Venerdì mia figlia maggiore, pedagogista, ha fatto il suo ultimo giorno come educatrice nel centro estivo comunale qui vicino a casa, in cui aveva a che fare con bambini tra i quattro e i cinque anni. "Allora, come ti è sembrata l'esperienza, in generale?" le chiedo.
"A parte qualche difficoltà iniziale, molto bella. Ma ho notato alcune cose che mi sono dispiaciute."
"Tipo?"
"Alcuni bambini sono già abbastanza maleducati a quell'età."
"Davvero?"
"Sì. Uno di questi, ad esempio, quando aveva bisogno di me mi chiamava con un 'Ehi!' Ci ho messo un po' a fargli capire che quando ha bisogno si deve rivolgere a me col termine 'maestra'. Non per una forma di particolare deferenza nei miei confronti, o almeno non solo per quello, ma anche perché i bambini devono imparare che nella vita ci sono gerarchie da conoscere per capire i ruoli di ognuno. E poi, alla fine, anche per una questione di educazione, certo."
"Ha imparato?"
"Sì, sono riuscita a farglielo imparare."
"E poi?"
"Un'altra cosa che mi ha dato fastidio è che molti bambini non hanno alcuna dimestichezza con l'ABC dell'educazione, cose tipo per favore, per piacere, grazie. Un bambino, ad esempio, ogni volta che voleva qualcosa si limitava a formule come 'voglio il pennarello!', 'voglio i fogli!' e così via. E quando gli facevo notare che ogni volta che si chiede una cosa occorre sempre accompagnare la richiesta con una formula di cortesia, rispondeva: 'I miei genitori non me l'hanno mai detto, a casa nostra non si usa'."
Ogni tanto ripenso a questo dialogo con mia figlia. Naturalmente non generalizzo, voglio pensare che i casi di cui mi ha parlato occupino una parte minoritaria dell'insieme. Tuttavia non posso fare a meno di pensare che se molte famiglie, per prime, abdicano al ruolo principale che spetta a loro, e cioè insegnare l'educazione e il rispetto, poi non ci si può lamentare di quello che si legge nelle cronache di tutti i giorni. La famiglia è il primo mattone su cui i bambini costruiscono sé stessi, viene ancora prima della scuola, e se già quello è un mattone che si sbriciola, non c'è granché da sperare.