sabato 11 settembre 2010

Il quartier generale racconta/37


Questa mattina, sia Libero che il Giornale hanno aperto con lo stesso, terribile, inquietante interrogativo: Perché non l'hanno arrestata? Mamma mia! Chi sarà mai il pericoloso criminale a cui è stato risparmiato il carcere? E cosa ha mai fatto di tanto grave, il medesimo, per convincere i due maggiori paladini del garantismo all'italiana (generalmente a senso unico), Libero e il Giornale appunto, a mettere da parte il loro principio ispiratore? Occorre un breve riassunto per chi si fosse perso le puntate precedenti della vicenda.

Mercoledì scorso, alla festa del Pd a Torino, il sindacalista Raffaele Bonanni è stato oggetto di dure contestazioni da parte di un gruppo di giovani appartenenti a un centro sociale. A Bonanni è anche arrivato un fumogeno che gli ha mandato in fumo la giacca. Le indagini della questura hanno permesso di appurare che a tirare l'oggetto è stata tale Rubina Affronte, 24 anni, figlia di un magistrato in servizio presso la procura di Prato. La giovane, dopo essere stata identificata, si è beccata una denuncia per lancio di oggetti pericolosi, danneggiamento aggravato e accensioni pericolose.

Finita qui? Macché! Si tratta della figlia di un magistrato e l'occasione non va sprecata. Parte in quarta Beatrice Lorenzin, deputata del Pdl: "Perchè questa ragazza non è stata arrestata ma solo denunciata per lancio di oggetti pericolosi e danneggiamenti?". Le fa eco, naturalmente, il leggendario Gasparri: "Chiedo a Palamara [presidente dell'ANM, ndr], che parla su tutto, perché non hanno arrestato quella ragazza?". Prima di loro si era fatto avanti il ministro Sacconi, il quale si era detto "sorpreso per il mancato arresto della contestatrice".

Insomma, il pericoloso criminale andava tradotto in galera, senza se e senza ma. E d'altra parte se lo dicono loro, i parlamentari, che le leggi le fanno, non si capisce perché non dovrebbe essere così. C'è solo un piccolo particolare: la legge non lo prevede. Già, quella legge che i parlamentari fanno, e che quindi dovrebbero conoscere bene, non prevede l'arresto in questi casi. E sapete chi lo dice? Libero, quello che vedete nell'immagine in alto. Scrive il Fatto di oggi:

Senza scomodare Palamara e le presunte parentele illustri, al senatore Gasparri sarebbe bastato leggere uno dei giornali più vicini al suo partito, che oggi spiega perché la legge non preveda l’arresto per un gesto come quello di mercoledì. Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, spiega che “Rubina Affronte è stata denunciata per “accensione e lancio di oggetti pericolosi”, reato che prevede l’identificazione ma non l’arresto”. Stupisce che Gasparri non lo sappia. Anche perché gli basterebbe chiedere al fratello Clemente, generale dei Carabinieri, per scoprire i meccanismi della legge.

Nella giornata di oggi, poi, è arrivata una nota proprio dalla procura di Torino, dove la ragazza è stata identificata e denunciata. Ecco ciò che scrive l'Ansa (il neretto è mio):

(ANSA) - TORINO, 11 SET - Non c'e' stata alcuna sottovalutazione dell'accaduto, il carcere non e' previsto per casi del genere: lo puntualizza la procura di Torino in una nota firmata dal procuratore generale Marcello Maddalena, dopo le polemiche sull'operato di magistratura e forze dell'ordine in occasione del lancio del fumogeno contro il leader Cisl Raffaele Bonanni. ''Polizia e magistratura - si legge nella nota - si sono limitate ad applicare scrupolosamente la legge, che non contempla nessuna possibilita' di misure restrittive della liberta' personale, la cui adozione nei casi non consentiti comporterebbe addirittura una responsabilita' dello stato per ingiusta dentenzione''. ''Stupiscono - si legge ancora - le malevole insinuazioni circa una pretesa sottovalutazione dell'accaduto da parte delle forze di polizia e della procura torinese, la quale da sempre ha concretamente dimostrato la massima attenzione nei confronti di qualsiasi atto di violenza politica, da qualsiasi parte proveniente. Ben consapevole delle derive che ne possono scaturire",

A questo punto le ipotesi sono due: o tutti i politici che han parlato, han parlato a vanvera non conoscendo la legge, la qual cosa mi pare di una certa gravità, oppure la legge la conoscevano benissimo ma hanno voluto in malafede marciarci su. In tutti e due i casi non mi pare che ne escano bene.

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