giovedì 16 maggio 2024

Food for profit

Alla fine ho guardato Food for profit, il documentario-inchiesta di Giulia Innocenzi e Paolo D'Ambrosi trasmesso da Report qualche giorno fa.

È impressionante.

Avevo già letto molto su cosa sono e come funzionano gli allevamenti intensivi, ma non credevo che si arrivasse a questi abissi. 

Consiglio di guardarlo non tanto per fare opera di proselitismo verso il vegetarianesimo - neppure io lo sono, anche se la carne l'ho da tempo quasi totalmente eliminata - ma come forma di responsabilizzazione e di presa di coscienza riguardo a tutto quello che c'è dietro al petto di pollo o alla braciola che arriva nel nostro piatto. 

Poi, ognuno, continui pure a mangiare ciò che vuole, come è giusto che sia.

Il documentario integrale è qui.

martedì 14 maggio 2024

Canfora e Sant'Agostino


Gli estratti qui sopra sono tratti dal libro Il fascismo non è mai morto, di Luciano Canfora, libro di cui suggerisco la lettura a chi ancora, superficialmente, pensa al fascismo come a qualcosa che non può più tornare.

Il breve video qui sotto, invece, sempre a proposito di Canfora, documenta un'intervista di Luca Sommi all'anziano intellettuale. Ho sorriso molto quando Sommi gli chiede come si appresta a vivere il processo per diffamazione verso Giorgia Meloni e Canfora risponde: "Leggendo Sant'Agostino" :-)


lunedì 13 maggio 2024

Fanatismo e voto


Credo che la contestazione a Elena Cecchettin al Salone di Torino da parte della donna col rosario sia un ottimo esempio di fanatismo religioso, nella sua variante più degenere che sfocia nella patologia.

Il fenomeno non è da sottovalutare.

Quando vedete i vari Salvini e soci che nei loro comizi sventolano rosari, vangeli, crocifissi, madonne ecc., è a queste persone che si rivolgono. Persone che - è bene tenere a mente - poi votano.

domenica 12 maggio 2024

La denatalità simpatica


A me la denatalità sta diventando simpatica. Viene talmente demonizzata che stanno cominciando a farmela piacere. Non che prima la detestassi o ne avessi la visione drammatico-apocalittica che hanno questi. Diciamo che sostanzialmente è sempre stato un problema sociale a cui non ho mai dato molto peso.

Da un po' di tempo a questa parte, invece, probabilmente a causa della marea di stupidaggini che ogni giorno tirano fuori per tentare di contrastarla, mi sta diventando simpatica.

Che poi, diciamo la verità, il fenomeno sociale del calo delle nascite allarma più che altro per la sua valenza economicistica, non meramente umana. Detto in altre parole, chi amministra la cosa pubblica spinge a fare più figli per timore (fondato) di arrivare al famoso punto di non sostenibilità del sistema previdenziale del nostro paese, non per altro. E ormai molti esponenti politici lo dicono anche chiaramente, senza tante perifrasi.

A questo si aggiunge, specialmente da parte di governi con una impronta cultura come quella dell'attuale, il timore che la denatalità spalanchi definitivamente le porte a masse di giovani stranieri potenzialmente in grado di colmare le nostre strutturali carenze, con tutto ciò che ne può conseguire a livello sociale-demografico.

Aggiungo che, a mio parere, il problema della mancanza di figli non ha solo ragioni economiche, ma anche socio-culturali. Nel senso che non sono convinto che se anche tutti avessero possibilità economiche e infrastrutturali (asili ecc.) valide l'andamento cambierebbe più di tanto.

Non sto dicendo che le suddette condizioni non sono importanti, lo sono eccome, ma secondo me c'è anche altro. C'è, credo, una scala sociale di valori ormai imperante nella quale famiglia e figli sono stati sopravanzati da altre priorità, come il lavoro, lo svago, il successo, il desiderio di non avere noie e impicci, una maggiore refrattarietà al sacrificio (i figli non sono solo gioia, ma anche sacrifici e rinunce). D'altra parte non è un mistero che viviamo ormai da tempo in una società dove il valore pedagogico del sacrificio è stato parecchio ridimensionato rispetto al passato. Per non dire annullato.

Boh, non so, è un'idea mia, prendetela per quello che vale.

venerdì 10 maggio 2024

Il papa e gli anticoncezionali


Non comprendo chi si sorprende per questa uscita del papa sugli anticoncezionali. Il papa fa il papa e la dottrina della chiesa su questi argomenti è chiara. Molto semplicemente, Bergoglio va ascoltato e apprezzato per ciò che dice su migranti, capitalismo, guerre e ignorato quando si abbandona a questi palesi anacronismi.

Ci sarebbe poi da fare notare quello che potrebbe apparire un atteggiamento lievemente schizofrenico, e cioè riuscire nello stesso tempo a lanciare anatemi contro gli anticoncezionali e contro l'aborto, ma immagino che per un cattolico le due cose non siano confliggenti.

giovedì 9 maggio 2024

Sogni

Stanotte ho sognato che guidavo un autobus locale e facevo la linea Massa Lombarda - Jesi (e già qui mi scappa da ridere perché non esiste). Ma era la prima volta che percorrevo quella linea e non conoscevo il percorso. Quindi andavo un po' a spanne, seguendo la strada, che tra l'altro era una strada con molti tornanti e io cercavo di destreggiarmi col mio torpedone come potevo.

A un certo punto sono arrivato a un bivio e non sapevo quale direzione prendere. Ho attivato Google Maps sul cellulare ma funzionava male. Panico. Sono andato a destra ma dopo un po' ho scoperto che si trattava di una strada senza sbocco. Sono riuscito in qualche modo a fare manovra e a tornare indietro. Arrivato di nuovo al bivio precedente ho imboccato l'altra strada e... mi sono svegliato. 

Sollievo, immenso sollievo.

mercoledì 8 maggio 2024

Normale e anormale


Ieri sera, da Floris, la biologa Barbara Gallavotti ha cercato di spiegare, con una chiarezza che solo i grandi divulgatori scientifici hanno, perché l'affermazione secondo cui i gay non sono normali, contenuta nel primo libro del noto maître à penser Vannacci, non sta né in cielo né in terra.

Non sta né in cielo né in terra perché, per definizione, tutto ciò che esiste in natura non può essere catalogato secondo parametri di normalità o anormalità. Esiste, punto. Ma, soprattutto, non regge l'assunto secondo cui la normalità sta nella maggioranza. E qui la Gallavotti ha fatto alcuni esempi.

Il gruppo sanguigno preponderante negli esseri umani del pianeta è lo zero. Questo per caso significa che la parte minoritaria di umanità che ha A o B è anormale? No, significa semplicemente che chi ha il gruppo A o B possiede altri gruppi sanguigni, ma ciò non implica che la maggioranza con lo zero sia normale e l'altra anormale. Semplice, no?

Nel nostro paese tre donne su quattro hanno i capelli castani. Se seguissimo il Vannacci pensiero, il 25% di donne con capelli biondi o di altro colore non sarebbe normale.

Per gli orientamenti sessuali vale lo stesso identico discorso. Se l'eterossesualità è la forma di interazione sessuale preponderante tra gli esseri umani, non significa che la minoranza che pratica l'omosessualità è anormale. Significa semplicemente che ha un altro orientamento sessuale rispetto a quello della maggioranza. 

Non sono concetti difficili, se ci si pensa. Con un po' di sforzo potrebbe arrivare a comprenderli anche il lettore medio dei libri di Vannacci.

martedì 7 maggio 2024

Valditara e i dinosauri


Per come la vedo io, un ministro dell'istruzione degno di questo nome non dovrebbe porre una tale domanda, cioè a cosa serve studiare questo o quello, ma dovrebbe essere lui il primo a spiegare perché è bene conoscere i dinosauri. Così come è bene conoscere il sacco di Roma, le guerre puniche, Leopardi che ammira l'infinito, la fotosintesi clorofilliana, il ciclo del carbonio o qualsiasi altro argomento dello scibile umano. 

(A proposito di dinosauri, conoscere la loro storia è un buon modo per evitare di fare figure come quella che fece Al Bano durante la pandemia, quando disse che l'uomo è stato capace di sconfiggere i dinosauri, quindi avrebbe avuto ragione anche del Sars-CoV-2.)

Studiare senza chiedersi a cosa serva permette di acquisire una certa cultura generale, di ampliare gli orizzonti, di affinare la capacità di critica, di provare a capire la complessità del presente raffrontando ciò che succede oggi con ciò che è successo in passato; permette anche di poter acquisire gli strumenti per capire che certi ministri dell'istruzione forse sarebbe stato meglio che nella vita avessero fatto altro.

C'è poi il discorso utilitaristico che tale frase sottende. Quel "a cosa serve?". A niente. È proprio il verbo "servire" nella sua accezione utilitaristica che non c'entra una cippa con la scuola, nonostante ciò che tutti pensano. A scuola, almeno fino ai 18 anni, si dovrebbe andare per formare l'uomo, non un bravo funzionario. Le competenze da spendere sul mercato del lavoro, dopo. Prima l'uomo, pena il rischio di trovarsi con funzionari perfettamente formati ma disumani. 

Ma è proprio la valenza mercantile che il ministro dà alla scuola che fa orrore. Abbiamo già una civiltà e una società dove tutto è mercimonio, mercato. Vogliamo almeno conservare un'isola franca, la scuola appunto, da cui il concetto di mercato resti fuori? O vogliamo sacrificare anche quella su quell'altare?

lunedì 6 maggio 2024

San Gennaro

Si è ripetuto il "miracolo" di San Gennaro, come forse avrete letto. Una volta di fronte a queste cose la mia reazione istintiva era una risata mista a un po' di commiserazione verso chi ci crede. 

Poi mi è capitato di ascoltare questa interessante riflessione di Umberto Galimberti e ho un po' modificato ciò che pensavo. In fondo non ha tutti i torti. Se uno per stare bene e trovare un po' di sollievo ha bisogno di queste cose, perché no?

Elly Schlein e il Jobs Act

Cito pari pari, qui di seguito, quanto scritto da Alessandro Gilioli su facebook. 

Con qualche imbarazzo,  i cosiddetti "riformisti" del Pd hanno liquidato la scelta di Schlein - firmare per l'abrogazione del Jobs Act - dicendo che "non bisogna guardare al passato, ma al futuro".

Già: il passato è tuttavia abbastanza recente (meno di dieci anni); e soprattutto quel passato è ciò che ha distrutto la credibilità del Pd come partito che difende gli strati più bassi della piramide sociale.

Non ha fatto tutto il Jobs Act, certo: dal "pacchetto Treu" al "decreto Poletti", è stata una deriva con molti colpevoli; una deriva che poi Renzi ha portato a pieno compimento - e con lui, al tempo, tutto il partito o quasi, compresi quelli che oggi sono ancora esponenti dem di primo piano.

Ecco: emanciparsi da quel passato - cioè dall'emulazione della destra economica - è la fatica di Sisifo della segreteria Schlein. Per far ritrovare al Pd identità, senso, dignità. Una fatica di Sisifo frenata, tra l'altro, dai mille liberisti e dai mille cacicchi che nel Pd purtroppo ancora contano parecchio.

Coraggiosa quindi è (finalmente) stata Schlein nel firmare, nel segnare un passaggio che è di fatto storico per il Pd. Insomma a segnare la differenza radicale con quel recente passato.

Che poi ci riesca, nel tempo, a far recuperare reputazione e credibilità a un partito che per anni ha fatto di tutto per perderla, è tutt'altra questione, e davvero nessuno lo sa.

sabato 4 maggio 2024

Veganesimo ed evoluzione

Tempo fa ebbi una discussione con un amico vegano il quale tentava di giustificare, come in genere fanno i vegani, il suo regime alimentare anche adducendo motivazioni di tipo evoluzionistico. In sostanza, diceva lui, i nostri antenati erano erbivori, quindi noi siamo antropologicamente programmati per mangiare vegetali. 

Ovviamente non è così, dal momento che è noto (e documentato) che i nostri antichi antenati erano cacciatori-raccoglitori, ossia per campare cacciavano (animali) e raccoglievano bacche e frutti (dalle piante). 

Mi è venuta in mente questa cosa dopo essermi imbattuto in un breve video di Giacomo Mauretto, il quale fa notare come non abbia alcun senso giustificare un tipo di dieta su presupposti evoluzionistici. Anche perché noi, umani di oggi, biologicamente non siamo gli stessi di un nostro antenato cacciatore-raccoglitore, ma abbiamo sviluppato adattamenti anche in virtù del modo in cui ci siamo nutriti nel tempo.

In sostanza, un vegano che volesse giustificare e diffondere il suo tipo di dieta avrebbe molte più chance adducendo argomentazioni di tipo scientifico, dicendo semplicemente che la scienza ha oggi incontrovertibilmente dimostrato che una dieta vegetale è molto più salutare di una dieta basata sul consumo di carne.

Il breve intervento di Giacomo è qui.

Paola Cortellesi

Mi hanno fatto piacere i numerosi riconoscimenti a Paola Cortellesi. Non so se il suo film sia un capolavoro, non sono un critico cinematografico, ma a me è piaciuto molto specialmente perché, tra le altre cose, racconta benissimo la condizione sociale della donna in un passato che tutto sommato non è lontanissimo. Sarebbe cosa buona che lo guardassero soprattutto i giovanissimi.

Sono contento anche per Matteo Garrone. Io capitano, però, non l'ho ancora visto, quindi non do giudizi, per ora.

giovedì 2 maggio 2024

Votare?

Tra le mie perversioni c'è quella di interessarmi di politica. Stavo pensando che, allo stato attuale, non riesco a trovare una sola motivazione che l'8 giugno mi spinga a uscire di casa per andare a votare. A cominciare dalla truffa delle finte candidature - una presa per il culo immane - in giù.

mercoledì 1 maggio 2024

Primo maggio

Faccio sommessamente notare a chi si scandalizza per i centri commerciali aperti il primo maggio, che non c'è nulla di cui scandalizzarsi. Ci sarebbe da storcere il naso, semmai, se il lavoro, oggi, avesse valenze di tipo sociale, ideale, valoriale; se fosse cioè inquadrato e ascritto ad ambiti che esulano da quello meramente consumistico, e quindi capitalistico.

Non lo è, o almeno a me non sembra.

Quindi, perché scandalizzarsi? I centri commerciali aperti il primo maggio sono perfettamente in linea con questa tendenza.

martedì 30 aprile 2024

Proteste

Vorrei nel mio piccolo fare presente che le proteste nelle università americane non sono iniziate oggi. Neppure ieri. Neppure un mese fa. Sono iniziare il 7 ottobre dello scorso anno in conseguenza dell'attentato di Hamas a Israele. Da allora, diversi gruppi studenteschi hanno protestato sia per manifestare solidarietà a Israele, sia per rigettare le politiche di Netanyahu, che ormai da mesi ha assediato e invaso Gaza uccidendo fino ad oggi 35mila persone. 

So bene che approcciarsi alla complessità sui social è impresa ardua, ma accusare genericamente di antisemitismo chiunque in America protesti è una semplificazione che grida vendetta. La maggior parte delle persone che protestano, sia nelle città che nelle università, non lo fa in nome dell'antisemitismo ma unicamente per manifestare contrarietà al modo in cui il governo israeliano sta gestendo la guerra e le trattative per liberare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. 

Poi, certo, nessuno è nato ieri e nessuno che sia intellettualmente onesto può negare che nella moltitudine dei manifestanti ci sia anche chi lo fa per spirito antisemita/antisionista. Ma ricondurre a questo tutte le proteste in corso negli USA denota, credo, una certa dose di malafede. Anche perché la componente ebraica non è assente dalle proteste. 

Le imponenti manifestazioni di New York di ottobre e novembre erano composte di persone perlopiù ebree, che manifestavano per i civili palestinesi massacrati dall'esercito israeliano. Accusiamo di antisemitismo anche loro?

La realtà è complessa e davanti alla complessità l'uomo, per sua natura, sceglie sempre la semplificazione e la partigianeria manichea. È fatto così, non gliene si può fare una colpa. Ma ha anche la possibilità di emanciparsi da queste puerili semplificazioni, basta che lo voglia.

Ritratti


Guardavo Mick Jagger saltare come un ventenne sul palco di Houston (prima data del nuovo tour nordamericano dei Rolling Stones) e pensavo che lui e Biden sono praticamente coetanei: Jagger classe '43, Biden classe '42, con la differenza che Biden ormai manco distingue il giorno dalla notte. 

Evidentemente Jagger ha in solaio il famoso ritratto che invecchia al posto suo, mentre Biden ha il ritratto che rimane sempre giovane e invecchia lui al posto del ritratto.

Comunque sia, lode a questi grandi vecchi del rock.

domenica 28 aprile 2024

Gatti assassini

Il gatto di mia figlia maggiore, Peste, ieri sera ha ucciso un piccione (a Santarcangelo i piccioni abbondano) nel giardino di casa sua, gli ha staccato il collo e poi, con la carcassa del volatile in bocca, si è avvicinato alla porta per entrare.

Ovviamente mia figlia, schifata, e il suo compagno non l'hanno fatto entrare. 

Stamattina, del povero piccione era rimasto solo un nugolo di piume: durante la notte Peste l'aveva divorato. Michela è rimasta un po' sconcertata da questa cosa. Sa benissimo che i gatti sono predatori, ma credeva che il fatto di essere un gatto casalingo avesse un po' attenuato i suoi istinti. Evidentemente non è stato così.

Tornato a casa, le ho linkato su whatsapp questo video di Giacomo Mauretto in cui si spiega come i gatti siano, dopo Homo Sapiens, la specie più invasiva e distruttiva di biodiversità del pianeta. 

Credo che adesso Michela non guarderà più il suo Peste con gli stessi occhi di prima.




Morale di oggi e di ieri

In una sua conferenza Telmo Pievani, parlando di paleoantropologia, raccontava di certi ritrovamenti che hanno un po' ribaltato alcune convinzioni riguardo ai nostri antichi progenitori. 

Una di tali convinzioni voleva che questi nostri lontani antenati, che avevano come occupazione fondamentale quella di procacciarsi cibo per sopravvivere, abbandonassero al loro destino coloro che per qualsiasi motivo non erano più in grado di provvedere al mantenimento di se stessi o del gruppo: individui ormai troppo anziani, oppure infortunati, o malati. 

Ciò che ha ribaltato questa convinzione è stato il ritrovamento di resti umani risalenti ad alcune decine di migliaia di anni fa, sia di Sapiens che di Neanderthal, con certe particolari caratteristiche, come ad esempio scheletri in ottimo stato di conservazione di persone molto anziane e prive di dentatura. Oppure parti di scheletri in cui si vedevano chiaramente fratture che avrebbero reso impossibile la deambulazione senza aiuto di terzi.

I paleoantropologi che hanno studiato questi reperti sono giunti a una conclusione: qualcuno si era preso cura di queste persone. Macinandogli preventivamente il cibo, oppure costruendo delle "slitte" o qualcosa che assomigliava a barelle su cui caricare gli infortunati e portarli con sé. In altre parole, i più deboli non venivano lasciati indietro e abbandonati, ma venivano assistiti. E tutto questo in contesti sociali dove la vita giocava al lotto ogni sera e ogni energia veniva spesa per cercare di sopravvivere. 

Ma, soprattutto, in contesti sociali in cui la morale e i principi etici ancora non esistevano. In altre parole, nessuno aveva insegnato a queste persone che era giusto prendersi cura dei più deboli e ingiusto abbandonarli a se stessi. Però lo "sentivano" e lo facevano, correndo anche rischi, perché prendersi cura degli altri era un'attività totalmente inutile dal punto di vista dell'economia dell'esistenza del gruppo.

Pensavo a queste cose mentre leggevo del generale Vannacci che invoca l'istituzione di classi differenziate per i ragazzi con più difficoltà. Neppure i nostri antenati di 50.000 anni fa abbandonavano al loro destino i più deboli. Bisognava arrivare in pieno terzo millennio per regredire a un livello morale sconosciuto perfino agli uomini primitivi.

sabato 27 aprile 2024

Il Vannacci che è in me


Parafrasando il grande Giorgio Gaber, a me non spaventa il Vannacci in sé, ma il Vannacci che è in me, in noi, in tutti. 

Quando certe idee e certi personaggi arrivano a occupare posizioni apicali (non ci giriamo attorno: molti di quelli che stanno nelle stanze dei bottoni queste cose le pensano e le condividono), lo fanno in virtù di una legittimazione popolare. Detto in termini mangiabili: andate in qualsiasi bar, piazza, strada, supermercato e ascolterete facilmente le stesse farneticazioni.

Vannacci non è il problema, è il sintomo di un problema che va ben al di là del singolo personaggio e che riguarda la collettività, la società. Questo non significa che la maggioranza delle italiche genti abbracci o condivida il Vannacci pensiero, anzi si tratta sicuramente di una minoranza, ma una minoranza rumorosa che comunque ha un certo peso. 

Quando Salvini, che come politico non vale niente ma come capacità di fiutare gli umori collettivi e trasformarli in voti è imbattibile, candida un personaggio simile a una tornata elettorale, non lo fa solo per una sorta di comunanza ideale con le assurdità propalate dal generale, ma lo fa perché sa che su quel terreno molti lo seguiranno, magari consentendogli di raggranellare un numero di voti sufficiente a fargli dire: Visto? Mi davate per morto e invece sono ancora qua. 

E un certo numero di voti li prenderà, purtroppo. Li prenderà perché appunto il problema non è Salvini, e neppure Vannacci, ma i Salvini e i Vannacci che sono in noi.

venerdì 26 aprile 2024

Manifesti


In alcune città i Pro Vita hanno fatto affiggere manifesti come questo per supportare le loro campagne antiabortiste. Nei manifesti è ritratto un bambino, affetto da sindrome di Down, che sorride. 

Il messaggio psicologico-mediatico che veicola questa campagna è chiaro: anche un bambino con disabilità può essere felice e quindi non ha senso interrompere la gravidanza se si scoprono precocemente anomalie del nascituro.

Non entro nel merito del tema dell'interruzione di gravidanza, troppo complesso da affrontare qui e su cui non ho una idea precisa (l'unico punto fermo che ho sta nella convinzione che ogni donna ha il diritto di decidere in merito). Quello che a me interessa è evidenziare la valenza fortemente populista, strumentale ed eccessivamente semplificatrice del messaggio. 

Il tema della disabilità è estremamente complesso. Ci sono diversi tipi di disabilità e diversi gradi di gravità delle stesse. La stessa sindrome di Down può variare da soggetto a soggetto. La presenza di una persona disabile può rivoluzionare la vita di una famiglia e renderla un inferno. Si fa presto a dire "Facciamoli nascere". E poi? Chi ci pensa? Chi si prende la briga di ricorrere a logopedisti, psicologi, psichiatri, fisioterapisti, strutture di riabilitazione e quant'altro? 

Cosi come ci sono famiglie che accettano di occuparsi amorevolmente di una persona disabile e che si annullano per potergli garantire una parvenza di vita "normale", ce ne sono tante che cadono nella disperazione fino ad arrivare al gesto estremo, basta leggere le cronache per rendersene conto. 

Pretendere di affrontare tutto questo con slogan privi di analisi e di ragionamenti retrostanti dà la perfetta misura di cosa è il populismo oggi imperante, e illustra perfettamente la pochezza di chi, come i Pro Vita (sono disposto a scommettere che chi ha ideato quel manifesto non ha mai avuto un disabile in famiglia), usa surrettiziamente la mozione dei sentimenti per supportare i propri scopi.

giovedì 25 aprile 2024

David Gilmour

La notizia di un nuovo album di David Gilmour mi lascia perplesso. On an island, uno dei suoi lavori precedenti, è oggettivamente inascoltabile, un album da cui si evince palesemente come Gilmour non abbia più niente da dire né da dare.

A volte ho come l'impressione che questi grandi musicisti del passato - per me Gilmour è stato, ed è ancora, una leggenda - facciano album non tanto per aggiungere qualcosa di inedito a quanto già si conosce di loro, ma per lanciare messaggi del tipo: Ehi, sono qui, esisto ancora, non dimenticatemi.

Poi magari il nuovo album sarà effettivamente un capolavoro, mica è da escludere. Nel qual caso mi cospargerò il capo di cenere.

25 aprile

Teniamocela stretta, questa festa, e facciamo tesoro del suo significato, oggi più che mai, visto i tempi che corrono.

Buon 25 aprile.

martedì 23 aprile 2024

Perché noi maschi non possiamo parlare di aborto?

Nella discussione sui social e fuori che va avanti da giorni sull'aborto, discussione che ha preso il via dopo la proposta di FdI di insediare i Pro Vita nei consultori, mi è capitato di leggere moltissimi interventi di donne di questo tenore: Tu, uomo, non hai l'utero, quindi non puoi parlare di aborto.

Mi sembra un atteggiamento molto intollerante (volevo dire fascista ma forse è troppo forte) e sostanzialmente privo di giustificazione. Se io, uomo, sono interessato ai temi etici, mi documento, leggo, mi informo, cosa impedisce che possa esprimermi in merito? Quale sarebbe il senso di subordinare l'esternazione di una opinione al possesso o meno di un organo del corpo umano? 

Io credo che ognuno possa e debba, se vuole, parlare di ogni argomento su cui ritiene di avere un'opinione, compresi i piu delicati e spinosi. Con pacatezza ed equilibrio, naturalmente, e soprattutto evitando di assumere l'atteggiamento tipico di chi si fa portatore di verità assolute.

lunedì 22 aprile 2024

Ogni tanto


Mentre noi discutiamo del sesso degli angeli, l'esercito israeliano continua indisturbato il suo genocidio coi 18 minori uccisi ieri a Rafah. Dal 7 ottobre a oggi i bambini palestinesi uccisi sono 14.000, le vittime totali 35.000.

Poi per carità, va bene anche parlare del sesso degli angeli, eh, lo faccio anch'io. Ma magari, ogni tanto, ricordarsi degli orrori che accadono poco lontano da noi (e di cui più o meno direttamente siamo complici) non sarebbe male.

domenica 21 aprile 2024

Pretese eccessive

Che poi vabbe', se ci si pensa un po' le pretese di Scurati per quanto condivisibili sono abbastanza lunari. Come si può pretendere che questa compagine di governo si dissoci dal fascismo e abbracci l'antifascismo? Meloni, La Russa e altri vengono da quell'ambiente lì, sono nati e cresciuti in quel brodo di coltura lì e le loro radici sono lì.

Radici non solo politiche ma anche identitarie. Perché l'appartenenza politica afferisce alla sfera dell'identità. Un po' come la religione. E all'identità non si rinuncia. Sì, si può smussare qualcosa, ma il nocciolo è inscalfibile. Ed è così per tutti, anche per me. Quindi è inutile aspettarsi che Meloni, che in altri tempi definiva Mussolini un grande statista, o La Russa (quest'ultimo tiene in casa i busti del duce: figurarsi) si presentino al 25 aprile pronunciando la parola antifascismo. Non la pronunceranno mai, e da un certo punto di vista è normale che sia così e mi stupirei se accadesse.

Quello che è auspicabile, dal momento che questa classe di governo è di questa pasta, è che se ne vada presto a casa, altro non si può fare, e per mandarla casa serve ben altro che un monologo di Scurati.

L'autogol

Al di là di tutta la tragicomica vicenda, chissà se Meloni e soci si sono resi conto dell'autogol che si sono fatti? 

Se infatti avessero lasciato andare in onda normalmente il monologo di Antonio Scurati, il suddetto monologo sarebbe stato visto dai quattro gatti che seguono la trasmissione di Serena Bortone e la cosa sarebbe finita lì. Così facendo, invece, hanno fatto sì che la bomba deflagrasse facendo conoscere il monologo a tutta Italia e anche fuori (oggi ne parleranno probabilmente anche molti media stranieri), che è esattamente il contrario di ciò che voleva il governo. 

Siamo di fronte a un gigantesco e tafazziano caso di stupidità declinata nel famoso "Effetto Streisand". I signori che hanno tentato di applicare la censura, oltre che poco intelligenti hanno dimostrato di non avere ancora capito che nell'era di internet e dei social censurare qualsiasi cosa è impossibile, e se si prova a farlo si ottiene esattamente l'effetto contrario. 

Fantozzi non avrebbe saputo fare meglio.

sabato 20 aprile 2024

20.000 euro


Mi fa un certo effetto questa immagine di Luciano Canfora mentre esce dal tribunale, un po' piegato sotto il peso dei suoi 82 anni. 

Canfora, uno degli ultimi grandi intellettuali contemporanei, è filologo classico, gregista, storico, saggista, ed è stato trascinato in tribunale dalla signora Meloni per averla definita "neonazista nell'anima" durante un incontro con gli studenti di un liceo. 

Frase forte, indubbiamente, sulla liceità o meno della quale deciderà un giudice. Ma, come ha detto giustamente Corrado Augias: "Quale nobiltà d'animo avrebbe dimostrato Giorgia Meloni se avesse detto: 'Il professor Canfora ha sbagliato, ma io nel frattempo sono diventata presidente del Consiglio [la vicenda risale a due anni fa] e non posso prendermela con un privato cittadino'."

Nobiltà d'animo che si è infranta inesorabilmente contro una richiesta di indennizzo di 20.000, miseri, euro.

venerdì 19 aprile 2024

Priorità

Secondo l'Istat, nel 2023 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi per mancanza di soldi. A questo si aggiunge la cronica mancanza di medici, infermieri e personale sanitario vario. Le liste d'attesa per sottoporsi anche agli esami più banali sono infinite e probabilmente non è un'iperbole dire che il SSN è ormai allo sfascio, ma la priorità del governo è mettere i Pro Vita nei consultori.

martedì 16 aprile 2024

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel senso che la vive senza fare della pianificazione un'ossessione. Lei non sta mai in un posto, cambia lavoro spesso, va dove le pare, gira, ama conoscere posti nuovi, gente nuova, ma sempre facendo conto solo su se stessa, senza chiedere supporto o aiuto di qualsiasi tipo a nessuno. 

Anche se le sue radici sono saldamente ancorate qui, lo spirito è libero. Mi sarebbe piaciuto, quando avevo la sua età, essere come lei.

Sanzioni

Niente da ridire sulla proposta delle cancellerie occidentali di comminare sanzioni all'Iran. Piccolo problema: l'Iran ha un pacco di sanzioni che arriva al soffitto, che USA ed Europa hanno cominciato a infliggergli a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso dopo la rivoluzione khomeinista, e non sembra, almeno stando a quanto dicono i maggiori analisti, che finora ne abbia sofferto granché. Anzi. 

Detto questo, non si capisce perché, contestualmente, nessuno proponga di comminare sanzioni a Israele per l'attacco al consolato iraniano a Damasco, che tra l'altro per numero di vittime è stato molto più grave della risposta missilistica iraniana (zero vittime e danni risibili).

In aggiunta, sarebbe bello che si spiegasse finalmente perché nessuno ha ancora osato proporre sanzioni a Israele per i quasi 35.000 morti (metà dei quali bambini) fatti a Gaza, mattanza che continua nonostante non se ne parli quasi più. 

Putin, per aver provocato in due anni un decimo delle vittime civili fatte da Netanyahu in sei mesi, è stato raggiunto (giustamente) da un mandato di cattura internazionale e alla Russia sono state inflitte (giustamente) fin da subito pesanti sanzioni. Israele, che ha un procedimento aperto all'Aja per genocidio, non viene disturbato da nessuno e per Netanyahu nessuno spicca mandati di cattura. Perché?

Senza polemica, eh, solo curiosità mia.

sabato 13 aprile 2024

Acquisti libreschi

Oggi e domani qua a Santarcangelo c'è il Campo lavoro. Ovviamente non potevo mancare e per la modica cifra di 6 euro ho portato a casa tutto questo ben di dio.

Il libro di Asimov lo cercavo da un po' perché mi era stato segnalato da Andy nei commenti a un mio post precedente. Oltretutto, del grande Asimov non avevo mai letto niente (colpevolmente!) prima d'ora, quindi trovare quel libro è stato un po' come vincere alla lotteria. 

Di Alicia Giménez-Bartlett avevo letto qualche anno fa Riti di morte, uno splendido thriller/noir (ne avevo scritto qui) che mi aveva inchiodato alle pagine. Ravanando sui banchi mi è capitato per le mani Un bastimento carico di riso: potevo lasciarlo lì?

L. A. Confidential, di James Ellroy, lo conosco per via indiretta. Nella mia cdteca ho una raccolta di musiche di Ennio Morricone e, tra queste composizioni, ce n'è una chiamata appunto L. A. Confidential, che presumo faccia parte della colonna sonora del film tratto dal romanzo. Ecco perché ho preso il libro.

Colui che sussurrava nel buio, di H. P. Lovecraft, l'ho invece preso perché, se non ricordo male, fu inserito da Stephen King, nell'autobiografia On writing, tra i libri che nella vita bisogna assolutamente leggere. 

Il signore degli anelli l'ho preso perché... beh, perché è Il signore degli anelli, e sebbene l'abbia già letto da giovane, una copia da tenere a casa mi mancava. E comunque ho intenzione di rileggerlo a breve.

Soddisfattissimo.







venerdì 12 aprile 2024

Pagine di America

Sto leggendo America. Viaggio alla riscoperta di un Paese, di Federico Rampini. È un libro splendido e utilissimo per capire davvero com'è la cultura di quel grande e controverso Paese. Lascio qui qualche pagina. 


Francobolli

Il fatto che venga emesso un francobollo dedicato a Berlusconi invece che a Piero Angela, oppure Umberto Eco, o ad altri di pari spessore, spiega come meglio non si potrebbe lo stato in cui versa il nostro disgraziato paese.

giovedì 11 aprile 2024

I giovani "anziani"

In 15 minuti Dario Fabbri ha smontato tutto ciò che credevo di sapere sui giovani, spiegando la differenza tra i giovani veramente giovani, che non sono i nostri, e i giovani "anziani". 

Un giovane che si preoccupa del futuro del pianeta (un esempio) non è un giovane. Chi è in punto di morte si preoccupa del mondo che lascerà alle generazioni successive, non un giovane. Su alcune cose ci devo ancora riflettere, ma questa interessantissima lezione mi ha spiazzato. 

Molto interessante anche la spiegazione dei motivi per cui gli americani bandiscono TikTok, che non è quella che credevo io.

Uno degli interventi più interessanti di Dario Fabbri (qui).

martedì 9 aprile 2024

Effetti


Pillon, giustamente (dal suo punto di vista), esulta per la battaglia vinta. Poi, passata l'euforia, magari qualcuno lo illuminerà circa l'esistenza di un fenomeno chiamato Effetto Streisand.

lunedì 8 aprile 2024

Eclissi



C'è una eclissi in corso non visibile dall'Italia. A me le eclissi fanno sempre venire in mente questo libro. È, a mio parere, uno dei romanzi più belli dello scrittore americano. Qui non c'entrano mostri, creature soprannaturali e simili, è un bellissimo thriller psicologico in cui (cito da Wikipedia) "l'unico mostro è il rimorso che siamo costretti a portarci dentro per le azioni che abbiamo commesso nel corso della nostra vita."

Se avete la possibilità leggetelo. Anche se non vi piace King, anche se non avete mai letto un libro. 

Leggetelo, garantisco io.

domenica 7 aprile 2024

La sconfitta

Adesso che anche i media ufficiali non possono più nascondere la realtà, e cioè che l'Ucraina ha perso la guerra, chissà se qualcuno di loro chiederà scusa per come ce l'hanno raccontata in questi due anni? 

(Onde evitare fraintendimenti, ché qua su internet bisogna sempre spiegare tutto, preciso che la cosa mi addolora. Ma il punto che mi preme richiamare non è questo, è, ripeto, come questa guerra ci è stata raccontata dai media.)

Esultanze


L'esultanza del governo per i dati Istat secondo cui negli ultimi mesi sono aumentati gli occupati in Italia, specialmente gli occupati stabili, forse non ha grandi ragioni di essere. Di per sé, infatti, un aumento degli occupati stabili non significa niente, occorre vedere quali tipi di contratto stanno alla base di questo aumento occupazionale. 

In Italia ci sono circa tre milioni di lavoratori esclusi da qualsiasi forma di contrattazione collettiva, i più svantaggiati dal punto di vista salariale. Conta poco che un'attività assuma un lavoratore a tempo indeterminato e poi gli dica: Lo stipendio lo decido io, se ti sta bene ok, altrimenti la porta è quella. Un lavoro da 600 euro al mese a tempo indeterminato è sempre meglio di niente (forse), ma non consente di vivere, al limite consente di sopravvivere.

D'altra parte la stessa Istat, giusto un paio di mesi fa, ha certificato come nel nostro paese la povertà sia galoppante e abbia raggiunto livelli mai visti dal dopoguerra a oggi. Se l'occupazione aumenta (in realtà l'andamento è ondivago), come si spiega il contestuale aumento della povertà? Io due domande me le farei. A questo si aggiunge che l'Istat inserisce nel computo degli occupati anche chi lavora un'ora in regola in un mese. 

Insomma, alla fine i numeri sull'occupazione lasciano il tempo che trovano, se non contestualizzati. 

Una possibile soluzione sarebbe l'introduzione una volta per tutte del famoso salario minimo, che consentirebbe ai milioni di lavoratori esclusi da ogni forma di contrattazione collettiva di emanciparsi dal punto di vista salariale e delle tutele. Ma naturalmente questo governo non ne vuole sentire parlare, preferisce esultare senza motivo, mentre nel frattempo blatera di fumosi rafforzamenti della contrattazione collettiva che ovviamente rimarranno sempre sulla carta.

sabato 6 aprile 2024

L'avversario

 


Finito adesso. Questo romanzo, il primo di Carrère che leggo, mi ha impressionato, soprattutto pensando che si tratta di una vicenda realmente accaduta. Lascia esterrefatti scoprire fino a che punto l'essere umano riesce a mentire a se stesso e agli altri. 

Impressionante.

mercoledì 3 aprile 2024

Le 10 mappe che spiegano il mondo

 


Terminato adesso. Dopo Geopolitica umana, di Dario Fabbri, questo libro di Tim Marshall è il migliore saggio di geopolitica che mi sia capitato di leggere. 

A differenza del libro di Fabbri, che ha un approccio principalmente antropologico-psicologico nella descrizione delle comunità umane, il libro di Marshall le descrive spiegando in che modo la geografia (mari, fiumi, catene montuose, deserti) ha contribuito a crearle e a definirne la storia. 

Un libro imprescindibile per provare a capire il mondo di oggi. Bellissimo.

lunedì 1 aprile 2024

Schiavisti


Ero convinto che la piaga dello schiavismo in Africa fosse nata con noi europei quando cominciammo, nel XVII e XVIII secolo, la tratta degli africani verso le piantagioni americane. 

Scopro invece che iniziò molto prima per mano degli arabi, i quali utilizzavano gli schiavi africani per il trasporto del sale verso l'Anatolia, l'Egitto e altri paesi del mondo arabo. Poi vabbe', arrivammo noi, che notoriamente non ci tiriamo mai indietro quando è ora di imitare e sviluppare le peggiori nefandezze.

(T. Marshall - Le 10 mappe che spiegano il mondo)

venerdì 29 marzo 2024

Ritrovamenti

 



Ho trovato, semisepolto nella libreria di mia mamma, questo libro. Non ho la più pallida idea di chi sia Gaspare Gozzi. Gliel'ho mostrato e ho chiesto spiegazioni. Lei, stupita: "Boh, forse era del nonno Walter, lui amava i libri."

In effetti ricordo che il padre di mia mamma, scomparso quando io ero molto piccolo, era un grande amante dei libri. 

Bello :-)

giovedì 28 marzo 2024

"Se nelle scuole si insegni"


"Se nelle scuole si insegni". Ma a parte gli svarioni grammaticali, questo post è di difficile interpretazione anche dal punto di vista della sintassi: sconclusionato, raffazzonato, poco chiaro, buttato giù male. 

Sono allibito.

E questo è il ministro della pubblica istruzione, quello che esige che gli stranieri sappiano la lingua italiana.

Citando Battiato: "Povera patria..."

mercoledì 27 marzo 2024

La querela


Luciano Canfora querelato da Giorgia Meloni. Un gigante del pensiero e un intellettuale dalla cultura sconfinata, conosciuto in tutto il mondo, querelato da una piccola e insignificante signora che il giro del mondo l'ha fatto sulle copertine che riportavano le sue moine in parlamento. 

Pazzesco.

Poi magari la signora vincerà la causa, eh, può essere benissimo. Ma lui resterà sempre un gigante e lei sempre una nana.

lunedì 25 marzo 2024

Libri abbandonati

E niente, alla fine ho mollato a pag. 420 L'idiota, di Dostoevskij. Nella mia lunga carriera di lettore credo sia il terzo o quarto libro che abbandono. Peccato, perché qua e là ci sono riflessioni molto interessanti su vari temi, ma la prolissità e un'intricatissima sequenza di avvenimenti hanno vinto.

Magari proverò a recuperarlo in futuro.

martedì 19 marzo 2024

La scuola e il Ramadan

Le scuole chiudono due settimane a Natale, una a Pasqua e pure per carnevale. Un mio contatto su facebook mi diceva che in provincia di Prato chiudono le scuole di ogni ordine e grado addirittura in occasione del capodanno cinese. Non si capisce quindi dove sia il problema per Valditara se un singolo istituto (se non sbaglio gli istituti hanno facoltà di autodeterminarsi in questo senso) decide di sospendere le lezioni l'ultimo giorno di Ramadan.

lunedì 18 marzo 2024

Chi vota ha sempre ragione

L'uscita di Salvini sull'esito delle elezioni russe non è da rigettare per il suo manifesto apprezzamento per Putin - Salvini è suo fan da sempre, nulla di cui stupirsi - ma è da rigettare per la fallacia insita nell'assunto secondo cui chi vota ha sempre ragione. Non è così. 

Hitler, prima di prendere il potere, ha goduto di un vasto consenso, anche se non generalizzato; Mussolini idem. Affermare che chi vota ha sempre ragione significa ammettere che le folle oceaniche che si radunavano sotto il balcone di piazza Venezia erano dalla parte giusta. Non lo erano. E gli esempi che si potrebbero fare sono tanti. 

È vero, come diceva anche De Gregori, che è la gente che fa la storia, ma il fatto che sia la gente che fa la storia non implica automaticamente la bontà della direzione che viene ad essa impressa.

domenica 17 marzo 2024

Elezioni russe

Le elezioni russe viste con occhi non occidentali. Vedere le vicende del mondo come sono realmente e non come vorremmo che fossero è uno degli esercizi che in assoluto ci riesce più difficile fare.

Prova a spiegarlo qui Dario Fabbri.

sabato 16 marzo 2024

Molinari e noi

Non condivido granché del pensiero di Molinari riguardo al conflitto mediorientale, ma mai mi sarei permesso di impedirgli di parlare. Non è questione tanto del luogo, una università (potrebbe trattarsi anche di un bar o una piazza), è questione che ancora molti non riescono a porsi in atteggiamento filosofico nei confronti di chi la pensa diversamente, atteggiamento che implica l'accettazione dell'eventualità che l'interlocutore di fronte a noi abbia un gradiente di verità superiore al nostro. 

Ancora non ce la facciamo a superare questo gradino.

Riflessioni che condivido sulla cultura imperante del corpo

(Da A pugni chiusi, Massimo Recalcati)

venerdì 15 marzo 2024

Follia pura

Secondo me Macron è impazzito e sta giocando col fuoco senza rendersene conto. Forse soffre di una forma di dissociazione cognitiva, altrimenti non si spiega l'idea di mandare soldati francesi direttamente al fronte ucraino. Vuole giocare ai soldatini col rischio di innescare conseguenze imprevedibili? E come si fa a dire che "la nostra forza nucleare ci dà sicurezza"? La nostra forza nucleare? La Russia ha 6200 testate ed è il paese che ne ha il maggior numero al mondo, superiore addirittura a quello degli USA; la Francia ne conta meno di 300. 

Ma numeri a parte, come si può pensare di giocare a fare il bulletto col pazzo che sta al Cremlino che appena ieri ha minacciato di fare ricorso al suo arsenale nucleare? 

Io boh. Questi forse non si rendono conto di cosa dicono e del rischio a cui si espongono. Anzi, ci espongono, perché non è una diatriba tra loro, ma riguarda tutti.

mercoledì 13 marzo 2024

Scienziati che mi cadono

Durante la pandemia c'erano scienziati che ho stimato e apprezzato molto. Poi, col tempo, alcuni di questi ho cominciato ad apprezzarli meno, finchè sono arrivati quasi a cadermi sotto i piedi. Diciamo che Burioni è uno di questi.

Ora, intendiamoci, se stiamo sui social un po' narcisi, chi più e chi meno, lo siamo tutti, ma quando questo narcisismo e questa pienezza di sé sfociano nell'arroganza, vuol dire che si è passato il segno.

Strette di mano

Boh, non so, io se fossi stato in quel Jorit non avrei mai stretto la mano a Putin. Mai. Allo stesso tempo mi chiedo come possano i leader occidentali stringere la mano a Netanyahu. Cioè, mi chiedo proprio come riescano a farlo.

domenica 10 marzo 2024

Complessità

La complessità e il fascino delle vicende del mondo non sarà mai possibile comprenderli per intero. Ma lezioni come questa possono almeno darci un'idea di questa complessità, autorizzandoci a sorridere (amaramente) quando realizziamo come tale complessità ci viene raccontata dai telegiornali.

Cose intelligenti

Chissa se papa Francesco aveva messo in conto la cascata di accuse di filoputinismo e insulti che gli sono piovuti addosso per avere detto una cosa intelligente? Probabilmente sì, ma l'ha detta lo stesso, conscio che nella civiltà del manicheismo acritico dire cose intelligenti comporta un costo da pagare.

venerdì 8 marzo 2024

Passaggi

Il passaggio all'auto elettrica, e in generale a questo tipo di mobilità, è normale che sia difficoltoso e abbia problemi ad affermarsi. Tutti i grandi passaggi, in ogni campo e in ogni epoca, sono stati difficoltosi. 

Quando agli inizi del Novecento le macchine a motore soppiantarono carrozze e cavalli incontrarono le medesime difficoltà che oggi ha l'elettrico nei confronti del termico: erano costosissime (se le potevano permettere solo nobili e persone agiate) ed era difficoltoso reperire il carburante. 

A queste si aggiungeva una serie di altri problemi: le macchine andavano più veloci delle carrozze e di conseguenza gli incidenti erano più gravi; contadini e possessori di animali si lamentavano per il numero di animali che finivano investiti (cani, galline, pecore ecc.). In più, agli inizi del Novecento le strade non erano asfaltate e quindi c'era il problema della polvere. Insomma, ai suoi esordi l'automobile venne vista più come un problema piuttosto che un'opportunità.

C'è poi da aggiungere che la transizione dalla carrozza all'auto fu graduale e lenta, nell'ordine dei decenni, e la cosiddetta motorizzazione di massa cominciò a dilagare solo a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. 

Per l'elettrico sarà la stessa cosa: la transizione richiederà tempo e i problemi da superare saranno molti. Poi, alla fine, questo nuovo tipo di mobilità farà piazza pulita di tutto il resto e i nostri figli e nipoti guarderanno le immagini sbiadite di quelle auto a motore inquinanti e puzzolenti, esattamente come noi oggi guardiamo le foto in bianco e nero delle carrozze trainate da cavalli che circolavano più di un secolo fa.

martedì 5 marzo 2024

Il ragazzotto

Esco dal lavoro e faccio un salto in biblioteca prima di tornare a casa. Dietro il banco, all'entrata, c'è un ragazzotto stravaccato in qualche modo sulla sedia girevole, intento a muovere lentamente e svogliatamente il mouse del PC. 

Gli riconsegno il libro di Jonathan Franzen e chiedo lumi su un romanzo di Carrère che mi interessa. Il ragazzotto non fa una piega, continua a muovere il suo mouse e poi mi dice, senza scomporsi troppo, che il libro che cerco è fuori e rientrerà fra qualche giorno. Saluto, ringrazio e me ne vado, mentre il ragazzotto continua come se niente fosse a profondersi nella nobile arte di non fare una piega. 

Ma porca miseria, dico io, sei in paradiso (io non credo, ma se credessi immaginerei il paradiso come una immensa biblioteca) e te ne stai lì a cazzeggiare col mouse? Ma prendi un libro e leggi! Niente, lui sta lì a cazzeggiare col mouse, io vado a casa col nervoso.

lunedì 4 marzo 2024

Gli USA sono schizofrenici?

Non so, magari è tutto normale e solo a me sembra una contraddizione. Può essere benissimo. Ma mi chiedo come sia possibile che gli Stati Uniti lancino pacchi di aiuti alimentari dal cielo a Gaza per cercare di aiutare le migliaia di palestinesi che stanno letteralmente morendo di fame, e nello stesso tempo finanzino chi sta provocando questa tragedia umanitaria.

Se non è schizofrenia questa, cos'è? Gli Stati Uniti finanziano da sempre Israele e gli forniscono supporto logistico, armamenti, tecnologie, uomini. La pulizia etnica in corso a Gaza da mesi è supportata dagli USA, i quali, oltretutto, hanno sempre posto il veto su ogni risoluzione dell'ONU che chiedesse il cessate il fuoco (l'ultima in ordine di tempo è quella proposta dall'Algeria).

Quindi, da una parte sei corresponsabile di una tragedia umanitaria che vede migliaia di persone morire letteralmente di fame, dall'altra ti adoperi per cercare di salvarne qualcuna. Io non so a casa vostra come si chiami questo comportamento, da me si chiama schizofrenia.

Promesse d'Abruzzo

L'imperativo è categorico: in Abruzzo bisogna vincere. Ma siccome dopo ciò che è successo in Sardegna il timore dell'effetto traino è fortissimo, ecco che la signora Meloni ha ordinato ai suoi ministri di battere palmo a palmo la regione, tipo re magi col loro carico di doni. Quindi fino a domenica prossima i cittadini abruzzesi avranno grosse probabilità di imbattersi in Salvini, Santanchè, Piantedosi, Lollobrigida, Valditara, Nordio, Urso, Crosetto e compagnia bella, in pellegrinaggio per la regione col loro carico di doni.

E infatti il lato comico (si fa per dire) della faccenda è proprio questo: la gigantesca mole di promesse buttate in fretta e furia in pasto agli elettori nella speranza di strappare il loro voto. Roba da fare girare la testa: sblocco improvviso di fondi incagliati da decenni, opere pubbliche monumentali, apertura di centinaia di cantieri, riqualificazione di tribunali, di ferrovie, di ospedali, addirittura ottimizzazione e accelerazione delle pratiche per ottenere o rinnovare il passaporto. Insomma, quanto basta per trasformare l'Abruzzo in una specie di Svizzera.

Perché l'imperativo è categorico: in Abruzzo bisogna vincere. E se per ottenere la vittoria bisogna prendere in giro qualche elettore, beh, pazienza.

giovedì 29 febbraio 2024

Retorica di guerra


È noto, o almeno dovrebbe essere noto, che le parole hanno un peso. A maggior ragione ha un peso la loro associazione, anche se spesso, complice la fretta con cui generalmente scorriamo i titoli e passiamo oltre, non è immediatamente percepibile. 

Nel caso specifico mi sembra che l'equiparazione tra armi e vaccini abbia un peso notevole e veicoli il messaggio che sia le une che gli altri si possono mettere sullo stesso piano semantico.

Ovviamente non è così. I vaccini servono a salvare vite, e durante la pandemia ne hanno salvate milioni; le armi, al contrario, servono a distruggere vite. Questo sul piano strettamente oggettivo. Sul piano delle narrazioni e degli artifici retorici, che a noi piacciono tanto, l'associazione può avere invece una sua plausibilità, anche perché tutti ricordiamo bene la retorica della pandemia vista come guerra e i vaccini come armi, una retorica che a me francamente è sempre stata sulle balle.

Tutto questo per dire che l'uscita della Von der Leyen l'ho trovata parecchio infelice.

martedì 27 febbraio 2024

La Nato al fronte?

Non so se e quanto ci sia da preoccuparsi riguardo alle voci di un impiego diretto di soldati della Nato nella guerra in Ucraina, specialmente riguardo a eventuali implicazioni. Qui ci sono alcune interessanti riflessioni di Diciotto brumaio.

Coi piedi per terra


La prima cosa da fare è restare coi piedi per terra. La Sardegna ha un milione e mezzo di abitanti, poco più della sola Milano, e di questo milione e mezzo metà è rimasta a casa. Quindi calma e gesso, non mi butterei a capofitto a pensare che questo risultato intacchi qualcosa a livello nazionale.

Detto questo, è fuori di dubbio che è arrivata la prima vera scoppola per la caciottara e soprattutto per il felpato, che dopo l'imbarazzante 3,8 percento rimediato (meno di quello che ha preso Unione sarda), dubito che si farà rivedere a breve da quelle parti. 

Come molti hanno già osservato, una cosa che si può capire da ciò che è successo ieri è che la peggiore destra dell'occidente non è imbattibile e non è neppure quel monolite che dà l'impressione di essere. Sì può battere anche a livello nazionale, a patto che il PD faccia pace con tutte le sue anime, le sue contraddizioni e i suoi personalismi interni, abbia il coraggio di darsi una linea univoca in nome di un bene maggiore e getti via i vecchi screzi che impediscono una sintonia piena coi Cinquestelle.

Il tempo per riuscire a fare tutto questo c'è. La volontà non so. Speriamo. 

domenica 25 febbraio 2024

Sulla paura della morte

Queste sono forse le considerazioni più intelligenti e serie che abbia mai letto sulla morte e sulla paura della morte. E sorrido sempre ogni volta che penso a tutto quello che l'uomo si è inventato e immaginato per tentare di lenirla.

Carlo Rovelli
L'ordine del tempo

La civiltà dell'argomento fantoccio

Dopo i fatti di Pisa e Firenze abbiamo assistito a un'esplosione della tecnica retorica chiamata argomento fantoccio. Si tratta di una fallacia logico-retorica che ha il fine di controbattere a un argomento rappresentandolo in maniera volutamente errata o distorta ricorrendo a false deduzioni, estremizzazioni, semplificazioni e altri trucchetti. È una tecnica usata da sempre nella comunicazione politica pubblica ma che negli ultimi anni ha visto un esponenziale aumento del suo utilizzo. 

È stato pubblicato qualche anno fa un ottimo saggio di Gianrico Carofiglio chiamato Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose, in cui lo scrittore descrive questa e altre fallacie logiche nella comunicazione politica pubblica. È un saggio breve, poco più di un centinaio di pagine, ma istruttivo e illuminante nell'analizzare queste tecniche.

Ma torniamo all'argomento fantoccio. Un esempio a caso tra i tanti che si potrebbero menzionare è evocare "processi alle forze dell'ordine", come ha fatto ieri Tajani. Dove si nasconda qui la fallacia logica è abbastanza evidente. Chi infatti chiede che le forze dell'ordine rispondano di eventuali abusi non invoca processi generalizzati a tutti, ma solo a chi si è reso responsabile dei suddetti abusi. La generalizzazione di Tajani è una fallacia logica che ha lo scopo di spostare surrettiziamente la discussione sul secondo argomento (processi generalizzati a tutti gli appartamenti delle forze dell'ordine) per contrastare il primo (processi ai soli responsabili di abusi). Lo scopo è di buttarla in caciara ed evitare di affrontare il nocciolo della questione.

È una tecnica utilizzatissima anche sui social, spesso in maniera del tutto involontaria. Mi è capitato, sempre in riferimento alle proteste per chiedere il cessate il fuoco a Gaza di venerdì, di leggere ad esempio cose tipo: "Ci dovrebbero essere motivi più seri per cui protestare, come lavoro, sanità..." Anche qui l'evidenza della fallacia logica, che in questo caso fa leva sul noto "benaltrismo", è evidentissima: il secondo argomento è fittizio e viene messo in campo con lo scopo di evitare di dibattere sul nocciolo della questione (gli abusi) e mettere così in difficoltà l'interlocutore.

Il modo per venirne fuori è abbastanza semplice: restare sul punto. L'interlocutore ti vuole portare fuori dal nocciolo della questione? Tu tieni il punto. Rimani sul nocciolo. Non è sempre facile farlo, anche perché la tentazione di seguire l'interlocutore nel suo tentativo di cambiare oggetto del dibattere è spesso fortissima, ma bisogna farlo. E con un po' di allenamento ci si riesce.

sabato 24 febbraio 2024

Manganellate

Non so se, come scrivono alcuni, le manganellate di ieri agli studenti di Pisa e Firenze riportino al clima del G8 di Genova. Quello che è certo è che non esiste alcuna giustificazione reale di quanto è successo. Gli studenti sfilavano in corteo pacificamente, come dimostra ogni video in circolazione. E non è una giustificazione nemmeno il fatto se la sfilata fosse autorizzata o meno e se, eventualmente, avesse deviato dal percorso prestabilito. Quando si sfila in maniera pacifica per strada, niente giustifica violenza e manganelli.

La giurista Vitalba Azzollini, su X, commenta così il comunicato della Polizia di Stato col quale si cerca, grottescamente, di giustificare quanto successo. Mi pare non serva aggiungere altro.

 

venerdì 23 febbraio 2024

La vita è bella?


Mamma mia che palle questa eterna e puerile retorica della vita che è bella. La vita non è per definizione né bella né brutta, può essere entrambe le cose. Può essere anche un inferno e gravata da carichi di dolore e sofferenza tali da portarti al suicidio. Non è che perché a te è andata bene allora va bene a tutti.

E invece no, persiste indisturbata in ogni dove questa grottesca e stucchevole retorica. Non è ora di crescere e di cominciare a raccontare le cose come sono?

giovedì 22 febbraio 2024

Galimberti da Augias

Nell'ultima puntata de La torre di Babele Corrado Augias ha avuto ospite Umberto Galimberti, filosofo che a me piace molto. Hanno parlato per un'oretta di nichilismo, giovani, insegnamento, scuola, società. Avendo letto quasi tutti i suoi libri e avendo visto millemila sue conferenze sapevo già come avrebbe risposto alle domande di Augias, ma è comunque stata una puntata molto interessante.

Sia i libri di Augias che quelli di Galimberti affollano da sempre la mia libreria, quindi è stato un po' come ritrovare in video due vecchi amici.

La puntata integrale, per chi fosse interessato, è qui.

mercoledì 21 febbraio 2024

Visibilità diverse

Non so se i media mainstream siano corrottissimi, come dicono il professor Orsini e altri, ma è un fatto che sulla vicenda Navalny si continuano a riempire pagine su pagine su pagine, mentre per trovare qualcosa su Julian Assange (oggi si deciderà sulla sua estradizione negli USA) bisogna andare a pagina 15 e cercare in un piccolo trafilettino in basso a destra.

La vicenda Navalny è piu importante della vicenda Assange? Evidentemente sì. Ma perché devono essere i media a deciderlo? Perché per leggere che Netanyahu ha ammazzato finora 30.000 persone di cui il 70% bambini devo andare sui siti di Medici senza frontiere, Save the children, Emergency ecc. e non lo posso leggere su Corriere e Repubblica?

Io voglio vivere in un mondo dove l'informazione dà tutte le notizie, va a guardare tutto quello che succede e lo riporta con visibilità nei limiti del possibile paritaria, in modo che sia io lettore a valutare cosa è più importante. Non ho bisogno di una balia che mi curi e mi protegga e che mi dica quello che devo o non devo sapere. A me 'sta cosa fa girare le scatole in una maniera assurda.

martedì 20 febbraio 2024

L'inquinamento e noi


Vivere in uno dei posti più inquinati del pianeta - no, vabbe', non esageriamo, diciamo d'Europa, via - può fare venire in mente alcune cose.

A me ad esempio viene in mente una bellissima lezione di Telmo Pievani in cui il grande biologo parlava del problema della plastica in mare che entra nel ciclo alimentare dei pesci, e quindi arriva poi sulle nostre tavole, facendogli concludere che noi Sapiens siamo l'unica specie su questo pianeta a cibarsi dei rifiuti che produce. 

Vista la situazione della Pianura Padana, direi che siamo anche l'unica specie del pianeta a respirare i veleni che produce. Non male, vero?

lunedì 19 febbraio 2024

Limitazioni e identificazioni

Magari dico una stupidaggine, ma credo che su questo punto Piantedosi abbia ragione: essere identificati non è di per sé una limitazione della libertà personale, altrimenti lo sarebbe anche il normale controllo dei documenti quando si viene fermati per strada. 

Si può (e si deve) invece discutere sulla valenza di quelle identificazioni, ossia sul loro scopo più o meno recondito. Qui, forse, materiale per dibattere ce n'è.

domenica 18 febbraio 2024

Inasprimento della pena

In seguito alla tragedia di Firenze, la ministra Calderone valuta una stretta normativa e l'introduzione di una nuova fattispecie di reato: omicidio sul lavoro. Prosegue così una tendenza, specchio di un vero e proprio tratto culturale, tipica di ogni governo di destra, che vede nell'aumento della repressione la soluzione di ogni problema. 

A livello socio-psicologico ormai la storia insegna che certi problemi socialmente rilevanti non si risolvono con repressione e inasprimento di pene. Negli stati USA dove esiste la pena di morte non ci sono meno reati rispetto agli altri; per restare qui a casa nostra, l'introduzione del reato di omicidio stradale non è stato un deterrente e non ha concorso a una maggiore responsabilizzazione degli automobilisti, e si potrebbe continuare.

Pensare che introdurre il reato di omicidio sul lavoro possa arginare il fenomeno delle morti bianche è una pia illusione che, esattamente come l'omicidio stradale, fonda la sua ragione d'essere sull'onda emotiva del momento e sa molto di populista.

Dal punto di vista della legislazione in materia di sicurezza sul lavoro, l'Italia è uno dei paesi più avanzati, almeno alla pari coi maggiori paesi europei. Quindi il problema non è la carenza di leggi in materia di sicurezza, il problema è farle rispettare, esattamente come non serviva il reato di omicidio stradale ma si sarebbe dovuto intervenire maggiormente su educazione e potenziamento dei controlli su strada.

Quello delle morti sul lavoro è un problema che ha radici culturali e anche economiche (la vita umana subordinata al profitto) e fa sorridere (amaramente) pensare di risolverlo per via repressiva.

sabato 17 febbraio 2024

Siamo degli eterni Peter Pan

Sono tornato adesso da una bellissima camminata in collina e, tra le altre cose, ho ascoltato questa strepitosa lezione di Telmo Pievani. Se questi argomenti vi interessano, prendetevi mezz'oretta e godetevela.

venerdì 16 febbraio 2024

Navalny e noi

Chi ha letto La Russia di Putin, di Anna Politkovskaja, o qualunque altro suo libro, forse non è troppo stupito della morte di Navalny. Nella Russia di Putin, come in molti altri posti al mondo, non si può dissentire né contestare il potere se non pagando prezzi molto alti, purtroppo.

Detto questo, a me piacerebbe che la stessa, sacrosanta indignazione per la morte di Navalny fosse dedicata a Julian Assange, perché anche noi abbiamo le nostre pagine oscure.

mercoledì 14 febbraio 2024

Ringraziamenti

Una delle cose che ho apprezzato di più del bellissimo monologo di Allevi a Sanremo è stata il sentito ringraziamento ai medici, agli scienziati e alla ricerca scientifica. È infatti grazie a tutti questi soggetti se è potuto tornare, dopo due anni dalla scoperta della malattia, a spingere i tasti di un pianoforte.

Non è una cosa da poco. In casi simili si è abituati a sentire pazienti che ringraziano Dio, oppure gridano al miracolo, senza rendersi conto della enorme fallacia logica di questo assunto (se Dio ha avuto il potere di guarire qualcuno, aveva anche quello di evitare che quel qualcuno si ammalasse. A che scopo permettere una malattia per poi guarirla?).

Non è una polemica, la mia, intendiamoci, solo un segnale di apprezzamento per questa dimostrazione di razionalità e serietà, oggi così latitanti.

Food for profit

Alla fine ho guardato Food for profit , il documentario-inchiesta di Giulia Innocenzi e Paolo D'Ambrosi trasmesso da Report qualche gior...