepe apertesi nel rapporto tra il premier, le gerarchie vaticane (specie dopo il niet di Ratzinger all'incontro post G8) e, soprattutto, l'elettorato cattolico (che sia rimasto turbato dalle migliaia di messaggi di fedeli indignati arrivati a Famiglia Cristiana?), cioè la cosa che gli sta più a cuore.
Insomma una sorta di acrobazia, di gioco di prestigio tramite il quale cercare di far credere, specialmente agli allocchi ancora disposti a prendere sul serio la vistosità e la platealità dei suoi gesti, che tutto si può sistemare.
In verità, come è ormai sotto gli occhi di tutti, c'è una ferita da sanare, una frattura da ricomporre che è quella tra il sultano e i cattolici. La (probabile) visita diventa quindi un calcolo politico, una mossa meditata per cercare, come ultima spiaggia, di ricomporre le crepe apertesi nel rapporto tra il premier, le gerarchie vaticane (specie dopo il niet di Ratzinger all'incontro post G8) e, soprattutto, l'elettorato cattolico (che sia rimasto turbato dalle migliaia di messaggi di fedeli indignati arrivati a Famiglia Cristiana?), cioè la cosa che gli sta più a cuore.
Insomma una sorta di acrobazia, di gioco di prestigio tramite il quale cercare di far credere, specialmente agli allocchi ancora disposti a prendere sul serio la vistosità e la platealità dei suoi gesti, che tutto si può sistemare.
La Dimar chiude, e un altro pezzo di Rimini se ne va
Oggi scrivo un post triste. Triste per me, sicuramente, ma anche per tutti quelli, romagnoli o no, che hanno amato questo negozio, che non era soltanto un semplice negozio di dischi, ma era una sorta di... "filosofia".
Eh sì, perché chi si recava qui, di solito non lo faceva solo per comprare l'album dell'artista del momento (quello si trovava senza problemi in tutti i negozi di dischi), ma cercava qualcosa di particolare, difficilmente reperibile altrove. C'è stato un periodo in cui era opinione comune che fosse il negozio di dischi più fornito del mondo. Era possibile trovare di tutto: musica d'importazione, jazz, celtica, rock'n'roll, gospel, classica, blues, etnica. Si trovavano con un certa facilità pure i cosiddetti bootleg, oppure, su ordinazione, dischi ormai fuori catalogo difficilmente reperibili sul mercato. Era méta incessante di appassionati provenienti non solo da ogni parte d'Italia, ma anche dall'estero (molti svizzeri e tedeschi venivano in vacanza a Rimini con un budget appositamente dedicato a questo negozio).
Un negozio che aveva per noi un qualcosa di magico. L'entrata principale non aveva quasi niente di diverso dai tradizionali negozi di dischi: la cassa all'entrata, la vetrina e la bacheca centrale con le novità del momento sulla destra. Ma la magia iniziava proseguendo oltre. Superata infatti l'entrata, si entrava nel cuore del negozio. In fondo al corridoio principale c'era infatti un piccolissimo ascensore che portava al piano superiore. Qui, camminando tra i cunicoli e le stanzette (vedi immagine) formati dalle scansie riempite di dischi fino all'inverosimile, si cercava quello che serviva.
Il sabato pomeriggio una capatina alla Dimar con gli amici era d'obbligo. Essendo ovviamente ancora tutti senza patente, si partiva da Santarcangelo col mitico "9" e si arrivava dopo mezzoretta di pullman a Rimini, in Piazza Tre Martiri - la Dimar era lì a pochi passi -. Ci si metteva d'accordo prima sul disco (ovviamente, all'epoca, in vinile) che interessava, poi, una volta a casa, si registrava per tutti sulle vecchie musicassette magnetiche (all'epoca non c'erano ancora le major discografiche che rompevano le scatole). Comprare un disco, poi, era un po' come giocare al lotto. Non c'era la possibilità del preascolto come nei moderni megastore, e il disco era incellofanato. Quindi? Si rischiava: magari si studiava un po' la copertina (come se da lì fosse stato possibile capirci qualcosa), si pensava ai dischi precedenti dello stesso artista, e alla fine comunque si acquistava.
Beh, questa cosa è finita. Ieri per la Dimar è stato l'ultimo giorno di attività. Non penso in questo caso che c'entri molto la crisi; il declino dell'attività, all'inizio lento, è infatti cominciato - leggevo su un articolo di un giornale locale - con l'avvento del cd, poi, nel corso del tempo, la tecnologia e internet hanno fatto il resto. Ora, intendiamoci, io sono fondamentalmente un tecnologico, non mi impensierisce né mi preoccupa il fatto di trovarmi nel pieno di questa era. Certo è che di fronte a questi "danni", in questo caso proprio da imputare alla suddetta tecnologia, l'amaro in bocca rimane.
Eh sì, perché chi si recava qui, di solito non lo faceva solo per comprare l'album dell'artista del momento (quello si trovava senza problemi in tutti i negozi di dischi), ma cercava qualcosa di particolare, difficilmente reperibile altrove. C'è stato un periodo in cui era opinione comune che fosse il negozio di dischi più fornito del mondo. Era possibile trovare di tutto: musica d'importazione, jazz, celtica, rock'n'roll, gospel, classica, blues, etnica. Si trovavano con un certa facilità pure i cosiddetti bootleg, oppure, su ordinazione, dischi ormai fuori catalogo difficilmente reperibili sul mercato. Era méta incessante di appassionati provenienti non solo da ogni parte d'Italia, ma anche dall'estero (molti svizzeri e tedeschi venivano in vacanza a Rimini con un budget appositamente dedicato a questo negozio).
Un negozio che aveva per noi un qualcosa di magico. L'entrata principale non aveva quasi niente di diverso dai tradizionali negozi di dischi: la cassa all'entrata, la vetrina e la bacheca centrale con le novità del momento sulla destra. Ma la magia iniziava proseguendo oltre. Superata infatti l'entrata, si entrava nel cuore del negozio. In fondo al corridoio principale c'era infatti un piccolissimo ascensore che portava al piano superiore. Qui, camminando tra i cunicoli e le stanzette (vedi immagine) formati dalle scansie riempite di dischi fino all'inverosimile, si cercava quello che serviva.
Il sabato pomeriggio una capatina alla Dimar con gli amici era d'obbligo. Essendo ovviamente ancora tutti senza patente, si partiva da Santarcangelo col mitico "9" e si arrivava dopo mezzoretta di pullman a Rimini, in Piazza Tre Martiri - la Dimar era lì a pochi passi -. Ci si metteva d'accordo prima sul disco (ovviamente, all'epoca, in vinile) che interessava, poi, una volta a casa, si registrava per tutti sulle vecchie musicassette magnetiche (all'epoca non c'erano ancora le major discografiche che rompevano le scatole). Comprare un disco, poi, era un po' come giocare al lotto. Non c'era la possibilità del preascolto come nei moderni megastore, e il disco era incellofanato. Quindi? Si rischiava: magari si studiava un po' la copertina (come se da lì fosse stato possibile capirci qualcosa), si pensava ai dischi precedenti dello stesso artista, e alla fine comunque si acquistava.
Beh, questa cosa è finita. Ieri per la Dimar è stato l'ultimo giorno di attività. Non penso in questo caso che c'entri molto la crisi; il declino dell'attività, all'inizio lento, è infatti cominciato - leggevo su un articolo di un giornale locale - con l'avvento del cd, poi, nel corso del tempo, la tecnologia e internet hanno fatto il resto. Ora, intendiamoci, io sono fondamentalmente un tecnologico, non mi impensierisce né mi preoccupa il fatto di trovarmi nel pieno di questa era. Certo è che di fronte a questi "danni", in questo caso proprio da imputare alla suddetta tecnologia, l'amaro in bocca rimane.
domenica 26 luglio 2009
Who wants to live forever
There's no time for us
There's no place for us
What is this thing that builds our dreams, yet slips away from us?
There's no place for us
What is this thing that builds our dreams, yet slips away from us?
Quel cofanetto di perle, A kind of magic, pubblicato dai Queen nel 1986 e colonna sonora del celeberrimo Highlander, contiene al suo interno questa bellissima traccia (testo qui).
Non so se sia desiderio di molti quello di vivere per sempre. Io, per ora, mi accontento...
Buona domenica.
sabato 25 luglio 2009
Fabio e il liceo
Fabio, blogger nonché mio quasi paesano, ha terminato il liceo, e ne ha approfittato per scrivere alcune impressioni sugli anni trascorsi a scuola: cosa è stata (e soprattutto non è stata), cosa ha rappresentato, i rapporti con gli insegnanti.
Riporto qui sotto un piccolo estratto del suo post, ma l'invito è ovviamente quello di leggerlo integralmente.
Riporto qui sotto un piccolo estratto del suo post, ma l'invito è ovviamente quello di leggerlo integralmente.
La scuola scelta è stata indubbiamente un errore. Ho senz'altro ereditato parecchio da questo percorso, e non rinnego né il modo di ragionare né il metodo che questi anni mi hanno insegnato. Solo non sopporto proprio il sistema scolastico. Non sopporto tutti quei professori che non si sentono pedagoghi, che non vogliono aprire delle porte, battere il sentiero di un percorso e seminare qualcosa di utile e prolifico, ma solo snocciolare le solite quattro cose e chiudersi immediatamente dopo. Mi hanno stancato tutti quelli che non vogliono insegnarti la loro passione per qualcosa, forse perché mai l'hanno avuta e mai l'avranno, ma ti insegnano una materia, inutile come tante altre. Tutti quelli per cui sono stato il numero 9. Non Fabio, Lorenzi, quello che parla spesso e trova spesso da ridire, non quello che ogni tanto prova a metterci qualcosa di suo, ma unicamente quello che sta dopo il numero 8 e prima del numero 10.
Notizie in pillole (22)
Incendi dolosi e italiani "brava gente". Puntuali, come ogni estate, arrivano gli incendi. Non solo da noi, ma in buona parte d'Europa. Da noi, però, un fatto è quasi sicuro (all'estero non so): la maggior parte di questi incendi sono dolosi, provocati cioè volutamente dall'uomo, come affermava in una nota la regione Sardegna riferendosi al fatto che è pittosto improbabile che 15 incendi si attivino spontaneamente nello stesso tempo e nella stessa zona. Ieri, nella sola Sardegna, sono stati quasi 15.000 gli ettari di bosco andati in fumo. Perché vogliamo così male al nostro paese e al nostro territorio?
Windows non "tira" più. L'azienda leader nel mondo nel campo dell'informatica e dei sistemi operativi per pc, ha fatto registrare, per la prima volta dopo 23 anni, un calo di profitti del 29%. Ovviamente stiamo parlando di Microsoft. "Prevediamo che anche quest'anno la situazione sarà difficile - commenta il responsabile finanziario, Christopher Liddell - Le cose non stanno migliorando, anche se forse abbiamo toccato il fondo". Non so se a Redmond abbiano toccato il fondo, fatto sta che, complice la crisi (o BitTorrent?), Windows non affascina più gli utenti e soprattutto le aziende, le quali, spiega il Sole24ore, "continuano a mantenere massima cautela nella spesa it". Cioè, detto in soldoni, si tengono stretto Xp e non ci pensano neppure a migrare a Vista.
Tombe fenicie. Sono una specie di pozzo senza fondo (di nefandezze) le registrazioni della D'Addario che l'Espresso continua a pubblicare a puntate sul proprio sito. Dopo i consigli sessuali impartiti dal premier alla "escort" più famosa d'Italia, adesso è spuntato fuori che Berlusconi ha rivelato alla signora di avere rinvenuto nel sottosuolo di villa Certosa 30 tombe fenicie, risalenti al 300 a.C. e - pare - mai denunciate alla Soprintendenza. Almeno finora. La saga continua.
Domande scomode. Dopo il "testa di c***o" di Tremonti all'indirizzo del giornalista americano, è stata la volta della Gelmini. Lei non ha fatto ricorso all'insulto, ma, incalzata dalle domande di un deputato dell'Idv (video qui) ha preso su e se n'è andata dalla conferenza stampa. Non c'è niente da fare: questi signori, se non fai loro solo domande politically correct, o insultano o se ne vanno.
Prendi due, paghi uno: matrimonio e battesimo insieme. Curiosa iniziativa della chiesa anglicana inglese. A causa del notevole aumento delle coppie che non vogliono saperne di sposarsi, con conseguente aumento dei figli generati fuori dal suddetto matrimonio, cioè nel "peccato", la nota istituzione religiosa ha lanciato l'offerta "due in uno". In pratica, con un'unica funzione è possibile sposarsi e battezzare il pargolo. Il tutto per ovviare al contestuale calo di battesimi, per colpa del quale molti bimbi sono costretti a rimanere nel "peccato". La notizia l'ha riportata il Guardian.
Superenalotto. Questa sera, complice il notevole ritardo della mitica sestina, il jackpot supererà i cento milioni di euro (200 miliardi di lire forse rende meglio). Se per caso qualcuno di voi dovesse realizzarlo, me lo segnali nei commenti. E magari continui a leggermi lo stesso. :-)
Windows non "tira" più. L'azienda leader nel mondo nel campo dell'informatica e dei sistemi operativi per pc, ha fatto registrare, per la prima volta dopo 23 anni, un calo di profitti del 29%. Ovviamente stiamo parlando di Microsoft. "Prevediamo che anche quest'anno la situazione sarà difficile - commenta il responsabile finanziario, Christopher Liddell - Le cose non stanno migliorando, anche se forse abbiamo toccato il fondo". Non so se a Redmond abbiano toccato il fondo, fatto sta che, complice la crisi (o BitTorrent?), Windows non affascina più gli utenti e soprattutto le aziende, le quali, spiega il Sole24ore, "continuano a mantenere massima cautela nella spesa it". Cioè, detto in soldoni, si tengono stretto Xp e non ci pensano neppure a migrare a Vista.
Tombe fenicie. Sono una specie di pozzo senza fondo (di nefandezze) le registrazioni della D'Addario che l'Espresso continua a pubblicare a puntate sul proprio sito. Dopo i consigli sessuali impartiti dal premier alla "escort" più famosa d'Italia, adesso è spuntato fuori che Berlusconi ha rivelato alla signora di avere rinvenuto nel sottosuolo di villa Certosa 30 tombe fenicie, risalenti al 300 a.C. e - pare - mai denunciate alla Soprintendenza. Almeno finora. La saga continua.
Domande scomode. Dopo il "testa di c***o" di Tremonti all'indirizzo del giornalista americano, è stata la volta della Gelmini. Lei non ha fatto ricorso all'insulto, ma, incalzata dalle domande di un deputato dell'Idv (video qui) ha preso su e se n'è andata dalla conferenza stampa. Non c'è niente da fare: questi signori, se non fai loro solo domande politically correct, o insultano o se ne vanno.
Prendi due, paghi uno: matrimonio e battesimo insieme. Curiosa iniziativa della chiesa anglicana inglese. A causa del notevole aumento delle coppie che non vogliono saperne di sposarsi, con conseguente aumento dei figli generati fuori dal suddetto matrimonio, cioè nel "peccato", la nota istituzione religiosa ha lanciato l'offerta "due in uno". In pratica, con un'unica funzione è possibile sposarsi e battezzare il pargolo. Il tutto per ovviare al contestuale calo di battesimi, per colpa del quale molti bimbi sono costretti a rimanere nel "peccato". La notizia l'ha riportata il Guardian.
Superenalotto. Questa sera, complice il notevole ritardo della mitica sestina, il jackpot supererà i cento milioni di euro (200 miliardi di lire forse rende meglio). Se per caso qualcuno di voi dovesse realizzarlo, me lo segnali nei commenti. E magari continui a leggermi lo stesso. :-)
venerdì 24 luglio 2009
Perché tirarlo in ballo quando non serve?
Per sedare gli ignari elettori il governo ha giustificato il condono facendosi scudo di aver emulato una manovra compiuta da altri Paesi e per essere più credibile, visto che l'Italia non lo è, ha speso il nome di Barak Obama dicendo: “anche Obama lo ha fatto”. Falso. Obama non ha fatto un condono, è andato da UBS e gli ha chiesto la lista degli evasori. A chi farà rientrare capitali esteri farà pagare tasse e interessi arretrati, ed il rimpatrio delle somme non sarà anonimo come in Italia, ma con tanto di nome e cognome dell'evasore per poterlo controllare negli anni futuri.
La manovra di Obama è un “ultimatum”, quella di Berlusconi è la truffa di chi da una parte deve incassare qualche spicciolo perché le casse dello Stato sono alla canna del gas, dall'altra deve far rientrare soldi sporchi. Quando hai davanti professionisti della truffa e sei onesto non puoi sederti al tavolo da gioco perché sarai fregato.
(via Antonio di Pietro)
Conta qualcosa il parere del CSM?
Trovo piuttosto curioso che molti media, ieri, abbiano dato in pompa magna la notizia della bocciatura tout court, da parte del CSM, della riforma del processo penale messa in cantiere da Alfano e soci. Messa in questo modo, e con questa enfasi, un lettore un po' distratto, o magari non molto ferrato in materia, potrebbe facilmente essere portato a pensare che un parere di questo tipo, formulato dall'organo di autogoverno della magistratura, obblighi in qualche modo Alfano e la sua cricca a fare retromarcia e a rivedere almeno le norme più controverse di tutto il disegno di legge.
E invece no. Quello del CSM è solo un parere, e come tale non vincolante. Il parlamento è (purtroppo, in questo caso) sovrano e il CSM può starnazzare quanto vuole: se il governo decide che intende andare fino in fondo, ci va, fosse pure a colpi di fiducia, come è successo ieri per far passare senza intoppi gli emendamenti al dl anticrisi. Concetto che è stato ribadito pure dal vicepresidente Mancino: «Non è una bocciatura, perché il Csm non approva e non boccia, ma un parere articolato».
E quindi? Tutto questi titoloni per cosa? Va bene, il CSM dice che il progetto di Alfano è in gran parte incostituzionale perché prevede ad esempio che i pm si facciano da parte e lascino alla polizia giudiziaria la titolarità delle indagini (come è noto quest'ultima dipende direttamente dal governo, quindi basta fare 2 + 2), con probabili e significative ripercussioni sull'obbligatorietà dell'azione penale (si teme in pratica che sia il governo a "decidere" chi e cosa indagare), e altre cose su cui non mi dilungo. E adesso che l'hanno segnalato? Alfano si preoccuperà di rivedere qualcosa? Certo, è così preoccupato che due ore dopo il pronunciamento dei rappresentanti dei magistrati ha detto in modo elegante che non gliene frega niente.
Insomma, Repubblica e soci: fare meno titoloni a effetto e spiegare un po' di più non sarebbe meglio?
E invece no. Quello del CSM è solo un parere, e come tale non vincolante. Il parlamento è (purtroppo, in questo caso) sovrano e il CSM può starnazzare quanto vuole: se il governo decide che intende andare fino in fondo, ci va, fosse pure a colpi di fiducia, come è successo ieri per far passare senza intoppi gli emendamenti al dl anticrisi. Concetto che è stato ribadito pure dal vicepresidente Mancino: «Non è una bocciatura, perché il Csm non approva e non boccia, ma un parere articolato».
E quindi? Tutto questi titoloni per cosa? Va bene, il CSM dice che il progetto di Alfano è in gran parte incostituzionale perché prevede ad esempio che i pm si facciano da parte e lascino alla polizia giudiziaria la titolarità delle indagini (come è noto quest'ultima dipende direttamente dal governo, quindi basta fare 2 + 2), con probabili e significative ripercussioni sull'obbligatorietà dell'azione penale (si teme in pratica che sia il governo a "decidere" chi e cosa indagare), e altre cose su cui non mi dilungo. E adesso che l'hanno segnalato? Alfano si preoccuperà di rivedere qualcosa? Certo, è così preoccupato che due ore dopo il pronunciamento dei rappresentanti dei magistrati ha detto in modo elegante che non gliene frega niente.
Insomma, Repubblica e soci: fare meno titoloni a effetto e spiegare un po' di più non sarebbe meglio?
giovedì 23 luglio 2009
Un film visto e rivisto
Quello dell'aumento dei prezzi alla pompa in concomitanza dei grandi esodi.
Il solito copione prevede ora che le compagnie si giustificano con il ricaro del barile di petrolio e con l’aumento dei prezzi industriali dei carburanti sul mercato internazionale. Nella seconda parte del film il governo, dopo ripetuti allarmi, convoca i petrolieri e li persuade a darsi una calmata. Intanto è passato del tempo e chi ha dato ha dato.
(via La Stampa)
Il solito copione prevede ora che le compagnie si giustificano con il ricaro del barile di petrolio e con l’aumento dei prezzi industriali dei carburanti sul mercato internazionale. Nella seconda parte del film il governo, dopo ripetuti allarmi, convoca i petrolieri e li persuade a darsi una calmata. Intanto è passato del tempo e chi ha dato ha dato.
(via La Stampa)
Aldo Bianzino, un altro caso Aldrovandi?
Sono venuto per caso a conoscenza della storia di Aldo Bianzino (foto) dal blog di Beppe di Grillo, che ne ha parlato qui e in alcuni altri post che potete trovare tramite il motore di ricerca del suo blog. Per una questione di serietà, non è mia abitudine riportare storie trovate in giro senza essermi prima accertato che abbiano un fondamento. Ho trovato poco, è vero, ma pare che questa storia un fondamento ce l'abbia eccome, seppure la grande stampa ne abbia parlato solo in piccoli articoli qua e là. Ve la racconto per sommi capi, brevemente, citando un estratto di questo articolo pubblicato su carmillaonline.com.
Da questo momento partono tutta una serie di ipotesi più o meno realistiche, reticenze, imbarazzi, silenzi delle autorità. Si fa strada quindi l'ipotesi che Bianzino sia stato selvaggiamente picchiato e che ci si trovi di fronte, quindi, a un altro caso Aldrovandi.
Alcuni giornali si sono occupati, in passato, della vicenda. Qui, ad esempio, trovate un articolo di Repubblica risalente a novembre del 2007, e qui ne trovate un altro (in pdf) de L'Unità di cui vi riporto le schermate qui sotto.
Di riferimenti, sulla vicenda, in rete se ne trovano parecchi. Attualmente si sa che c'è un'inchiesta in corso e un procedimento contro ignoti per omicidio. Lettera22.it è uno dei siti più documentati che ho trovato, in merito a questa vicenda.
Ora, forse vi chiederete perché abbia deciso di aggiungere un altro po' di visibilità a questa poco nota vicenda. Beh, l'ho fatto semplicemente perché non trovo concepibile che in Italia, nell'anno 2009, un uomo muoia in carcere senza un motivo plausibile (in questi giorni è anche venuta a mancare la compagna, Roberta Radici).
Vi lascio un paio di riferimenti video. Qui trovate un servizio sulla vicenda mandato in onda dal Tg3, e qui sotto la ricostruzione in 6 minuti della storia di Aldo, girata da attori professionisti e dedicata al figlio della coppia, rimasto ora solo, Rudra Bianzino.
Di Aldo Bianzino si è parlato meno di Federico Aldrovandi e più di Riccardo Rasman, ma la scala dell’infamia è identica. Bianzino era un falegname di 44 anni che abitava in una frazione di Città di Castello, in Umbria. Un uomo pacifico, un po’ solitario, che si era convertito a filosofie orientali. Sostanzialmente apolitico. Viveva in un casolare di campagna. Si guardi la foto: non somiglia affatto all’immagine di un boss della droga. E’ invece quella di una persona tranquilla, gioviale, residente in un borgo minuscolo tra le colline, dedito al proprio mestiere.
Il 12 ottobre 2007, un venerdì, la squadra mobile fa irruzione nel suo campo. Scopre un centinaio di piantine di canapa indiana. Arresta lui e la sua compagna. Lo rinchiude in un carcere di Perugia. Fino a quel momento Bianzino sta bene. Deve restare in isolamento fino al lunedì, quando è previsto un incontro con il giudice titolare dell’inchiesta.
E’ tutto, grosso modo, legale. Bianzino parla di uso personale dell’hashish da lui coltivato, la polizia contesta la versione. Personalmente, non è un dettaglio che mi importi troppo. Se le sostanze suddette sono un problema –io non lo avverto come tale, anzi, sono decisamente antiproibizionista – di certo Bianzino non aveva un’organizzazione industriale alle spalle, né contatti con la malavita. In casa gli trovano 30 euro in tutto. Di sicuro c’è una cosa sola: se è reato consumare droghe leggere (e mai reato mi fu tanto indifferente), né la legge italiana, anche sotto l’attuale governo di destra estrema, né alcun’altra legislazione del mondo civilizzato prevedono per esso la pena di morte.
Invece, domenica 14 ottobre, Aldo Bianzino è trovato cadavere nella sua cella. La prima versione ufficiale, ridicola, parla di infarto. L’autopsia scopre ben altro: costole rotte, fegato e milza spappolati, ben quattro ematomi cerebrali. Cos’hanno fatto a Bianzino, nella notte infernale tra sabato e domenica?
Da questo momento partono tutta una serie di ipotesi più o meno realistiche, reticenze, imbarazzi, silenzi delle autorità. Si fa strada quindi l'ipotesi che Bianzino sia stato selvaggiamente picchiato e che ci si trovi di fronte, quindi, a un altro caso Aldrovandi.
Alcuni giornali si sono occupati, in passato, della vicenda. Qui, ad esempio, trovate un articolo di Repubblica risalente a novembre del 2007, e qui ne trovate un altro (in pdf) de L'Unità di cui vi riporto le schermate qui sotto.
Di riferimenti, sulla vicenda, in rete se ne trovano parecchi. Attualmente si sa che c'è un'inchiesta in corso e un procedimento contro ignoti per omicidio. Lettera22.it è uno dei siti più documentati che ho trovato, in merito a questa vicenda.
Ora, forse vi chiederete perché abbia deciso di aggiungere un altro po' di visibilità a questa poco nota vicenda. Beh, l'ho fatto semplicemente perché non trovo concepibile che in Italia, nell'anno 2009, un uomo muoia in carcere senza un motivo plausibile (in questi giorni è anche venuta a mancare la compagna, Roberta Radici).
Vi lascio un paio di riferimenti video. Qui trovate un servizio sulla vicenda mandato in onda dal Tg3, e qui sotto la ricostruzione in 6 minuti della storia di Aldo, girata da attori professionisti e dedicata al figlio della coppia, rimasto ora solo, Rudra Bianzino.
mercoledì 22 luglio 2009
Commenti...
...dei cattolici su Famiglia Cristiana.
Questo è uno, gli altri sono qui.
Le scrivo su quanto sta emergendo, in questi giorni, sul nostro presidente del Consiglio. Non le nascondo che non sono mai riuscita ad averne stima, perché l’ho trovato una figura lontana da un padre di famiglia, poco coerente con i princìpi cristiani. Non nascondo neppure d’essermi sentita usata da lui e da altri politici, che hanno strumentalizzato le associazioni cristiane per farsi propaganda politica. Oggi per me la misura è colma. Perché la Chiesa non ha il coraggio della verità e la forza di proclamare che la famiglia è un grande valore, e che nei rapporti con le donne (ma anche con gli extracomunitari) ci vuole il massimo rispetto? Vorrei che la Chiesa prendesse le debite distanze da chi non rispetta questi valori. Molti cristiani la pensano come me. Ma il silenzio delle gerarchie ci lascia molto confusi, e finisce col farci credere che alla Chiesa stia bene una simile situazione. Ma non è così.
Francesca V.
Questo è uno, gli altri sono qui.
Nucleare, si parte
Non si capisce ancora bene chi l'abbia chiesto, ma comunque si parte. Carlo Gubitosa segnala infatti su Facebook questo articolo di greenreport.it, dove sta scritto che è stato firmato l'accordo tra Enea e la francese CEA per la ricerca sull'energia nucleare e le fonti rinnovabili.
Dietro a queste belle parole si cela il fatto che, in applicazione del famoso ddl Sviluppo, del quale ho già parlato qui, si è dato il nulla osta a quel complesso di procedure tecnico/amministrative che porterà alla costruzione in Italia del primo reattore nucleare. Scrive greenreport.it:
E' sempre interessante, tra le altre cose, notare la facilità con cui cercano di prenderci in giro attraverso le parole, in questo caso con un bell'ossimoro.
Dietro a queste belle parole si cela il fatto che, in applicazione del famoso ddl Sviluppo, del quale ho già parlato qui, si è dato il nulla osta a quel complesso di procedure tecnico/amministrative che porterà alla costruzione in Italia del primo reattore nucleare. Scrive greenreport.it:
Ma che in pratica sancisce [questo accordo, nda] l'avvio della prevista realizzazione di reattori Epr di fabbricazione francese sul nostro territorio, che saranno i primi 4 impianti nucleari (dei 12 previsti) per raggiungere l'obiettivo del governo di ottenere all 2030 un mix energetico composto da 25% di nucleare, 25% di rinnovabili, ed il restante 50% di combustibili fossili.
E' sempre interessante, tra le altre cose, notare la facilità con cui cercano di prenderci in giro attraverso le parole, in questo caso con un bell'ossimoro.
Cosa si intenda per nucleare sostenibile è tutto da capire e riguardo al nucleare di quarta generazione, la ricerca in atto fa sapere che non saranno pronte le prime sperimentazioni prima dei prossimi trent'anni; ma intanto si preferisce distogliere fondi alla ricerca sul solare termodinamico per dirottarli verso questa tecnologia, come la mozione discussa ieri in Senato (vedi articolo di greenreport) dimostra e che sembra del tutto adeguata a questo accordo tra i due enti di ricerca.
Influenza suina, una psicosi esagerata?
Sbattere nelle prime pagine notizie come i "filtri" (umani) attivati dalle compagnie aeree inglesi, o come le previsioni di Fazio di un contagio che da qui al prossimo anno potrebbe coinvolgere 4 milioni di italiani, o come ipotizzare addirittura un rinvio dell'apertura del prossimo anno scolastico, non è forse il modo migliore per affrontare un'emergenza di questo tipo, sempre ammesso che di emergenza si tratti. E infatti, dal governo, dopo l'allarme iniziale si cerca un po' di ridimensionare la cosa.
Ora, intendiamoci, nessuno dice che si può stare tranquilli e abbassare la guardia, ma forse un po' di razionalità e attenzione ai dati reali può evitare inutili allarmismi. E' vero, in alcune parti del mondo, vedi ad esempio il Messico, paese da cui è partita la pandemia, ci sono state alcune centinaia di casi di decessi, principalmente dovuti alle precarie situazioni igieniche e sanitarie di quelle zone, ma qua da noi non mi pare che esistano rischi di questo tipo. E i dati lo confermano, tanto è vero che finora in Italia ci sono stati 258 casi di contagio tutti risoltisi con la guarigione dei soggetti interessati dopo il ricovero in strutture sanitarie. E negli altri paesi europei la musica non cambia, tanto che finora su 14.000 casi accertati si sono avuti solo 14 decessi; la percentuale la potete calcolare da voi, percentuale che è analoga, tanto per fare un paragone, al tasso annuo di mortalità della normale influenza stagionale. Se poi si vanno a vedere le pandemie più famose balzate agli onori della cronaca in passato, si vede chiaramente che esiste una sproporzione tutt'altro che trascurabile tra l'allarme e gli effetti reali di queste pandemie.
Vi ricordate ad esempio l'encefalopatia spongiforme bovina, più nota come la famosa "sindrome della mucca pazza"? Quanto casino è stato fatto, quanti animali abbattuti, che livello di psicosi si è raggiunto a livello globale? Eppure i dati dicono che i contagi, in tutto il mondo, sono stati appena 183. Discorso analogo per la Sars, la malattia dei polli, o l'influenza aviaria, che nonostante tutto il panico provocato ha fatto registrare pochissimi casi in tutto il mondo (in compenso la Roche, produttrice del Tamiflu, fece affari d'oro, nonostante il farmaco si sia rivelato poi essere sostanziamente inutile).
Ora, intendiamoci, nessuno dice che si può stare tranquilli e abbassare la guardia, ma forse un po' di razionalità e attenzione ai dati reali può evitare inutili allarmismi. E' vero, in alcune parti del mondo, vedi ad esempio il Messico, paese da cui è partita la pandemia, ci sono state alcune centinaia di casi di decessi, principalmente dovuti alle precarie situazioni igieniche e sanitarie di quelle zone, ma qua da noi non mi pare che esistano rischi di questo tipo. E i dati lo confermano, tanto è vero che finora in Italia ci sono stati 258 casi di contagio tutti risoltisi con la guarigione dei soggetti interessati dopo il ricovero in strutture sanitarie. E negli altri paesi europei la musica non cambia, tanto che finora su 14.000 casi accertati si sono avuti solo 14 decessi; la percentuale la potete calcolare da voi, percentuale che è analoga, tanto per fare un paragone, al tasso annuo di mortalità della normale influenza stagionale. Se poi si vanno a vedere le pandemie più famose balzate agli onori della cronaca in passato, si vede chiaramente che esiste una sproporzione tutt'altro che trascurabile tra l'allarme e gli effetti reali di queste pandemie.
Vi ricordate ad esempio l'encefalopatia spongiforme bovina, più nota come la famosa "sindrome della mucca pazza"? Quanto casino è stato fatto, quanti animali abbattuti, che livello di psicosi si è raggiunto a livello globale? Eppure i dati dicono che i contagi, in tutto il mondo, sono stati appena 183. Discorso analogo per la Sars, la malattia dei polli, o l'influenza aviaria, che nonostante tutto il panico provocato ha fatto registrare pochissimi casi in tutto il mondo (in compenso la Roche, produttrice del Tamiflu, fece affari d'oro, nonostante il farmaco si sia rivelato poi essere sostanziamente inutile).
Insomma, restare sul chi va là va bene, allarmarsi preventivamente in maniera esagerata, contribuendo a diffondere una psicosi a livello mondiale che si rivelerà come le altre volte sostanzialmente inutile, no.
martedì 21 luglio 2009
Per quanto ancora ci sarà posto per questa gente qua?
Matteo Salvini è quel simpatico signore leghista che un po' di tempo fa aveva proposto l'idea di tram dedicati solo ai milanesi doc, e che, più recentemente, si è prodotto in una memorabile performance canora che ben ha rappresentato il grado di civiltà suo e di quelli come lui.
Non so quando, ma io penso che arriverà un giorno in cui i requisiti per essere accolti nel mondo del lavoro, e più in generale nella società, saranno basati esclusivamente sulle effettive capacità di ogni persona, prescindendo dal fatto che sia bianca, nera, rossa, gialla, omosessuale, ecc...
Quel giorno, quelli come Salvini saranno probabilmente in un posto molto lontano.
A Palermo 4 gatti, ma buoni
Per la stampa nazionale e i tiggì, la commemorazione della strage di via D'Amelio, avvenuta 17 anni fa e in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, si è svolta nella sostanziale indifferenza della gente: poche persone e poco interesse alla vicenda.
Può darsi, ma quelle poche erano comunque "buone".
Se da una parte è vero che gli italiani e i siciliani erano vergognosamente pochissimi ad omaggiare la memoria di servitori dello Stato che hanno sacrificato la loro vita e la felicità delle loro famiglie per restituire un po’ di dignità al nostro popolo molliccio ed egoista che ben si identifica nella sua classe politica corrotta e clientelare, dall’altra non si può accettare che si neghi quanto di importante sia accaduto a Palermo in questi tre lunghi e intensi giorni.
Dopo tantissimo tempo, forse più di dieci anni, senza che vi sia stato, grazie a Dio, nessun morto oltraggiato dal piagnucolio di stato, più di cinquecento italiani si sono organizzati tramite la rete e a spese loro, adattandosi al caldo torrido di una Palermo trascurata, sporca e dimenticata, sono venuti a dimostrare di avere compreso, di essere consapevoli, che la lotta alla mafia non è di esclusiva competenza della magistratura e delle forze dell’ordine ma è quel movimento culturale, soprattutto di giovani, che tanto auspicava Paolo Borsellino.
(via Gioacchino Genchi)
Può darsi, ma quelle poche erano comunque "buone".
Se da una parte è vero che gli italiani e i siciliani erano vergognosamente pochissimi ad omaggiare la memoria di servitori dello Stato che hanno sacrificato la loro vita e la felicità delle loro famiglie per restituire un po’ di dignità al nostro popolo molliccio ed egoista che ben si identifica nella sua classe politica corrotta e clientelare, dall’altra non si può accettare che si neghi quanto di importante sia accaduto a Palermo in questi tre lunghi e intensi giorni.
Dopo tantissimo tempo, forse più di dieci anni, senza che vi sia stato, grazie a Dio, nessun morto oltraggiato dal piagnucolio di stato, più di cinquecento italiani si sono organizzati tramite la rete e a spese loro, adattandosi al caldo torrido di una Palermo trascurata, sporca e dimenticata, sono venuti a dimostrare di avere compreso, di essere consapevoli, che la lotta alla mafia non è di esclusiva competenza della magistratura e delle forze dell’ordine ma è quel movimento culturale, soprattutto di giovani, che tanto auspicava Paolo Borsellino.
(via Gioacchino Genchi)
Massì, ignoriamoli...
La reazione di Silvio Berlusconi dopo la pubblicazione, da parte di Repubblica e dell'Espresso, delle registrazioni audio dei due incontri avuti dal nostro con la prostituta pugliese, riassume in breve quella che in fondo è sempre stata la sua strategia per tentare di superare gli ostacoli: far finta di niente e passare oltre, aspettando che la cosa si sgonfi da sé.
Una strategia generalmente sempre vincente in quanto supportata dalla stragrande maggioranza di giornali e telegiornali, impegnati con pervicacia, da sempre, a glissare, o quanto meno a minimizzare, tutta la vicenda.
La cosa per certi versi più triste, però, non è la montagna di balle raccontate, né particolari tipo il fatto - come si evince ascoltando le registrazioni - che il premier desideri farlo senza preservativo, o altro; la cosa più triste è che messi come siamo in Italia, si perda tempo, anche al governo, con le vicende di un premier che un giorno va a mignotte (ammettendo pure che non sapesse che la tipa lo fosse) e l'altro va al family day a discutere di matrimoni di serie "a" e "b".
In un altro paese ci avrebbero dato un taglio prima.
Una strategia generalmente sempre vincente in quanto supportata dalla stragrande maggioranza di giornali e telegiornali, impegnati con pervicacia, da sempre, a glissare, o quanto meno a minimizzare, tutta la vicenda.
La cosa per certi versi più triste, però, non è la montagna di balle raccontate, né particolari tipo il fatto - come si evince ascoltando le registrazioni - che il premier desideri farlo senza preservativo, o altro; la cosa più triste è che messi come siamo in Italia, si perda tempo, anche al governo, con le vicende di un premier che un giorno va a mignotte (ammettendo pure che non sapesse che la tipa lo fosse) e l'altro va al family day a discutere di matrimoni di serie "a" e "b".
In un altro paese ci avrebbero dato un taglio prima.
Evasione fiscale, e se facessimo come in Cina?
Il dipartimento delle finanze del ministero dell'Economia, ha reso noto i giorni scorsi i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 2008 degli italiani. Niente di nuovo sotto il sole: l'evasione fiscale la fa da padrone e questo si sapeva già, non è certo una novità. In particolare due o tre dati, tra i tanti, hanno destato una certa curiosità e stupore (stupore per modo di dire): solo il 20% dei contribuenti dichiara più di 26.000 euro l'anno, mentre quelli che ne dichiarano non più di 15.000 sono il 50%. Lasciamo ovviamente stare quello 0,2% che dichiara più di 200.000 euro annui.
Ma, scendendo più nel dettaglio, quello che salta all'occhio è il fatto che, mediamente, i ristoratori guadagnino ad esempio come i pensionati. Scrive a tal proposito il Sole24Ore:
Ora, è naturale che a queste conclusioni si è arrivati analizzando la media dei dati, così come è altrettanto naturale che questo comporta una sorta di "livellamento" di questi stessi dati. Ma è comunque innegabile che c'è qualcosa che non va, che c'è insomma qualche contraddizione di fondo. Scrive sempre il Sole24Ore nello stesso articolo:
Insomma, a me pare che siano tutte conclusioni che confermano quello che si sa già: il nostro paese è il regno dell'evasione fiscale, come d'altra parte confermano questi dati relativi al 2008. Un'evasione fiscale che se fosse debellata - cosa che presuppone un impegno serio del governo, impegno che invece non c'è mai stato - consentirebbe di risolvere parecchie beghe: contenimento del debito pubblico, abbassamento generalizzato del regime fiscale, ecc...
Il problema è che la lotta all'evasione viene sempre inserita come priorità in tutti i programmi di governo e in tutte le campagne elettorali, per poi venire sistematicamente disattesa. Il motivo è molto semplice: visto il livello di evasione che c'è nel nostro paese, quale governo sarebbe così autolesionista da impegnarsi a fare terra bruciata attorno agli evasori avendo così la quasi matematica certezza di non venire rieletto?
E allora - e vengo al titolo del post - si potrebbe fare come in Cina, dove il governo ha pensato bene di creare gli scontrini fiscali "gratta e vinci". Sembra una bufala, ma là è già realtà: gli scontrini emessi dai negozi e dalle attività in genere si possono grattare. Per la verità, almeno da quello che si legge in giro, non sembra che l'idea abbia portato, almeno finora, grossi risultati, ma pensate che da noi, con l'esercito di "malati" di gratta e vinci e lotterie varie che ci ritroviamo non potrebbe funzionare?
Io tenterei.
Ma, scendendo più nel dettaglio, quello che salta all'occhio è il fatto che, mediamente, i ristoratori guadagnino ad esempio come i pensionati. Scrive a tal proposito il Sole24Ore:
[...] ristoratori come pensionati, con un reddito lordo tra i 14.500 e i 13.500 euro l'anno; commercianti, anche all'ingrosso, come lavoratori dipendenti, poco sopra i 19.000 euro; una folta platea di micro-società con contabilità semplificata che dichiara ancora meno, in media 17.000 euro.
Ora, è naturale che a queste conclusioni si è arrivati analizzando la media dei dati, così come è altrettanto naturale che questo comporta una sorta di "livellamento" di questi stessi dati. Ma è comunque innegabile che c'è qualcosa che non va, che c'è insomma qualche contraddizione di fondo. Scrive sempre il Sole24Ore nello stesso articolo:
Ma dai confronti appare spesso evidente che lo zoom del fisco mette a fuoco grandi contraddizioni. Ecco allora che il reddito medio degli imprenditori della categoria «servizi di alloggio e di ristorazione» (nella quale ci sono anche i titolari di piccoli alberghi, residence e camping, ma anche ristoratori, pizzerie e fast food) è in media di 14.597 euro e crolla a 13.545 euro per 100.000 su 120.000 imprenditori del settore che hanno optato per una forma societaria che consente la contabilità semplificata. Il loro reddito è praticamente identico a quello dei pensionati, che in media nelle dichiarazioni dello steso anno si attestano a 13.448 euro: li dividono solo 97 euro lordi.
Insomma, a me pare che siano tutte conclusioni che confermano quello che si sa già: il nostro paese è il regno dell'evasione fiscale, come d'altra parte confermano questi dati relativi al 2008. Un'evasione fiscale che se fosse debellata - cosa che presuppone un impegno serio del governo, impegno che invece non c'è mai stato - consentirebbe di risolvere parecchie beghe: contenimento del debito pubblico, abbassamento generalizzato del regime fiscale, ecc...
Il problema è che la lotta all'evasione viene sempre inserita come priorità in tutti i programmi di governo e in tutte le campagne elettorali, per poi venire sistematicamente disattesa. Il motivo è molto semplice: visto il livello di evasione che c'è nel nostro paese, quale governo sarebbe così autolesionista da impegnarsi a fare terra bruciata attorno agli evasori avendo così la quasi matematica certezza di non venire rieletto?
E allora - e vengo al titolo del post - si potrebbe fare come in Cina, dove il governo ha pensato bene di creare gli scontrini fiscali "gratta e vinci". Sembra una bufala, ma là è già realtà: gli scontrini emessi dai negozi e dalle attività in genere si possono grattare. Per la verità, almeno da quello che si legge in giro, non sembra che l'idea abbia portato, almeno finora, grossi risultati, ma pensate che da noi, con l'esercito di "malati" di gratta e vinci e lotterie varie che ci ritroviamo non potrebbe funzionare?
Io tenterei.
lunedì 20 luglio 2009
Influenza, scuole e incertezze
Forse è il caso di fare un po' il punto della situazione, sempre ammesso che ci sia un punto a cui ricondursi. Dunque, Ferruccio Fazio, viceministro della Salute, ha ventilato ieri l'altro l'ipotesi di un rinvio dell'apertura delle scuole nel caso la diffusione dell'epidemia della nuova influenza raggiunga livelli elevati. Un ministro, la Gelmini, dello stesso governo, dice invece che non se ne parla proprio, che si tratta di un'ipotesi molto remota e comunque attualmente non allo studio.
Un altro ministro ancora, sempre dello stesso governo, Renato Brunetta, sull'ipotesi di un rinvio dell'apertura delle suddette scuole è invece categorico: "assoltuamente sì", "le scuole riapriranno normalmente". L'ultima novità in ordine di tempo è adesso che gli addetti al check-in delle compagnie aeree inglesi British Airways e Virgin Atlantic impediranno l'imbarco sui voli ai passeggeri che mostrani i sintomi dell'influenza. Pare che il personale sia deguatamente addestrato a riconoscere il contagio.
Quale contagio? Non si sa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha allargato le braccia sostenendo di non riuscire più a tenere il conto delle persone che si ammalano, e tutto questo a causa della velocità con cui il virus si propaga.
Oggi, un altro ministro, Sacconi, ha detto che "ogni allarmismo [allarmismo che hanno contribuito a creare loro, nda] è totalmente ingiustificato. [...] Vale la regola banale ma sempre buona - ha concluso - nè sopravvalutare, nè sottovalutare".
Tutto chiaro, no?
Un altro ministro ancora, sempre dello stesso governo, Renato Brunetta, sull'ipotesi di un rinvio dell'apertura delle suddette scuole è invece categorico: "assoltuamente sì", "le scuole riapriranno normalmente". L'ultima novità in ordine di tempo è adesso che gli addetti al check-in delle compagnie aeree inglesi British Airways e Virgin Atlantic impediranno l'imbarco sui voli ai passeggeri che mostrani i sintomi dell'influenza. Pare che il personale sia deguatamente addestrato a riconoscere il contagio.
Quale contagio? Non si sa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha allargato le braccia sostenendo di non riuscire più a tenere il conto delle persone che si ammalano, e tutto questo a causa della velocità con cui il virus si propaga.
Oggi, un altro ministro, Sacconi, ha detto che "ogni allarmismo [allarmismo che hanno contribuito a creare loro, nda] è totalmente ingiustificato. [...] Vale la regola banale ma sempre buona - ha concluso - nè sopravvalutare, nè sottovalutare".
Tutto chiaro, no?
Ma il Partito Democratico è veramente... democratico?
Insomma, diciamocela tutta: perché Beppe Grillo non può candidarsi alle primarie del PD? Perché non lo vogliono? Cosa temono? All'inizio viene rifiutato perché non si trova un circolo disposto a tesserarlo, poi si fa avanti il "Martin Luther King", in provincia di Avellino, che lo iscrive con la tessera numero 40. I vertici nazionali, però, continuano a dire, appellandosi a una non meglio precisata norma dello statuto del partito, che l'iscrizione non è valida.
Le motivazioni addotte dall'apparato dirigente e da esponenti molto in vista sono le più variegate (e ridicole), la maggior parte delle quali sembrano voler evidenziare come il Pd non sia qualcosa che assomigli a un veicolo a motore. Poi ce ne sono alcune surreali, tipo quella di Enrico letta:
Io non so se Grillo abbia sputato addosso al Pd; semmai lo ha più volte pesantemente criticato, quello sì. Ma come fa Letta a dire che il Pd "è un partito serio"? Dove sarebbe questa presunta serietà? In Veltroni che riabilita Craxi definendolo un grande statista e migliore innovatore di Berlinguer? In Fassino che dice che è giusto respingere i barconi con gli immigrati? Nella Binetti che dice che l'omosessualità può sfociare facilmente nella pedofilia? O forse la serietà sta nel non aver avuto mai il coraggio, per connivenza e convenienza, di risolvere, negli anni in cui ha governato, quel maledetto conflitto di interessi che ha consentito a Berlusconi di continuare a fare il bello e cattivo tempo con tv e giornali al seguito? Gli elettori non sono stupidi. Quale credete che sia il motivo per cui alle ultime europee il Pd ha rischiato il tracollo?
Grillo, nonostante tutto, ha un seguito fortissimo, è popolare, è critico, ha carisma e, soprattutto, un programma. Non basato sulle chiacchiere, ma su punti concreti, fattibili. E' curioso, poi, che un partito che ha la parola "democratico" nel nome precluda a priori, appellandosi a fumosi e contorti regolamenti interni, il diritto di candidarsi di qualcuno. A meno che la spiegazione di tutto non stia nelle parole del presidente del circolo di Paternopoli che lo ha iscritto:
Le motivazioni addotte dall'apparato dirigente e da esponenti molto in vista sono le più variegate (e ridicole), la maggior parte delle quali sembrano voler evidenziare come il Pd non sia qualcosa che assomigli a un veicolo a motore. Poi ce ne sono alcune surreali, tipo quella di Enrico letta:
"Il Pd è un partito serio e nessuno si può permettere di passarci sopra e di sputarci addosso".
Io non so se Grillo abbia sputato addosso al Pd; semmai lo ha più volte pesantemente criticato, quello sì. Ma come fa Letta a dire che il Pd "è un partito serio"? Dove sarebbe questa presunta serietà? In Veltroni che riabilita Craxi definendolo un grande statista e migliore innovatore di Berlinguer? In Fassino che dice che è giusto respingere i barconi con gli immigrati? Nella Binetti che dice che l'omosessualità può sfociare facilmente nella pedofilia? O forse la serietà sta nel non aver avuto mai il coraggio, per connivenza e convenienza, di risolvere, negli anni in cui ha governato, quel maledetto conflitto di interessi che ha consentito a Berlusconi di continuare a fare il bello e cattivo tempo con tv e giornali al seguito? Gli elettori non sono stupidi. Quale credete che sia il motivo per cui alle ultime europee il Pd ha rischiato il tracollo?
Grillo, nonostante tutto, ha un seguito fortissimo, è popolare, è critico, ha carisma e, soprattutto, un programma. Non basato sulle chiacchiere, ma su punti concreti, fattibili. E' curioso, poi, che un partito che ha la parola "democratico" nel nome precluda a priori, appellandosi a fumosi e contorti regolamenti interni, il diritto di candidarsi di qualcuno. A meno che la spiegazione di tutto non stia nelle parole del presidente del circolo di Paternopoli che lo ha iscritto:
"Il caso Grillo costituisce un precedente molto grave - afferma Forgione - chi ha infatti la legittimazione a decidere chi tesserare e chi no? Beppe Grillo non è iscritto a nessun altro partito e ha una fedina penale pulita, quindi perché negargli la tessera? Non vogliamo che il Pd si trasformi in un partito burocratico. Se ci chiamiamo Partito democratico dobbiamo tenere porte e finestre aperte, altrimenti potevamo continuare a chiamarci Ds, Margherita, o Pci, o Pcus".
domenica 19 luglio 2009
40 anni fa, la Luna
L'immagine, storica, che vedete qui sopra, rappresenta Buzz Aldrin fotografato da Neil Armstrong (lo vedete riflesso nella visiera del casco) dopo essere scesi dall'Apollo 11 per la prima passeggiata sul suolo lunare.
Era il 20 luglio 1969, io ancora non ero nato. Il nostro satellite naturale, che nel corso dei secoli è stato oggetto di leggende, superstizioni, immaginazione, mitologie, racconti di fantascienza, era finalmente conquistato. Un grande traguardo per l'umanità, solo in minima parte "sporcato" dai soliti
Il Boston Globe celebra la ricorrenza con una bellissima serie di fotografie in alta risoluzione (da cui ho tratto l'immagine in alto). Tutte da ammirare.
Buona domenica.
sabato 18 luglio 2009
Polsi fratturati e servilismo giornalistico
Il polso fratturato del Papa è una curiosità, che un giornale serio relega fra le notizie brevi, ignorando bellamente il solito teatrino di scappellamenti istituzionali (Napolitano: “Desidero esprimere i miei auspici di pronta guarigione”; Alemanno: “Devota e filiale vicinanza della Città di Roma”; cardinal Poletto: Mi auguro che la frattura non procuri sofferenze”…). Non per un accanimento vetero-anticlericale, ma perché le conseguenze di quella frattura sono pressochè nulle sulla vita del Pontefice e totalmente nulle sulla nostra vita. Eppure i telegiornali hanno ritenuto che il polso ingessato di Ratzinger fosse molto più importante dello scudo fiscal-criminale del governo, dei giornalisti ammazzati nella Russia dell’amico Putin, della rivolta in Iran, delle tessere gonfiate del Pd, del pacchetto razzial-securitario del governo promulgato con riserva da Ponzio Pelato, delle sconvolgenti novità sui mandanti occulti delle stragi di mafia e sul filo diretto Provenzano-Ciancimino-Dell’Utri-Berlusconi, degli alti lai di Mastella per il misero stipendio di 6 mila euro al mese riservato ai parlamentari europei e alle proteste degli ex parlamentari italiani che dovranno addirittura pagarsi il ticket in autostrada come i comuni mortali.
(Marco Travaglio su voglioscendere.it)
(Marco Travaglio su voglioscendere.it)
Operai reintegrati in azienda perché... così fan tutti
La notizia potrebbe apparire come il frutto di una gag o uno sketch tipo quelli che fanno vedere a Zelig. E invece è accaduto realmente, sembra incredibile ma è così. Breve spiegazione.
Siamo a Livorno, Toscana. L'azienda è la Società Neri Lavori Pubblici Srl, un'impresa che opera in ambito portuale prestando assistenza, coi suoi rimorchiatori, alle navi che entrano ed escono dal porto. Un bel giorno, durante un controllo, la Guardia di Finanza becca due dipendenti con una tanica di gasolio nel baule della macchina, gasolio che era stato appena sottratto all'azienda stessa. Denuncia e licenziamento in tronco dei due. Processo e colpo di scena: il giudice ordina l'immediato reintegro degli operai perché il furto di gasolio è in quell'azienda una prassi comune, tollerata - pare - pure dai vertici.
Scrive La Stampa:
Ora, è vero che per giudicare bisogna essere dentro alle cose, capire un po' le dinamiche, ma qui mi pare che non ci sia molto da capire. Questa decisione del tribunale del lavoro, infatti, io la interpreto nel senso che un singolo e isolato episodio di furto può essere considerato una cosa gravissima, se invece lo fanno tutti, sistematicamente, non è niente di grave.
Scusate, ma un furto è un furto oppure no? Possibile che per il fatto che lo fanno tutti diventi un furto meno grave? Se la mettiamo su questo piano,allora, non si capisce perché il povero Salvatore, a Napoli, si sia beccato 3 anni di galera per un pacco di biscotti, visto che anche nei supermercati c'è un sacco di gente che ruba.
Siamo a Livorno, Toscana. L'azienda è la Società Neri Lavori Pubblici Srl, un'impresa che opera in ambito portuale prestando assistenza, coi suoi rimorchiatori, alle navi che entrano ed escono dal porto. Un bel giorno, durante un controllo, la Guardia di Finanza becca due dipendenti con una tanica di gasolio nel baule della macchina, gasolio che era stato appena sottratto all'azienda stessa. Denuncia e licenziamento in tronco dei due. Processo e colpo di scena: il giudice ordina l'immediato reintegro degli operai perché il furto di gasolio è in quell'azienda una prassi comune, tollerata - pare - pure dai vertici.
Scrive La Stampa:
L’azienda li aveva licenziati. Il giudice del lavoro li ha reintegrati, appena l’altro ieri: «E’ vero, era un comportamento tollerato, fatto da tutti e tacitamente ammesso». Il signor Rosato è arrivato a precisare che lo facevano tutti addirittura dagli Anni Sessanta, quelli che lavoravano qui: la prendevano dal rimorchiatore, tanto chi vuoi che se ne accorgesse, 7 o 8 litri su trentamila. E il signor Baffigi è andato in aula ed è stato ancora più chiaro, a modo suo: «Lo sapevano tutti, è vero...». Ma era ammesso?, gli hanno chiesto. «Certo che era ammesso! L’ho fatto anch’io».
Ora, è vero che per giudicare bisogna essere dentro alle cose, capire un po' le dinamiche, ma qui mi pare che non ci sia molto da capire. Questa decisione del tribunale del lavoro, infatti, io la interpreto nel senso che un singolo e isolato episodio di furto può essere considerato una cosa gravissima, se invece lo fanno tutti, sistematicamente, non è niente di grave.
Scusate, ma un furto è un furto oppure no? Possibile che per il fatto che lo fanno tutti diventi un furto meno grave? Se la mettiamo su questo piano,allora, non si capisce perché il povero Salvatore, a Napoli, si sia beccato 3 anni di galera per un pacco di biscotti, visto che anche nei supermercati c'è un sacco di gente che ruba.
venerdì 17 luglio 2009
Ilenia Visca non è un hacker, è una vittima
Ripubblico qui sotto, integralmente, questo articolo di Paolo Attivissimo, nella speranza che serva a limitare i danni subiti da Ilenia e Paolo a causa dello "scherzo" (va bene chiamarlo così?) di un loro "amico".
Ho segnalato pochi giorni fa l'appello-bufala che circola fra gli utenti di Facebook e che segnala il presunto pericolo per una "Ilenia Visca" e per un "Paolo Monasterolo", definiti "hackers" che ruberebbero dati personali.
Non è vero nulla, come al solito, ma la differenza importante rispetto ad altri falsi allarmi che segnalavano untori di questo tipo è che Ilenia e Paolo esistono veramente e stanno subendo un danno professionale non indifferente: i loro nomi, a causa di questa storia, adesso figurano in Google come vandali informatici.
Ilenia mi ha infatti contattato e ha pubblicato un commento in questo blog nel quale ha spiegato di essere "vittima di uno scherzo su facebook fatto da un amico", che evidentemente non s'è reso conto delle conseguenze del suo gesto: "la prima cosa che compare [su] google è che sono un hacker." Aggiunge: "mi hanno inviato insulti, mi han fatto strane proposte di lavoro, mi hanno chiesto di fare magie ai loro computer e allora...stufa di rispondere che io non ero un hacker ma avevo solo un amico poco corretto, mi sono tolta da facebook. tutto questo ovviamente sta accadendo anche al mio compagno."
E chiede aiuto: "Questa situazione mi sta creando non pochi problemi. Come posso fare?"
A parte dare il benservito al suo amico, l'unica soluzione che mi viene in mente al momento, in attesa che l'amico si faccia vivo e faccia un atto pubblico di contrizione, è chiedere a tutti di linkare il più possibile questo articolo nei vostri blog, siti e pagine Facebook, in modo che chi cerca il suo nome in Google trovi la spiegazione della reale situazione di Ilenia e Paolo.
Se avete in mente altre soluzioni che non coinvolgano un grosso bastone nodoso e permettano di contrastare questa stupidata, segnalatele nei commenti qui sotto.
Ho segnalato pochi giorni fa l'appello-bufala che circola fra gli utenti di Facebook e che segnala il presunto pericolo per una "Ilenia Visca" e per un "Paolo Monasterolo", definiti "hackers" che ruberebbero dati personali.
Non è vero nulla, come al solito, ma la differenza importante rispetto ad altri falsi allarmi che segnalavano untori di questo tipo è che Ilenia e Paolo esistono veramente e stanno subendo un danno professionale non indifferente: i loro nomi, a causa di questa storia, adesso figurano in Google come vandali informatici.
Ilenia mi ha infatti contattato e ha pubblicato un commento in questo blog nel quale ha spiegato di essere "vittima di uno scherzo su facebook fatto da un amico", che evidentemente non s'è reso conto delle conseguenze del suo gesto: "la prima cosa che compare [su] google è che sono un hacker." Aggiunge: "mi hanno inviato insulti, mi han fatto strane proposte di lavoro, mi hanno chiesto di fare magie ai loro computer e allora...stufa di rispondere che io non ero un hacker ma avevo solo un amico poco corretto, mi sono tolta da facebook. tutto questo ovviamente sta accadendo anche al mio compagno."
E chiede aiuto: "Questa situazione mi sta creando non pochi problemi. Come posso fare?"
A parte dare il benservito al suo amico, l'unica soluzione che mi viene in mente al momento, in attesa che l'amico si faccia vivo e faccia un atto pubblico di contrizione, è chiedere a tutti di linkare il più possibile questo articolo nei vostri blog, siti e pagine Facebook, in modo che chi cerca il suo nome in Google trovi la spiegazione della reale situazione di Ilenia e Paolo.
Se avete in mente altre soluzioni che non coinvolgano un grosso bastone nodoso e permettano di contrastare questa stupidata, segnalatele nei commenti qui sotto.
Prima promulga, poi scrive (meglio che niente...)
E così, come segnalavo anche nelle mie "pillole", il presidente Napolitano (foto) ha esternato al premier i dubbi, le perplessità e le preoccupazioni sulle incongruenze e le possibili future ricadute che alcune delle norme contenute nella legge "sicurezza", appena promulgata, potrebbero avere nel prossimo futuro. Istituzione delle ronde e reato di clandestinità i due punti maggiormente preoccupanti per il capo dello stato.
E' perlomeno singolare questo modo di procedere di Napolitano: si potrebbe quasi dire che abbia inaugurato un nuovo modus operandi in tema di promulgazione delle varie leggi che via via escono dal Parlamento. Insomma, finora i vari presidenti della Repubblica, almeno da quello che ricordo io, non hanno mai utilizzato questo sistema di richiami e "rilievi" esternati prima o dopo la firma di una legge. O veniva firmata o veniva respinta e rinviata alle Camere - mi pare che l'ultimo in ordine di tempo ad aver respinto tout court un disegno di legge sia stato Ciampi quando si rifiutò, almeno in prima battuta, di promulgare l'abominio legislativo di Gasparri sul riassetto del sistema televisivo -.
Con Napolitano, finora, l'unico respingimento senza tanti preamboli è avvenuto quando si è rifiutato di firmare, lo scorso febbraio, il decreto d'urgenza che obbligava Eluana Englaro a essere nutrita e idratata. Poi sono cominciati i richiami, i rilievi e le esternazioni in stile "chi vuole intendere intenda". Si comincia circa un mesetto fa, in fase di passaggio del ddl intercettazioni dalla Camera al Senato, quando Napolitano da Napoli faceva sapere che avrebbe seguito con molta attenzione l'iter legislativo e avrebbe preso le relative decisioni di sua competenza. Un messaggio chiaro alla maggioranza di non tirare troppo la corda, visto che quella norma sugli "evidenti indizi di colpevolezza" aveva già fatto rizzare le antenne ai giuristi del Quirinale.
Arriviamo poi a una decina di giorni fa. Napolitano chiama il buon Alfano in ufficio e gli dice senza tanti giri di parole che la legge sulle intercettazioni così com'è lui non la firma: si regoli di conseguenza. "Obbedisco!", gli risponde a mo' di Garibaldi il docile Alfano. E così il disegno di legge, quello che prevede tra le altre cose la morte della cronaca giudiziaria, la galera per i giornalisti, la sostanziale impossibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche per correre dietro ai delinquenti e l'obbligo di rettifica per i blogger, viene rinviato a dopo l'estate. Berlusconi schiuma di rabbia, perché aveva fatto con le mani e coi piedi - tanto che non era escluso il ricorso all'ennesima fiducia - per farlo passare prima delle vacanze, ma preferisce soprassedere volendo evitare di peggiorare ulteriormente i rapporti, già non troppo idilliaci, col Quirinale, e anche perché si era in periodo G8.
Adesso è arrivata appunto l'ultima puntata: questa volta Napolitano firma e poi fa i rilievi, peraltro piuttosto pesanti, sulle norme già citate prima e contenute in questa legge. Rilievi appunto preoccupanti che avrebbero secondo molti messo in luce buone probabilità di un rinvio alle Camere di tutto l'ambaradan. Napolitano, è evidente, vuole evitare lo scontro con la maggioranza, e d'altra parte era stato proprio lui ad auspicare una "tregua" in vista dell'imminente G8 e un proseguimento della stessa anche dopo. Sono sincero: a me questo modo di operare non piace. Io non voglio un presidente eccessivamente mediatore. Una legge che criminalizza una persona non in base a quello che combina ma in base a quello che è, che prevede l'istituzione di gruppetti politicizzati mandati in giro per farci sentire più sicuri, che obbliga i medici a denunciare chi ha bisogno di cure se non in possesso di un visto regolare, che proibisce alle donne che partoriscono di riconoscere un figlio se non sono in regola con quel benedetto pezzo di carta, e tante altre cose, andava presa e rispedita al mittente senza tanti complimenti.
E' perlomeno singolare questo modo di procedere di Napolitano: si potrebbe quasi dire che abbia inaugurato un nuovo modus operandi in tema di promulgazione delle varie leggi che via via escono dal Parlamento. Insomma, finora i vari presidenti della Repubblica, almeno da quello che ricordo io, non hanno mai utilizzato questo sistema di richiami e "rilievi" esternati prima o dopo la firma di una legge. O veniva firmata o veniva respinta e rinviata alle Camere - mi pare che l'ultimo in ordine di tempo ad aver respinto tout court un disegno di legge sia stato Ciampi quando si rifiutò, almeno in prima battuta, di promulgare l'abominio legislativo di Gasparri sul riassetto del sistema televisivo -.
Con Napolitano, finora, l'unico respingimento senza tanti preamboli è avvenuto quando si è rifiutato di firmare, lo scorso febbraio, il decreto d'urgenza che obbligava Eluana Englaro a essere nutrita e idratata. Poi sono cominciati i richiami, i rilievi e le esternazioni in stile "chi vuole intendere intenda". Si comincia circa un mesetto fa, in fase di passaggio del ddl intercettazioni dalla Camera al Senato, quando Napolitano da Napoli faceva sapere che avrebbe seguito con molta attenzione l'iter legislativo e avrebbe preso le relative decisioni di sua competenza. Un messaggio chiaro alla maggioranza di non tirare troppo la corda, visto che quella norma sugli "evidenti indizi di colpevolezza" aveva già fatto rizzare le antenne ai giuristi del Quirinale.
Arriviamo poi a una decina di giorni fa. Napolitano chiama il buon Alfano in ufficio e gli dice senza tanti giri di parole che la legge sulle intercettazioni così com'è lui non la firma: si regoli di conseguenza. "Obbedisco!", gli risponde a mo' di Garibaldi il docile Alfano. E così il disegno di legge, quello che prevede tra le altre cose la morte della cronaca giudiziaria, la galera per i giornalisti, la sostanziale impossibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche per correre dietro ai delinquenti e l'obbligo di rettifica per i blogger, viene rinviato a dopo l'estate. Berlusconi schiuma di rabbia, perché aveva fatto con le mani e coi piedi - tanto che non era escluso il ricorso all'ennesima fiducia - per farlo passare prima delle vacanze, ma preferisce soprassedere volendo evitare di peggiorare ulteriormente i rapporti, già non troppo idilliaci, col Quirinale, e anche perché si era in periodo G8.
Adesso è arrivata appunto l'ultima puntata: questa volta Napolitano firma e poi fa i rilievi, peraltro piuttosto pesanti, sulle norme già citate prima e contenute in questa legge. Rilievi appunto preoccupanti che avrebbero secondo molti messo in luce buone probabilità di un rinvio alle Camere di tutto l'ambaradan. Napolitano, è evidente, vuole evitare lo scontro con la maggioranza, e d'altra parte era stato proprio lui ad auspicare una "tregua" in vista dell'imminente G8 e un proseguimento della stessa anche dopo. Sono sincero: a me questo modo di operare non piace. Io non voglio un presidente eccessivamente mediatore. Una legge che criminalizza una persona non in base a quello che combina ma in base a quello che è, che prevede l'istituzione di gruppetti politicizzati mandati in giro per farci sentire più sicuri, che obbliga i medici a denunciare chi ha bisogno di cure se non in possesso di un visto regolare, che proibisce alle donne che partoriscono di riconoscere un figlio se non sono in regola con quel benedetto pezzo di carta, e tante altre cose, andava presa e rispedita al mittente senza tanti complimenti.
Berlusconi ha detto sorridendo che terrà conto dei rilievi del Presidente della Repubblica. Altro motivo per cui Napolitano non avrebbe dovuto firmarla: avrebbe evitato questa ennesima presa per i fondelli.
giovedì 16 luglio 2009
Quando il giornalista è una testa di c..zo
Non c'è niente da fare: quando i ministri sono sotto il fuoco di fila di domande non preventivamente concordate, tipo studi televisivi, salotti e compagnia bella, vanno irrimediabilmente nel pallone, arrivando ad inventarsi risposte che vanno dal comico al patetico al ridicolo.
Poi, come è accaduto a Tremonti durante la conferenza stampa a palazzo Chigi per illustrare il Dpef appena varato dal consiglio dei ministri, arriva l'insulto.
Poi, come è accaduto a Tremonti durante la conferenza stampa a palazzo Chigi per illustrare il Dpef appena varato dal consiglio dei ministri, arriva l'insulto.
Notizie in pillole (21)
Qualcuno parla ancora di missione di pace? E' stato ucciso un nostro parà della Folgore in missione in Afghanistan. Si chiamava Alessandro Di Lisio e aveva 25 anni. Alla Camera un minuto di silenzio, solite condoglianze varie da parte dei politici, il governo riferirà in aula, ecc... Non mi metto a discettare su cosa ci facciano là i nostri militari, per carità, vorrei solo, visto il numero degli attentati subiti negli ultimi mesi, che qualcuno la smettesse di chiamarla ipocritamente missione di pace e dica chiaramente che siamo in guerra.
L'omicidio Sandri è colposo. Nel giro di pochi giorni è arrivata un'altra sentenza di condanna a carico di un altro poliziotto. Archiviata (per ora) la vicenda Aldrovandi, a tenere banco in questi giorni è la sentenza di primo grado emessa a carico di Luigi Spaccarotella, agente della stradale responsabile dell'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri. La giuria ha ritenuto di processare l'agente per omicidio colposo invece che volontario; da qui l'"esiguità" della pena comminata: 6 anni di reclusione. Non so che commentare. L'impressione (ripeto: impressione) è che con le divise si tenda ad adottare un altro metro.
La diaria "da fame" (secondo Mastella). Queste dichiarazioni di Mastella non le commento e non le riporto. Vi lascio l'articolo così com'è. Se vi va commentate voi.
Quattro gatti per il papa. Per aver detto queste parole, il vaticanista del tg3, Roberto Balducci, è stato rimosso dal suo incarico dal direttore del telegiornale Rai. A chi prenderà il suo posto è già stato intimato di dire che ad ascoltare il papa c'è sempre il pienone, anche se non ci sono neppure i 4 gatti menzionati nell'articolo.
Non affittate agli extracomunitari, parola di assessore. Gerenzano, comune del varesotto, è balzato agli onori della cronaca a causa di una disposizione dell'assessore comunale alla sicurezza pubblica(?). Ecco, testuale, l'appello: "Chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari. Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e avremo sempre più paura a uscire di casa!". Ovviamente non importa se l'extracomunitario è in regola, lavora, paga le tasse e si comporta pure bene: basta lo "status". Posso dire che questa gente mi fa schifo?
Conti pubblici: "Non c'è male", dice Tremonti. Secondo i dati di Bankitalia, il 2009 si chiuderà con un calo del pil del 5,2%. Il debito pubblico italiano, sempre secondo Bankitalia, a maggio ha raggiunto il suo record di sempre arrivando a 1.752,188 miliardi di euro, con un incremento dello 0,22% rispetto ai 1.748,224 miliardi di aprile, precedente massimo storico. Nei primi tre mesi di quest'anno il gettito fiscale in Italia è sceso quasi del 5% rispetto a un anno fa, con minori entrate nelle casse dello stato per più di 4 miliardi di euro. Ieri Tremonti ha detto che, tuttavia, si può essere abbastanza realisti. Per un pelo non diceva "ottimisti".
Napolitano e le "riserve". Ieri sera Napolitano ha firmato, e quindi promulgato, la legge sulla sicurezza. Ricordate no? Quella che criminalizza il clandestino, istituisce le ronde e altre scempiaggini del genere. E lo ha fatto - dice - pur essendo perplesso e preoccupato, in particolare in riferimento proprio a questi due aspetti. Poi ha scritto una bella letterina all'indirizzo del premier e dei suoi ministri palesando queste sue preoccupazioni. Istintivamente mi viene da domandarmi, visto che è così preoccupato, perché l'abbia firmata questa legge, ma forse come considerazione è troppo banale, magari c'è sotto qualcos'altro.
L'omicidio Sandri è colposo. Nel giro di pochi giorni è arrivata un'altra sentenza di condanna a carico di un altro poliziotto. Archiviata (per ora) la vicenda Aldrovandi, a tenere banco in questi giorni è la sentenza di primo grado emessa a carico di Luigi Spaccarotella, agente della stradale responsabile dell'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri. La giuria ha ritenuto di processare l'agente per omicidio colposo invece che volontario; da qui l'"esiguità" della pena comminata: 6 anni di reclusione. Non so che commentare. L'impressione (ripeto: impressione) è che con le divise si tenda ad adottare un altro metro.
La diaria "da fame" (secondo Mastella). Queste dichiarazioni di Mastella non le commento e non le riporto. Vi lascio l'articolo così com'è. Se vi va commentate voi.
Quattro gatti per il papa. Per aver detto queste parole, il vaticanista del tg3, Roberto Balducci, è stato rimosso dal suo incarico dal direttore del telegiornale Rai. A chi prenderà il suo posto è già stato intimato di dire che ad ascoltare il papa c'è sempre il pienone, anche se non ci sono neppure i 4 gatti menzionati nell'articolo.
Non affittate agli extracomunitari, parola di assessore. Gerenzano, comune del varesotto, è balzato agli onori della cronaca a causa di una disposizione dell'assessore comunale alla sicurezza pubblica(?). Ecco, testuale, l'appello: "Chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari. Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e avremo sempre più paura a uscire di casa!". Ovviamente non importa se l'extracomunitario è in regola, lavora, paga le tasse e si comporta pure bene: basta lo "status". Posso dire che questa gente mi fa schifo?
Conti pubblici: "Non c'è male", dice Tremonti. Secondo i dati di Bankitalia, il 2009 si chiuderà con un calo del pil del 5,2%. Il debito pubblico italiano, sempre secondo Bankitalia, a maggio ha raggiunto il suo record di sempre arrivando a 1.752,188 miliardi di euro, con un incremento dello 0,22% rispetto ai 1.748,224 miliardi di aprile, precedente massimo storico. Nei primi tre mesi di quest'anno il gettito fiscale in Italia è sceso quasi del 5% rispetto a un anno fa, con minori entrate nelle casse dello stato per più di 4 miliardi di euro. Ieri Tremonti ha detto che, tuttavia, si può essere abbastanza realisti. Per un pelo non diceva "ottimisti".
Napolitano e le "riserve". Ieri sera Napolitano ha firmato, e quindi promulgato, la legge sulla sicurezza. Ricordate no? Quella che criminalizza il clandestino, istituisce le ronde e altre scempiaggini del genere. E lo ha fatto - dice - pur essendo perplesso e preoccupato, in particolare in riferimento proprio a questi due aspetti. Poi ha scritto una bella letterina all'indirizzo del premier e dei suoi ministri palesando queste sue preoccupazioni. Istintivamente mi viene da domandarmi, visto che è così preoccupato, perché l'abbia firmata questa legge, ma forse come considerazione è troppo banale, magari c'è sotto qualcos'altro.
mercoledì 15 luglio 2009
"Siti informatici" e rettifica, qualcosa si muove?
Calma, niente di definitivo, ma se le cose stanno come sembrano, forse lo "sciopero" di ieri è stato inutile. Quintarelli, infatti, cita sul suo blog un estratto dalla relazione in Commissione Giustizia del Senato, che naturalmente vi ripropongo qui sotto (il neretto è mio).
Ok, adesso incrociamo le dita e attendiamo.
La IX Commissione della Camera dei deputati, considerato che la disposizione in esame estende ai siti informatici le procedure di rettifica delle informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti, "osservato 128 A.S. n. 1611 Articolo 1, comma 28 che tale previsione, in quanto riferita ad un termine generico come "siti informatici", sembra porre l'obbligo di rettifica a carico, piuttosto che degli autori dei contenuti diffamatori, dei gestori di piattaforme che ospitano contenuti realizzati da terzi, che, in considerazione del volume dei contenuti ospitati dalla piattaforma, non sarebbero in grado di far fronte a tale obbligo", ha espresso parere favorevole a condizione che il riferimento ai "siti informatici" sia sostituito da "giornali e periodici diffusi per via telematica e soggetti all'obbligo di registrazione di cui all'articolo 5".
Ok, adesso incrociamo le dita e attendiamo.
Craxi? "Un grande innovatore!" Parola di Veltroni
In un afoso pomeriggio di luglio - tipo oggi - può capitare di imbattersi in un articolo del Corriere in cui si parla di Veltroni. Veltroni chi? L'ex segretario del Pd? Certo, proprio lui, tornato (riesumato?) a far parlare di sé per aver preso parte alla presentazione di un libro intitolato Una voce poco fa, “politica, comunicazione e media nella vicenda del Psi dal 1976 al 1994″.
Ecco alcune delle frasi dette da Veltroni. Segnatevele:
Ovviamente nessun accenno alle condanne penali passate in giudicato, alla latitanza ad Hammamet ("esilio" è più in), alla vagonata di miliardi nascosti su conti correnti in Svizzera intestati a prestanome e altre simpatiche cosucce, magari non proprio note ai più.
Speriamo che qualche simpatizzante del Pd pensi che a Veltroni potrebbe aver dato fastidio l'eccessivo caldo di questi giorni...
Ecco alcune delle frasi dette da Veltroni. Segnatevele:
"Innovò più di Berlinguer".
"Interpretò meglio di ogni altro uomo politico come la società italiana stava cambiando".
"Fu grande [la sua politica estera, nda]. Ci fu l’episodio di Sigonella ma anche la scelta di tenere l’Italia nella sfera occidentale, senza intaccare autonomia e dignità del Paese".
"Craxi decise che bisognava cambiare gioco, porre la sinistra di fronte al problema di una nuova leadership".
Ovviamente nessun accenno alle condanne penali passate in giudicato, alla latitanza ad Hammamet ("esilio" è più in), alla vagonata di miliardi nascosti su conti correnti in Svizzera intestati a prestanome e altre simpatiche cosucce, magari non proprio note ai più.
Speriamo che qualche simpatizzante del Pd pensi che a Veltroni potrebbe aver dato fastidio l'eccessivo caldo di questi giorni...
Grazie a Grillo abbiamo capito cosa non è il Pd
Un merito, Beppe Grillo, l'ha sicuramente avuto: quello di farci capire quali sono le tre cose che il Pd non è sicuramente. Nell'ordine, quindi, stando a quanto hanno dichiarato alcuni suoi illustri esponenti, si può cominciare a escludere: un taxi (Fassino), un autobus (Bersani), un tram (Melandri). Il Pd, quindi, non è niente che assomigli o che abbia le caratteristiche di un veicolo a motore; si possono quindi cominciare ad analizzare tutte le possibili alternative. Già, ma quali? Cosa è il Pd? Boh, vallo a sapere...
Non me ne vogliano i militanti e i sostenitori, ma a me pare che il Pd nazionale possa tranquillamente essere equiparato a uno stagno, anche maleodorante. Una cosa informe. Né carne né pesce. Non si capisce che direzione voglia prendere, cosa voglia fare, quali siano i suoi programmi. Non si è ancora capito se è opposizione o silenziosa connivenza a questa maggioranza di indefinibili e indifendibili. E sono in molti a non averlo capito, visto che è passato dal 33% delle politiche 2008 al 22 delle recenti europee. Difficile trovare un partito che abbia fatto peggio.
Ecco, Beppe Grillo ha avuto il merito, probabilmente, di aver lanciato un masso in questo stagno fatto da un establishment di soggetti inutili che, oltre all'impossibilità di potersi scegliere i candidati grazie alle liste bloccate, sono l'unico vero ostacolo alla crescita di questo partito. Scusate, ma a nessuno dice niente il fatto che Debora Serracchiani, alle ultime europee, dove era possibile scegliere il candidato, abbia superato Berlusconi nella sua circoscrizione, nel nordest? Possibile che questo partito non abbia ancora capito che la gente, i sostenitori e i militanti non ne possono più dei D'Alema, dei Rutelli e dei Fassino?
A ottobre ci saranno il congresso e le primarie del Pd: avete per caso letto il programma di qualcuno dei candidati? Uno straccio di linea congressuale da seguire? No, perché non esiste nessun programma, mentre Beppe Grillo ce l'ha eccome. Discutibile finché si vuole, ma sicuramente concreto e basato su idee e progetti innovativi. Ecco la differenza, ed ecco il motivo delle reazioni scomposte dei vertici di quello che rimane di questo partito. Reazioni dettate da una sola ragione: la paura.
Non me ne vogliano i militanti e i sostenitori, ma a me pare che il Pd nazionale possa tranquillamente essere equiparato a uno stagno, anche maleodorante. Una cosa informe. Né carne né pesce. Non si capisce che direzione voglia prendere, cosa voglia fare, quali siano i suoi programmi. Non si è ancora capito se è opposizione o silenziosa connivenza a questa maggioranza di indefinibili e indifendibili. E sono in molti a non averlo capito, visto che è passato dal 33% delle politiche 2008 al 22 delle recenti europee. Difficile trovare un partito che abbia fatto peggio.
Ecco, Beppe Grillo ha avuto il merito, probabilmente, di aver lanciato un masso in questo stagno fatto da un establishment di soggetti inutili che, oltre all'impossibilità di potersi scegliere i candidati grazie alle liste bloccate, sono l'unico vero ostacolo alla crescita di questo partito. Scusate, ma a nessuno dice niente il fatto che Debora Serracchiani, alle ultime europee, dove era possibile scegliere il candidato, abbia superato Berlusconi nella sua circoscrizione, nel nordest? Possibile che questo partito non abbia ancora capito che la gente, i sostenitori e i militanti non ne possono più dei D'Alema, dei Rutelli e dei Fassino?
A ottobre ci saranno il congresso e le primarie del Pd: avete per caso letto il programma di qualcuno dei candidati? Uno straccio di linea congressuale da seguire? No, perché non esiste nessun programma, mentre Beppe Grillo ce l'ha eccome. Discutibile finché si vuole, ma sicuramente concreto e basato su idee e progetti innovativi. Ecco la differenza, ed ecco il motivo delle reazioni scomposte dei vertici di quello che rimane di questo partito. Reazioni dettate da una sola ragione: la paura.
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