Ieri sera, in preda a un non meglio definibile attacco di auto-lesionismo, ho guardato un'ora della prima serata del festival; così, giusto per curiosità. Lo so, vedere Baudo dopo cena può essere rischioso, ma avevo mangiato leggero. Ho apprezzato solo una cosa: il presentatore non ha fatto un pistolotto iniziale di 3/4 d'ora, ma sono iniziate subito le canzoni (insomma, canzoni, vabbè...).
C'è stata una cosa, tra le tante, che mi ha particolarmente disgustato. Non ho approfondito perché non sono interessato, ma Baudo ha detto che era possibile, terminata la trasmissione, scaricare i ritornelli delle canzoni che sono piaciute digitando un apposito numero sul telefonino. Da musicista mi sono cascati gli zebedei: è stata inaugurata l'era delle canzoni "sezionate" per soldi. Un pezzo qua, un pezzo là, un ritornello, un pezzo di strofa. La cosa è parzialmente giustificabile in quanto è noto che trasmissioni di questo genere sono operazioni puramente commerciali (marketing e pressioni delle case discografiche). E' infatti piuttosto raro che un pezzo portato a Sanremo duri più di qualche mese, ma mi pare che siamo arrivati alla fine della dignità della canzone.
La musica alla stessa stregua di un prosciutto o di un salame in vetrina, con i clienti che entrano e ne chiedono chi un etto, chi due, ecc. Lo so, passerò per un nostalgico, ma io sono rimasto a una concezione più "seria" della canzone. Ne ho scritte un certo numero anch'io, molte suonate dal gruppo (i Ravens) nel quale ho suonato il basso per un paio d'anni, e non riesco a immaginare un mio pezzo (sto tra l'altro pensando di pubblicarne alcuni sul mio sito) sezionato per prendere un ritornello o una strofa. Vi immaginate estrapolare il ritornello de La Donna Cannone di De Gregori? O una strofa della poesia Il Passero Solitario di Leopardi? O un pezzo de La Gioconda di Leonardo?
Una canzone (degna di questo nome) o una poesia sono cose (almeno per me è così) che hanno una loro logica di insieme e che nascono sotto una particolare spinta emotiva o emozionale. Lo so, è già da tempo che si possono scaricare canzoni sul telefonino, e quindi, in definitiva, Baudo non ha inventato niente di nuovo, però che tristezza. Perché non lasciamo il salame al salumiere e riportiamo la musica alla dignità che le spetta? Una canzone come un'opera d'arte in quanto espressione di uno stato d'animo.
Come dicevo, ieri sera ho guardato un'ora di Sanremo. Mi è bastato, questa sera ho di meglio da fare.
mercoledì 28 febbraio 2007
Spiegazioni sulla lingua
Oggi a pranzo ho dovuto spiegare alle mie figlie che il taglio della lingua del loquace alunno da parte della maestra (notizia che hanno ascoltato anche loro al tg) è stato accidentale, altrimenti domani sarebbe stata dura mandarle a scuola.
martedì 27 febbraio 2007
Questione di... memoria
Secondo ComputerWorld, a Vista servono 4 giga di ram per avere un buon rendimento. Io, dopo 5 anni passati in compagnia di 256 MByte, ho appena aggiunto un altro modulo arrivando a 512.
lunedì 26 febbraio 2007
Software illegale? Sì, ma non si dice
AdnKronos riporta uno studio, condotto dalla BSA, secondo il quale circa 2 aziende su 3 fanno uso di software illegale: ossia programmi a pagamento duplicati illecitamente. Niente che bene o male non si sapesse già, intendiamoci, ma sarebbe interessante uno studio simile condotto su normali utenti casalinghi.
Chi non ha (o non ha mai avuto) qualcosa di non proprio regolare in casa (un Photoshop, un Office, un Xp, ecc...)? Per carità, non fraintendete: io sono contro la pirateria software (anche perché utilizzando Linux non ho bisogno di piratare niente). Ma c'è un aspetto che la ricerca della BSA si è dimenticata di evidenziare. Se è vero che da un lato la pirateria software è responsabile di mancati introiti piuttosto elevati per le aziende produttrici, è altrettanto vero che molte di esse hanno imposto il loro standard proprio grazie alla pirateria.
Qualcuno di è mai chiesto, ad esempio, qual'è il motivo della larghissima diffusione dell'Office che tutti conosciamo? Semplicemente perché è uno dei software più craccati di tutta la storia dell'informatica. A qualcun'altro risulta che Adobe abbia i conti in rosso? No, perché con le copie regolari vendute (ai prezzi che sappiamo) si rifà (abbondantemente) dei mancati introiti delle copie illegali.
Insomma, la storia della pirateria software è come una medaglia con due facce, ma, stranamente, a noi ne fanno vedere sempre una sola.
Chi non ha (o non ha mai avuto) qualcosa di non proprio regolare in casa (un Photoshop, un Office, un Xp, ecc...)? Per carità, non fraintendete: io sono contro la pirateria software (anche perché utilizzando Linux non ho bisogno di piratare niente). Ma c'è un aspetto che la ricerca della BSA si è dimenticata di evidenziare. Se è vero che da un lato la pirateria software è responsabile di mancati introiti piuttosto elevati per le aziende produttrici, è altrettanto vero che molte di esse hanno imposto il loro standard proprio grazie alla pirateria.
Qualcuno di è mai chiesto, ad esempio, qual'è il motivo della larghissima diffusione dell'Office che tutti conosciamo? Semplicemente perché è uno dei software più craccati di tutta la storia dell'informatica. A qualcun'altro risulta che Adobe abbia i conti in rosso? No, perché con le copie regolari vendute (ai prezzi che sappiamo) si rifà (abbondantemente) dei mancati introiti delle copie illegali.
Insomma, la storia della pirateria software è come una medaglia con due facce, ma, stranamente, a noi ne fanno vedere sempre una sola.
La benzina di Google
Che la benzina sia cara è cosa (tristemente) nota. Prima che però arrivi ai prezzi riportati da GoogleNews oggi pomeriggio, forse dovrà passare un pò di tempo (pensandoci bene neanche tanto, ai ritmi attuali...).
Fiumi in overdose (di cocaina)
All'inizio di febbraio, qualcuno ricorderà, il ministro dell'Interno Amato, presiedendo un vertice sulla sicurezza in quel di Napoli, ha detto che siamo un popolo di cocainomani. A questa conclusione sarebbe giunto in seguito agli ingentissimi quantitativi scoperti e sequestrati dalle forze dell'ordine (una tonnellata in Campania solo nell'ultimo anno).
Dimenticando che una buona percentuale di quelli che ne fanno uso stanno proprio in Parlamento, si potrebbe comunque evidenziare come il ministro abbia scoperto l'acqua calda. E' infatti di ieri la notizia del rintracciamento nelle fogne fiorentine di 12 kg di questa sostanza, equivalenti a qualcosa come 480mila e passa dosi. E solo negli ultimi 6 mesi. Se invece facciamo un piccolo salto indietro nel tempo, e precisamente agosto 2005, scopriamo che un'analisi simile effettuata nel bacino del Po, nella zona a monte di Pavia (circa 5 milioni di persone), ha permesso di rinvenire le tracce di circa 40.000 dosi giornaliere consumate.
Mi piacerebbe che qualcuno facesse qualche rilevamento alla foce del Marecchia, dopo che ha attraversato tutta la Valmarecchia e la città di Rimini. Secondo me se ne scoprirebbero delle belle.
Dimenticando che una buona percentuale di quelli che ne fanno uso stanno proprio in Parlamento, si potrebbe comunque evidenziare come il ministro abbia scoperto l'acqua calda. E' infatti di ieri la notizia del rintracciamento nelle fogne fiorentine di 12 kg di questa sostanza, equivalenti a qualcosa come 480mila e passa dosi. E solo negli ultimi 6 mesi. Se invece facciamo un piccolo salto indietro nel tempo, e precisamente agosto 2005, scopriamo che un'analisi simile effettuata nel bacino del Po, nella zona a monte di Pavia (circa 5 milioni di persone), ha permesso di rinvenire le tracce di circa 40.000 dosi giornaliere consumate.
Mi piacerebbe che qualcuno facesse qualche rilevamento alla foce del Marecchia, dopo che ha attraversato tutta la Valmarecchia e la città di Rimini. Secondo me se ne scoprirebbero delle belle.
domenica 25 febbraio 2007
La "ruota degli esposti"
Confesso che, pur nella sua tragicità, questa notizia mi ha fatto piacere. Certo, è sempre terribile e incomprensibile l'abbandono di un figlio, ma, considerato che siamo ormai quotidianamente abituati a sentire di bimbi gettati nei bidoni dell'immondizia, c'è da augurarsi che il gesto di questa mamma (lasciare il figlio in una moderna versione della famosa "ruota degli esposti") e il giusto risalto che è stato dato alla vicenda, sia da incentivo perché l'abitudine si diffonda.
Sperando sempre, naturalmente, in un ripensamento della mamma.
Sperando sempre, naturalmente, in un ripensamento della mamma.
Notifiche in tempo reale dalla webmail
Per motivi sia di comodità che di "forza maggiore", per la gestione della mia posta elettronica utilizzo da tempo esclusivamente la webmail, evitando l'uso dei pur numerosi programmi concepiti per lo scopo (Thunderbird, Outlook, Incredimail, Kmail, ecc...). In realtà i motivi di comodità e di forza maggiore hanno un comune denominatore: la (mia) pigrizia.
Quando infatti ho attivato Teleconomy Internet, abbandonando Libero (che all'epoca non prevedeva un tariffa flat a 56k), mi sono trovato nell'impossibilità di poter consultare con Thunderbird (e tutti gli altri programmi) le e-mail che arrivavano al mio solito indirizzo di posta (andrea_sacchini at libero dot it), per la nota questione che i provider già da tempo avevano attivato la protezione che non consente l'uso di un qualsiasi client di posta con una connessione differente dalla loro.
Siccome Telecom non prevede per Teleconomy Internet la possibilità di attivare una casella di posta, le soluzioni che potevo adottare erano sostanzialmente due:
Indipendentemente dal numero di finestre aperte e dal tipo di programma che sto usando, infatti, all'arrivo di un nuovo messaggio la relativa area di notifica della webmail comincia a lampeggiare (la vedete in rosso scuro in basso, sul pannello), e nello stesso momento appare una notifica a video ("E' arrivato un nuovo messaggio"). Cliccando su "ok" viene messa in primo piano la finestra del browser relativa alla webmail, dopo di ché è sufficiente selezionare il messaggio arrivato per leggerlo.
Quando infatti ho attivato Teleconomy Internet, abbandonando Libero (che all'epoca non prevedeva un tariffa flat a 56k), mi sono trovato nell'impossibilità di poter consultare con Thunderbird (e tutti gli altri programmi) le e-mail che arrivavano al mio solito indirizzo di posta (andrea_sacchini at libero dot it), per la nota questione che i provider già da tempo avevano attivato la protezione che non consente l'uso di un qualsiasi client di posta con una connessione differente dalla loro.
Siccome Telecom non prevede per Teleconomy Internet la possibilità di attivare una casella di posta, le soluzioni che potevo adottare erano sostanzialmente due:
- utilizzare un programma tipo Freepops, un'applicazione che attraverso la modifica di alcuni parametri del client, permette di scaricare la posta da quasi tutte le webmail attraverso il protocollo POP3.
- utilizzare la webmail.
Indipendentemente dal numero di finestre aperte e dal tipo di programma che sto usando, infatti, all'arrivo di un nuovo messaggio la relativa area di notifica della webmail comincia a lampeggiare (la vedete in rosso scuro in basso, sul pannello), e nello stesso momento appare una notifica a video ("E' arrivato un nuovo messaggio"). Cliccando su "ok" viene messa in primo piano la finestra del browser relativa alla webmail, dopo di ché è sufficiente selezionare il messaggio arrivato per leggerlo.
Se il buongiorno si vede dal mattino...
Ore 8,30 di stamattina. Ho finito di lavorare, esco dall'agenzia per andare a casa. Domenica mattina, poco traffico, tutto regolare insomma. Faccio un chilometro e vedo parcheggiata sulla destra una pattuglia della stradale: paletta (ti pareva!). Sono tranquillo, la macchina è a posto, vado piano e le cinture allacciate.
"Buongiorno, patente e libretto", mi fa il gentile agente al mio finestrino. Io sempre tranquillo.
"Guardi che lei non è in regola col collaudo". Mi prende un colpo.
"Come non sono in regola col collaudo? Ce l'ho a maggio!" faccio io.
Mi mostra il libretto: data ultima revisione: gennaio 2005.
Casco dal pero. Cerco di capirci qualcosa finché mi viene in mente che a maggio mi scade l'assicurazione, non il collaudo. Morale della favola: 148 euro di multa e ritiro della carta di circolazione.
Se il buongiorno si vede dal mattino...
sabato 24 febbraio 2007
Libertà d'Egitto
Il prossimo che viene a raccontarmi che in Italia c'è un regime lo prendo a calci nel sedere. Ci sono, è vero, alcuni che cercano di far credere questa cosa (probabilmente per una qualche forma di tornaconto personale), ma sono tutte balle. In Italia non c'è nessun regime. L'estate scorsa un gruppo rock ha tenuto un concerto in piazza Malatesta - nel centro di Rimini, proprio di fronte al palazzo del comune - urlando per buona parte del concerto "Berlusconi vaffanculo" assieme al pubblico presente, e nessuno, comprese le forze dell'ordine, ha mosso un dito.
Per carità, non fraintendete: non voglio con questo dire che sotto certi punti di vista l'insulto non sia condivisibile, anzi. Ma, per fare un esempio, pensate a cosa succederebbe se il medesimo gruppo rock si recasse a suonare a Cuba gridando per per tutta la serata lo stesso insulto a Fidel Castro: sarebbero presi di forza e sbattuti dentro, e la chiave probabilmente buttata nel cesso. Lì c'è un regime, e in tutti quei posti dove non puoi dire "bau" senza che sia approvato da chi sta più in alto.
Il ragazzo egiziano di cui parla il Corriere è stato condannato a 4 anni di galera dopo 5 minuti di processo; un processo farsa, istruito col solo scopo di tenere in riga l'opinione pubblica, di dare una specie di avvertimento a chi avesse intenzione di "pensarla diversamente" dai dettami del governo. Karim Amer (pseudonimo) è stato arrestato per il semplice fatto di scrivere su un blog, esattamente come faccio io e tantissimi altri come me. Scriveva quello che pensava: e cioè che non sopportava che le sue sorelle fossero state obbligate a lasciare la scuola e a indossare il velo integrale. All'università studiava legge e il suo sogno era quello di aprire uno studio legale per la difesa dei diritti umani.
Quello che lascia più stupefatti della vicenda è il fatto che pure la sua famiglia gli abbia voltato le spalle. Questo è ancora più incomprensibile per noi che siamo abituati a vedere il nucleo familiare come un'ancora di salvezza quando ci troviamo nei guai. Il povero blogger è stato invece addirittura ripudiato, tanto che il padre ha affermato che "Karim merita la morte se non si pente di fronte ad Allah".
Non è mia usanza usare certe espressioni, ma sarà il caso di cominciare a mandare a cagare questa gente prima che sia troppo tardi?
Questioni di cachet
Se fossi un musicista dell'orchestra di San Remo (40 giorni dalla mattina presto alla sera tardi a provare e vitto a carico) non so se accetterei di suonare, visto quello che danno a me e quello che (si vocifera) daranno alla Hunziker.
venerdì 23 febbraio 2007
L'"Office" di Google
E' online da ieri GoogleApps, il pacchetto Office di Google gestibile interamente via internet senza bisogno di installare alcun software sul proprio pc. Accanto alla versione Premium, del costo di 50 $ l'anno, ce n'è una gratuita sulla quale ho giocherellato un pò stasera.
Per accedere è sufficiente avere un normale account Google (io sono entrato con quello che utilizzo per il mio blog). Una volta dentro si può scegliere tra 3 opzioni: creare un nuovo documento di scrittura, un foglio di calcolo, oppure aprire e modificare un documento già esistente, sia che si trovi sul pc che online:
Ecco come si presenta l'interfaccia grafica di un nuovo documento di testo:
Come si nota, la somiglianza coi classici word processor a cui siamo abituati è molto elevata e sono anche qui comprese tutte le possibili varianti di formattazione del testo che ci interessano e a cui siamo già abituati. E' possibile inserire immagini e tabelle, ed è possibile salvare il file creato (o modificato) in più formati (doc, sxw, odf, pdf, ecc...). Un'opzione piuttosto interessante, come dicevo prima, è la possibilità di modificare un file online.
Ecco ad esempio come appare l'home page del mio sito, richiamata inserendo l'url esatto in un apposito modulo di GoogleApps:
Insomma, le prime impressioni a caldo mi sembrano buone, anche se, come dicevo, ci ho lavorato su solo un'oretta. Mi sembra comunque interessante, tra le altre cose, la possibilità di poter accedere ai propri lavori da qualunque pc che abbia una connessione a internet e un browser.
Speriamo che questo progetto non faccia perdere il sonno a zio Bill con l'andare del tempo.
Per accedere è sufficiente avere un normale account Google (io sono entrato con quello che utilizzo per il mio blog). Una volta dentro si può scegliere tra 3 opzioni: creare un nuovo documento di scrittura, un foglio di calcolo, oppure aprire e modificare un documento già esistente, sia che si trovi sul pc che online:
Ecco come si presenta l'interfaccia grafica di un nuovo documento di testo:
Come si nota, la somiglianza coi classici word processor a cui siamo abituati è molto elevata e sono anche qui comprese tutte le possibili varianti di formattazione del testo che ci interessano e a cui siamo già abituati. E' possibile inserire immagini e tabelle, ed è possibile salvare il file creato (o modificato) in più formati (doc, sxw, odf, pdf, ecc...). Un'opzione piuttosto interessante, come dicevo prima, è la possibilità di modificare un file online.
Ecco ad esempio come appare l'home page del mio sito, richiamata inserendo l'url esatto in un apposito modulo di GoogleApps:
Insomma, le prime impressioni a caldo mi sembrano buone, anche se, come dicevo, ci ho lavorato su solo un'oretta. Mi sembra comunque interessante, tra le altre cose, la possibilità di poter accedere ai propri lavori da qualunque pc che abbia una connessione a internet e un browser.
Speriamo che questo progetto non faccia perdere il sonno a zio Bill con l'andare del tempo.
giovedì 22 febbraio 2007
Italia.it a regime (o quasi)
Qualche giorno fa, ricorderete, parlavo dello scandalo del portale Italia.it (logo qui a fianco), il sito internet punto di riferimento per la promozione turistica italiana pagato con (tanti) soldi pubblici e dopo tre anni non ancora in funzione.
Quasi che qualcuno avesse letto il mio post, oggi, come per incanto, è stato attivato il suddetto portale, anche se non ancora con tutte le funzionalità. A parte i tempi biblici che i 10 milioni di disgraziati come me che ancora non hanno la copertura adsl impiegano a caricarlo, non mi sembra male (a parte il logo che fa vagamente schifo). Una cosa sola mi ha lasciato perplesso. Cliccando a fondo home page sul link Chi siamo, viene spontaneo chiedersi com'è possibile che un sito costato 45 milioni di euro litighi palesemente coi font:
Quasi che qualcuno avesse letto il mio post, oggi, come per incanto, è stato attivato il suddetto portale, anche se non ancora con tutte le funzionalità. A parte i tempi biblici che i 10 milioni di disgraziati come me che ancora non hanno la copertura adsl impiegano a caricarlo, non mi sembra male (a parte il logo che fa vagamente schifo). Una cosa sola mi ha lasciato perplesso. Cliccando a fondo home page sul link Chi siamo, viene spontaneo chiedersi com'è possibile che un sito costato 45 milioni di euro litighi palesemente coi font:
mercoledì 21 febbraio 2007
10.000 grazie
Ieri sera, verso le 9, il contatore di accessi del mio blog ha fatto il giro di boa dei 10.000 visitatori. Considerato che questo mio piccolo spazio ha appena 4 mesi di vita, non nascondo che la cosa mi ha fatto un certo piacere. Anche perché mi sono accorto che, a parte i visitatori casuali, c'è uno "zoccolo duro" di una cinquantina/sessantina di persone che, per qualche oscuro motivo, ogni giorno viene a leggere i miei deliri.
Visto che la cosa è, come dicevo, difficilmente spiegabile, è d'obbligo un ringraziamento sincero a tutti voi, amici, che quotidianamente venite a farmi visita e che spesso e volentieri lasciate un commento, contribuendo così a mettere in tavola qualche interessante discussione.
Un caro saluto a tutti.
Unione?
La prima cosa che mi sono chiesto (anche se a dire il vero è da un pò che mi faccio questa domanda) dopo aver appreso delle dimissioni di Prodi (cos'altro avrebbe dovuto fare?), non è stato cosa succederà adesso, ma come hanno fatto a chiamare una coalizione di questo tipo "Unione".
Mah...
Word e OpenDocument
Probabilmente, ai più, questa notizia dirà poco o niente. Ma, viceversa, per chi come me è appassionato di informatica (e soprattutto di libertà informatica), rappresenta un avvenimento di un certo rilievo. Come già segnalato da Paolo Attivissimo nel suo blog, il più utilizzato word processor del pianeta, Microsoft Word, è ora in grado di gestire correttamente il formato OpenDocument, lo standard già utilizzato da tempo dalla suite gratuita e libera OpenOffice.org.
Due righe veloci di spiegazione per chi non avesse idea di cosa sto parlando. Il noto programma di videoscrittura Microsoft Word ha un formato proprietario, il che vuol dire che si tratta di un programma a sorgente chiuso (closed source) protetto da un brevetto commerciale. Quando ci rechiamo in un negozio e acquistiamo la suite Office di zio Bill, in realtà non compriamo il programma, ma la licenza di usarlo. In altre parole Microsoft concede a noi utenti il diritto di usarlo (licenza) ma di fatto il proprietario è sempre lui, che rimane a tutti gli effetti titolare del copyright e dei diritti. Questo comporta che a suo insindacabile giudizio la suddetta licenza può essere revocata, oppure può subire un aumento di prezzo delle versioni successive, cosicché siamo obbligati a pagare per aprire i file generati con quel programma.
Ciò, come naturale conseguenza di questo per certi versi aberrante meccanismo, significa che i file e i documenti che creiamo con Word (quelli con la famosa estensione .doc) non sono di fatto totalmente nostri, in virtù appunto del fatto che sono correttamente apribili e gestibili solo dallo stesso programma che li ha generati (Word, appunto).
Con OpenOffice.org, il programma col quale ho scritto i miei due libri e col quale gestisco il mio sito internet, questo problema non si pone, perché si tratta di un programma a codice sorgente aperto (open source), e i file generati hanno le stesse caratteristiche del programma di origine. Ciò significa che un documento creato in questo formato sarà sempre apribile e gestibile con qualsiasi programma, anche tra 200 anni, e anche se OpenOffice.org in tale data non esisterà più. E questo per il semplice fatto che essendo il mio documento a codice aperto e con le specifiche pubbliche, qualsiasi programmatore potrà creare un programma per leggerlo.
Bene. Da oggi, come dicevo, il formato OpenDocument è gestibile correttamente anche da Word grazie a un piccolo plugin scaricabile da qui.
Chi mi conosce da un pò sa che non nutro grosse simpatie per Microsoft, anche se questa "lieve antipatia" non è rivolta principalmente ai suoi prodotti, ma al suo modus operandi. Va dato atto a zio Bill, invece, questa volta, di aver fatto un grosso passo in avanti. Passo che consentirà di abbattere alcune (non ancora tutte) delle barriere informatiche che esistono nella gestione dei vari formati. Un passo avanti verso un formato che sia finalmente universalmente utilizzabile.
Due righe veloci di spiegazione per chi non avesse idea di cosa sto parlando. Il noto programma di videoscrittura Microsoft Word ha un formato proprietario, il che vuol dire che si tratta di un programma a sorgente chiuso (closed source) protetto da un brevetto commerciale. Quando ci rechiamo in un negozio e acquistiamo la suite Office di zio Bill, in realtà non compriamo il programma, ma la licenza di usarlo. In altre parole Microsoft concede a noi utenti il diritto di usarlo (licenza) ma di fatto il proprietario è sempre lui, che rimane a tutti gli effetti titolare del copyright e dei diritti. Questo comporta che a suo insindacabile giudizio la suddetta licenza può essere revocata, oppure può subire un aumento di prezzo delle versioni successive, cosicché siamo obbligati a pagare per aprire i file generati con quel programma.
Ciò, come naturale conseguenza di questo per certi versi aberrante meccanismo, significa che i file e i documenti che creiamo con Word (quelli con la famosa estensione .doc) non sono di fatto totalmente nostri, in virtù appunto del fatto che sono correttamente apribili e gestibili solo dallo stesso programma che li ha generati (Word, appunto).
Con OpenOffice.org, il programma col quale ho scritto i miei due libri e col quale gestisco il mio sito internet, questo problema non si pone, perché si tratta di un programma a codice sorgente aperto (open source), e i file generati hanno le stesse caratteristiche del programma di origine. Ciò significa che un documento creato in questo formato sarà sempre apribile e gestibile con qualsiasi programma, anche tra 200 anni, e anche se OpenOffice.org in tale data non esisterà più. E questo per il semplice fatto che essendo il mio documento a codice aperto e con le specifiche pubbliche, qualsiasi programmatore potrà creare un programma per leggerlo.
Bene. Da oggi, come dicevo, il formato OpenDocument è gestibile correttamente anche da Word grazie a un piccolo plugin scaricabile da qui.
Chi mi conosce da un pò sa che non nutro grosse simpatie per Microsoft, anche se questa "lieve antipatia" non è rivolta principalmente ai suoi prodotti, ma al suo modus operandi. Va dato atto a zio Bill, invece, questa volta, di aver fatto un grosso passo in avanti. Passo che consentirà di abbattere alcune (non ancora tutte) delle barriere informatiche che esistono nella gestione dei vari formati. Un passo avanti verso un formato che sia finalmente universalmente utilizzabile.
martedì 20 febbraio 2007
Le scoperte del secolo
Udite udite! Oggi Repubblica ci delizia con la strabiliante notizia che l'incontro "virtuale" (e-mail, chat, ecc...) tra due sconosciuti può essere più aggressivo e scortese del suo equivalente reale.
Non riesco a capacitarmi della sensazionalità di questa notizia.
Non riesco a capacitarmi della sensazionalità di questa notizia.
Pomeriggio di smanettamenti (Kubuntu 6.10)
Ho deciso di abbandonare per un giorno le mie paranoie su politica, società, Ratzinger e compagnia bella. Ho infatti portato a casa dall'agenzia alcune riviste di informatica con allegati dei dvd di alcune delle distribuzioni più recenti di Linux, e precisamente: Ubuntu 6.10, Fedora Core 6, Slackware 11 e Kubuntu 6.10.
Oggi pomeriggio mi sono buttato su Kubuntu 6.10, una particolare versione della più nota Ubuntu, che a differenza di quest'ultima utlizza il desktop manager KDE (vers. 3.5.5) al posto di Gnome. Ecco una schermata di come si presenta a installazione completata:
Ho installato questa distribuzione di Linux sul vecchio hard disk di cui vi parlavo qualche post fa. L'installazione, come accade per quasi tutte le distro più recenti, è piuttosto semplice e avviene grazie a una comoda e intuitiva interfaccia grafica. Il restringimento della partizione di Windows per far posto a Linux è andata a buon fine, e quindi ecco la mia Kubuntu correttamente installata sullo stesso hard disk assieme a Xp.
Ci ho smanettato su appena un paio d'ore (tempo assolutamente insufficiente per una valutazione del sistema ampia ed esaustiva), ma qualche impressione me la sono fatta. Ecco una breve rassegna di pregi e difetti (visti da me):
Pregi
Difetti
Oggi pomeriggio mi sono buttato su Kubuntu 6.10, una particolare versione della più nota Ubuntu, che a differenza di quest'ultima utlizza il desktop manager KDE (vers. 3.5.5) al posto di Gnome. Ecco una schermata di come si presenta a installazione completata:
Ho installato questa distribuzione di Linux sul vecchio hard disk di cui vi parlavo qualche post fa. L'installazione, come accade per quasi tutte le distro più recenti, è piuttosto semplice e avviene grazie a una comoda e intuitiva interfaccia grafica. Il restringimento della partizione di Windows per far posto a Linux è andata a buon fine, e quindi ecco la mia Kubuntu correttamente installata sullo stesso hard disk assieme a Xp.
Ci ho smanettato su appena un paio d'ore (tempo assolutamente insufficiente per una valutazione del sistema ampia ed esaustiva), ma qualche impressione me la sono fatta. Ecco una breve rassegna di pregi e difetti (visti da me):
Pregi
- procedura di installazione molto veloce (circa mezz'ora)
- interfaccia grafica chiara e intuitiva (come potete vedere dall'immagine sopra)
- ottimo riconoscimento delle periferiche (comprese penne usb, fotocamera e cellulare)
- sistema operativo immediatamente funzionante e pronto all'uso non appena terminata l'installazione (compreso l'accesso a internet)
- tutti i programmi per chi fa un uso desktop del pc già inseriti nel sistema e pronti all'uso (qualche esempio, nell'impossibilità di citarli tutti: Amarok, Kaffeine, K3b, KaudioCreator, Akregator, Konqueror, KPDF, Ksnapshot, l'immancabile e utilissimo OpenOffice.org nella versione 2.0.4, ecc...)
Difetti
- ho dovuto smanettare un pò più del solito per fare riconoscere il modem. La cosa è abbastanza strana perchè si tratta di un normale modem esterno analogico a 56k (che con tutte le altre distro che ho provato non mi ha mai dato problemi). Comunque, dopo aver regolato alcuni parametri di Kppp tutto è andato a buon fine (questo post lo sto scrivendo appunto da Kubuntu)
- all'interno della distro non è purtroppo compreso Firefox, che dovrò quindi scaricar a parte e installare (tranne nel caso in cui sia disponibile nei repo della distro, andrò a vedere domani). Questo post lo sto scrivendo su Konqueror (ottimo browser anche questo)
- noto una certa lentezza a caricare le pagine web. Vabbè, col tipo di connessione che ho io a una certa "pigrizia" di fondo sono comunque abituato, ma qui mi pare eccessiva. Indagherò.
- il sistema non vede la partizione su cui è installato Windows, neppure facendo il mount da linea di comando loggato come root. Boh, strano, altra cosa da approfondire.
lunedì 19 febbraio 2007
Aumenti
Certo che sarà dura, per quelli delle ferrovie, trovare una giustificazione plausibile da fornire a chi ogni giorno ha la disavventura di salire su uno dei nostri treni. L'unico investimento che giustifichi un tale aumento potrebbe essere quello dell'acquisto di nuovi insetticidi per combattere la maggiore resistenza - dovuta all'assuefazione - di pulci, zecche e topi ai vecchi.
Predicare (bene) e razzolare (meno bene)
In occasione della recente visita in India, Romano Prodi, in visita sulla tomba di Gandhi, ha detto: "Troppo spesso non abbiamo seguito il suo insegnamento". Curiosa osservazione da chi, nonostante il palese dissenso di una consistente parte della coalizione di governo, ha appena dichiarato che il progetto di raddoppio della base militare americana a Vicenza non cambierà di una virgola.
Se consideriamo poi il fatto che sempre Prodi ha autorizzato l'invio di truppe in Libano (anche se ufficialmente in missione di pace), sbaglierò, ma questa uscita forse se la poteva risparmiare.
Se consideriamo poi il fatto che sempre Prodi ha autorizzato l'invio di truppe in Libano (anche se ufficialmente in missione di pace), sbaglierò, ma questa uscita forse se la poteva risparmiare.
domenica 18 febbraio 2007
Grazie Adler
E' morto a 93 anni Robert Adler (foto), l'inventore del telecomando. Considerato da molti il principale alleato della nostra pigrizia (prima della sua invenzione per cambiare canale bisognava alzarsi dalla sedia), va riconosciuto a questo signore un grande merito: quello di poter cambiare velocemente canale quando vediamo apparire Costanzo o la De Filippi.
Vacanze pagate (da me)
Sto girando in questi giorni vari siti internet di hotel in Trentino. Sono infatti appassionatissimo di montagna, e, come ogni estate, una settimana con la famiglia a ritemprare il fisico e lo spirito non me la leva nessuno. Il problema è che, gira e rigira, non sono ancora riuscito a trovare un "all inclusive" come quello di Frattini.
Cosa dite, provo a mandargli un'e-mail per vedere se riesce a mettere una parola buona anche per me?
Cosa dite, provo a mandargli un'e-mail per vedere se riesce a mettere una parola buona anche per me?
Piccolo esperimento di (poca) sicurezza con Xp (quasi) allo stato brado
Mi è capitato per le mani, uscito fuori dal casino che regna sovrano sulla mia scrivania, un vecchio hard disk da poco meno di 40 giga della Westerm Digital, e, siccome non conteneva niente di interessante, ho provato a fare un piccolo esperimento: l'ho formattato e ci ho installato su una vecchia versione di Xp Professional trovata su un cdrom di qualche anno fa. Una volta installato, però, non ho fatto la consueta trafila di scaricamento di tutti gli aggiornamenti critici disponibili di Microsoft, ma l'ho lasciato così come l'ho trovato, col solo service pack 1 installato e nient'altro.
Ovviamente, prima di connettermi in rete qualche precauzione l'ho presa: ho installato la versione free di Zone Alarm, l'antivirus AVG Free Edition e AdAware SE, un buon programma gratuito in grado di rilevare spyware, dialer, trojan, hijacker e altre simpatiche cosette che si trovano in rete. Cosa molto importante, non mi sono mai azzardato ad usare Internet Explorer, sostituito dal più sicuro Firefox, programmato per eliminare i cookie a ogni chiusura di sessione. In pratica, negli ultimi 10 giorni, ho utilizzato per lavorare esclusivamente questo Xp in queste condizioni, e ieri ho deciso di fare qualche verifica per vedere cosa è venuto fuori.
Scansione completa del sistema con AVG aggiornato:
Scansione con Ad-Aware:
Poi ho provveduto a fare una scansione con Rootkit Revealer
un programmino scova-rootkit in ambiente Windows (del quale avevo scritto un breve how-to l'anno scorso), che ha dato anche lui esito negativo.
In pratica, pur essendo rimasto online una decina di giorni col sistema aggiornato al 2003, non mi sono beccato niente. C'è da aggiungere che sono stato anche piuttosto attento: non ho ad esempio visitato siti poco raccomandabili e ho gestito la posta elettronica esclusivamente tramite webmail. Naturalmente questo è stato solo un esperimento che non va assolutamente imitato: gli aggiornamenti del sistema operativo (specialmente quelli definiti critici) vanno scaricati e installati, onde evitare guai.
Adesso però l'esperimento è finito: torno al mio Linux.
Ovviamente, prima di connettermi in rete qualche precauzione l'ho presa: ho installato la versione free di Zone Alarm, l'antivirus AVG Free Edition e AdAware SE, un buon programma gratuito in grado di rilevare spyware, dialer, trojan, hijacker e altre simpatiche cosette che si trovano in rete. Cosa molto importante, non mi sono mai azzardato ad usare Internet Explorer, sostituito dal più sicuro Firefox, programmato per eliminare i cookie a ogni chiusura di sessione. In pratica, negli ultimi 10 giorni, ho utilizzato per lavorare esclusivamente questo Xp in queste condizioni, e ieri ho deciso di fare qualche verifica per vedere cosa è venuto fuori.
Scansione completa del sistema con AVG aggiornato:
Scansione con Ad-Aware:
Poi ho provveduto a fare una scansione con Rootkit Revealer
un programmino scova-rootkit in ambiente Windows (del quale avevo scritto un breve how-to l'anno scorso), che ha dato anche lui esito negativo.
In pratica, pur essendo rimasto online una decina di giorni col sistema aggiornato al 2003, non mi sono beccato niente. C'è da aggiungere che sono stato anche piuttosto attento: non ho ad esempio visitato siti poco raccomandabili e ho gestito la posta elettronica esclusivamente tramite webmail. Naturalmente questo è stato solo un esperimento che non va assolutamente imitato: gli aggiornamenti del sistema operativo (specialmente quelli definiti critici) vanno scaricati e installati, onde evitare guai.
Adesso però l'esperimento è finito: torno al mio Linux.
sabato 17 febbraio 2007
Pigiama party
Questa sera, qui a casa mia, è previsto un pigiama party per festeggiare il Carnevale. Saremo un'allegra brigata di una dozzina di persone tra grandi e bambini. Per l'occasione, Chiara mi ha rimediato un vestito da topo, che nelle intenzioni dovrebbe farmi assomigliare a una specie di grosso Topo Gigio. Può darsi che domani pubblichi qualche foto (sempre che siano pubblicabili), anche se devo valutare il rischio di una possibile esodo di massa dei miei affezionati lettori da questo blog. :-)
venerdì 16 febbraio 2007
(ma)Scalzone riabilitato
Mi pare che stia prendendo piede nel nostro paese una strana e pericolosa tendenza: la riabilitazione dei delinquenti. Non mi riferisco a quelli che siedono in Parlamento e legiferano tranquillamente con una condanna passata in giudicato sul groppone, ma a quelli di "importazione".
Molti giornali si sono ad esempio occupati in questi ultimi tempi - ne avrete sicuramene sentito parlare - della vicenda di Oreste Scalzone. Il simpatico e pittoresco signore, che vedete nella foto qui sopra, è appena rientrato da una lunga vacanza in Francia: una vacanza che durava da ben 26 anni. Ed è tornato non perché si sia stancato di stare dai nostri cugini d'oltralpe, ma perché i reati di cui si è macchiato sono caduti in prescrizione e non corre più il pericolo di finire dentro. E non è che fossero innocenti bravate giovanili: i 16 anni di reclusione (che non ha mai scontato in quanto la Francia ne ha sempre negato l'estradizione) a cui è stato condannato nell''81, gli sono stati inflitti per associazione sovversiva, banda armata e rapina.
Oggi Scalzone è a tutti gli effetti un uomo libero, che scrive saggi (non oso pensare agli argomenti trattati), parla nelle piazze e dice tranquillamente di essere tornato con l'intenzione di riprendere le vecchie battaglie, "disposto pure a sparare se serve" (così, giusto per non perdere l'antico vizio). Bene, quindi, a mio avviso, ha fatto oggi il rettore della facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma a chiudere le porte e a vietare l'assemblea in cui avrebbe dovuto parlare il mancato galeotto, il quale si è dovuto accontentare di parlare davanti a quattro gatti sul piazzale antistante al rettorato dell'università.
Dicevo di questa pericolosa tendenza. Che probabilmente è solo frutto della mia paranoia, ma che è supportata da alcuni fatti che sembrano denotare un certo lassismo di fondo davanti a chi delinque in modo anche piuttosto plateale. Abbiamo avuto ad esempio l'indulto, che ha di fatto abbreviato le pene anche a chi ha commesso reati di una certa gravità, abbiamo tutta l'allegra brigata - di cui parlavo prima - dei parlamentari condannati in via definitiva che siedono tranquillamente in Parlamento, abbiamo Segretario della Presidenza della Camera (una delle cariche più prestigiose dell'intero arco costituzionale) Sergio D'Elia, condannato a 25 anni di galera per omicidio e banda armata, e adesso questo signore che nonostante quello che ha combinato non si è fatto un giorno di prigione e anzi va a parlare nelle università.
Come dicevo la mia è sicuramente solo una lieve forma di paranoia, però...
Molti giornali si sono ad esempio occupati in questi ultimi tempi - ne avrete sicuramene sentito parlare - della vicenda di Oreste Scalzone. Il simpatico e pittoresco signore, che vedete nella foto qui sopra, è appena rientrato da una lunga vacanza in Francia: una vacanza che durava da ben 26 anni. Ed è tornato non perché si sia stancato di stare dai nostri cugini d'oltralpe, ma perché i reati di cui si è macchiato sono caduti in prescrizione e non corre più il pericolo di finire dentro. E non è che fossero innocenti bravate giovanili: i 16 anni di reclusione (che non ha mai scontato in quanto la Francia ne ha sempre negato l'estradizione) a cui è stato condannato nell''81, gli sono stati inflitti per associazione sovversiva, banda armata e rapina.
Oggi Scalzone è a tutti gli effetti un uomo libero, che scrive saggi (non oso pensare agli argomenti trattati), parla nelle piazze e dice tranquillamente di essere tornato con l'intenzione di riprendere le vecchie battaglie, "disposto pure a sparare se serve" (così, giusto per non perdere l'antico vizio). Bene, quindi, a mio avviso, ha fatto oggi il rettore della facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma a chiudere le porte e a vietare l'assemblea in cui avrebbe dovuto parlare il mancato galeotto, il quale si è dovuto accontentare di parlare davanti a quattro gatti sul piazzale antistante al rettorato dell'università.
Dicevo di questa pericolosa tendenza. Che probabilmente è solo frutto della mia paranoia, ma che è supportata da alcuni fatti che sembrano denotare un certo lassismo di fondo davanti a chi delinque in modo anche piuttosto plateale. Abbiamo avuto ad esempio l'indulto, che ha di fatto abbreviato le pene anche a chi ha commesso reati di una certa gravità, abbiamo tutta l'allegra brigata - di cui parlavo prima - dei parlamentari condannati in via definitiva che siedono tranquillamente in Parlamento, abbiamo Segretario della Presidenza della Camera (una delle cariche più prestigiose dell'intero arco costituzionale) Sergio D'Elia, condannato a 25 anni di galera per omicidio e banda armata, e adesso questo signore che nonostante quello che ha combinato non si è fatto un giorno di prigione e anzi va a parlare nelle università.
Come dicevo la mia è sicuramente solo una lieve forma di paranoia, però...
Chiavi di lettura
Avrei una chiave di lettura per interpretare questa frase di Bertinotti:
"Prima lottavo perché il sistema così com'era non mi stava bene, ora che il sistema mi ha inglobato e ne sono parte, non me ne frega più niente".
giovedì 15 febbraio 2007
The italian portal tourism is cooming soon (forse)
Non so se avete presente Fabio e Mingo, gli equivalenti di Stanlio e Ollio di Striscia la Notizia, che ogni tanto vengono inviati a documentare sprechi e soldi pubblici buttati al vento in varie parti della nostra penisola: strutture iniziate e mai finite, ospedali finiti e mai entrati in funzione, ecc...
C'è una struttura che è costata l'equivalente di un intero ospedale (se non di più), ma che, a differenza delle strutture che citavo prima, non ha una consistenza fisica ma è sotto forma di bit: cioè un sito internet. Più precisamente è un portale, che nelle intenzioni di chi l'ha creato (anzi, per adesso solo "ideato", visto che ancora non è operativo) sarebbe dovuto diventare il punto di riferimento per la promozione turistica, via internet, del patrimonio culturale, ambientale e agroalimentare del nostro paese.
Questo progetto, nato in piena era Berlusconi, era inserito all'interno dell'ambizioso progetto di digitalizzazione dell'Italia tanto strombazzato dall'esecutivo precedente (io sono ancora senza copertura adsl). Questo portale è stato anche reclamizzato all'interno del famoso libretto, inviato dal governo Berlusconi a tutte le famiglie italiane, intitolato "L'innovazione digitale per le famiglie" (il relativo sito è - guarda a caso - "temporaneamente" non disponibile). Attraverso questo portale sarebbe stato possibile (sempre nelle intenzioni) accedere a tutta una serie di servizi, quali: prenotazione online delle vacanze, interazione diretta con le strutture e le caratteristiche delle varie regioni d'Italia al fine di poter conoscerne le peculiarità, valorizzazione del patrimonio culturale del nostro paese. In pratica una sorta di "sito di benvenuto" e di presentazione del nostro paese al turista che avesse intenzione di passare da noi.
Il progetto è partito ufficialmente a marzo 2004, e, visto che siamo ormai abbondantemente entrati nel 2007, dovrebbe quantomeno essere online con alcune funzionalità. Ecco invece cosa succede cliccando su Italia.it:
A distanza di 3 anni il portale non è ancora attivo (è in fase di realizzazione), anzi non esiste proprio. Mentre invece esistono e sono reali i soldi spesi per realizzarlo: 45 milioni di euro, che avrebbero dovuto essere utilizzati per la promozione del sito a livello mondiale, realizzazione della piattaforma digitale e acquisizione dei primi contenuti, ma che a tuttora non si capisce bene che fine abbiano fatto (non sono riuscito a trovare un sito che lo spieghi, se ci riuscite voi segnalatelo pure nei commenti).
Mi sa che mi toccherà scrivere un'e-mail a Striscia.
C'è una struttura che è costata l'equivalente di un intero ospedale (se non di più), ma che, a differenza delle strutture che citavo prima, non ha una consistenza fisica ma è sotto forma di bit: cioè un sito internet. Più precisamente è un portale, che nelle intenzioni di chi l'ha creato (anzi, per adesso solo "ideato", visto che ancora non è operativo) sarebbe dovuto diventare il punto di riferimento per la promozione turistica, via internet, del patrimonio culturale, ambientale e agroalimentare del nostro paese.
Questo progetto, nato in piena era Berlusconi, era inserito all'interno dell'ambizioso progetto di digitalizzazione dell'Italia tanto strombazzato dall'esecutivo precedente (io sono ancora senza copertura adsl). Questo portale è stato anche reclamizzato all'interno del famoso libretto, inviato dal governo Berlusconi a tutte le famiglie italiane, intitolato "L'innovazione digitale per le famiglie" (il relativo sito è - guarda a caso - "temporaneamente" non disponibile). Attraverso questo portale sarebbe stato possibile (sempre nelle intenzioni) accedere a tutta una serie di servizi, quali: prenotazione online delle vacanze, interazione diretta con le strutture e le caratteristiche delle varie regioni d'Italia al fine di poter conoscerne le peculiarità, valorizzazione del patrimonio culturale del nostro paese. In pratica una sorta di "sito di benvenuto" e di presentazione del nostro paese al turista che avesse intenzione di passare da noi.
Il progetto è partito ufficialmente a marzo 2004, e, visto che siamo ormai abbondantemente entrati nel 2007, dovrebbe quantomeno essere online con alcune funzionalità. Ecco invece cosa succede cliccando su Italia.it:
A distanza di 3 anni il portale non è ancora attivo (è in fase di realizzazione), anzi non esiste proprio. Mentre invece esistono e sono reali i soldi spesi per realizzarlo: 45 milioni di euro, che avrebbero dovuto essere utilizzati per la promozione del sito a livello mondiale, realizzazione della piattaforma digitale e acquisizione dei primi contenuti, ma che a tuttora non si capisce bene che fine abbiano fatto (non sono riuscito a trovare un sito che lo spieghi, se ci riuscite voi segnalatelo pure nei commenti).
Mi sa che mi toccherà scrivere un'e-mail a Striscia.
mercoledì 14 febbraio 2007
Questione di Reader
Come è noto, uno dei più diffusi e famosi programmi per la lettura e la gestione dei file .pdf, è Adobe Reader. Questo programma si trova praticamente su ogni pc, ed è multipiattaforma: gira cioè correttamente sia su Windows che Linux che Mac. Tuttavia Adobe Reader non è il solo lettore di questo tipo in circolazione, e come spesso accade in informatica, il fatto che un programma sia il più utilizzato non significa automaticamente che sia il migliore.
L'immagine che vedete qui sopra è il .pdf del mio libro, Linux, i miei traguardi. Ma al contrario di quello che potrebbe sembrare non è visualizzato da Adobe Reader, ma da un programma simile chiamato Foxit Reader. Questo programma, gratuitamente scaricabile da qui, ha tutte le funzioni di un lettore di file .pdf, ma, al contrario del più blasonato Adobe, "pesa" meno di 2 MB, contro i 60 e passa del suo cugino più famoso.
Ecco qualche dettaglio tecnico dei due programmi.
Dimensioni pacchetto installazione:
L'immagine che vedete qui sopra è il .pdf del mio libro, Linux, i miei traguardi. Ma al contrario di quello che potrebbe sembrare non è visualizzato da Adobe Reader, ma da un programma simile chiamato Foxit Reader. Questo programma, gratuitamente scaricabile da qui, ha tutte le funzioni di un lettore di file .pdf, ma, al contrario del più blasonato Adobe, "pesa" meno di 2 MB, contro i 60 e passa del suo cugino più famoso.
Ecco qualche dettaglio tecnico dei due programmi.
Dimensioni pacchetto installazione:
- Adobe Reader: 12.683 Kb
- Foxit Reader: 1.124 Kb
- Adobe Reader: 59.526 Kb
- Foxit Reader: 2.805 Kb
- Adobe Reader: 19.224 Kb
- Foxit Reader: 11.996 Kb
E la "L"?
Scusate, secondo voi non è che quelli di Google oggi si sono dimenticati una "l" in giro? O mi sembra a me?
Aggiornamento 15/02/2007
Oggi ne parla anche il Corriere, dicendo che in pochi se ne sono accorti. A me naturalmente non scappa una penna. :-)
S. Valentino per chi?
Ci siamo! La data attesa da milioni di innamorati (assieme ad altrettanti a cui non può fregare di meno) è dunque arrivata. E' difficile oggi, sinceramente, almeno per me, riuscire a inquadrare questa festa, e sono convinto che molti lo festeggino pur non sapendo niente sulle sue origini e sulle sue... conseguenze (specialmente a livello di portafoglio). Diciamo che la cosa in fondo non è così grave: vedere infatti gente che non sa cosa sta facendo è ormai piuttosto comune. Vabbè.
Agli occhi degli inguaribili romantici passerò come un cinico barbaro senza cuore, ma non mi sento di festeggiare questo appuntamento; per alcuni motivi. In primo luogo a causa della mia indole: sono infatti piuttosto restìo a celebrare ricorrenze di vario tipo (mia moglie mi aveva appioppato l'epiteto "orso" già quando eravamo ancora fidanzati). In più sono totalmente negato per le date e dimentico con una facilità disarmante compleanni, anniversari, appuntamenti. Ad aprile dell'anno scorso ho addirittura dimenticato l'anniversario di matrimonio (Chiara ogni tanto me lo ricorda ancora, vorrà dire che quest'anno le dedicherò un post per far pari).
Ma torniamo alla ricorrenza di S. Valentino, che è per definizione la festa degli innamorati, giusto? Ma perché ci deve essere un giorno in cui si festeggia il fatto di essere innamorati? Non si è (o non si dovrebbe esserlo) tutto l'anno? Da questo punto di vista giustifico di più ad esempio l'anniversario di nozze o di fidanzamento: visto che si è innamorati e si sta intraprendendo un cammino da più o meno anni con un'altra persona, trovo più ragionevole ricordare il giorno in cui tutto ha avuto inizio. O sbaglio? Che senso ha festeggiare l'innamoramento dando l'assalto ai negozi in cerca di fiori, cioccolatini, peluches, gioielli, cellulari, profumi, abiti, accessori? A parte il fatto che questo genere di regali si fa altre svariate volte durante l'anno (Natale, Pasqua, capodanno, Epifania, compleanni, ecc...), ma i più maligni potrebbero pensare che si tratti di un tentativo di colmare con cose materiali un vuoto affettivo (naturalmente è solo un'ipotesi).
E poi penso non vada dimenticato il fatto che a qualcuno questa festa può far girare le scatole. Pensiamo ad esempio a chi magari è appena stato lasciato, a chi ha trovato la moglie intenta a spiegare all'idraulico che il principio di impenetrabilità dei corpi è una balla. Pensiamo magari a chi sta soffrendo per amore, oppure l'amore non l'ha mai conosciuto o magari ce l'ha lontano. Oggi su qualunque giornale o cartellone in cui ha la sfortuna di imbattersi trova sicuramente i cuoricini o l'immagine dei cioccolatini da regalare. Eh, insomma, un pò girano, dopo.
Di sicuro, comunque, chi apprezza incondizionatamente questo genere di feste sono i commercianti, visto che quest'anno la festa dell'amore porterà via dalle tasche degli innamorati quasi 700 milioni di euro. Certo, davanti all'amore può apparire venale e cinico parlare di soldi, e infatti l'amore è cieco, come si usa dire, proprio ad indicare che difficilmente vede i disastri che combina. Non si vorrà mica rovinare l'atmosfera della situazione? Poi se è un problema ad arrivare alla fine del mese, beh, a quello ci si penserà. Non va dimenticato poi, che, appena esaurito S. Valentino, avremo a che fare nell'ordine con: festa della donna, festa del papà, festa della mamma, festa della nonna (ah no, quella l'hanno cavata), ecc... e quindi il problema del regalo e del pensierino si ripresenterà in tutta la sua drammaticità (insieme a qualche altro centinaio di milione di euro che si volatilizzeranno).
Comunque sia, come prestabilito, oggi è la festa dell'amore. Oggi si mettono da parte i piccoli egoismi irrazionali, i piccoli rancori, i cosmi personali che ognuno si costruisce (scordando che alla fine tutti avremo sopra due metri di terra) e ci si vuole bene. Costi quello che costi. Il coltello lo riprenderemo in mano domani.
Buon S. Valentino a tutti!
Agli occhi degli inguaribili romantici passerò come un cinico barbaro senza cuore, ma non mi sento di festeggiare questo appuntamento; per alcuni motivi. In primo luogo a causa della mia indole: sono infatti piuttosto restìo a celebrare ricorrenze di vario tipo (mia moglie mi aveva appioppato l'epiteto "orso" già quando eravamo ancora fidanzati). In più sono totalmente negato per le date e dimentico con una facilità disarmante compleanni, anniversari, appuntamenti. Ad aprile dell'anno scorso ho addirittura dimenticato l'anniversario di matrimonio (Chiara ogni tanto me lo ricorda ancora, vorrà dire che quest'anno le dedicherò un post per far pari).
Ma torniamo alla ricorrenza di S. Valentino, che è per definizione la festa degli innamorati, giusto? Ma perché ci deve essere un giorno in cui si festeggia il fatto di essere innamorati? Non si è (o non si dovrebbe esserlo) tutto l'anno? Da questo punto di vista giustifico di più ad esempio l'anniversario di nozze o di fidanzamento: visto che si è innamorati e si sta intraprendendo un cammino da più o meno anni con un'altra persona, trovo più ragionevole ricordare il giorno in cui tutto ha avuto inizio. O sbaglio? Che senso ha festeggiare l'innamoramento dando l'assalto ai negozi in cerca di fiori, cioccolatini, peluches, gioielli, cellulari, profumi, abiti, accessori? A parte il fatto che questo genere di regali si fa altre svariate volte durante l'anno (Natale, Pasqua, capodanno, Epifania, compleanni, ecc...), ma i più maligni potrebbero pensare che si tratti di un tentativo di colmare con cose materiali un vuoto affettivo (naturalmente è solo un'ipotesi).
E poi penso non vada dimenticato il fatto che a qualcuno questa festa può far girare le scatole. Pensiamo ad esempio a chi magari è appena stato lasciato, a chi ha trovato la moglie intenta a spiegare all'idraulico che il principio di impenetrabilità dei corpi è una balla. Pensiamo magari a chi sta soffrendo per amore, oppure l'amore non l'ha mai conosciuto o magari ce l'ha lontano. Oggi su qualunque giornale o cartellone in cui ha la sfortuna di imbattersi trova sicuramente i cuoricini o l'immagine dei cioccolatini da regalare. Eh, insomma, un pò girano, dopo.
Di sicuro, comunque, chi apprezza incondizionatamente questo genere di feste sono i commercianti, visto che quest'anno la festa dell'amore porterà via dalle tasche degli innamorati quasi 700 milioni di euro. Certo, davanti all'amore può apparire venale e cinico parlare di soldi, e infatti l'amore è cieco, come si usa dire, proprio ad indicare che difficilmente vede i disastri che combina. Non si vorrà mica rovinare l'atmosfera della situazione? Poi se è un problema ad arrivare alla fine del mese, beh, a quello ci si penserà. Non va dimenticato poi, che, appena esaurito S. Valentino, avremo a che fare nell'ordine con: festa della donna, festa del papà, festa della mamma, festa della nonna (ah no, quella l'hanno cavata), ecc... e quindi il problema del regalo e del pensierino si ripresenterà in tutta la sua drammaticità (insieme a qualche altro centinaio di milione di euro che si volatilizzeranno).
Comunque sia, come prestabilito, oggi è la festa dell'amore. Oggi si mettono da parte i piccoli egoismi irrazionali, i piccoli rancori, i cosmi personali che ognuno si costruisce (scordando che alla fine tutti avremo sopra due metri di terra) e ci si vuole bene. Costi quello che costi. Il coltello lo riprenderemo in mano domani.
Buon S. Valentino a tutti!
lunedì 12 febbraio 2007
Appelli
Mi ha fatto uno strano effetto sentire l'appello lanciato dall'ambasciata americana nostrana ai suoi connazionali, e cioè quello con cui si consiglia agli americani presenti nel nostro paese di girare al largo da Vicenza nel prossimo weekend.
Che poi, pensandoci bene, non sarebbe male se accadesse: e non solo per il prossimo weekend.
Che poi, pensandoci bene, non sarebbe male se accadesse: e non solo per il prossimo weekend.
Storie di automobili
Leggevo poco fa questo interessante articolo di Romy, e, sempre in tema di automobili, ho trovato questa interessante (si fa per dire) notizia su Promiseland. Siamo il paese che ha più macchine pro-capite a livello europeo. Nella maggior parte delle città italiane, infatti, si è superata la quota di 500 macchine ogni 1000 abitanti.
Ogni tanto mi capita, per lavoro o necessità, di recarmi nella vicina Rimini. Il traffico veicolare qui ha raggiunto già da anni livelli da manicomio: file interminabili di auto ai semafori, parcheggi pressoché introvabili. La via Emilia, la statale che collega Rimini a Santarcangelo, è per la maggior parte della giornata un serpentone quasi ininterrotto, composto da autovetture con un solo conducente, mentre i mezzi pubblici (che pure ci sono) viaggiano praticamente vuoti.
Parlavo di questa cosa l'altro giorno con Chiara, e convenivamo entrambi di come sia peggiorata nel corso del tempo la situazione. A nulla è valso costruire rotonde su rotonde. C'è poco da fare: le macchine sono sempre quelle (anzi aumentano) e fluidificare in certi punti il traffico significa solo accumularlo al semaforo successivo. La pubblicità, poi, ci mette del suo. Guardate questa, per esempio, e ditemi cosa se ne farebbe uno a Rimini, o in qualsiai altra grande cittò, di un'auto con più di 400 cavalli.
Una volta, quand'ero più giovane, amavo anch'io l'auto, mi piaceva, mi faceva sentire libero: stare in mezzo al casino non mi pesava. Da tempo non più, oggi è diventata un'agonia: quando ci carico le mie figlie dopo 10 minuti si addormentano. La uso ancora solo a causa del mio lavoro (purtroppo all'orario in cui inizio io a lavorare non passano mezzi pubblici).
Boh. Sarà che siamo un popolo di pigri, sarà l'abitudine, sarà che ormai consideriamo l'auto un prolungamento fisiologico del nostro corpo, sarà che uscire la mattina presto d'inverno quando piove fa diventare naturale infilarsi in macchina e accendere il riscaldamento. O forse tutte queste cose insieme.
Mah...
Ogni tanto mi capita, per lavoro o necessità, di recarmi nella vicina Rimini. Il traffico veicolare qui ha raggiunto già da anni livelli da manicomio: file interminabili di auto ai semafori, parcheggi pressoché introvabili. La via Emilia, la statale che collega Rimini a Santarcangelo, è per la maggior parte della giornata un serpentone quasi ininterrotto, composto da autovetture con un solo conducente, mentre i mezzi pubblici (che pure ci sono) viaggiano praticamente vuoti.
Parlavo di questa cosa l'altro giorno con Chiara, e convenivamo entrambi di come sia peggiorata nel corso del tempo la situazione. A nulla è valso costruire rotonde su rotonde. C'è poco da fare: le macchine sono sempre quelle (anzi aumentano) e fluidificare in certi punti il traffico significa solo accumularlo al semaforo successivo. La pubblicità, poi, ci mette del suo. Guardate questa, per esempio, e ditemi cosa se ne farebbe uno a Rimini, o in qualsiai altra grande cittò, di un'auto con più di 400 cavalli.
Una volta, quand'ero più giovane, amavo anch'io l'auto, mi piaceva, mi faceva sentire libero: stare in mezzo al casino non mi pesava. Da tempo non più, oggi è diventata un'agonia: quando ci carico le mie figlie dopo 10 minuti si addormentano. La uso ancora solo a causa del mio lavoro (purtroppo all'orario in cui inizio io a lavorare non passano mezzi pubblici).
Boh. Sarà che siamo un popolo di pigri, sarà l'abitudine, sarà che ormai consideriamo l'auto un prolungamento fisiologico del nostro corpo, sarà che uscire la mattina presto d'inverno quando piove fa diventare naturale infilarsi in macchina e accendere il riscaldamento. O forse tutte queste cose insieme.
Mah...
domenica 11 febbraio 2007
Gli 11 euro (finti) di Sky
La notizia mi ha fatto un certo piacere, non lo nego. Se non altro per i continui tentativi della nota azienda di frantumare le mie appendici pendule via telefono. Per farla breve Sky è stata denunciata dall'Adiconsum per pubblicità ingannevole, e precisamente quella del pacchetto 11 euro mensili tutto compreso.
La nota associazione di consumatori, infatti, contesta alla multinazionale di Murdock il fatto che nello spot che reclamizza il famoso pacchetto non è menzionato che si tratta di un'offerta con dei limiti temporali. E in più il suddetto spot dà l'idea che sia possibile abbonarsi alla tv Sky spendendo solo i famosi 11 euro, mentre invece l'offerta più economica della nota tv via satellite, sempre secondo l'Adiconsum, è di 24 euro mensili.
Il secondo punto contestato all'azienda è quello relativo all'articolo 3.3 del contratto di Sky, che prevede che "per aumenti non superiori al 10% non è possibile recedere dal contratto". Facile capire che una clausola del genere può tranquillamente essere considerata vessatoria e a totale svantaggio del cliente. Quindi, ora, avvalendosi anche del recente decreto Bersani, pare sia possibile recedere dal contratto con Sky semplicemente inviando una raccomandata.
La nota associazione di consumatori, infatti, contesta alla multinazionale di Murdock il fatto che nello spot che reclamizza il famoso pacchetto non è menzionato che si tratta di un'offerta con dei limiti temporali. E in più il suddetto spot dà l'idea che sia possibile abbonarsi alla tv Sky spendendo solo i famosi 11 euro, mentre invece l'offerta più economica della nota tv via satellite, sempre secondo l'Adiconsum, è di 24 euro mensili.
Il secondo punto contestato all'azienda è quello relativo all'articolo 3.3 del contratto di Sky, che prevede che "per aumenti non superiori al 10% non è possibile recedere dal contratto". Facile capire che una clausola del genere può tranquillamente essere considerata vessatoria e a totale svantaggio del cliente. Quindi, ora, avvalendosi anche del recente decreto Bersani, pare sia possibile recedere dal contratto con Sky semplicemente inviando una raccomandata.
Quando la stupidità finisce in discarica
Nel mese di settembre dell'anno scorso l'Islanda ha riaperto la caccia alle balene. Questo paese, insieme a Norvegia e Giappone, non ha infatti sottoscritto la moratoria sulla caccia a questi cetacei per fini commerciali a cui invece hanno aderito Germania, Gran Bretagna, Francia, Australia, Stati Uniti, Brasile e Sudafrica.
A distanza di circa 5 mesi dall'entrata in vigore di questo sciagurato provvedimento, volete sapere che fine hanno fatto molti dei cetacei uccisi?
Sono finiti in discarica. Proprio così: 179 tonnellate di carne di balena invenduta marcisce in una discarica pubblica islandese. Mi pare che ogni commento sia superfluo.
Sparizioni...
Quand'ero giovane e scemo (adesso sono grande e intelligente) guardavo drive-in, il programma che ha dato il via al genere "sbatti le tette in tv a tutte le ore". Ricordo che un giovane Ezio Greggio iniziava un suo famoso sketch con "magia, mistero, apparizioni, sparizioni...".
Nell'elenco delle sparizioni potremmo oggi inserire la notizia che la tanto strombazzata abolizione dei costi di ricarica dei telefonini slitterà probabilmente a giugno. Curiosa questa cosa: quando il dl è stato approvato, tutti a sbattere il titolo in prima pagina. Radio, tv, giornali, tutti a parlarne. Adesso che per cause tecniche (qualche pressione dai gestori?) il provvedimento sembra destinato a slittare, ne dà notizia l'Ansa in un recondito angolino del suo sito internet.
Magia, mistero, apparizioni, sparizioni...
Nell'elenco delle sparizioni potremmo oggi inserire la notizia che la tanto strombazzata abolizione dei costi di ricarica dei telefonini slitterà probabilmente a giugno. Curiosa questa cosa: quando il dl è stato approvato, tutti a sbattere il titolo in prima pagina. Radio, tv, giornali, tutti a parlarne. Adesso che per cause tecniche (qualche pressione dai gestori?) il provvedimento sembra destinato a slittare, ne dà notizia l'Ansa in un recondito angolino del suo sito internet.
Magia, mistero, apparizioni, sparizioni...
venerdì 9 febbraio 2007
I dialetti di Wikipedia
Chi naviga regolarmente in rete, conosce, o sicuramente ha sentito parlare, di Wikipedia, l'enciclopedia libera online costruita e sviluppata col solo contributo degli utenti. Chi, come me, ha i figli che vanno a scuola, avrà sicuramente avuto modo di apprezzarne la facilità di consultazione e la completezza. Una delle sue peculiarità più apprezzate, tra le tante, è quella di essere disponibile in tantissime lingue (elenco).
Quello che però forse non tutti sanno è che oltre a essere pubblicata e sviluppata in diverse lingue è anche disponibile in molti dialetti. Attualmente, ad esempio, la versione italiana è composta da sette "sottoversioni" corrispondenti ad altrettanti dialetti presenti nel nostro paese. E precisamente:
Non è al momento disponibile la versione in dialetto romagnolo, appena avrò un attimo di tempo vedrò di darmi da fare. :-)
Aggiornamento 16/02/2007
Un lettore (grazie Simone) mi segnala che esiste anche una versione ligure che mi era sfuggita.
Quello che però forse non tutti sanno è che oltre a essere pubblicata e sviluppata in diverse lingue è anche disponibile in molti dialetti. Attualmente, ad esempio, la versione italiana è composta da sette "sottoversioni" corrispondenti ad altrettanti dialetti presenti nel nostro paese. E precisamente:
Non è al momento disponibile la versione in dialetto romagnolo, appena avrò un attimo di tempo vedrò di darmi da fare. :-)
Aggiornamento 16/02/2007
Un lettore (grazie Simone) mi segnala che esiste anche una versione ligure che mi era sfuggita.
Fannulloni pentiti
Che ci siano persone e famiglie che hanno difficoltà economiche che non consentono di arrivare a fine mese con una certa tranquillità, è cosa nota. Ed è anche vero che spesso lo stipendio che si perpcepisce non appare adeguato al tipo di lavoro che si svolge; ad esempio è abbastanza diffusa la situazione di laureati costretti a barcamenarsi con quello che trovano, col tipo di retribuzione che ne consegue.
Nell'immaginario collettivo c'è e c'è sempre stata una categoria, i dipendenti statali, considerata agli occhi dei "comuni mortali" privilegiata (poca fatica, lavoro sicuro, stipendio tutto sommato accettabile, ecc...). In genere, avere un lavoro sicuro, poco faticoso, che lascia tantissimo tempo libero e che oltre a tutto questo è molto ben remunerato è il sogno di tutti. Può capitare però che anche uno che si ritrovi in questa situazione si stanchi, voglia qualcosa di più, e forse di diverso.
E così capitano storie come questa, in cui un magistrato afferma pubblicamente di rubare il lauto stipendio che gli viene elargito dall'amministrazione pubblica (dove, naturalmente, il termine "rubare" sta a indicare un eccesso di retribuzione rispetto al lavoro svolto). Il caso (vi consiglio di leggere tutto l'articolo che ho linkato sopra) fa scalpore e viene portato alla ribalta per la sua singolarità (in genere infatti chi si trova in questa situazione tende a non sbandierarlo ai 4 venti). Sono però cose che effettivamente fanno pensare, in quanto di fronte a tanti che si sgripponano da mattina a sera per 4 soldi, troviamo anche persone non soddisfatte di trovarsi nella posizione inversa.
Certo, che esistano persone più fortunate di altre e con privilegi maggiori è in fondo risaputo (pensiamo ai politici), ed è una cosa che tutto sommato è sempre esistita ed accettata. Però che qualcuno si lamenti di questi privilegi fino ad autodenunciarsi, beh, devo ammettere che mi fa uno strano effetto.
Nell'immaginario collettivo c'è e c'è sempre stata una categoria, i dipendenti statali, considerata agli occhi dei "comuni mortali" privilegiata (poca fatica, lavoro sicuro, stipendio tutto sommato accettabile, ecc...). In genere, avere un lavoro sicuro, poco faticoso, che lascia tantissimo tempo libero e che oltre a tutto questo è molto ben remunerato è il sogno di tutti. Può capitare però che anche uno che si ritrovi in questa situazione si stanchi, voglia qualcosa di più, e forse di diverso.
E così capitano storie come questa, in cui un magistrato afferma pubblicamente di rubare il lauto stipendio che gli viene elargito dall'amministrazione pubblica (dove, naturalmente, il termine "rubare" sta a indicare un eccesso di retribuzione rispetto al lavoro svolto). Il caso (vi consiglio di leggere tutto l'articolo che ho linkato sopra) fa scalpore e viene portato alla ribalta per la sua singolarità (in genere infatti chi si trova in questa situazione tende a non sbandierarlo ai 4 venti). Sono però cose che effettivamente fanno pensare, in quanto di fronte a tanti che si sgripponano da mattina a sera per 4 soldi, troviamo anche persone non soddisfatte di trovarsi nella posizione inversa.
Certo, che esistano persone più fortunate di altre e con privilegi maggiori è in fondo risaputo (pensiamo ai politici), ed è una cosa che tutto sommato è sempre esistita ed accettata. Però che qualcuno si lamenti di questi privilegi fino ad autodenunciarsi, beh, devo ammettere che mi fa uno strano effetto.
giovedì 8 febbraio 2007
Se lo sapevo prima
Mi sa che se Punto Informatico avesse pubblicato questo articolo un paio di settimane fa, probabilmente il canone Rai (ops, volevo dire la tassa di possesso dell'apparecchio televisivo) non l'avrei pagato.
Antiamericanismi
Sono accaduti un paio di fatti in questi ultimi giorni che mi hanno fatto un pò pensare, e hanno entrambi a che fare con certi atteggiamenti assunti dall'amministrazione americana nei confronti del nostro paese. Preciso subito che, in linea di massima, non sono pregiudizialmente animato da spirito antiamericanista. Ritengo infatti che gli USA siano una grande democrazia che ovviamente, come tutte le grandi democrazie, ha pregi e difetti (forse più difetti, ma questa è una mia personale opinione).
Ma veniamo ai fatti. Come forse saprà chi segue un pò la politica, è stato approvato in Parlamento il rifinanziamento della nostra missione in Afghanistan. Naturalmente la questione, come era prevedibile, ha dato il la a tutta una serie di litigi e baruffe (alle quali per la verità siamo abbastanza abituati) tra chi era d'accordo a mantenere tale impegno (destra e componente moderata della sinistra) e chi avrebbe voluto il ritiro incondizionato, o comunque un non rifinanziamento del nostro contingente (sinistra radicale).
L'amministrazione americana, che evidentemente tiene costantemente d'occhio quello che succede nel nostro Parlamento, vedendo che la questione ha suscitato una notevole bagarre dalla quale sarebbe anche potuto derivare un voto contrario, ha intimato, tramite una lettera inviata al nostro Ministro degli Esteri, di adoperarsi e fare tutto il possibile per mantenere la missione italiana in Afghanistan. D'Alema, vedendo il tutto come un'interferenza e un'intrusione nella normale attività del nostro Parlamento, ha in tutta risposta rispedito le lettere al mittente dicendo in sostanza che i nostri affari e le nostre decisioni siamo in grado di prenderle da soli.
Il secondo fatto che sta tenendo banco sempre in questi giorni, è invece il rifiuto dell'amministrazione americana di concedere l'estradizione del marine Mario Lozano, il soldato americano responsabile dell'omicidio di Nicola Calipari, il funzionario dei servizi segreti italiani principale fautore del lieto fine del rapimento della giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena. Mario Lozano è stato infatti rinviato a giudizio dalla III sezione della Corte di Assise di Roma con la pesante accusa di omicidio volontario. Questi due fatti (assieme alla nota questione dell'ampliamento della base USA a Vicenza) hanno creato, come del resto era prevedibile, qualche attrito tra i vertici governativi del nostro paese e l'amministrazione Bush (anche se il paragone con la famosa crisi di Sigonella dell'85 ipotizzato da qualcuno mi pare eccessivo), e quindi mi è venuta spontanea qualche riflessione.
L'Italia, come è noto, ha da sempre stretti legami politici, economici e di alleanza con l'America, e ciò da quando, una sessantina di anni fa, l'ingresso delle truppe alleate ha contribuito in maniera determinante alla cacciata dei nazifascisti dal nostro paese. Mi pare però che ultimamente il rapporto di alleanza con gli Stati Uniti si stia trasformando in un rapporto di sudditanza. E questi ultimi episodi che ho citato prima mi pare ne siano un chiaro esempio. Insomma, da circa 60 siamo praticamente una specie di portaerei degli USA (sul nostro territorio sono presenti svariate basi militari americane), mi pare quindi che il debito di riconoscenza che eravamo in qualche modo obbligati a riconoscere sia stato più che onorato.
L'impressione che ho, insomma, è che l'America ci consideri una specie di colonia, di "appoggio" logistico del quale poter disporre a suo piacimento. E il recente e pressante "invito" a mantenere le nostre truppe in Afghanistan mi pare che sia sintomo di qualcosa di più di un semplice interessamento a quello che succede da noi. Sarei insomma più incline a considerarlo come una vera e propria ingerenza. E quindi, devo essere sincero, non mi è dispiaciuta la presa di posizione di D'Alema (segnatevela, questa è una delle poche volte che condivido l'operato di un politico), che in sostanza non ha fatto altro che rivendicare, in un apprezzabile scatto d'orgoglio nazionale, la nostra autonomia e indipendenza.
Ma veniamo ai fatti. Come forse saprà chi segue un pò la politica, è stato approvato in Parlamento il rifinanziamento della nostra missione in Afghanistan. Naturalmente la questione, come era prevedibile, ha dato il la a tutta una serie di litigi e baruffe (alle quali per la verità siamo abbastanza abituati) tra chi era d'accordo a mantenere tale impegno (destra e componente moderata della sinistra) e chi avrebbe voluto il ritiro incondizionato, o comunque un non rifinanziamento del nostro contingente (sinistra radicale).
L'amministrazione americana, che evidentemente tiene costantemente d'occhio quello che succede nel nostro Parlamento, vedendo che la questione ha suscitato una notevole bagarre dalla quale sarebbe anche potuto derivare un voto contrario, ha intimato, tramite una lettera inviata al nostro Ministro degli Esteri, di adoperarsi e fare tutto il possibile per mantenere la missione italiana in Afghanistan. D'Alema, vedendo il tutto come un'interferenza e un'intrusione nella normale attività del nostro Parlamento, ha in tutta risposta rispedito le lettere al mittente dicendo in sostanza che i nostri affari e le nostre decisioni siamo in grado di prenderle da soli.
Il secondo fatto che sta tenendo banco sempre in questi giorni, è invece il rifiuto dell'amministrazione americana di concedere l'estradizione del marine Mario Lozano, il soldato americano responsabile dell'omicidio di Nicola Calipari, il funzionario dei servizi segreti italiani principale fautore del lieto fine del rapimento della giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena. Mario Lozano è stato infatti rinviato a giudizio dalla III sezione della Corte di Assise di Roma con la pesante accusa di omicidio volontario. Questi due fatti (assieme alla nota questione dell'ampliamento della base USA a Vicenza) hanno creato, come del resto era prevedibile, qualche attrito tra i vertici governativi del nostro paese e l'amministrazione Bush (anche se il paragone con la famosa crisi di Sigonella dell'85 ipotizzato da qualcuno mi pare eccessivo), e quindi mi è venuta spontanea qualche riflessione.
L'Italia, come è noto, ha da sempre stretti legami politici, economici e di alleanza con l'America, e ciò da quando, una sessantina di anni fa, l'ingresso delle truppe alleate ha contribuito in maniera determinante alla cacciata dei nazifascisti dal nostro paese. Mi pare però che ultimamente il rapporto di alleanza con gli Stati Uniti si stia trasformando in un rapporto di sudditanza. E questi ultimi episodi che ho citato prima mi pare ne siano un chiaro esempio. Insomma, da circa 60 siamo praticamente una specie di portaerei degli USA (sul nostro territorio sono presenti svariate basi militari americane), mi pare quindi che il debito di riconoscenza che eravamo in qualche modo obbligati a riconoscere sia stato più che onorato.
L'impressione che ho, insomma, è che l'America ci consideri una specie di colonia, di "appoggio" logistico del quale poter disporre a suo piacimento. E il recente e pressante "invito" a mantenere le nostre truppe in Afghanistan mi pare che sia sintomo di qualcosa di più di un semplice interessamento a quello che succede da noi. Sarei insomma più incline a considerarlo come una vera e propria ingerenza. E quindi, devo essere sincero, non mi è dispiaciuta la presa di posizione di D'Alema (segnatevela, questa è una delle poche volte che condivido l'operato di un politico), che in sostanza non ha fatto altro che rivendicare, in un apprezzabile scatto d'orgoglio nazionale, la nostra autonomia e indipendenza.
mercoledì 7 febbraio 2007
Ma serve il blocco?
Io spero che l'iniziativa di blocco del traffico nel nord Italia, che verrà attuata il prossimo 25 febbraio, abbia solo una valenza puramente simbolica e di sensibilizzazione al problema dell'inquinamento. No, perché se per caso qualcuno pensa che un giorno di stop alle auto abbia qualche benefico effetto sull'immisione nell'atmosfera dei pm10, o ci fa o ci è.
Questa cosa mi ricorda l'iniziativa del blocco settimanale del traffico il giovedì a Rimini e in molti grandi centri dell'Emilia Romagna. Un'iniziativa che, come è stato ormai ampiamente dimostrato, non serve assolutamente a niente, visto che le rilevazioni dei pm10 effettuate il giorno in cui non si circola non hanno mai dato segnali di miglioramento della situazione.
Questa cosa mi ricorda l'iniziativa del blocco settimanale del traffico il giovedì a Rimini e in molti grandi centri dell'Emilia Romagna. Un'iniziativa che, come è stato ormai ampiamente dimostrato, non serve assolutamente a niente, visto che le rilevazioni dei pm10 effettuate il giorno in cui non si circola non hanno mai dato segnali di miglioramento della situazione.
Il vuoto (dell'informazione)
Uff... già è appena passata (anche se ancora non del tutto) la "bufera" provocata dalla lettera inviata a Repubblica dalla ex first lady - che non ha mandato giù il fatto che il dolce maritino abbia fatto il galletto con alcune ritoccate del sabato sera -, che già sta tenendo banco la questione della battuta sui gay dell'intraprendente ex-premier.
Naturalmente alla battuta va dato il peso che merita (e cioè quasi niente), considerando anche la levatura del personaggio che l'ha pronunciata, ma la questione è un'altra: è possibile che i media non abbiano di meglio da fare che riportare per pagine intere e per giorni qualsiasi stronzata che dicono i nostri cosiddetti "vip"? E Repubblica poi cosa è diventata? Il tramite postale ufficiale tra i due coniugi? Già io se fossi stato Ezio Mauro avrei preso la "coraggiosa" lettera della mogliettina ferita nell'orgoglio e l'avrei cestinata all'istante, invece di accettare di spiattellare il tutto ai quattro angoli del globo. Che si scrivessero in privato e non rompessero gli zebedei a noi, che abbiamo ben altro a cui pensare.
E poi, checcavolo, un pò di dignità da parte di Repubblica. Non è forse considerato uno dei più autorevoli quotidiani italiani? Ha per caso deciso di abbassarsi al rango "gossipparo" di Novella 2000? Cosa è diventato, una specie di surrogato mal riuscito di una rivista per cuori infranti? Mi meraviglio del silenzio di Scalfari, suo fondatore. Vi immaginate poi se per caso la moda prende piede? Già vedo la moglie di Prodi lamentarsi col Corriere della Sera per presunte trascuratezze del marito in favore della bicicletta.
E vabbè, cosa ci volete fare? Parafrasando un noto detto potremmo dire: "ognuno ha l'informazione che si merita".
Naturalmente alla battuta va dato il peso che merita (e cioè quasi niente), considerando anche la levatura del personaggio che l'ha pronunciata, ma la questione è un'altra: è possibile che i media non abbiano di meglio da fare che riportare per pagine intere e per giorni qualsiasi stronzata che dicono i nostri cosiddetti "vip"? E Repubblica poi cosa è diventata? Il tramite postale ufficiale tra i due coniugi? Già io se fossi stato Ezio Mauro avrei preso la "coraggiosa" lettera della mogliettina ferita nell'orgoglio e l'avrei cestinata all'istante, invece di accettare di spiattellare il tutto ai quattro angoli del globo. Che si scrivessero in privato e non rompessero gli zebedei a noi, che abbiamo ben altro a cui pensare.
E poi, checcavolo, un pò di dignità da parte di Repubblica. Non è forse considerato uno dei più autorevoli quotidiani italiani? Ha per caso deciso di abbassarsi al rango "gossipparo" di Novella 2000? Cosa è diventato, una specie di surrogato mal riuscito di una rivista per cuori infranti? Mi meraviglio del silenzio di Scalfari, suo fondatore. Vi immaginate poi se per caso la moda prende piede? Già vedo la moglie di Prodi lamentarsi col Corriere della Sera per presunte trascuratezze del marito in favore della bicicletta.
E vabbè, cosa ci volete fare? Parafrasando un noto detto potremmo dire: "ognuno ha l'informazione che si merita".
martedì 6 febbraio 2007
Etichette per tutti
Il passaggio del mio blog alla nuova piattaforma di blogger.com, consente (come potete vedere in calce a questo post e al precedente) di inserire delle "etichette" (informatica, politica, musica, ecc...). In pratica, sotto ogni articolo, trovate delle definizioni che descrivono molto sinteticamente il tipo di argomento trattato nell'articolo. Se l'articolo vi è piaciuto, cliccando sull'etichetta corrispondente verrete portati a una pagina in cui sono raccolti tutti gli articoli che trattano il medesimo argomento.
Non so se la cosa abbia una qualche utilità. Adesso provo, poi si vedrà.
Non so se la cosa abbia una qualche utilità. Adesso provo, poi si vedrà.
Clemenza per Posonov (e per il Corriere)
Ovviamente non si tratta di Apple, visto che la casa di Redmond è notoriamente quella di zio Bill, e cioè Microsoft. Approfitto comunque di questa clamorosa svista del Corriere (che probabilmente quando leggerete questo articolo sarà già stata corretta) per segnalare la curiosa e per certi versi singolare vicenda accaduta a tale Alexander Posonov, professore in una scuola di un piccolo paesino degli Urali.
Il professore in questione, come riportato anche da Webnews, rischia di essere internato per 5 anni in un carcere siberiano; e a questo si aggiungerebbe una multa di circa 10.000 dollari, che in Russia non sono bruscolini (specialmente per un insegnante). E tutto ciò a causa del gravissimo reato del quale si è macchiato il suddetto professore: e cioè l'utilizzo, nella scuola, di software di zio Bill senza regolare licenza.
A nulla sono valse le giustificazioni dell'insegnante, il quale asserisce la sua totale buona fede in quanto i software in questione sarebbero giunti all'interno della scuola già preinstallati su componenti hardware provenienti dall'esterno. E a nulla è valsa la lettera spedita di persona da Mikhail Gorbaciov a Bill Gates pregandolo di intervenire in prima persona in difesa del professore. Zio Bill, infatti (come era prevedibile), ha risposto picche, delegando piuttosto "pilatescamente" l'intera questione alla giustizia russa.
Curiosa questa cosa. Se infatti si considera il fatto che se il professore fosse colpevole si sarebbe macchiato dello stesso reato del quale si sono macchiati (e si macchiano tuttora) milioni (miliardi?) di utilizzatori in tutto il mondo, zio Bill non solo avrebbe dovuto intercedere ritirando la causa (facendo così una figura sicuramente più dignitosa di quella che ha fatto), ma avrebbe dovuto addirittura ringraziarlo. Se infatti a qualcuno non fosse ancora noto, ricordo che Microsft e prodotti collegati (ad esempio M$ Office) sono diventati lo standard mondiale nei rispettivi settori proprio grazie alla pirateria software, che M$ ha sempre finto di combattere ma che in realtà ha permesso la diffusione che conosciamo dei suoi prodotti.
Naturalmente, a scanso di equivoci, preciso che non voglio dare l'impressione con questo articolo di essere favorevole alla pirateria software, anzi. A maggior ragione considerando che la quasi totalità dei programmi e dei sistemi operativi proprietari in circolazione hanno il loro equivalente open source che spesso e volentieri è di qualità superiore ai più blasonati programmi che utilizziamo normalmente.
Aggiornamento 07/02/2007
Mi sono accorto adesso (14,20) che la pagina del Corriere che ho linkato non è raggiungibile. Evidentemente si sono accorti della gaffe e stanno cercando di rimediare.
lunedì 5 febbraio 2007
La ricarica "a pippa"
Confesso la mia totale ignoranza in materia. Non sapevo infatti dell'esistenza di questo marchingegno fino all'altro ieri, quando sono andato all'Expo Elettronica di cui vi ho parlato qualche post fa.
Si tratta in pratica di una normale torcia elettrica che al posto delle comuni pile usa e getta ha un magnete, che passando ripetutamente all'interno di uno statore genera un campo magnetico che viene tramutato in corrente (almeno questa è la mia interpretazione da profano del fenomeno, se qualcuno conosce esattamente la dinamica tecnica si faccia pure avanti). E la produzione di corrente avviene appunto manipolando la pila stessa a mo di,,, pippa (scusate, non è molto fine, ma ho riportato pari pari la dicitura della confezione).
Ho speso 3 euro. Contando che non serviranno più le normali pile non mi sembra una spesa eccessiva. Voi che ne dite?
Matarrese show
Cerchiamo di guardare le cose dal loro verso: in Italia - ma non solo - abbiamo diversi "sistemi" che richiedono il loro tributo di vite umane: ci sono i morti sul lavoro, i morti per incidenti stradali, i morti per malasanità, ecc...
Oggi Matarrese (foto) ha inaugurato ufficialmente la stagione dei morti del "sistema calcio". Sinceramente quando ho sentito parlare di questa cosa ho pensato: "Va là, saranno le solite mezze frasi estrapolate dal contesto, com'è usanza fare tra i giornalisti...". Poi mi sono letto l'intervista intera riportata da Repubblica e mi è venuto un flash: non è solo colpa degli ultras idioti la rovina del calcio.
Oggi Matarrese (foto) ha inaugurato ufficialmente la stagione dei morti del "sistema calcio". Sinceramente quando ho sentito parlare di questa cosa ho pensato: "Va là, saranno le solite mezze frasi estrapolate dal contesto, com'è usanza fare tra i giornalisti...". Poi mi sono letto l'intervista intera riportata da Repubblica e mi è venuto un flash: non è solo colpa degli ultras idioti la rovina del calcio.
domenica 4 febbraio 2007
Distanze
Secondo me ieri, domenica, Ratzinger ha dato una delle dimostrazioni più ampie di quanto sia distante (una distanza che tende col tempo a farsi via via più grande) la Chiesa dalla realtà della vita quotidiana. Cosa gli costava infatti all'Angelus dedicare una parola o un pensiero al poliziotto ucciso a Catania che lascia moglie e figli? Era così difficile?
E invece si è limitato a proferire i suoi soliti diktat su aborto e eutanasia. Boh, poi tutti a scervellarsi sui motivi del progressivo allontanarsi della gente dalla Chiesa...
E invece si è limitato a proferire i suoi soliti diktat su aborto e eutanasia. Boh, poi tutti a scervellarsi sui motivi del progressivo allontanarsi della gente dalla Chiesa...
Telecom insegna
C'è un simpatico fogliettino allegato alla bolletta bimestrale che Telecom si premura diligentemente di inviarci a casa: si chiama Telecom News (wow!). Di solito è la prima cosa che cestino, ma oggi, in preda a un irresistibile attacco di curiosità, ci dò un'occhiata: "con Alice tutto incluso anche il nuovo videofonino", "passare ad alice 20 mega non costa nulla" (^_^), "200 sms gratis verso Tim", notizie di Aladino (non quello della fiaba, il telefono) e altre amenità del genere.
Poi, scendendo: "Avviso agli utilizzatori di internet". Mi sento chiamato in causa, e quindi leggo.
[...] "Segnaliamo la possibilità di truffe da parte di alcuni fornitori di informazione ai danni di chi naviga in Internet, realizzate facendo compiere automaticamente al computer, all'insaputa dell'utilizzatore, connessioni verso numerazioni non geografiche [ad esempio, 8991 o verso numeri con prefissi 00 (in particolare, di Paesi internazionali o di telefoni satellitari, appartenenti alla 7° Zona tariffaria)" [...]
Interessante. La tempestività della notizia è commovente, tenuto conto che le truffe online tramite il cambio dei parametri di connessione avvengono da anni (e che la stessa Telecom se ne intascava una percentuale).
[...] "Telecom Italia non ha alcuna responsabilità in merito né può intervenire direttamente" [...]
Eh, certo, i vari 899, 709, 166, 144, quando si attiva una nuova linea telefonica sono abilitati di default, poi quando arriva la prima bolletta milionaria uno ovviamente li fa disattivare. E' colpa dell'utente che non è sufficientemente sveglio.
[...] "ma riteniamo opportuno segnalare di prestare estrema attenzione nello scaricare da Internet files eseguibili (exe) e anche di verificare di tanto in tanto, durante la navigazione, la correttezza del numero di collegamento all' ISP" [...]
Informatici di tutto il mondo fatevi da parte, è arrivata Telecom a dirvi di non scaricare eseguibili .exe (solo una delle possibili estensioni che hanno i file eseguibili per Windows), dimenticando che molti di questi, in particolari condizioni, si installano automaticamente semplicemente visualizzando una pagina web creata all'occorrenza.
[...] "Consigliamo inoltre, come utile mezzo di prevenzione, l'installazione di programmi "no dialer" e l'utilizzo di un software antivirus specifico e aggiornato, per riconoscere la disconnessione non voluta" [...]
Giuliooo? Mi serve Stop Dialer...
[...] "precisiamo che i reclami per sospette truffe su Internet o per fenomeni similari sono trattati da Telecom Italia come gli altri reclami per contestazioni di importi addebitati in fattura non riconosciuti" [...]
Tradotto: anche se vi arriva una bolletta di 2/300mila euro, mettevi in fila con gli altri e non stressate.
E io che le News di Telecom le ho sempre cestinate senza leggerle...
Poi, scendendo: "Avviso agli utilizzatori di internet". Mi sento chiamato in causa, e quindi leggo.
[...] "Segnaliamo la possibilità di truffe da parte di alcuni fornitori di informazione ai danni di chi naviga in Internet, realizzate facendo compiere automaticamente al computer, all'insaputa dell'utilizzatore, connessioni verso numerazioni non geografiche [ad esempio, 8991 o verso numeri con prefissi 00 (in particolare, di Paesi internazionali o di telefoni satellitari, appartenenti alla 7° Zona tariffaria)" [...]
Interessante. La tempestività della notizia è commovente, tenuto conto che le truffe online tramite il cambio dei parametri di connessione avvengono da anni (e che la stessa Telecom se ne intascava una percentuale).
[...] "Telecom Italia non ha alcuna responsabilità in merito né può intervenire direttamente" [...]
Eh, certo, i vari 899, 709, 166, 144, quando si attiva una nuova linea telefonica sono abilitati di default, poi quando arriva la prima bolletta milionaria uno ovviamente li fa disattivare. E' colpa dell'utente che non è sufficientemente sveglio.
[...] "ma riteniamo opportuno segnalare di prestare estrema attenzione nello scaricare da Internet files eseguibili (exe) e anche di verificare di tanto in tanto, durante la navigazione, la correttezza del numero di collegamento all' ISP" [...]
Informatici di tutto il mondo fatevi da parte, è arrivata Telecom a dirvi di non scaricare eseguibili .exe (solo una delle possibili estensioni che hanno i file eseguibili per Windows), dimenticando che molti di questi, in particolari condizioni, si installano automaticamente semplicemente visualizzando una pagina web creata all'occorrenza.
[...] "Consigliamo inoltre, come utile mezzo di prevenzione, l'installazione di programmi "no dialer" e l'utilizzo di un software antivirus specifico e aggiornato, per riconoscere la disconnessione non voluta" [...]
Giuliooo? Mi serve Stop Dialer...
[...] "precisiamo che i reclami per sospette truffe su Internet o per fenomeni similari sono trattati da Telecom Italia come gli altri reclami per contestazioni di importi addebitati in fattura non riconosciuti" [...]
Tradotto: anche se vi arriva una bolletta di 2/300mila euro, mettevi in fila con gli altri e non stressate.
E io che le News di Telecom le ho sempre cestinate senza leggerle...
sabato 3 febbraio 2007
Expo elettronica
Domani pomeriggio, 04/02/2007, vado a fare un salto con un mio amico, Mirco, alla Fiera dell'Elettronica in quel di Rimini. Se per caso siete nei paraggi strabuzzate gli occhi, chissà che non ci si incontri e ci scappino due chiacchiere.
La vittoria dei cretini
Sono convinto che questo sia un post sprecato. Sì, perché dedicare un seppur breve articolo a Pancalli, che dopo quello che è successo ieri sera a Catania vuole chiudere il calcio, è solo uno spreco di tempo. Il calcio al massimo si fermerà questo weekend, per riprendere come niente fosse la prossima settimana. In fondo è morto un poliziotto, cosa vuoi che sia? E cosa importa se aveva 38 anni e un paio di figli (potrei essere io)? Gli sponsor faranno un pò di casino e tutto tornerà come prima: riprenderanno le partite col loro massiccio afflusso di delinquenti (molti) mischiati ai normali tifosi (ormai pochi, e come dar loro torto?). Purtroppo i precedenti insegnano.
Il bello è che prima della partita è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Ermanno Licursi, il dirigente sportivo ucciso da un gruppo di tifosi incazzati perché la squadra di cui era dirigente aveva vinto contro la loro.
Questo, signori, è il nostro calcio, che di sportivo non ha più niente: né le motivazioni, né le aspirazioni, né la passione, niente. Sta in piedi sorretto dagli sponsor, dal doping, dalla televisione, dal vuoto più assoluto. E puntuale arriva lo spettacolo ipocrita del cordoglio delle autorità: Prodi, la Melandri, Amato, tutti costernati, tutti pronti a chiudere a tempo indefinito il calcio, fino a domenica prossima quando saranno regolarmente in tribuna come niente fosse.
Ho paura che se si è veramente intenzionati a fermare questa specie di delirio collettivo (ma a questo punto ne dubito) ci vorrà ben altro che un weekend di pausa.
Aggiornamento 12,30
Ho letto un pò di roba in giro riguardo a questi fatti, e mi pare che le proposte più condivisibili per tentare di porre un rimedio a questa situazione (sempre che sia ancora possibile) siano quelle di Severgnini.
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