La prima cosa detta da Ratzinger, il primo giorno della sua visita in Inghilterra, è che "la chiesa non ha vigilato abbastanza". Il riferimento era naturalmente all'ormai famoso (e triste) scandalo dei preti pedofili. Ovviamente le cose non stanno proprio in questi termini. Il nocciolo della questione, infatti, non è che la chiesa non ha vigilato abbastanza; il fatto è - non lo dico io, basta leggere le cronache - che la chiesa ha sistematicamente coperto i responsabili. E' un pochino diverso, mi sembra.
Oggi il papa è tornato alla carica, dicendo che i bambini vittime dei preti pedofili per la chiesa sono considerati come dei martiri. Se non ricordo male - eventualmente correggetemi - la chiesa, in genere, i martiri li fa santi o beati. Diciamo quindi che se Ratzinger e soci volessero essere coerenti, potrebbero ad esempio prendere i nominativi delle 13 persone che in Belgio si sono suicidate per questo motivo e iniziare subito l'opera di canonizzazione.
Provocazioni a parte, la verità è che è ora di finirla con queste patetiche scuse e tentativi di minimizzare quanto è successo (e in parte succede ancora). Se la chiesa vuole dimostrare realmente di voler cambiare rotta, cominci a vigilare sul serio e a prendere provvedimenti drastici (tipo ad esempio andare a pescare uno a uno i responsabili e buttarli fuori a calci nel sedere). Diversamente, e come tutte la altre volte, saranno solo belle parole buttate là per incantare qualcuno.
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Il termine martire come testimone della fede è nato in ambito cristiano e indica i fedeli che hanno sacrificato la propria vita per testimoniare la religione cristiana. Si tratta in genere di cristiani vissuti in un contesto sociale ostile, che furono messi a morte in odio alla fede cristiana dalle autorità, dai tribunali, o uccisi da persone private.
RispondiEliminacomunque sia il martire è uno che sceglie volontariamente di subire una sofferenza pur di non tradire quello in cui crede o i compagni di fede, non mi pare che un bambino abusato scelga di subire